Unità Organizzativa Governo della Prevenzione –Direzione Generale Sanità – Regione Lombardia
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incidenza; tutti i report sono reperibili sul sito della Direzione Generale Sanità regionale (http:/ /www.dgsan.lombardia.it/malinf/index.htm). La condivisione degli strumenti indicati, e quindi il loro effettivo utilizzo, ha richiesto naturalmente incontri e confronti tra l’ASL, titolare dell’attività, e le Direzioni sanitarie ospedaliere affinchè fossero concordate:
- le finalità: nel rispetto dei rispettivi ruoli, di dia- gnosi e cura per il medico ospedaliero, di valu- tazione epidemiologica per l’igienista, è però necessario comprendere che i sistemi di sor- veglianza debbono essere standardizzati (la classificazione in casi possibili, probabili, con- fermati deve seguire criteri rigidi), fondati sulla sorveglianza passiva (per poter consentire con- fronti spazio-temporali), finalizzati a “leggere” la realtà su basi statistiche e non sull’espe- rienza e osservazione del singolo medico; - le modalità: evitando cioè che la segnalazione
di malattia infettiva divenisse un’ulteriore incom- benza burocratica per i medici ospedalieri e quindi utilizzando metodi di comunicazione fles- sibili, rinviando la raccolta delle informazioni di natura prettamente epidemiologica all’ASL. Nell’ambito della sorveglianza epidemiologica si collocano poi alcune ricerche, perlopiù di carattere microbiologico, che pur non avendo alcun interesse per la terapia e la diagnosi, rivestono un interesse per com- prendere la circolazione di agenti e specie: è il caso della tipizzazione delle malattie invasive batteriche, delle salmonellosi minori, della malattia tubercolare.
Per tali motivi la nostra regione ha investito risor- se sia per individuare e finanziare alcuni laboratori di riferimento per la conduzione di tali indagini, sia per instaurare un rapporto con gli ospedali affinchè effet- tuassero con regolarità la raccolta e l’invio dei campio-
ni da analizzare (Tabella 1).
Oltre alla sorveglianza, presupposto per ogni ulte- riore azione, regione Lombardia ha investito in proto-
colli di controllo fondati sull’evidenza di efficacia,
individuando quali, tra le tradizionali misure utilizzate (isolamento, disinfezione, chemioprofilassi), avessero ancora significato al fine di limitare i casi secondari.
A una prima deliberazione del 2004, hanno fatto seguito successivi provvedimenti volti ad eliminare pra- tiche inutili ed inefficaci, che per contro richiedevano notevoli risorse ( es.: screening ad inizio anno scola- stico per la pediculosi, copro coltura estensiva in caso di salmonellosi…), investendo invece nella diffusione di strumenti per l’adozione delle precauzioni universa- li, veramente utili a limitare il contagio.
La collaborazione coi clinici per diffondere un ap- proccio razionale alle malattie infettive, che non generi cioè gli allarmismi cui assistiamo anche in questi gior- ni, è essenziale: è evidente che il bagaglio di cono- scenze sulle misure di controllo e profilassi risale agli studi universitari, mentre notevoli passi sono stati fatti nella conoscenza dei meccanismi di trasmissione; una collaborazione costante, lo scambio di conoscenze e protocolli operativi comuni possono risolvere situazioni critiche e soprattutto generare atteggiamenti coerenti e non contradditori nei confronti dei cittadini. In figura due immagini dell’opuscolo sulle misure di controllo diffuso in tutte le scuole lombarde e reperibile sul sito web della Direzione generale sanità (www.sanita.regione .lombardia.it).
Un ultimo ambito nel quale operare l’integrazione è infine quello delle vaccinazioni. Anche in questo caso è importante che i relativi ruoli, e conseguentemente l’approccio, siano chiari e rispettosi gli uni degli altri.
Sappiamo che le vaccinazioni hanno una duplice valenza, di protezione individuale e di tutela collettiva, unico esempio di come un trattamento medico apporti dei vantaggi anche a persone che non vi si sottopongono (grazie al meccanismo del- l’herd immunity, che tuttavia occorre solo al verificarsi di determinate condizioni, qua- li la disponibilità di vaccini non sierotipo dipendenti, l’elevata copertura vaccinale, l’incidenza rilevante della malattia).
È quindi necessario che all’offerta vaccinale sottenda un attento esame de- gli scopi e obiettivi che si vogliono rag- giungere, cosicchè la strategia, definita dall’asl, sia chiara; solo ove ne ricorrano le condizioni avrà significato un’offerta estensiva ed attiva, mentre negli altri casi l’attenzione si sposta sulla tutela indivi- duale e, quindi, all’individuazione di quel- le persone che, in quanto a maggior ri- schio di contagio e/o di complicanze, possono trarre un vantaggio dall’essere vaccinati.
Naturalmente i due piani – protezio- ne individuale e collettiva- non sono rigi- damente separati, presentando diverse sovrapposizioni (si pensi all’epatite virale
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B, obbligatoria per i nuovi nati in vista dell’eliminazione ma offerta attivamente anche agli adulti a rischio di contagio), ma quello che deve essere evitato è l’attri- buire finalità in un senso o nell’altro a vaccini che non l’hanno.
L’ambito dunque di maggior interesse nella colla- borazione tra ospedale e territorio è costituito dalle vaccinazioni nei soggetti a rischio in quanto portatori di altre patologie: una tematica ben presente ai servizi vaccinali, in quanto oggetto di frustrazioni per la diffi- coltà a raggiungere e poi vaccinare tali soggetti; spes- so a motivo di presunte controindicazioni o per ogget- tive difficoltà a temporizzare e coordinare i diversi in- terventi terapeutici. È dunque opportuno che, anche
DESTINATARIO
IRCCS POLICLINICO DI MILANO, MANGIA- GALLI E REGINA ELENA di Milano AO SACCO di Milano
AO NIGUARDA di Milano AO S.CARLO di Milano IRCCS S.MATTEO di Pavia
Laboratori Sanità Pubblica delle ASL
ATTIVITÀ
Tipizzazione meningiti batteriche (N.Meningitidis; S. Pneu- moniae) e invio a ISS ulteriori accertamenti
Sorveglianza pandemia influenzale; Accertamenti sierologi- ci nuove infezioni emergenti (west nile fever, m. di chikun- gunya ecc…)
Sorveglianza e controllo di patologie infettive, con particola- re riguardo alla malattia tubercolare e alle malattie sessual- mente trasmesse, in gruppi di popolazione fragile
Sorveglianza malattia tubercolare (raccolta ceppi; invio MDR a ISS; Tipizzazione Legionellosi
Tipizzazione dermatofitosi
Sorveglianza pandemia influenzale; accertamenti sierologi- ci nuove infezioni emergenti (west nile fever, m. di chikun- gunya ecc…)
Tipizzazione salmonellosi non tifoidee
con l’aiuto dei flussi informativi correnti sulle esenzioni per patologia o ricoveri, si avvii e consolidi una comuni- cazione con le unità ospedaliere specialistiche e i ser- vizi vaccinali, onde concordare tempi e modi per inclu- dere nei programmi delle ASL i candidati privilegiati a determinate vaccinazioni.
In conclusione l’integrazione ospedale territorio si rivela una necessità per il conseguimento di obiet- tivi comuni a tutte le componenti del servizio sanitario nazionale; come tale deve essere perseguita da tutti i professionisti coinvolti, che, mantenendo le proprie specificità, possono trarre un comune arricchimento professionale e il miglioramento di qualità tanto au- spicato.