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L’approccio storico-culturale in psicologia dell’educazione e dello sviluppo

Proponenti : G. Marsico,

,

Università degli Studi di Salerno; M.B. Ligorio, Università degli Studi di Bari

Discussant: A. Smorti, Università di Firenze

Descrizione del simposio:

L’approccio storico-culturale in psicologia data ormai qualche decennio. A partire da Vygotkij, l’intento è di analizzare il rapporto reciproco tra cultura, processi storici e processi psichici. In tal senso, questo approccio si pone come una scienza interdisciplinare ma unitaria, in grado di integrare e far convergere i diversi punti di vista delle varie discipline che studiano l’uomo in un paradigma ampio entro cui elaborare una comprensione più profonda della psiche umana e della sua relazione con la cultura. La psicologia di matrice storico-culturale non è, dunque, l’ennesimo modello parziale di spiegazione di uno specifico aspetto del comportamento umano, ma è piuttosto un nuovo sistema concettuale, entro cui la psicologia è ripensata come lo studio dei processi che ci rendono essere umani. Obiettivi, concettualizzazioni, metodologie e modalità interpretative sono, dunque, ripensate alla luce delle interrelazioni dinamiche tra contesto e partecipanti. Recentemente, molta parte della psicologia internazionale ha messo a punto nuovi costrutti, come per esempio il dialogismo e i sistemi di attività, che hanno consentito di ri-leggere alcuni aspetti interessanti per la psicologia in generale e per la psicologia dello sviluppo e dell’educazione in particolare, come l’analisi del discorso, l’integrazione multicuturale, i processi di apprendimento e le modalità di valutazione. Hanno sostanzialmente contribuito a questa impresa vari autori tra cui Bruner, Cole, Engeström,Valsiner e in Italia, tra gli altri, Anolli, Mantovani e Smorti. Benché i contributi di questi autori siano da tempo noti nel panorama scientifico italiano, anche grazie alle collaborazioni che alcuni di essi hanno tenuto con università italiane già a partire dagli anni Ottanta, è mancato, fino ad oggi, un’organica presentazione dei concetti fondamentali di questo approccio teorico e dei suoi correlati metodologici ed empirici. Questo simposio vuole proporre alcune riflessioni annoverabili nell’alveo dell’approccio storico-culturale che stanno caratterizzando lo scenario italiano, provando anche a delineare future linee di ricerca. In particolare il contributo di Marsico offre una riflessione epistemologica della psicologia dello sviluppo e dell’educazione in chiave culturalista tracciando le ricadute teorico-metodologiche che derivano dall’assunzione della dimensione culturale dei processi evolutivi. I contributi di Cacciamani ed Ajello mostrano empiricamente, invece, quali sono le dimensioni culturali da investigare quando si adotta un approccio storico-culturale. In particolare, Cacciamani punta l’accento sui processi di negoziazione dei significati tra studenti di corsi universitari blended mentre Ajello offre una descrizione in chiave culturalista del complesso processo di valutazione a scuola. I tre contributi forniscono un coerente quadro teorico- metodologico per comprendere lo stato dell’arte della prospettiva culturalista in psicologia dello sviluppo e dell’educazione.

146 SIMPOSIO 5.1 - Prima comunicazione:

PSICOLOGIA CULTURALE: SCIENZA DELLO SVILUPPO UMANO Giuseppina Marsico

Università di Salerno, Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione

Introduzione: La natura indeterminata dello sviluppo umano pone problemi di carattere epistemologico a chi intende indagarla. Nel corso della sua storia, la psicologia ha mostrato la difficoltà a fare i conti con la complessità dei fenomeni psicologici. Lo studio delle funzioni superiori sono state progressivamente sostituite dall’analisi di meccanismi elementari. Come conseguenza la Psiche umana è stata ridotta ai suoi epifenomeni, l’elaborazione di una teoria generale del funzionamento psicologico sostituita con una pletora di sottoprodotti della ricerca e l’attenzione ai processi con l’enfasi sui prodotti. In tutto questo il ruolo epistemico della cultura nell’organizzazione del funzionamento psicologico è andato perduto. Questo contributo intende offrire le direttrici teoretiche e metodologiche della Psicologia Culturale: un programma intellettuale presente nel panorama dell’indagine psicologica già dagli anni Novanta, ponendo particolare enfasi sui processi educativi e dello sviluppo umano.

Metodo: Ogni sforzo di spiegare la complessa relazione tra cultura e psicologia richiede un’integrazione tra le scienze sociali nonché un approccio storico ai processi umani. Per tale ragione il presente contributo ha preso in esame, non solo gli apporti delle teorie psicologiche di Vygostky, Bruner, Lewin e Stern, ma anche quelli del sociologo Simmel o del semiologo Peirce.

Risultati: La reintroduzione della cultura in psicologia e il riconoscimento del suo ruolo centrale nel funzionamento psicologico, ha condotto alla rivisitazione di una serie di assunti classici che riguardano la costruzione dei canoni scientifici. La revisione critica di quale sia l’unità di analisi in psicologia dello sviluppo e dell’educazione, di cosa si debba intendere per “dato” o per "controllo dello sperimentatore", ed ancora, il ruolo del senso comune nella teorizzazione psicologica, sono i risultati di una rinnova visione del modo di produrre conoscenza in psicologia ed in particolare in psicologia dello sviluppo secondo una prospettiva culturalista. La teoria psicologica è stata, sinora, edificata prevalentemente sull’ontologia statica dell’essere, piuttosto che su un’epistemologia del divenire (Valsiner, 2008). Questo contributo mostra come la dimensione del tempo irreversibile sia condizione imprescindibile nello studio dello sviluppo umano.

Conclusioni:Il presente contributo disvela la natura intrinsecamente evolutiva della psicologia culturale. Lo sviluppo, inteso come fenomeno sistemico-aperto, implica processi feed-forward che guidano l’organismo ad affrontare l’incertezza degli stati futuri e delle sue relazioni con l’ambiente. Ciò ha delle implicazioni teoriche e metodologiche enormi per la psicologia che ha bisogno di cogliere sia gli aspetti certi che quelli incerti del sistema in sviluppo. Il focus della ricerca in psicologia culturale diventa, dunque, l’analisi delle circostanze in cui i nuovi processi e le nuove forme di organizzazione psicologica emergono.

147 SIMPOSIO 5.1 - Seconda comunicazione:

PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEGLI STUDENTI IN CORSI UNIVERSITARI

BLENDED ATTRAVERSO IL FEEDBACK TRA PARI ONLINE

Stefano Cacciamani

Università della Valle d’Aosta, Dipartimento di Scienze Umane e Sociali,

Introduzione: Nel definire l’approccio educativo della psicologia culturale Bruner (1997) ha sottolineato la necessità di creare contesti di comunità in cui si realizzi un’interazione tra i membri. Sembra andare in tale direzione l'integrazione nell’insegnamento universitario del feedback tra pari tra studenti (Nicol, 2010). Il presente studio si è proposto di mettere a punto un metodo di insegnamento basato sul feedback tra pari- il Progressive Design Method (PDM)- ispirato al modello Knowledge Building (Scardamalia & Bereiter, 2010), in corsi universitari blended. In particolare l’obiettivo è stato di verificare se l’introduzione del feedback tra pari potesse favorire più di altre attività online una maggiore partecipazione in termini di note scritte e lette ed una maggiore interdipendenza tra note scritte e lette. Metodo: Partecipanti

Hanno partecipato alla ricerca 29 studenti (di cui 24 femmine, Età: M=22.45, Ds=4.25) iscritti all’EPG di Psicologia dell’Apprendimento e tecnologie digitali del corso di laurea in Scienze e tecniche psicologiche dell’Università della Valle d’Aosta.

Procedura

L’attività si è svolta in forma blended con il supporto dell’ambiente online Knowledge Forum (KF). Erano previste tre fasi di interazione online: 1. presentazione reciproca; 2. analisi e discussione critica del modello Knowledge Building; 3. messa a punto in team di un progetto di utilizzo di tecnologie digitali in un contesto di apprendimento, con feed back tra pari online.

Misure e analisi dei dati

La partecipazione degli studenti in KF è stata analizzata confrontando il numero delle note scritte e lette tra i tre momenti di interazione online mediante il test di Friedman. L’interdipendenza tra note scritte e lette è stata esaminata mediante correlazione con il coefficiente Rho di Spearman.

Risultati: I risultati hanno evidenziato che nella Fase 3 il numero di note lette (M=43.66, Ds= 34.78) e scritte (M= 5.24, Ds=3.69) è risultato superiore rispetto alla Fase 1 (note lette: M= 21.93, Ds= 20.3; note scritte: M=2.79; Ds= 2.37) e alla Fase 2 ( note lette: M= 8.72, Ds= 8.74; note scritte: M= 2; Ds= 2.07) in maniera statisticamente significativa (note lette: Chi(2)= 17.84, p<.001; note scritte: Chi(2)=10.23, p<.01). La Fase 3 ha anche registrato una più alta correlazione (Rho=.85, p<.001) tra note scritte e lette, rispetto alla Fase 1 (Rho=.56, p<.01) e alla Fase 2 (Rho= .73, p<.001).

Conclusioni:L’attività di feedback tra pari online sembra favorire una partecipazione più elevata ed una maggiore interdipendenza tra lettura e scrittura, probabilmente perché il feedback sul proprio prodotto attiva, più delle altre attività previste, una maggiore interazione tra i partecipanti. Ulteriori sviluppi della ricerca nella prospettiva della psicologia culturale possono riguardare l’analisi a livello qualitativo del tipo di feedback offerto reciprocamente e degli scambi conseguenti, per comprendere come avvengono i processi di negoziazione dei significati in essi contenuti.

148 SIMPOSIO 5.1 - Terza comunicazione:

VALUTAZIONE “PLURALISTA”: LA PROSPETTIVA SOCIO-CULTURALE Anna Maria Ajello

Università di Roma La Sapienza, Facoltà di Medicina e Psicologia, e INVALSI

Introduzione: Il dibattito sulla valutazione a scuola si è prevalentemente concentrato sulle prove di profitto con accentuazione degli aspetti collegati alla misura.

Più di recente, l’avvio del Sistema Nazionale di Valutazione delle scuole e della valutazione dei dirigenti scolastici, ha orientato l’attenzione verso una concezione pluralista (Stame, 2016) della valutazione stessa.

Metodo: Per quanto riguarda le prove INVALSI infatti, si mantiene un dominante carattere di controllo, connesso alla verifica dell’acquisizione di competenze di base, (comprensione della lettura, quesiti di matematica, e da quest’anno l’inglese.

Per le scuole invece, il Rapporto di Autovalutazione e il protocollo per le visite esterne, propongono la riflessione sulla base di criteri e da dati già presenti nel format stesso relativi a ciascuna scuola; riferendosi alla valutazione come modalità riflessiva e negoziale.

Con l’avvio della valutazione dei dirigenti scolastici, si è delineato un processo di miglioramento della competenza professionale del singolo e complessivo del sistema

Risultati: Per le prove, si riferiscono gli esiti di quelle CBT (computer based assessment) e della prova di inglese: sono la novità più rilevante con riduzione del cheating, per la correzione automatica.

Per l’autovalutazione delle scuole, vengono discussi gli esiti relativi agli anni scorsi. Si tratta di più di 8000 scuole di cui sono stati analizzati i Rapporti. I team che hanno fatto la valutazione sono composti da più di 1000 membri distribuiti regionalmente. Sono messe in luce le diverse micro-culture della valutazione che le scuole usano per i loro processi didattici e organizzativi, mostrando una varietà di procedure e soluzioni più autenticamente connesse alla loro vita quotidiana.

Ciò indica i modi con cui si realizza la cultura della valutazione nel nostro Paese. Per le visite esterne si riferiscono i dati della valutazione espressa dai valutatori esterni nell’uso delle rubriche e in relazione agli obiettivi indicati dalle scuole.

Per la valutazione infine dei dirigenti scolastici, si discute la modalità di formazione alla valutazione dei team di esperti (circa 1000) delegati a questa funzione e il monitoraggio in corso dell’insieme di queste attività.

Conclusioni:Le considerazioni relative alle fasi dei diversi processi in corso, mettono in evidenza vantaggi e costi di un’operazione che ha le caratteristiche di un processo culturale complesso. L’evidenziazione dei diversi aspetti della cultura della valutazione indica la pervasività di questo processo e le sue diverse articolazioni nelle micro-culture locali del nostro Paese in fase di sua costruzione.

Dal punto di vista della teoria socio-culturale infine, sono messe in luce le implicazioni, sinora scarsamente rilevate, di una concezione che restituisca al soggetto valutato la dimensione di simmetria necessaria perché la valutazione sia uno strumento promozionale mostrando, nello stesso tempo, una varietà di procedure e soluzioni più autenticamente connesse alla vita quotidiana delle scuole.

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