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L‟accessibilità e la vita quotidiana

a società sta cambiando. Dal vecchio sistema di assistenza in cui anziani e disabili venivano curati nell‟ambito familiare o nella comunità, si passa ad una situazione in rapida evoluzione, in cui sempre più persone vivono in società più ampie, lo spostamento è più facile, ma le famiglie sono divise, i servizi di assistenza sono a pagamento e i disabili e gli anziani sono più isolati ed emarginati che mai: se non è possibile recarsi allo sportello bancario, all‟ufficio postale o nei negozi di quartiere perché chiusi o spostati in aree più redditizie, come i centri commerciali e quando è necessario possedere un‟automobile, un computer o un cellulare per gestire le esigenze quotidiane, automaticamente un‟ampia fetta della società viene esclusa dalla vita sociale. Il concetto di accessibilità rappresenta una nuova prospettiva da cui osservare i diversi aspetti della vita quotidiana, le relative problematiche e le modalità per superarle. Il computer e le nuove tecnologie, ad esempio, funzionando da estensioni delle capacità e del potenziale umano, permettono di raggiungere l‟informazione o il servizio senza che venga coinvolta la fisicità e la mobilità.

« Ogni invenzione o tecnologia è un’estensione o una auto-amputazione del nostro corpo, che impone nuovi rapporti o nuovi equilibri tra gli altri organi e le altre estensioni del corpo stesso »272.

Questo significa che mentre gli utenti normodotati possono “perdere” alcune delle loro capacità perché sostituite dagli automatismi della tecnologia, i disabili possono “acquisire e sviluppare” capacità che altrimenti sarebbero loro limitate e poco sviluppabili.

Internet è un nuovo modo di vivere e l‟accessibilità diventa la chiave per accedervi.

L‟informatica, attraverso la connessione alla Rete, consente di mettere a disposizione di tutti i sevizi più diversi: ad esempio, oggi, gli utenti della Rete possono comodamente evitare le lunghe code alla posta o in banca compiendo le operazioni necessarie da casa, senza vincoli di orari e senza stress da traffico e parcheggio; oppure possono decidere di fare la spesa online senza recarsi al supermercato, possono riempire il carrello virtuale ed attendere che i prodotti acquistati arrivino comodamente a casa. Questi servizi, oltre a costituire una comodità pratica per molte persone che lavorano, si rivelano una vera “rivoluzione” per il raggiungimento dell‟indipendenza delle persone disabili e degli anziani.

Questo scenario che sembrava quasi futuristico oggi è realizzabile a patto che, chi progetta e realizza i prodotti e i servizi, ne comprenda la loro importanza, tenendo in considerazione il concetto di accessibilità che illustreremo in questo capitolo.

272 Cit. Marshall McLuhan: Understanding Media (McGraw Hill, New York 1964).

Non conviene escludere i disabili da alcuna delle nuove tecnologie poiché essi sono cittadini ed utenti dell‟ICT come chiunque altro e devono avere gli stessi diritti di tutti: questo richiede una legislazione, delle regole e degli standard al fine di garantire a tutti il massimo livello di partecipazione alla società dell’informazione273; inoltre è necessario fornire servizi sviluppati appositamente per i disabili, anche se ciò comporta dei costi elevati274.

1.1 Il mondo virtuale di Internet

Il fenomeno della Rete non consiste in una semplice innovazione, ma di una vera e propria rivoluzione: oltre a mettere in contatto ogni parte del mondo in maniera rapida ed economica per consentire il libero accesso di tutte le persone all‟informazione, essa racchiude in sé i germi di una rivoluzione, non culturale bensì materiale: materiale “attraverso” il virtuale. Il virtuale, infatti, con la sua caratteristica di connettere tutti con tutti abbatte la dimensione dello spazio e stravolge il principio del trasferimento: in passato, i mezzi di trasporto avevano reso il trasferimento sempre più celere. Internet lo ha reso superfluo: l‟informazione viene scambiata virtualmente, ma a transazione ultimata c‟è un passaggio di materiale: documenti, immagini, elementi multimediali, …. Eravamo agli albori dell‟e-commerce.

Internet stravolge anche il concetto di tempo, per l‟esattezza di tempo d’attesa: in passato si poteva affermare che « la cosa più vecchia è il giornale di ieri »275; oggi è sufficiente pensare alla velocità delle notizie che si ottengono in tempo reale, alla obsolescenza dei pony-express che sono lenti, stracciati dalla velocità di una email. Da questo insieme di stravolgimenti c‟è una categoria di persone che potrebbe trarne un considerevole vantaggio: una categoria la cui superfluità di movimento e trasferimento non può che giovare loro; una categoria che, abituata suo malgrado alle lungaggini delle attese, non attendeva altro che di sveltire i tempi; una categoria per cui quel principio portante della Rete, cioè l‟accessibilità al mondo dell‟informazione, pareva tagliato addosso: i disabili. Oggi l‟assunto sull‟universalità della Rete ha perso un bel po‟ del suo significato: così, si partecipa marginalmente al processo informativo e la rivoluzione resta incompiuta proprio per i disabili che, di fatto, costituiscono una fetta non trascurabile degli utenti, e quindi un potenziale mercato, della nostra società. Bisogna dunque ripristinare il concetto di universalità alla base del sistema Internet276.

273 Vedere il paragrafo “La società dell‟informazione”. 274 Vedere il paragrafo “Costi e benefici”.

275

Cit. Indro Montanelli (1909 – 2001), giornalista, scrittore e storico italiano.

276 Cit. Antonio Giuseppe Malafarina, pensatore libero. Disabile dal 1988, ha 40 anni e scrive in Internet su problematiche relative alla disabilità. Si occupa di accessibilità ed è promotore del progetto Web Accessibility.

1.2 Il mondo reale dei disabili

La rete presenta “barriere tecnologiche” di navigazione per le persone con disabilità del tutto simili a quelle che essi incontrano per strada. Dei piccoli progressi per migliorare la loro vita sono dovuti grazie alle associazioni che tutelano i diritti di queste categorie di cittadini che, al fine di facilitarne la vita con l‟obiettivo di raggiungere un più elevato grado di indipendenza, hanno dialogato con le istituzioni e le aziende per ottenere adeguati prodotti/servizi277.

L‟ONU ha stimato che circa il 30% dei disabili vive nei paesi industrializzati, mentre la restante maggioranza vive nei paesi al di sotto del livello di povertà.

LA POPOLAZIONE DEI DISABILI

Mondo 650 milioni 10% della popolazione

Europa278 65 milioni 13% della popolazione Italia 3 milioni 5% della popolazione

FONTI: WHO279, Eurostat, Istat (2009)

In questo quadro, va detto anche che la popolazione mondiale sta aumentando rapidamente: dal 2000 al 2035, essa crescerà del 40%; però la crescita è disuguale: nei paesi sviluppati, non ci sarà un aumento sensibile, mentre negli altri paesi si prevede che l‟aumento sarà del 50%; inoltre, nei paesi industrializzati, aumenta il livello di anzianità280 e la crescita delle disabilità è più evidente in questi gruppi: tutto questo comporterà un aumento globale del numero di persone disabili nel mondo. In particolare per l‟Italia il CNEL281 ha stimato che il 9% della popolazione con più di 6 anni (circa 4,5 milioni) pur non essendo disabili veri e propri, ha difficoltà nello svolgere almeno un‟attività. È stato stimato, per le persone disabili, che:

 il 60% ha un‟età compresa fra i 7 ed i 74 anni e il 60% sono donne;

 il 17% ha più di 60 anni e il 38% ha più di 75 anni;

 il 61% è colpito da tre o più patologie croniche;

 il 56% è colpito da almeno una patologia cronica;

 i disabili in età lavorativa (15-64 anni) sono 500.000 e di questi il 17% risulta occupato;

 il 4% dei nuovi nati ha malformazioni o malattie congenite invalidanti che portano ad una lenta, ma costante, ascesa della percentuale globale dei disabili.

277

Il concetto di indipendenza va esteso anche a coloro che risultano temporaneamente impossibilitati ad eseguire attività basilari: persone che hanno subito interventi chirurgici, che hanno situazioni familiari particolari, che vivono in luoghi isolati, che hanno difficoltà a spostarsi, che hanno troppi impegni, ….

278 UE a 27 membri. 279

World Health Organization.

280 Il 30% della popolazione europea è costituita da anziani, percentuale che aumenterà fino al 40% nel 2040. 281 Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.

1.3 Disabilità: definizione e tipologie

Per definire con chiarezza che cosa si intenda con il termine disabile è necessario definire i diversi fattori che interagiscono nel processo che porta alla disabilità stessa:

« Il disabile è colui che è portatore di una qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere una qualsiasi attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali per un essere umano »282.

Menomazione: è la perdita o l’anormalità a carico di una struttura o di una funzione

psicologica, fisiologica o anatomica.

Disabilità: è una qualsiasi restrizione o mancanza di abilità; deriva dalla menomazione.

Handicap: è la condizione di svantaggio conseguente a una menomazione o a una disabilità, che

limita o impedisce l’adempimento del ruolo normale per un soggetto in relazione all’età, al sesso e ai fattori socio-culturali.

La tabella seguente, dimostra come ad ogni menomazione possano corrispondere molteplici disabilità che, a loro volta, generano numerosi handicap283.

Menomazioni Disabilità Handicap

Psicologiche/Capacità intellettiva Comportamento Orientamento Cura della propria persona Integrazione sociale

Occupazionali

Linguaggio e parola Comunicazione Autosufficienza economica Particolari attività

Auricolari Comunicazione Indipendenza fisica

Comportamento Integrazione sociale

Locomotorie Mobilità

Particolari attività Occupazionali

Autosufficienza economica

Oculari Comportamento Integrazione sociale

Locomotorie Mobilità

Particolari attività Occupazionali

Autosufficienza economica

Viscerali Locomotorie Occupazionali

Comportamento Autosufficienza economica Particolari attività

Scheletriche Assetto corporeo Mobilità

Integrazione sociale

Destrezza Occupazionali

Locomotorie Autosufficienza economica Particolari attività

Deturpanti Circostanziali Integrazione sociale

Particolari attività Occupazionali

Autosufficienza economica Sensoriali/generalizzate Particolari attività Mobilità

Altre restrizioni Occupazionali

Autosufficienza economica

282 Fonte: OSM (WHO), definizione ufficiale.

Generalmente le disabilità vengono raggruppate in tre tipologie:

1. Disabilità sensoriali

I sensi più coinvolti sono: vista (cecità, ipovisione, daltonismo) e udito (sordità). I non vedenti sono una delle categorie più conosciute e studiate in ambito di accessibilità. Il numero di coloro che utilizzano Internet è stimato tra le 50.000 e le 100.000 persone. Essi non possono utilizzare alcun output visivo, pertanto utilizzano dispositivi basati su un‟uscita tattile o audio.

2. Disabilità motorie

Le parti maggiormente coinvolte sono: problemi nel controllo e nella coordinazione, difficoltà nell‟utilizzo dei movimenti residui, paralisi (parziale o completa) o assenza di uno o più arti. I problemi di accessibilità riguardano l‟interazione con i dispositivi di input e di output, piuttosto che la loro fruizione.

3. Disabilità cognitive

È la categoria meno conosciuta, che raggruppa persone affette da un ampio numero di gravi patologie: disturbi del linguaggio (dislessia), dell‟apprendimento, neurologici (memoria a breve termine, l‟epilessia foto-sensitiva), …. Questi utenti necessitano di software particolari (che semplificano apprendimento e comprensione) che consentano loro un‟efficace interazione con il PC e con gli impianti domotici.

I DISABILI IN ITALIA (per tipologia)

Disabili sensoriali 1.150.000 900.000 con problemi di udito

di cui 100.000 sordomuti 350.000 non vedenti Disabili motori 1.100.000 Disabili cognitivi 750.000 Totale disabili 3.000.000 FONTE: Istat (2009)

In base ai dati visti è possibile effettuare un rapido calcolo da cui risulta che circa 1,5 milioni di persone disabili sono in un‟età e in una situazione che consentirebbe loro l‟utilizzo di un PC e dell‟ICT. Come visto nel primo capitolo, circa il 60% delle famiglie italiane ha un PC in casa ed il 40% dispone di accesso a Internet: ciò consente una stima che va dai 500.000 ad 1.000.000 di utenti disabili che navigano abitualmente in Rete; stime in prevedibile ascesa grazie anche alla sempre maggiore diffusione delle nuove tecnologie assistive284. Infine, va ricordato che anche l‟invecchiamento della popolazione costituisce un fattore limitante per l‟interazione con le nuove tecnologie.