La Promozione della salute nelle strategie per il miglioramento della qualità della vita e del lavoro
6. I patti per il mondo del lavoro
Nel campo specifico del tema di questa tavola rotonda, la Promozione della salute dei lavoratori, una volta definito il Patto tra i soggetti coinvolti (quelli pri- ma menzionati sul versante istituzionale oltre ovviamen- te ai datori di lavoro e lavoratori, alle loro rappresentan- ze) si realizza con l’applicazione del modello già pro- posto dal Network europeo ed oramai largamente spe-
rimentato, che ha dimostrato la capacità di dare rispo- sta sufficiente alle discrepanze che prima sono state richiamate (5).
La filosofia della Promozione della salute nei luo- ghi di lavoro ed i contenuti del modello operativo sono stati da tempo definiti, anche in pubblicazioni della stes- sa SItI (10)cui rinviamo, limitandoci a riportare gli ele- menti essenziali della sua pratica, che si basa essen- zialmente su tre pilastri principali
- il miglioramento dell’ambiente e dell’organiz- zazione del lavoro,
- la promozione della partecipazione attiva della forza lavoro
- l’incoraggiamento dello sviluppo individuale. Questo approccio prevede una serie di passaggi relativi a due fasi diverse del processo di costruzione dell’ intero processo:
- la realizzazione di un contesto favorevole e - lo sviluppo del programma .
L’ipotesi di lavoro parte dal presupposto che quan- to disposto dalla legislazione vigente nel nostro Paese, in particolare dal D.Lgs 626, sia già attuato per passare alla realizzazione di un approccio globale (“Lavoratori sani in imprese sane”), che vada oltre la più limitata strategia dell’ eliminazione e riduzione dei fattori di ri- schio. Una visione, già più volte presentata, che consi- dera l’impresa (il sistema delle imprese) come elemen- to centrale di un processo che coinvolge l’intera comu- nità che la circonda e non si limita solo al binomio im- presa-lavoratori ma vede coinvolte le istituzioni locali, le Aziende sanitarie, le forze sociali del territorio.
Le aree di intervento della PSL sono legate al riorientamento della politica d’impresa che si espleta attraverso:
- l’orientamento della politica aziendale verso la salute dei lavoratori
- il miglioramento dell’organizzazione del lavoro - l’ottimizzazione delle risorse umane
- la responsabilità verso l’ambiente interno ed esterno
- la pianificazione delle attività di PSL - il monitoraggio continuo dei risultati.
In termini sintetici, potremmo dire quindi che quattro sono i fattori di successo per la riuscita: Glo- balità, Integrazione, Partecipazione, Controllo.
Attorno all’impresa
Rispetto a quanto è stato prima detto sulle condi- zioni del mondo imprenditoriale e le caratteristiche delle nostre imprese, appare evidente che un impegno simile a quello prospettato appare assai gravoso.
È necessario pertanto adottare un diverso atteg- giamento, che consideri l’impresa come uno degli ele- menti centrali della società e costruisca attorno ad essa e con essa un processo virtuoso, diverso dal modello conflittuale (ambiente vs fabbrica, lavoratori vs impre- sa) che tradizionalmente ha caratterizzato i rapporti produttivi. E che ha visto per lo più contrapposti lavora- tori ed abitanti dei territori circostanti un insediamento industriale, contribuendo al tanto deprecato fenomeno della delocalizzazione o fornendo alibi per la stessa.
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Si tratta al contrario di avviare un processo di con- certazione tra i vari soggetti, con il quale si confrontino e contemperino i diversi interessi, si risolvano i conflit- ti, superando i Comitati paritetici previsti dalla legge, che hanno dimostrato poca efficacia. I soggetti princi- pali della concertazione sono le istituzioni, anche in rappresentanza della collettività e garanti dei suoi inte- ressi, gli imprenditori, i lavoratori e le loro rappresen- tanze. È tuttavia evidente che altri soggetti saranno interessati : il sistema finanziario, le Aziende sanitarie e le Agenzie per l’ambiente, le forze sociali variamente rappresentate (11).
Risulta di particolare rilevanza la capacità degli organi di governo, ai vari livelli territoriali, di guidare questo processo di coordinamento, per accordare un vero concerto degli strumenti di vario genere coinvolti e che risiedono nelle mani di tanti soggetti.
Un compito che, peraltro, è già indicato negli stru- menti di programmazione adottati tanto a livello nazio- nale che regionale. Rimanendo al nostro ambito che riguarda la salute, dai Piani integrati di zona ai Patti per la salute, esistono già indicazioni e strumenti ope- rativi realizzati in varie regioni italiane.
Lo sviluppo delle risorse umane, chiave di volta per il successo
Un ultimo richiamo ad un elemento che riguarda particolarmente il nostro sodalizio. La chiave di volta su cui poggia l’intera costruzione è quella dell’ adeguata preparazione delle persone che dovranno gestire i vari momenti dell’intero processo. All’inizio della fase di pro- gettazione ed avvio dovrà essere impostato e realizzato un ampio processo di informazione e formazione, in parte peraltro previsto dallo stesso D.Lgs 626 ed avviate an- che in qualche misura ma insufficiente.
In esso debbono essere previsti interventi formativi: - dei datori di lavoro, in particolare nelle piccole imprese, nelle quali essi assumono spesso an- che il ruolo di responsa-
bili della sicurezza, - dei manager e responsa-
bili dei settori operativi al- l’interno delle imprese, che in genere sono coin- volti ma senza l’esatta comprensione del signifi- cato vero della Promozio- ne della salute e sono la- sciati fuori dal processo formativo specifico; - dei responsabili dei Ser-
vizi di Prevenzione e Si- curezza che, in genere, sono scelti tra tecnici della produzione che non hanno sufficiente prepa- razione igienistica e spesso sono consulenti del lavoro che non hanno preparazione specifica, - degli stessi medici com-
petenti, spesso improvvisati e senza specia- lizzazioni specifiche, molti dei quali ancorché tradizionalmente impiegati in attività di tradi- zionale medicina del lavoro; essi debbono es- sere resi perfettamente padroni della filosofia e della pratica della Promozione della salute; ad essi infatti sono affidate le sole attività di prevenzione secondaria, senza un coinvolgi- mento attivo in quella primaria; come peraltro invece espressamente previsto sempre dal 626; - infine i soggetti più frequentemente trascura- ti, i lavoratori ed i loro rappresentanti per la sicurezza, nonostante la normativa preveda in dettaglio le varie attività di formazione ed informazione della manodopera; in questo campo si deve registrare un’assoluta inade- guatezza, soprattutto nelle piccole e picco- lissime imprese, per i motivi che ben cono- sciamo e che non mette conto elencare; sen- za una formazione completa, tecnico-profes- sionale e preventivistica, i prestatori d’opera non potranno gestire personalmente la sicu- rezza e la tutela della propria salute. Ma so- prattutto non potranno assumere il ruolo atti- vo che loro compete nel prendere consape- volmente parte al processo di partecipazione alla gestione delle varie fasi del processo pre- visto per la Promozione della salute.
Come si vede si tratta di una parte assolutamen- te strategica, alla quale deve assicurare un forte impe- gno la componente pubblica, le Regioni e le ASL, spe- cie in rapporto alle modeste potenzialità operative ed economiche delle piccole imprese, che pure rappre- sentano una parte importantissima del nostro tessuto produttivo. Un ruolo particolare spetta evidentemente alla SItI, come più importante e responsabile società scientifica, nel campo della sanità pubblica, ivi com- preso l’ambiente di lavoro.
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