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L‟accessibilità consiste nella logica evoluzione del pensiero funzionalista di Nielsen: se i siti sono usabili, devono anche poter “raggiungere” tecnicamente e praticamente tutti i cittadini. L‟accessibilità rappresenta il lato tecnologico dell‟usabilità, incentrando la propria azione su accorgimenti che consentono al prodotto/servizio la massima compatibilità tecnica. È dunque un criterio progettuale ed esecutivo, misurabile e quantificabile in base alle Guide Lines riconosciute a livello internazionale che coinvolge aspetti tecnici per rendere l‟informazione facilmente fruibile, indipendentemente dalla dotazione tecnologica dell‟utente finale.

Una definizione di accessibilità è la seguente:

«Web sites are accessible when individuals with disabilities can access and use them as people who don’t have disabilities »301.

Il concetto di accessibilità comprende diversi aspetti legati al prodotto/servizio: l‟ergonomia (possibilità di usare le tecnologie), il costo (possibilità di sostenere questi costi), la semplicità (possibilità di accedere alle tecnologie), il design universale (possibilità di utilizzo da parte di disabili, anziani e bambini). Se i prodotti/servizi sono troppo complessi da utilizzare, costosi o non possono essere utilizzate dalle fasce di utenti “deboli”302

, allora non è possibile definirli completamente accessibili.

4.1 Relazione tra usabilità e accessibilità

Le definizioni di usabilità e accessibilità viste racchiudono una serie di concetti essenziali per comprenderne le loro differenze:

 i problemi di usabilità si verificano se creano un disagio a tutti gli utenti, indipendentemente dalle dotazioni tecnologiche, e dalle loro condizioni fisiche;

 l‟accessibilità si concentra invece sull‟utenza composta da persone disabili che necessita di opportuni dispositivi non standard ad elevata compatibilità.

Anche se la progettazione rispetta appieno i criteri dell‟usabilità, se l‟utente non riesce ad usufruire del prodotto/servizio esso non è accessibile; se invece, è possibile accedervi, ma la sua progettazione non rispetta i criteri dell‟usabilità, esso non è funzionale: in entrambi i casi l‟utente abbandona l‟utilizzo e l‟investimento si rivela fallimentare.

301

Fonte: John Slatin, Sharron Rush: Maximum Accessibility (Addison Wesley, 2003).

302 Coloro che potrebbero trarre il maggior vantaggio dallo sviluppo delle nuove tecnologie ma che, per trascuratezza progettuale, si scontrano con nuove e subdole “barriere tecnologiche”.

In sintesi: l’usabilità punta a superare le barriere logico-funzionali e cognitive della fruizione dell’informazione; l’accessibilità ha come obiettivo prioritario il superamento delle barriere tecnologiche che ostacolano l’accesso all’informazione.

L‟usabilità è un criterio progettuale qualitativo, poiché:

 coinvolge l‟esperienza derivante dall‟utilizzo del prodotto/servizio,

 trova le proprie origini negli studi di psicologia cognitiva ed ergonomia,

 rende l‟informazione fruibile ed intuitiva,

 lavora a livello cognitivo e strategico,

 è visibile all‟utente finale.

L‟accessibilità è un criterio progettuale quantitativo, poiché:

 può essere valutato, misurato, verificato obiettivamente mediante parametri tecnici,

 è il risvolto tecnologico dell‟usabilità,

 porta l‟informazione a tutti gli utenti, indipendentemente dalla dotazione tecnologica, dalla piattaforma, dalla connettività e dalla modalità di interazione (abile/disabile)303.

Se l‟obiettivo della società dell’informazione è la lotta all’info-esclusione, usabilità ed accessibilità devono essere “alleate” e procedere di pari passo: un prodotto usabile ma non accessibile crea problemi ad una fascia di utenti “relativamente” ristretta (disabili, anziani) escludendola di fatto dalla possibilità di usufruirne; al contrario, se è accessibile è probabile che rispetti tutte le norme e che sia realizzato con buon senso, pertanto risulta anche usabile. Poiché “portare l‟informazione al cittadino” è l‟obiettivo risulta importante e fondamentale che la fase progettuale sia accurata304. Anche Nielsen sottolinea l‟importanza dell‟accessibilità ed il nuovo ruolo che questa disciplina sta acquistando nella società moderna:

« Oltre agli adempimenti di legge e al senso della decenza, ci sono anche crude ragioni di mercato per realizzare progetti che non discriminino gli utenti disabili ».

Questa conclusione è dovuta al fatto che i disabili rappresentano una fascia di utenti che, come si è visto, è in continuo aumento, considerando infatti che alcune disabilità sono causate da patologie legate all‟anzianità e che la popolazione mondiale sta lentamente invecchiando.

303

L‟utente normodotato non nota a prima vista se un prodotto/servizio è accessibile o meno, ma lo sperimenta in modo più rapido e “superficiale” rispetto all‟utente disabile.

4.2 I criteri per una progettazione accurata

Spesso non viene considerato che un prodotto/servizio per essere accessibile e alla portata di tutti deve essere facile, rapido, funzionale ed efficiente. I siti Web vengono realizzati secondo un‟ottica ludico-commerciale invece che informativa e di servizio: l‟errore fondamentale sta alla base, ed è un problema di natura culturale305.

Per “praticare” l‟accessibilità, ci si può basare sul principio di universalità e sul concetto di progettazione universale (design accessibile) che nascono in ambiti quali architettura e design dei prodotti: i progettisti che applicano tali principi creano edifici e prodotti che sono concepiti all’origine per essere usati da tutti gli individui, compresi quelli aventi disabilità. I criteri di un buon progettista, che deve tenere in considerazione l‟accessibilità, sono:

1. Modalità di fruizione. Non dare mai nulla per scontato, poiché non è possibile conoscere a

priori in quali condizioni si usufruirà del prodotto/servizio e sapere quali siano le capacità e i limiti degli utenti finali.

2. Dispositivi di accesso (PC, palmari, cellulari, Internet-TV, …). Alcuni tra i dispositivi di accesso

alla Rete presentano diverse problematiche dovute al fatto che hanno monitor di ridotte dimensioni, fattore che limita e crea problemi. Quando l‟utente naviga con dispositivi alternativi al PC (Internet seduti)306, sta cercando quasi sicuramente contenuto informativo, rimandando lo svago ad un momento e ad una postazione più comoda. In tal caso, il progettista non può permettersi di trascurare l‟accessibilità come criterio progettuale di base: infatti essa consente di ampliare il target di riferimento, raggiungendo chiunque sia connesso alla Rete; inoltre il sito dovrà consentire un‟ampia compatibilità con tutti i vari dispositivi di accesso e offrire una facile fruizione anche ai disabili.

3. natura globale di Internet. Ogni pagina Web può essere consultata in ogni parte del mondo e

questo fa si che alcune persone si trovino svantaggiate rispetto ad altre nella lettura di testi scritti in lingue diverse di cui non sempre se ne possiede una padronanza perfetta.

4. vecchie versioni dei prodotti. Si deve riservare attenzione agli utenti che, per necessità o per

vezzo, utilizzano una vecchia interfaccia grafica per navigare sul Web. Esiste infatti una certa forma di “resistenza” nell‟uso delle nuove tecnologie causata sia dagli elevati costi che dalla dimestichezza che gli utenti hanno sviluppato utilizzando una determinata versione di un prodotto; pertanto il passaggio a tecnologie più sofisticate e potenti non è sempre immediato.

5. Pregiudizio. L‟azienda deve prestare attenzione nella fase di progettazione e realizzazione della

versione accessibile del sito: infatti i disabili non sempre accettano di buon grado tali versioni “alternative” dato che essi cercano, giustamente, la completa integrazione con i cosiddetti “abili”, ma percepiscono il sito accessibile come una versione “brutta” e “separata” dal sito ufficiale che in pratica li isola, li stigmatizza e li discrimina.

Ma la correlazione tra bruttezza e accessibilità è un “mito da sfatare”307.

305

È come se un architetto progettasse un ospedale con i vezzi riservati alle ville lussuose: se così avvenisse, la struttura non adempirà alle funzioni per cui era destinata, creando difficoltà nella sua gestione e fruizione. 306 Vedere il paragrafo “Le tecnologie assistive e l‟innovazione nei mercati Hi-Tech”.

307

La progettazione web coinvolge accessibilità, architettura dell‟informazione e usabilità in tutte le loro declinazioni, dunque se si progetta in maniera professionale non si può prescindere dalla gradevolezza estetica, che è parte integrante dell‟usabilità.

I criteri appena visti, con le dovute approssimazioni, sono validi anche per la realizzazione di prodotti/servizi del settore Hi-Tech e della domotica: ad esempio, gli elevati costi in domotica generano “resistenza”, così come la dimestichezza sviluppata utilizzando versioni precedenti di un prodotto complica il passaggio ai nuovi prodotti (se si escludono gli early adopters). Risulta evidente come una maggiore accuratezza progettuale può portare ad una maggiore diffusione della tecnologia, ad un miglioramento della qualità della vita degli utenti, ad un aumento dei servizi e delle opportunità di integrazione.

4.3 La cultura dell’accessibilità

Ben nota è l‟importanza strategica che l‟informazione ha assunto nella società attuale e del ruolo che è destinata ad assumere in futuro, trasformandola nella società dell’informazione. In tal senso la Rete riveste un ruolo fondamentale nella conservazione e nella diffusione delle informazioni. Una società che intraprende la strada della sharing information308 ha davanti a sé un bivio: modificare i sistemi tecnologici e/o modificare la “cultura”. Con l‟ordinamento normativo si è agito sull‟aspetto tecnologico, ma la sfida odierna riguarda l‟intervento sulla cultura dell’accessibilità, rendendo l‟accesso e la fruibilità alle informazioni un fattore strategico per l’inclusione e per la competitività del sistema economico e della società civile. È necessario quindi superare le prescrizioni relative alle disposizioni tecniche che la legge detta, che restano di certo la base indispensabile alla quale fare riferimento, per arrivare al concetto di fruibilità delle informazioni da un punto di vista culturale.

Per diffondere la cultura dell‟abbattimento delle “barriere”, poiché le occasioni perse sono state tante e l‟approccio normativo non ha funzionato bene ed è improbabile che funzioni in futuro, l‟unica strada percorribile sembra dunque essere quella della formazione di qualità.

4.4 Accessibilità in Italia

Nel nostro Paese, l‟accessibilità è considerata più un ostacolo o una punizione ingiusta per i “creativi” che, non percependo le potenzialità offerte, l‟accusano di “limitare” il loro lavoro. La R&S non è molto avanzata, poiché ancora si fatica a comprenderne appieno l‟importanza sociale ed economica. La discussione è incentrata sulla comprensione dei bisogni dei disabili, senza capire le profonde conseguenze che la sua applicazione è in grado di generare in tutti i settori dell‟ICT e possa avere effetti positivi su tutta la popolazione e sulla qualità della vita.

La posizione italiana ancora penalizza e discrimina l‟accessibilità come un fattore di nicchia e considera le persone disabili come un esiguo ed improduttivo gruppo sociale: l‟ingenuità di tale approccio è disarmante, infatti, non prevedere l‟accessibilità del proprio sito equivale a chiudere le porte del proprio negozio a una parte dei clienti. In Italia ci sono circa tre milioni di persone di disabili più parenti e amici fortemente sensibili al problema, per non parlare degli anziani e delle disabilità temporanee, mai considerati nelle statistiche309.

In conclusione, la situazione dell‟accessibilità In Italia è ad un punto morto: al fallimento hanno contribuito la tendenza a trasformare il tutto in uno strumento per interessi corporativi o personali; l‟evolversi della problematica è tutt‟altro che roseo, infatti la Legge 4/04 (Legge Stanca) non è sanzionatoria e ciò la rende facilmente eludibile. Dunque la strada politica ha fallito. Saranno formazione e cultura le chiavi di volta per reinterpretare l‟accessibilità e per garantirne il suo sviluppo310.