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Il Progetto Netprise

Nel documento LAVORARE IN RETEPER LO SVILUPPO (pagine 118-121)

4. La voce dei protagonisti: dalle origini alle nuove frontiere di intervento

4.3. Il network per l’internazionalizzazione di Giampaolo Montaletti (2)

4.3.2. Il Progetto Netprise

Networked enterPRISE=NETPRISE, ovvero la Camera di commer-cio come impresa a rete, questo è l’acronimo che contraddistingue il progetto cofinanziato dalla Commissione Europea che animerà la se-conda fase di vita del network internazionalizzazione fra il dicembre del 1997 e l’aprile del 2000.

Il dibattito sulle relazioni fra centro e periferia non stava animando solo il sistema delle Camere di commercio italiane, ma attraversava tutta Europa, ed in particolare il sistema delle Camere di commercio tedesche, simili per dimensioni e natura pubblica a quelle italiane. In una serie di incontri che si svolgono nel corso del 1997 fra colleghi italiani e tedeschi, a cui partecipa anche chi scrive, emerge l’idea di presentare alla Commissione Europea un progetto che, sfruttando le emergenti tecnologie della rete Internet, faciliti il dialogo fra colleghi di Camere diverse, lo scambio di esperienze e la innovazione organiz-zativa anche a livello trans-nazionale. Partendo dagli stessi presuppo-sti del Network e dalla sua stessa analisi organizzativa, emerge un pro-getto di knowledge management (gestione della conoscenza), disciplina allora emergente, che viene considerato particolarmente innovativo e co-finanziato al 50% dal programma comunitario Esprit. Ne sono part-ner Unioncamere Emilia-Romagna, IHK, associazione nazionale delle Camere tedesche, Infocamere e GFI, i rispettivi partner tecnologici, ed un gruppo di società di sviluppo tecnologico italiane ed inglesi.

La visione del progetto Netprise è chiara: “per aiutare le piccole e medie imprese a superare i problemi dell’internazionalizzazione.. della competizione emergente dai paesi dell’Asia… degli imperativi creati dai sistemi di commercio elettronico…le pubbliche amministrazioni ed in

particolare le Camere di commercio devono riconoscere l’estrema impor-tanza del loro ruolo come fornitori di informazioni. Le agenzie pubbliche – prosegue il documento di progetto – devono dirigere la loro attenzione alla qualità dei loro servizi informativi orientati alle imprese, piuttosto che alla quantità delle procedure amministrative svolte”.

L’iniziativa perseguiva sostanzialmente tre obiettivi:

1. fornire risposte complete in minor tempo alle domande dei clienti camerali, migliorando i contatti tra Camere di commercio e Piccole e Medie Imprese;

2. permettere l’accesso attraverso un’interfaccia semplice ed uni-ficata a tutte le risorse sul commercio estero (database, documenti, servizi, ecc.);

3. promuovere la collaborazione tra le Camere di commercio; favori-re lo scambio di informazioni, documenti, servizi, metodi ed esperienze per identificare le migliori esperienze, e in particolare rendere accessi-bile il know-how degli esperti per guidare il lavoro dei meno esperti;

catturare e valutare nuove esperienze per evolvere e per migliorare.

Se la visione di Netprise punta al rafforzamento dei ruoli più tra-dizionalmente svolti dalle Camere europee come fornitori di informa-zione, l’approccio al problema organizzativo parte dalla rilevazione dei processi: quali attività sono tipiche delle organizzazioni camerali in tema di promozione dell’internazionalizzazione? Quali passaggi vengono svolti da un operatore della Camera di commercio quando, ad esempio, organizza una missione?

Lo scopo della rilevazione dei processi è duplice: da una parte si tratta di razionalizzare le attività, dall’altra di rilevare le informazioni che in ogni fase sono generate e scambiate per renderle comuni, condivise ed eventualmente riutilizzabili anche da altri colleghi. È dalla visione del lavoro comune, si ipotizza allora, da quanto emergerà dallo scambio in rete, facilitato e supportato dalle tecnologie della telecomunicazione, che emergeranno nuovi contatti, idee di collaborazione e cooperazione.

I documenti del progetto evidenziano una visione che integra presupposti organizzativi e tecnologici “forti”: ne sono una testimo-nianza i risultati del progetto che sono ancora oggi in uso, come ad esempio, in Italia, il sistema Starnet, che gestisce la rete degli uffici di statistica delle Camere di commercio, o l’interfaccia web al registro delle imprese chiamata Jorba, che divenne poi nel tempo Telemaco, il principale sistema di dialogo on-line fra Registro ed imprese. Anche in Germania il “Netprise Konpzet” fu per lungo tempo, all’interno del sistema camerale tedesco, sinonimo di condivisione delle conoscenze.

È stata la longevità delle idee e delle soluzioni a rendere Netprise un progetto di successo, al di là delle positive valutazioni della

commis-sione Europea e delle sensazioni dei progettisti e di chi vi partecipò allora, spesso discordanti.

Nel verbale del Comitato Tecnico del 3 febbraio 1998 i Segretari generali concordano sulla necessità di avviare il progetto Netprise svolgendo un’analisi dei processi degli uffici internazionalizzazione.

Si effettueranno interviste sul campo, incaricando il coordinatore del-l’ufficio studi di coordinare i lavori di rilevazione, con il supporto degli stessi consulenti del progetto network. Il 29 luglio 1998 “il Comitato Tecnico prende atto con soddisfazione” che il progetto sta procedendo in maniera spedita, ed in qualche modo separata dal resto del progetto network, per meglio seguire il piano di lavoro approvato dalla Com-missione europea. L’ analisi organizzativa era finalizzata a rilevare i principali processi afferenti al commercio estero (organizzazione fiere, ricerca partner, finanziamenti, programmi partnership, ricerche mer-cato, formazione) e le classi di informazioni più rilevanti (descrizione processi, esperienze, competenze del personale, profili clienti, altre forme di conoscenza non strutturata). È emerso che potevano essere mappati diversi tipi di conoscenza condivisa dal sistema: la conoscenza dell’“esperto” (cosa fare e quando, quali risorse usare, chi contattare, ecc.); la conoscenza implicita nei processi di lavoro (migliori pratiche, pratiche di lavoro quotidiane, liste di controllo attive); la conoscenza basata sulla memoria personale e di gruppo, e sulle esperienze matu-rate con la realizzazione di eventi (fiere, missioni, mostre ecc.).

L’analisi permette di produrre delle applicazioni sperimentali in grado di integrare le banche dati e i sistemi utilizzati dalle diverse organizzazioni:

• un sistema di integrazione banche dati che permetteva l’accesso web ai dati degli archivi delle imprese che esportano (connessione con Postel, con il Registro Imprese, con le schede paese del sistema Mondo);

• l’archivio Documenti sul web, un’area di lavoro condiviso (Intra-net di gruppo), che consentiva facilmente di pubblicare e condividere informazioni e risorse;

• i Workflex Activity Center (gestore della conoscenza), ovvero una banca dati di expertise sui servizi camerali con la memoria storica delle esperienze quotidiane.

Da dicembre 1998 le Camere di commercio partecipano alla forma-zione sugli strumenti informatici e le applicazioni sviluppate dal proget-to, e l’analisi organizzativa ha generato i manuali che descrivono 7 pro-cedure standard, che vengono validati, su iniziativa di Eurochambres (l’Associazione europea delle Camere di commercio), oltre che in Italia e Germania, anche dai colleghi di Spagna, Francia, Svezia e Regno Uni-to e diventano quindi riconosciuti come best-practices europee.

Ad aprile 2000 il progetto si conclude con valutazione positiva da

parte dei consulenti indipendenti della Commissione europea e la-sciando alle Camere di commercio un insieme di strumenti di lavoro in rete e di formazione comune. Si è ristabilito un nuovo livello di cooperazione fra le Camere che ha affiancato ed in parte sostituito le modalità di lavoro precedenti. Si va affermando, anche attraver-so il progetto Netprise, una riflessione su quale debba essere il ruolo dell’Unione Regionale delle Camere di commercio: sicuramente una rappresentanza istituzionale, ma anche uno stimolo al lavoro comu-ne, un supporto allo scambio di esperienze e un pungolo continuo al-l’innovazione, anche organizzativa che ha nella sua specifica capacità di coordinare il lavoro comune uno dei suoi punti di forza.

Nel documento LAVORARE IN RETEPER LO SVILUPPO (pagine 118-121)

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