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3 - Le basiliche funerarie annesse agli ipogei

Nel documento Santuari paleocristiani in Italia (pagine 194-197)

I SANTUARI I TALICI

VI. 3 - Le basiliche funerarie annesse agli ipogei

VI.3 - Le basiliche funerarie annesse agli ipogei

La costruzione di basiliche cimiteriali presso i santuari ipogei ebbe grande slancio in questa fase, sebbene i dati archeologici siano a tal proposito piuttosto scarni. Si trattava di basiliche

756 La chiesa è legata a una struttura più antica ed è stata forse costruita in luogo di un edificio paleocristiano.

757 Gli interventi di valorizzazione dell’ipogeo sono genericamente datati ad epoca paleocristiana.

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Nella retrostante cisterna, trasformata in sacello nell’Altomedioevo è ancora visibile un palinsesto d’iscrizioni graffite, alcune delle quali, assieme a croci, forse altomedievali.

759 La via potrebbe essere identificata nella Cripta Romana, la croce nel graffito (EBANISTA,AMODIO 2008, p. 132;CAPUTO,DE ROSSI 2007,I,pp. 979-990).

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Sulla spelonca, presso cui dimorò S. Martino di Tours a dar credito alla tradizione orale: MASSABÒ 1998, 10/2;GARDINI 2001,pp. 102-103.La deposizione rituale di contenitori vitrei, utilizzati come signacula, era piuttosto comune in ambito confessionale, come attestano le ampolline di Teodolinda del museo di Monza. Nella Cripta medievale dell’abbazia di S. Secondo nell’isola Polvese del Trasimeno, dieci boccette analoghe (VI-VIII), rinvenute in una fossa, potrebbero provenire da un contesto differente; forse furono deposte assieme al braccio-reliquia del santo (fig. 775) (SCORTECCI 2012, pp. 615-617; VENANTI 2012, pp. 771-772).

761 Sulla grotta, in origine cava romana ai piedi della collina di Varano, EBANISTA,AMODIO 2008, pp. 132-133.

762 EBANISTA,AMODIO 2008, p. 134; MUOLLO 2001, pp. 1-10

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195 mono o trinavi, generalmente absidate, edificate in asse e alla stessa quota delle catacombe, ai cui accessi si addossavano, o sopra di esse, con l’altare corrispondente al sepolcro.

La sovrapposizione degli altari ai santuari non escludeva che la basilica fosse addossata al fianco della collina, come attesta l’oratorio di S. Vittoria a Trebula764

. Stando alle fonti, il suo altare dedicato a Maria era sovrapposto alla confessione e ad essa collegata per mezzo di un “foramen”, sorta di fenestella. Si presume che l’oratorium, di cui restano due colonne nell’attuale chiesa romanica, fosse trinave come quella, e in comunicazione con la catacomba mediante un ingresso sul fondo della navata occ. (fig. 778).

È possibile che anche l’attuale chiesa di S. Tolomeo, all’ingresso della catacomba di S. Savinilla a Nepi e sopra il luogo in cui la tradizione agiografica collocava la venerata sepoltura, ricalcasse un’aula ad corpus costruita tra l’età paleocristiana e l’Altomedioevo765

. Stando a un documento del 1494, la chiesa era in comunicazione con la retrostante catacomba per mezzo di due voltae, forse gallerie che si aprivano nell’abside. A Fausania, sono le irregolarità delle basi dei pilastri romanici a suggerire l’esistenza di una precedente aula di culto connessa al santuario di Simplicio766. Meglio noto è il contesto di S. Marciano, laddove una basilica trinave proto-bizantina con abside gradata (VI sec.) presentava un altare centrale in asse con la sepoltura venerata della sottostante cripta767.

Dalla carta topografica del Mentana (1618), si evince che la basilica dei SS. Primo e Feliciano a Nomentum, presso l’arenarium ricordato nella Passio (V-VI) in cui erano sepolti i martiri, era absidato e ubicato lungo la strada. Probabilmente inglobò la cripta o le fu costruita sopra poiché dai suoi ruderi provengono un pezzo di cornice e un frammento d’iscrizione marmorea recante “[---] mart [---] / --- ?”, forse parte di un ciborio o altare (fig. 779)768

. Un ciborio di VI-VII sec. si trovava anche nell’edificio di culto ad Decimum della Latina, ma, come abbiamo visto, la connotazione martiriale della sottostante catacomba è dubbia769.

Tra gli edifici addossati agli ingressi, alcuni erano costruiti interamente in muratura, altri avevano il presbiterio scavato nella roccia. Alla prima categoria apparteneva la piccola basilica di S. Zotico, absidata e pavimentato in marmo, a cui era annesso un cimitero subdiale piuttosto vasto (figg. 780-781)770. A S. Eutizio, basilica e catacomba divennero un unico complesso in seguito all’apertura di passaggi delimitati da pilastri771

. Una sistemazione del genere doveva interessare la basilica di S. Gaudioso a Napoli, terminante in un’absidiola affrescata con Cristo tra santi e valorizzata da un’edicola con l’immagine della Theotokos772

. In luogo della seicentesca Chiesa del Miracolo, addossata alla collina del cimitero, una chiesa paleocristiana dedicata a S. Cristina sembrerebbe attestata dai frammenti di paliotto di altare in marmo, decorati con colombe e pavoni affiancanti una croce, e dalle lastre di recinzione presbiteriale databili al VI sec. (fig. 782)773.

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Sull’oratorium paleocristiano, ricordato dalla Passio e da Adelmo di Malmesbury e rimpiazzato dalla chiesa romanica: FIOCCHI NICOLAI 2009,pp. 126-129; MASTRORILLI 2006 (b), pp. 68-70; MAZZEI 2006 (c), pp, 71-72.

765 Sulla basilica di S. Tolomeo, esistente almeno nel XII sec. e distrutta nel XVI: MAZZEI 2006, pp. 57-58; FIOCCHI NICOLAI 1992, pp. 49-52;FIOCCHI NICOLAI 1988, pp. 259-263.

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SPANU 2000, pp. 141-149;PINNA 2008, pp. 67-70

767 BONACASA CARRA 2012, pp. 114-115; SGARLATA 2003, pp. 10-14

768 L’edificio, ricordato agli inizi del ‘200 e visto dal Bosio, era già fatiscente nel VII se i corpi dei due martiri furono trasferiti a Roma da papa Teodoro (642-649), primo caso di traslazione noto a Roma (FIOCCHI NICOLAI

2009, pp. 432-442; FIOCCHI NICOLAI 2004, p. 115; BONFIGLIO 2013, pp. 84-85).

769 Sulla basilica, attestata da sporadici resti: PALOMBI 2006 (c), p. 79; FIOCCHI NICOLAI 1986, p. 195.

770 Su S. Zotico, ricordato in una bolla di Pasquale II (1116) e, forse, nel Liber Pontificalis in relazione ai restauro di Leone III (795-816): MAJERINI,MUSCO 2001, pp. 267-268; CATALANO,DI BERNARDINI 2001, p. 269.

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FIOCCHI NICOLAI,SANNAZARO 2012, pp. 214-216; FIOCCHI NICOLAI 1998, pp. 225-229.

772 Su S. Gaudioso, menzionata nel Chronicon Episcoporum e forse inglobata nella cripta della seicentesca S. Maria della Sanità: EBANISTA,AMODIO 2008, p. 124; FIACCADORI 1992, p. 152; LICCARDO 1991, pp. 99-100.

773 In realtà, la basilica, a cui sembra alludere una bolla di Leone IV (847-855), avrebbe anche potuto trovarsi in luogo della chiesa romanica(MASTRORILLI,MAZZEI 2006, p. 45; CARLETTI,FIOCCHI NICOLAI 1989, pp. 40-41).

196 La basilica di S. Eutizio a Soriano, piccola e mononave, doveva essere accostata alla catacomba con il lato lungo, se è corretta l’ipotesi che la vede ricalcata dalla navata N dell’edificio medievale disegnato del Pennazzi (1718) (fig. 783)774

. Stessa relazione con l’ipogeo aveva il piccolo edificio pavimentato a mosaico geometrico (VI-VIII) in cui si riconosce la basilica delle SS. Rufina e Seconda sulla Cornelia, a cui era annesso un cimitero subdiale (figg. 784-785)775.

Tra le basiliche con presbiterio scavato nelle catacombe, di cui distrussero parte delle gallerie, si annoverano le mononavi dei SS. Graciliano e Felicissima e di S. Giovenale a Sutri. La navata della prima, edificata a blocchi di tufo, era attorniata da sarcofagi in tufo sistemati in fosse776. La chiesetta di S. Giovenale, invece, s’impiantò a ridosso dell’ipogeo in un momento imprecisato, tra l’età paleocristiana e l’Altomedioevo777

.

Alcuni edifici erano interamente costruiti in muratura ma non addossati ai cimiteri, da cui si discostavano per pochi metri, costituendone un’appendice ad aperto cielo. L’ampia abside a ferro di cavallo di S. Gennaro extramoenia (la maior) ad esempio, era inquadrata da colonne corinzie e traforata da arcate dalle quali era visibile la retrostante catacomba (figg. 786-787)778. Il collegamento con essa era assicurato da duplici aperture ai lati dell’esedra mentre altre due ingressi, forse antichi, conducevano alle due basiliche ipogee. L’edificio, con tre navate divise da colonne di spoglio e forse nartece (fig. 788), era riccamente decorato, come attestano il pergolato con foglie e fiori visto negli intradossi delle arcate absidali e il blocco affrescato, forse pertinente a una parete soprastante un archivolto, su cui erano rappresentati Cristo tra gli apostoli, o Agrippino e Gennaro (fig. 789)779.

Le basiliche ad corpus di Restituto a Monterotondo, Vittorino ad Amiterno, Getulio sulla Salaria, S. Mauro del Monte Arcano a Fondi sono così poco documentate che è difficile ipotizzarne l’articolazione. La prima fu disegnata dal Parasacchi nella sua Carta topografica (1637) ed è attestata in un documento del ‘300780. La seconda, di cui restano poche parti dell’arredo liturgico, fu costruita sulla memoria dopo che un sisma la sconvolse, forse nel VI sec.781. S. Getulio è solo identificata nell’area di Ponte Sfondato, presso il Tevere e la Salaria, laddove fu individuato un ipogeo funerario782. La basilica fondiana, costruita presso la grotta in cui fu deposto il martire, è attestata in una tarda leggenda agiografica, sebbene i suoi ruderi pare fossero visibili agli inizi del ‘900 nella cd. “Valle di Martiri”, sopra S. Magno783

.

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La navata ha forma e orientamento irregolare rispetto all’edificio settecentesco che ha inglobato quello medievale, di cui restano pochi lacerti (FIOCCHI NICOLAI 1988, pp. 192-230;FIOCCHI NICOLAI 1986, p. 194).

775 Sull’edificio, ricordato alla vita di Adriano I (LP I, p. 508) e presente nella mappa cinquecentesca di Eufrosino della Volpaia, FIOCCHI NICOLAI 1988, pp. 57-64. In realtà, esso potrebbe anche essere identificato in un’aula di rappresentanza o cappella della domusculta di Adriano I (BONFIGLIO 2013, p. 285).

776 Sulla basilica, menzionata in un’iscrizione medievale di Civita Castellana e in una bolla di Adriano IV (metà XII), FIOCCHI NICOLAI 1988, pp. 266-283.

777 FIOCCHI NICOLAI 1988, pp. 113-125. Stessa ipotesi per la basilica di S. Terenziano a Todi (MASTRORILLI

1996 (b), p. 70).

778 Sulla chiesa, ricostruita tra IX e XV e forse consacrata con reliquie ianuariane, FASOLA 1993, pp. 161-164.

779 Stando a GIORDANO 2009, pp. 397-398, lo stile di questo affresco retrodaterebbe la basilica alla seconda metà del V sec., portandola all’identificazione con la Sancti Stephani ricordata nella biografia del vescovo Vittore (485-498). Secondo quest’ipotesi, immagini del proto-martire comparirebbero non a caso sulle pareti esterne della confessio (inizi VI) e nella lunetta di un sepolcro (V). L’arcosolio rinvenuto nell’abside, quindi, andrebbe riconosciuto nella tomba di Stefano II, lì ricordata dal Chronicon Episcoporum (XLI, p. 203).

780 Sulla basilica di S. Restituto, sopravvissuta fino alla fine dell’800 e oggi rimpiazzata da un casale:FIOCCHI

NICOLAI 2009, pp. 443-457; FIOCCHI NICOLAI 2004, pp. 114-115

781 Sull’edificio, citato in un documento di Farfa (seconda metà VIII),SOMMA 2012, p. 192.

782 La basilica, menzionata in un documento del Regesto di Farfa (prima metà VIII), occupava il cd. fundus

Fornicata (FIOCCHI NICOLAI 2009, pp. 157-161; FIOCCHI NICOLAI 2004, pp. 115-116).

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Nel documento Santuari paleocristiani in Italia (pagine 194-197)