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Il network del Registro delle imprese di Paola Morigi (3)

Nel documento LAVORARE IN RETEPER LO SVILUPPO (pagine 123-126)

4. La voce dei protagonisti: dalle origini alle nuove frontiere di intervento

4.4. Il network del Registro delle imprese di Paola Morigi (3)

Il network del Registro delle imprese è stato uno dei primi a riunirsi e ad operare, a partire dal 1997. L’esigenza che aveva portato alla sua costituzione era collegata con il dover affrontare e risolvere i molteplici problemi connessi con l’attivazione del Registro delle imprese. Se la ri-forma delle Camera di commercio introdotta con la legge n. 580 è stata emanata a dicembre del 1993, tuttavia il decreto con il quale si sono individuate le modalità operative da seguire per il passaggio del Registro delle società (detenuto dal Tribunale) e del Registro delle ditte (già delle Camere di commercio) nel nuovo registro informatizzato camerale porta la data del 7 dicembre 1995 e pertanto, quando il network ha cominciato a riunirsi, si era ancora in una fase di “rodaggio” del nuovo servizio.

(3) Segretario generale della Camera di commercio di Ravenna.

È utile ricordare anche lo spirito che animava le prime riunioni.

Molte erano le questioni da risolvere, anche a causa di una normativa ricca e soggetta a continue modifiche, ma sicuramente i primi incon-tri erano dedicati nella maggior parte dei casi ad affrontare problemi di natura squisitamente giuridica: iscrivere o meno determinate tipo-logie di imprese controllando il possesso dei requisiti, accompagnare le iscrizioni da controlli dettagliati o più sommari (con verifiche a campione in ordine alla corretta documentazione prodotta), instau-rare un dialogo costruttivo con il giudice del Registro delle imprese, organo esterno chiamato però a sovrintendere sull’operato dei con-servatori: con il rischio anche che, non essendoci un coordinamento formale fra i diversi giudici, ciascuna Camera assumesse un proprio orientamento su materie sostanzialmente simili.

L’approccio giuridico ha contraddistinto l’attività del network soprat-tutto nei primi pionieristici anni. Probabilmente tale impostazione era dovuta alla novità del servizio, ma anche dall’esigenza di cercare di forni-re, ad un’utenza imprenditoriale che spesso opera su più province, le stes-se risposte, anche per non stes-sentirsi dire che in un ente camerale si opera in un modo che risulta difforme da quello praticato da altre Camere.

Con il passare del tempo l’impostazione originaria però ha subìto alcuni cambiamenti, dovuti principalmente all’evoluzione normativa che si stava registrando, ma anche dall’ingresso di nuove figure pro-fessionali all’interno del network, più portatrici di una cultura econo-mico-aziendale.

Nella seconda metà degli anni novanta infatti una serie di importan-ti riforme amministraimportan-tive ha inciso profondamente sui servizi erogaimportan-ti dagli enti camerali. Ci riferiamo necessariamente alle “riforme Bassa-nini” e ai processi di semplificazione che hanno contribuito a diffonde-re, un po’ a tutti i livelli, l’autocertificazione, o la valenza illimitata di certificati attestanti situazioni non destinate a modificarsi nel tempo.

Insieme alle riforme amministrative nuovi prodotti informatici hanno consentito di lavorare maggiormente “in rete”, interagendo sulle stes-se banche dati e constes-sentendo agli utenti, attraverso collegamenti tele-matici, di poter ottenere facilmente visure e certificati che un tempo richiedevano file continue agli sportelli per essere ottenuti.

Un lavoro più orientato al risultato ha portato inevitabilmente a dover concentrare l’attenzione anche su elementi che un tempo sem-bravano sottratti alle possibilità di azione dei singoli enti. Il fattore

“tempo” ha gradualmente acquisito tutta l’importanza che merita in una moderna azienda di servizi attenta alle esigenze dell’utenza. Gra-zie anche alle diverse tipologie di prodotti offerti da Infocamere (che si è impegnata ad organizzare e gestire la banca dati informatica) è

stato possibile ricavare facilmente i dati connessi con le percentuali di evasione delle pratiche delle singole Camere, i tempi di caricamento, i ritardi nell’effettuare le modifiche e le variazioni, ecc.

È nata una sorta di “gara” e di confronto continuo sui tempi di risposta alle istanze delle imprese e delle associazioni, che ha portato poi il Network (e conseguentemente anche il Comitato Tecnico dei Se-gretari) ad interrogarsi sulle modalità gestionali seguite per organiz-zare il Registro delle imprese. Accanto al lavoro dei dipendenti a tem-po indeterminato si sono individuate altre titem-pologie: appalti di servizi per il data-entry, convenzioni con Infocamere o con altri operatori per l’archiviazione ottica, esternalizzazione di alcune funzioni.

Gradualmente una logica di tipo economico-aziendale si è andata ad affiancare alla logica giuridica, che del resto, considerata la valen-za costitutiva di molte situazioni che vengono presentate al Registro delle imprese, non può certamente essere trascurata.

Questi passaggi avvenivano contestualmente all’avvio di una serie di progetti che Unioncamere nazionale stava portando avanti. Ci riferiamo in particolare al progetto “Pareto” elaborato per costruire una serie di indicatori (economico-finanziari, fisici, di struttura, ecc.) che consento-no ai singoli enti camerali di confrontare facilmente le loro performan-ces con quelle di altri enti della stessa Regione o di enti appartenenti alla stessa cluster. I dati di “Pareto”, alimentati dagli stessi enti camerali, sono facilmente accessibili e consentono di effettuare confronti continui per capire come ci si sta posizionando (pur operando in territori con ti-pologie di riferimento alquanto diverse) in una ideale graduatoria nazio-nale. La standardizzazione nei servizi offerti dal Registro delle imprese consente di effettuare paragoni anche in termini di certificati o visure rilasciati, carichi di lavoro del personale, produttività dei servizi.

Se ci dovessimo soffermare ad analizzare l’esperienza matura-ta nell’ambito del network e ad indicare prospettive di lavoro future non potremmo non partire da questa analisi, anche perché la stessa ci indica anche quale potrebbe essere il terreno di confronto sul quale potrà essere chiamato a discutere il Comitato Tecnico dei Segretari generali. Non più quindi attenzione solamente agli aspetti di tipo giu-ridico (da non trascurare anche per assicurare la certezza del diritto ad un’utenza professionale) ma anche alle modalità organizzative, agli aspetti connessi con la programmazione e il controllo, alla in-dividuazione degli obiettivi da conseguire. Essendo il Registro delle imprese uno dei servizi più importanti per le Camere di commercio, il suo corretto funzionamento e la sua possibile evoluzione sono tasselli importanti nella prospettiva di assicurare una buona e corretta rego-lazione del mercato.

Del resto anche la introduzione del nuovo regolamento di con-tabilità (che comincerà a dispiegare pienamente tutti i suoi effetti a partire dal 2007) ci obbligherà ad operare seguendo logiche di tipo programmatorio, non improvvisando soluzioni ma perseguendo (di concerto con altri enti) soluzioni che possano essere utili per assicu-rare lo sviluppo economico locale.

4.5. Il nuovo sistema di contabilità delle Camere di commercio

Nel documento LAVORARE IN RETEPER LO SVILUPPO (pagine 123-126)

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