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Training cognitivi nello sviluppo tipico e atipico

Proponente: A.M. Re, Università degli studi di Torino

Discussant: D. Lucangeli, Università degli studi di Padova

Descrizione del simposio.

L’analisi dei programmi di potenziamento in età scolare e prescolare evidenzia importanti questioni di natura sia teorica che metodologica. Nel panorama nazionale sono presenti numerosi programmi per il potenziamento sia delle funzioni cognitive (e.g. memoria di lavoro, sia verbale che visuo-spaziale, pianificazione, controllo inibitorio e attenzione) sia sugli apprendimenti in età scolare. Meno numerosi invece sono i programmi presenti per i bambini della scuola dell’infanzia, sebbene sia ampiamento riconosciuto il valore predittivo delle abilità cognitive prescolari sui successivi apprendimenti scolastici (e.g. Diamond & Lee, 2011). In letteratura ci sono risultati non omogenei circa l’efficacia dei programmi di potenziamento cognitivo svolti all’interno del contesto scolastico.

Un altro importante tema che sta emergendo negli ultimi anni è l’uso delle nuove tecnologie, come l’utilizzo del computer e delle applicazioni sui dispositivi mobili, per il potenziamento delle abilità cognitive e/o di apprendimento. Dalla letteratura ci sono risultati incoraggianti, poichè l’uso della tecnologia crea un ambiente accessibile e interattivo che consente di personalizzare più facilmente il percorso di intervento nei casi di difficoltà. Tuttavia è necessario ancora approfondire questi temi di ricerca per chiarire fino a che punto siano utili gli strumenti tecnologici e che implicazioni possano avere sulle pratiche educative (Drigas, Pappas, Lytras, 2016).

Alla luce di queste premesse, il simposio si pone l’obiettivo di avviare una discussione su questioni teoriche e metodologiche riguardanti i programmi cognitivi (sia carta e matita sia digitali) volti a potenziare differenti abilità cognitive, quali working memory verbale e visuo-spaziale, controllo inibitorio, abilità scolastiche di lettura e calcolo in bambini di scuola dell’infanzia e primaria.

Parole chiave:

65 SIMPOSIO 2.6 - Prima comunicazione:

GLI EFFETTI DI UN INTERVENTO PER LE FUNZIONI ESECUTIVE IN BAMBINI DI 5 ANNI: EFFICACIA ED EFFETTI DI TRANSFER INTER-DOMINIO

Paola Viterbori, Laura Traverso, M. Carmen Usai

Università di Genova Polo M.T. Bozzo, Dipartimento di Scienze della formazione

Introduzione Questo studio è volto ad accertare l'efficacia e gli effetti di transfer al dominio dei prerequisiti dell’apprendimento scolastico di un intervento per promuovere le funzioni esecutive (FE) proposto dalle insegnanti a bambini della scuola d’infanzia. Negli ultimi anni, sono stati riportati risultati promettenti sulla possibilità di promuovere le FE (Diamond & Lee, 2011; Traverso et al., 2015), tuttavia, recenti rassegne hanno evidenziato limiti a tale possibilità (per es., Diamond & Ling, 2016), sollevando alcuni dubbi sull'efficacia degli interventi per le FE nel favorire gli apprendimenti scolastici (Jacob & Parkinson, 2015).

Metodo Il campione finale includeva 94 bambini di cui 43 nel gruppo di controllo (Mage = 65.60; S.D. = 4.24; 47% femmine) e 51 nel gruppo sperimentale (Mage = 65; S.D. = 4,36; 41% femmine). Il gruppo di controllo svolgeva le normali attività scolastiche.

Training Le avventure di Chicco e Nanà è un training ludico-didattico in 12 sessioni di circa 30 minuti, proposte in piccolo gruppo tre volte a settimana per circa un mese. Le attività consistono in giochi di gruppo che richiedono un progressivo utilizzo di capacità inibitorie e di memoria di lavoro.

Procedura e materiali Tutti i bambini sono stati valutati prima e alla fine dell’intervento con una batteria per la valutazione delle FE e dei prerequisiti scolastici che comprendeva Traccia un cerchio e Confronta le figure (Usai et al., 2017) per l’inibizione della risposta; Il gioco del pesciolino e il gioco del fiore e della stella (Usai et al., 2017) per la soppressione dell’interferenza; Span indietro di parole (Ciccarelli, 1998) e Tieni a mente (Usai et al., 2017) per la memoria di lavoro; confronto di cifre e corrispondenza numero-quantità della batteria BIN (Molin et al., 2007); Rapid Automatic Naming (RAN), identificazione di rime e fusione di sillabe della batteria PAC-SI (Scalisi et al., 2003), compito sperimentale di scrittura spontanea.

Risultati Il confronto tra il gruppo sperimentale e il gruppo di controllo con un’analisi della covarianza (punteggi al pre-test come covariate) ha rivelato un effetto significativo del gruppo sulle prestazioni post-test nei compiti Il gioco dei pesciolini [F (1,82) = 4,390; p = .039, d = .49] e Il gioco del fiore e della stella [F (1,89) = 13.814; p = .000, d = .52]. Inoltre, i bambini che hanno partecipato all'intervento mostrano punteggi migliori nel Rapid Automatic Naming [F (1,83) = 4.414; p = .039, d = .50] e nella scrittura spontanea [F (1,80) = 5.145; p = .026, d = .54]. Un’analisi della mediazione ha evidenziato come i benefici nella prova di scrittura spontanea fossero dovuti al miglioramento delle FE ottenuto grazie all’intervento.

Conclusioni L’intervento produce benefici a favore delle FE che si associa a miglioramenti nei prerequisiti scolastici. I risultati, inoltre, suggeriscono l’esistenza di un meccanismo che lega lo sviluppo di tali abilità dominio-specifiche a processi dominio-generali quali sono le FE.

66 SIMPOSIO 2.6 - Seconda comunicazione:

IL POTENZIAMENTO DELLA ABILITÀ NUMERICHE DI BASE NELLA SINDROME DI DOWN Silvia Lanfranchi1, Francesco Sella2, Sara Onnivello1, Marco Zorzi3

1 Università degli studi di Padova, Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione 2 University of Oxford (UK), Department of Experimental Psychology

3 Università degli studi di Padova, Dipartimento di Psicologia Generale

Introduzione: Le abilità numeriche di base sono fondamentali nella vita di tutti i giorni e

supportano l’acquisizione della matematica. Vari studi hanno mostrato che bambini e ragazzi

con sindrome di Down (SD) hanno difficoltà in quest’ambito, e, in particolare, nella

discriminazione di numerosità (e.g. Sella et al., 2013), nel conteggio (e.g. Gelman e Cohen, 1988;

Nye et al., 2001) e nella stima numerica (e.g. Lanfranchi et al., 2015).

Lo scopo della presente ricerca è comprendere se sia possibile potenziare le abilità numeriche di

base in bambini e ragazzi con SD attraverso l’uso di un videogioco adattivo, “La gara dei

numeri” (Wilson et al., 2006; la versione italiana è stata curata da Berteletti et al., 2010). Il

software ha lo scopo di accrescere il senso del numero, rafforzando le rappresentazioni

numeriche non-simboliche e simboliche, aumentando la comprensione e l’automatizzazione dei

fatti aritmetici additivi e sottrattivi di base, e massimizzando la motivazione.

Metodo: Allo studio hanno partecipato un gruppo sperimentale di 13 bambini con sindrome di

Down che ha lavorato sulla cognizione numerica con il software “The number race”, ed un

gruppo di controllo attivo di 7 bambini che ha lavorato sulla fusione di lettere e sillabe.

Entrambi i gruppo hanno un età media di 10 anni (DS 2 anni).

Per entrambi i gruppi, il training ha avuto una durata di 10 settimane, con 2 sessioni

settimanali di 20-30 minuti. In fase di pre e post test sono state valutate l’intelligenza numerica

(BIN, Molin et al., 2007) e, attraverso compiti specifici, l’abilità di confrontare quantità

rappresentate non-simbolicamente, simbolicamente e verbalmente e la capacità di fare calcoli a

mente. Inoltre è stato usato un compito di lettura di sillabe per verificare l’efficacia del training

fonologico.

Risultati: Una serie di ANCOVA volte a confrontare i punteggi al post test, controllando

l’effetto dei punteggi al pretest, hanno mostrato significativi miglioramenti del gruppo

sperimentale nei punteggi alla BIN F(1, 17) = 21.29, p < .001, g = 1.46, nei compiti di confronto

di quantità (rispettivamente F(1, 15) = 26.60, p < .001, g = 2.53, per il compito di confronto di

quantità non simboliche, F(1, 17) = 25.44, p < .001, g = 2.35, per il compito di confronto di

numeri arabi e F(1, 17) = 60.77, p < .001, g = -3.65, per il compito di confronto di numeri

presentati verbalmente), e nel compito di calcolo a mente F(1, 17) = 26.006, p < .001, g = 2.02.

Il gruppo di controllo, sottoposto a training fonologico, ha invece mostrato miglioramenti nella

capacità di leggere sillabe, F(1, 17) = 4.75, p = .043, g = 0.42.

Conclusioni: Da questo studio, "The Number Race" appare essere uno strumento utile per

migliorare la conoscenza numerica simbolica e non simbolica in una popolazione con disabilità

intellettive. Oltre tali benefici, l’avere un training a computer si è rivelato un aspetto positivo in

quanto attraente e motivante per i bambini, facile da usare ed economico.

67 SIMPOSIO 2.6 - Terza comunicazione:

UN TRATTAMENTO PER POTENZIARE LA MEMORIA DI LAVORO: EFFETTI SPECIFICI, DI TRASFERIMENTO E DI MANTENIMENTO IN BAMBINI CON ADHD E A SVILUPPO TIPICO Barbara Carretti1, Erika Borella1, Alessandra Fracca1, Anna Maria Re2

1 Dipartimento di Psicologia Generale, Università di Padova 2 Dipartimento di Psicologia, Università di Torino

Introduzione. È ampiamente dimostrato che il profilo dei bambini e adolescenti con ADHD è caratterizzato da difficoltà nelle funzioni esecutive (Barkley, 2006), inclusa la memoria di lavoro. Ci sono altresì studi che suggeriscono la possibilità di migliorare la prestazione in compiti di memoria di lavoro (e.g. Klingberg, 2010). Le evidenze circa il trasferimento e il mantenimento di questi effetti sono invece meno stabili. Questa ricerca valuta gli effetti specifici, di trasferimento e di mantenimento di un training combinato di memoria di lavoro che ha coinvolto bambini con ADHD e un gruppo di bambini a sviluppo tipico di pari età.

Metodo. Entrambi i gruppi includevano bambini che frequentano le prime tre classi della scuola primaria. Il gruppo con ADHD è stato reclutato presso un centro specializzato, mentre i bambini con sviluppo tipico nella scuola. Il training della durata di 8 settimane prevedeva sessioni di gruppo (per promuovere l’autoregolazione) e attività da svolgere a casa con la supervisione dei genitori (attività sulla memoria di lavoro visuo-spaziale).

La valutazione pre-test, post-test e follow-up ha incluso prove di memoria di lavoro visuo-spaziale (Backward Corsi block task), di attenzione sostenuta (Test delle Campanelle, Biancardi & Stoppa, 1997), di controllo della risposta impulsiva (Test delle Ranette, Marzocchi et al., 2010) e di inibizione (MF, Marzocchi et al., 2010), di ragionamento (CPM, Raven et al., 1998) e la presenza di comportamenti disattenti e iperattivi a casa e a scuola (attraverso questionari compilati dagli insegnanti e dai genitori, SDAI e SDAG).

Risultati. Il training ha dimostrato per entrambi i gruppi la sua efficacia specifica: cambiamenti significativi si rilevano in prove di memoria di lavoro visuo-spaziale (F2,50= 19.91, p < .001, η2p = .44) e in

prove di attenzione sostenuta (F2,50= 71, p < .001, η2p = .74). La ricerca ha dimostrato anche effetti di

trasferimento vicino e lontano: i bambini diventano più accurati in prove di controllo della risposta impulsiva e di inibizione (MF - F2,50= 13.56, p < .001, η2p = .35 - e Test delle Ranette - F2,50= 4.13, p =

.022, η2p = .14). Infine, solo per il gruppo di bambini con ADHD, si riducono i sintomi di iperattività e di disattenzione nelle scale di valutazione compilati dai genitori (SDAG, p = .013). Gli effetti del training si mantengono al follow-up condotto un mese dopo il termine del percorso.

Conclusioni. Lo scopo di questo studio era di analizzare gli effetti di trasferimento e mantenimento di un training di memoria di lavoro combinato: le sessioni infatti includevano infatti sia un allenamento specifico con compiti di memoria di lavoro classici (parte individuale) che attività metacognitive per promuovere l’autoregolazione e l’acquisizione di strategie funzionali per i compiti proposti. Per entrambi i gruppi è emerso un effetto positivo del training. I risultati confermano quindi l’utilità di training di ML, anche quando vengo considerate le ricadute nella vita di tutti i giorni.

68 SIMPOSIO 2.6 - Quarta comunicazione:

EFFETTI DI UN TRAINING SPECIFICO E CON SUPPORTO DIGITALE PER BAMBINI CON DIFFICOLTÀ IN MATEMATICA

Silvia Benavides-Varela1, Anna M. Re2, Martina Pedron1, Dora Tramarin3, Sebastiano Pegorer1,

Riccardina Lorusso1, Daniela Lucangeli1

1 Università degli Studi di Padova, Diparimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione 2 Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Psicologia

3 Polo Apprendimento, Padova

Introduzione: Le disabilità matematiche sono identificabili in circa il 3%-8% dei bambini in età scolare (Desoete e coll., 2004; Shalev e coll., 2000) ed è per questo che numerosi studi sottolineano l'importanza di identificare pratiche di insegnamento efficaci ed efficienti per aiutare i bambini con queste difficoltà (ad es. Nelson & Powell, 2017). Tuttavia, c'è ancora poco consenso generale. Il presente studio ha come obiettivo valutare l’efficacia di una metodologia di supporto che tiene conto del profilo neuropsicologico “di partenza” del bambino, versus una metodologia più tradizionale che determina basato del programma scolastico.

Metodo: I partecipanti erano studenti (n = 57) della scuola primaria e secondaria con discalculia. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a due tipologie di training con lo stesso contenuto (i.e. consolidamento dei concetti di numerosità, automatizzazione dei fatti aritmetici, sviluppo di strategie per il calcolo mentale e scritto; si veda Re e coll, 2014) ma diverso approccio metodologico. Nel gruppo sperimentale, la difficoltà delle attività è stata adattata al profilo neuropsicologico di ogni studente, mentre per il gruppo di controllo è stata regolata in base ai compiti dei programmi scolastici. Entrambi i gruppi hanno partecipato a una sessione d’intervento settimanale di un’ora per trenta settimane. Il gruppo esperimentale, inoltre, ha utilizzato a domicilio una Web App (“I bambini contano”) per l’automatizzazione delle tabelline. Misure pre e post training sono state effettuate utilizzando il test AC- MT (Cornoldi et al., 2002).

Risultati: Le misurazioni hanno mostrato che entrambi gli interventi miglioravano le abilità dei bambini nei fatti aritmetici [effetto principale di tempo F (1,55) = 24,14, p <.0001] e nei calcoli scritti [effetto principale di tempo F (1,55) = 9,17, p <0,005]. Inoltre, un’interazione significativa tra fattori [fatti aritmetici: F (1,55) = 13,29, p <.0001] indicava un guadagno significativamente più elevato nella condizione sperimentale. Una valutazione di follow-up ha indicato che l'efficacia del training sperimentale è durata fino a 2 mesi dopo l'intervento. L’analisi qualitativa mostra inoltre, che l’intervento sperimentale riduce significativamente gli errori di conteggio (Z = -2.67, p = .0037), e di tipo visuo-spaziale (Z = -2.32, p = .0102). Il test di McNemar ha inoltre dimostrato che il numero di bambini che commettevano errori visuo-spaziali era significativamente ridotto dopo l'allenamento χ2 = 26.69, p

<.00001.

Conclusioni: I risultati mostrano la fattibilità e il valore aggiunto di training specializzati per bambini con difficoltà in matematica, utilizzando interventi mirati e personalizzati con supporto digitale. Inoltre, i risultati suggeriscono che il potenziamento delle conoscenze di base e delle abilità visuo-spaziali supportano il miglioramento in questa tipologia di training.

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SIMPOSIO 2.7: Psicopatologia materna e relazione col bambino: un approfondimento dalla gravidanza

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