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Prime forme di co-regolazione diadica e qualità dell’interazione con bambini nat

Proponente: M. Lavelli,

Un

iversità degli Studi di Verona

Discussant: T. Aureli, Università di Chieti-Pescara G. D’Annunzio

Descrizione del simposio:

Ampie evidenze empiriche documentano che gli esiti evolutivi dei bambini nati pretermine dipendono in larga misura, oltre che da fattori di rischio biologico, da fattori ambientali. L’immaturità dei sistemi neurobiologici del neonato prematuro lo rende particolarmente permeabile alla qualità dell’esperienza ambientale (Lupien et al., 2009): più vulnerabile, ma al tempo stesso con più possibilità di beneficiare di prime esperienze di interazione supportive. Tuttavia, proprio la costruzione di un ambiente relazionale positivo è ostacolata dalla separazione prolungata del neonato dalla madre: il mancato sviluppo dei ritmi biologici diadici che fondano interazioni coordinate produce difficoltà di sincronia che può tradursi in comportamenti materni intrusivi (Feldman, 2012), con effetti disfunzionali sulla capacità di regolazione del bambino.

Studi focalizzati sulla qualità delle cure in Terapia Intensiva Neonatale (TIN) evidenziano che il coinvolgimento dei genitori nelle cure e la vicinanza fisica ed emotiva al neonato costituiscono un importante fattore protettivo associato ad outcomes positivi (Montirosso & Provenzi, 2015; Welch et al., 2015). In tal senso, oltre alla pratica di skin-to-skin contact, sono cresciuti gli interventi basati sull’esposizione del neonato prematuro alla voce materna. I risultati sull’efficacia di tali interventi appaiono però incoerenti (Provenzi et al., 2018) o insufficienti riguardo la voce viva (Filippa et al., 2017). Inoltre, non vi sono ancora studi sugli effetti della comunicazione spontanea dei genitori con il neonato stabilizzato nell’incubatrice. Infine, recenti meta-analisi sulla qualità dell’interazione con il bambino pretermine nei primi mesi di vita evidenziano risultati contrastanti con quelli più conosciuti: ad es., la sensibilità materna nell’interazione con bambini pretermine non appare minore di quella con bambini nati a termine (Bilgin & Wolke, 2015); fattori sociodemografici materni che moderano lo stress psicologico (Gondwe et al., 2017) sembrano giocare un ruolo importante.

Il simposio affronta queste questioni accomunate dal focus sui fattori che possono supportare i primi sviluppi della relazione genitore-bambino prematuro attraverso quattro contributi che offrono nuovi risultati di ricerca. Il primo (Filippa et al) e il secondo (Stefana et al) si concentrano su prime forme di co- regolazione diadica tra genitore e neonato prematuro in TIN che individuano, rispettivamente, nei contesti dell’intervento vocale materno e della comunicazione spontanea del genitore con il neonato in incubatrice; il terzo (Spinelli et al) sul ruolo della co-regolazione diadica nello sviluppo delle capacità di autoregolazione del bambino prematuro, osservandole a 3 mesi in situazione di Still-Face; il quarto (Suttora & Salerni) sulla mind-mindedness materna nell’interazione con il bambino prematuro a 6 mesi. I nuovi risultati saranno discussi alla luce delle loro implicazioni teoriche e applicative.

Parole chiave:

87 SIMPOSIO 3.3 - Prima comunicazione:

EMOZIONE E SORRISO DELLA VOCE MATERNA DIRETTA IN TERAPIA INTENSIVA NEONATALE IN RISPOSTA AL COMPORTAMENTO DEL NEONATO PRETERMINE

Manuela Filippa1,2, Maya Gratier3, Maria Grazia Monaci1, Didier Grandjean2 1 Università della Valle d’Aosta, Dipartimento di Scienze Umane e Sociali 2 Université de Genève (CH), Département de Psychologie

3 UniversitéParis Ouest Nanterre La Défense (F), Département de Sciences Psychologiques

Introduzione: La nascita prematura pone il neonato a contatto con un ambiente sonoro atipico per un tempo prolungato e impone periodi spesso lunghi d’isolamento fisico dalle figure di cura, dalla madre in particolare. Tutto ciò accade in periodi sensibili dello sviluppo cerebrale, con effetti a lungo termine che coinvolgono le sfere emotiva e cognitiva, con la possibile insorgenza di anomalie sociali, comunicative e linguistiche.

L’intervento vocale diretto di madri o genitori nella Terapia Intensiva Neonatale (TIN) si configura come un intervento precoce a sostegno dello sviluppo del neonato prematuro e delle competenze genitoriali. Nell’ambito di un intervento vocale materno, questo studio si propone di valutare il grado di emozione e di sorriso percepiti nella voce materna (canto vs. parola), in presenza o in assenza di comportamenti pro-sociali del neonato prematuro, e di identificare i parametri acustici che determinano tali attribuzioni.

Metodo: 20 madri sono state invitate a parlare e cantare ai loro bambini in incubatrice, in condizioni di stabilità. Dall’analisi frame by frame condotta da due osservatori indipendenti sono stati individuati 32 indicatori di comportamenti pro-sociali (apertura degli occhi e sorriso) dei neonati. In corrispondenza di ogni apertura degli occhi e sorriso sono stati estratte le corrispondenti tracce audio della voce materna e messe a confronto con selezioni vocali casuali, di medesima durata, in assenza di apertura degli occhi e sorriso. I 32 blocchi di estratti vocali sono stati presentati a 31 adulti ed è stato chiesto loro di valutare, con un giudizio continuo, il grado di emozione e di sorriso percepiti negli estratti presentati.

Risultati: I primi risultati rivelano che nella condizione della parola, in presenza di un comportamento pro-sociale del neonato prematuro, la voce della madre è stata valutata come significativamente più emotiva che in assenza di tale comportamento, 2(1) = 64.94, p < .001, e nella condizione del canto come

più “sorridente” in presenza di un sorriso del bambino, 2(1) = 124.61, p < .001.

Conclusioni: Durante la comunicazione vocale faccia-a-faccia, le madri si rivolgono al neonato prematuro con una voce più carica di emozione in presenza di comportamenti pro-sociali del neonato e sono giudicate come più sorridenti in presenza di un sorriso. Questi risultati confermano come la voce materna sia un elemento cruciale di regolazione emotiva fra l’adulto e il neonato, anche nel caso di una nascita prematura.

Parole chiave:

88 SIMPOSIO 3.3 - Seconda comunicazione:

PRIME FORME DI CO-REGOLAZIONE DIADICA CON NEONATI PRETERMINE IN TERAPIA INTENSIVA NEONATALE

Alberto Stefana1, Ezio Maria Padovani2, Paolo Biban2, Manuela Lavelli1

1 Università degli Studi di Verona, Dipartimento di Scienze Umane-area Psicologia 2 Ospedale Universitario di Verona, Terapia Intensiva Neonatale e Pediatrica

Introduzione: I neonati sono biologicamente equipaggiati per interagire con gli altri esseri umani. La nascita prematura pone però a rischio lo sviluppo di interazioni coordinate (Feldman, 2012; Provenzi et al., 2017) cruciali per lo sviluppo delle capacità di auto- e co-regolazione poiché l’iniziale separazione forzata, l’irritabilità e la limitata responsività sociale del neonato dovute alla sua immaturità neurologica incrementano le difficoltà dei genitori già stressati a sintonizzarsi con il bambino. I risultati di ricerca si concentrano sulle interazioni dai 3 mesi di età; pochi studi hanno analizzato i comportamenti materni in interazione con il neonato in Terapia Intensiva Neonatale (TIN), senza però esplorare eventuali dinamiche di co-regolazione.

Questo studio si propone di (a) esaminare se e a quali condizioni i comportamenti comunicativi del genitore e quelli del neonato pretermine in TIN sono regolati reciprocamente; (b) confrontare i comportamenti comunicativi materni e paterni e le connesse dinamiche di interazione.

Metodo:Venti diadi madre-neonato pretermine (< 34 sett.) in condizioni stabilizzate (e.pm. M=35.3 sett.) in TIN sono state videoregistrate durante la comunicazione spontanea faccia-a-faccia per almeno 3 min con il neonato in incubatrice in stato di veglia tranquilla. Dopo almeno 15 min in assenza di stimoli sociali, i neonati sono stati videoregistrati con i loro padri nelle medesime condizioni. I comportamenti dei genitori e dei neonati sono stati codificati microanaliticamente nelle categorie della Parent

Engagement Scale e dell’Infant Engagement Scale (Lavelli & Beebe, 2016), ordinate per livello di qualità

interattiva.

Risultati: L’analisi sequenziale condotta tra i comportamenti del genitore chinato sull’incubatrice scoperta e quelli del neonato prematuro rivela significative probabilità transizionali tra i comportamenti dei partner nei due versi (range 24-83, p<.01), indicative di prime forme di regolazione reciproca. Sia durante l’interazione madre-neonato che padre-neonato la presenza di Parental Affiliative Behavior al livello ottimale (co-occorrenza di Gaze On, Positive Affect, Affectionate Touch e Aff.Talk) richiama lo sguardo del neonato (infantGaze On) e questo, a sua volta, contribuisce a mantenere Affiliative Behavior. L’attivazione dello sguardo del neonato risulta associata bidirezionalmente anche ad Affectionate Touch materno e Affectionate Talk paterno quando co-occorrono con Gaze On+Positive Affect. Le durate di comportamenti capaci di attivare risposte nel neonato prematuro risultano però signif. maggiori per le madri, t(19)=2.43, p=.025, mentre Affectionate Touch+Neutral Affect, associato signif. a Gaze Off e occhi chiusi del neonato, signif. maggiore per i padri, t(19)=-2.56, p=.019.

Conclusioni: I risultati indicano che il neonato prematuro in incubatrice risponde con orientamento dello sguardo alla comunicazione affettuosa del genitore, e suggeriscono l’importanza di favorire tale comunicazione.

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89 SIMPOSIO 3.3 - Terza comunicazione:

IL RUOLO DELLA CO-REGOLAZIONE DIADICA NELLO SVILUPPO DELLE ABILITÀ REGOLATORIE DEL BAMBINO PREMATURO

Maria Spinelli, Mirco Fasolo, Tiziana Aureli

Università di Chieti-Pescara G. D’Annunzio, Dipartimento di Neuroscienze, Imaging e scienze cliniche Introduzione: In accordo con una visione multidimensionale del funzionamento psicologico, lo sviluppo socio-emotivo del bambino va visto come il risultato dell’influenza reciproca tra caratteristiche individuali ed esperienza interattiva. Questa considerazione si applica in particolare alla nascita prematura, dove le condizioni di rischio biologico e ambientale sembrano co-occorrere nella promozione di sequele evolutive avverse. Tuttavia, sono scarsi gli studi che guardano a tali difficoltà all’interno di una visione integrata e pertanto il ruolo di entrambi i fattori non ha ancora ricevuto una descrizione chiara.

Questo studio ha l’obiettivo di osservare lo sviluppo delle competenze regolatorie del bambino tenendo in considerazione l’interazione tra il livello di prematurità da una parte e la co-regolazione diadica dall’altra.

Metodo: Sono state osservate 58 diadi madre bambino, di cui 27 includono bambini nati pretermine (divisi in Very Preterm infants: <30sett. e Late Preterm infants: ≥30sett., VPT e LPT, rispettivamente). A 3 mesi i bambini hanno partecipato alla Still-Face Procedure con uno sperimentatore e sono stati rilevati i comportamenti di auto- ed etero-regolazione con lo strumento Infant and Caregiver Engagement Phase system. Madre e bambino sono stati videoregistrati durante una interazione libera e la co-regolazione diadica è stata valutata con lo strumento Revised Relational Coding System.

Risultati: La condizione di nascita di per sé non risulta associata a un diverso utilizzo dei comportamenti regolatori nei bambini PT e FT né a interazioni meno adeguate dei primi rispetto ai secondi. Invece, la qualità della coregolazione risulta influenzare le competenze autoregolatorie del bambino in modo differente a seconda della condizione di nascita. In particolare, alti livelli di interazione unilaterale (durante la quale madre e bambino non condividono né il focus di attenzione né le espressioni di affetto) sono associate negativamente con le abilità di regolazione autonoma nei bambini VPT. Si è trovato infatti che, mentre tale condizione interattiva non differenzia i comportamenti regolatori dei bambini FT e LPT nel passaggio dalla baseline alla fase still, essa correla con difficoltà socio-emotive nei bambini VPT, i quali mostrano, in tale passaggio, un maggiore incremento dell’affettività negativa (F=3.89, p =.027) e un minor incremento dell’autoregolazione (F=6.44, p=.003) rispetto agli altri due gruppi. Conclusioni: I risultati confermano la necessità di considerare la prematurità da una prospettiva multidimensionale. I bambini nati prematuri con bassa età gestazionale risultano più sensibili di quelli con alta età gestazionale e dei bambini nati a termine al rischio ambientale costituito dal coinvolgimento in interazioni diadiche scarsamente coregolate. Questi risultati hanno importanti implicazioni teoriche circa il ruolo di protezione/rischio dell’interazione precoce, suggerendo l’implementazione di interventi di prevenzione mirati.

90 SIMPOSIO 3.3 - Quarta comunicazione:

LA MIND-MINDEDNESS MATERNA NELLE INTERAZIONI PRECOCI: IL RUOLO DELLA NASCITA PRETERMINE

Chiara Suttora, Nicoletta Salerni

Università degli Studi di Milano-Bicocca, Dipartimento di Psicologia

Introduzione: La condizione di prematurità si configura come un fattore di rischio rilevante per lo sviluppo del bambino e per il benessere materno. Oltre alle problematiche sul piano dello sviluppo comunicativo-linguistico, cognitivo e psicomotorio, i nati pretermine mostrano, nei primi mesi di vita, un temperamento difficile rispetto ai nati a termine, caratterizzato da minore emozionalità positiva, maggiori emozioni negative e ridotta espressività. Le caratteristiche temperamentali di questi bambini li rendono anche più sensibili alle esperienze di interazione precoce. Rispetto alle caratteristiche delle interazioni madre-bambino pretermine, descritte prevalentemente come contraddistinte da comportamenti materni controllanti, poco sensibili ed iper-stimolanti (Muller-Nix et al., 2004; Schmücker et al., 2005), una recente review (Korja et al., 2012) mostra come i risultati siano ad oggi ancora controversi. La mind-mindedness (MM) è definita come la tendenza del genitore a considerare il bambino come un individuo dotato di una vita mentale autonoma, e misurata, durante l’interazione madre-bambino, come capacità del caregiver di commentare in modo appropriato gli stati interni del bambino. Questa capacità risulta avere un ruolo importante nelle interazioni precoci ed è associata ad un migliore adattamento sociale del bambino (Pawlby et al., 2010; Lundy, 2013).

Lo studio intende esplorare l’eventuale presenza di differenze, ascrivibili alla nascita pretermine, nella capacità di MM materna in un gruppo di diadi madre-bambino nato a termine (FT) e pretermine (PT), controllando i livelli di stress genitoriale.

Metodo: 50 diadi madre-bambino (22 PT, PN<2000 gr. e EG≤32; 28 FT) hanno partecipato ad una sessione osservativa di gioco all’età di 6 mesi. Per ogni diade, gli enunciati materni rivolti al bambino sono stati trascritti e classificati in base alla presenza di riferimenti agli stati interni del bambino. Ogni commento mind-related (MR) è stato ulteriormente categorizzato come appropriato o meno allo stato del bambino. Sono state considerate, inoltre, alcune variabili sociodemografiche (scolarità dei genitori, ordine di nascita).

Risultati: Dai confronti effettuati non sono emerse differenze significative tra le madri dei PT e quelle dei FT né riguardo al totale dei commenti mind-related (t=-1.54, p=.13), né in merito ai commenti MR appropriati (t=1.53, p=.13). Tuttavia, è stato rilevato un effetto di interazione tra l’ordine di nascita e la condizione di nascita: le madri dei pretermine later born mostrano un numero maggiore di commenti MR rispetto a tutte le altre madri (F(1, 46) =4.12; p=.048).

Conclusioni: La prematurità, di per sé, non risulta influenzare negativamente la capacità materna di riferirsi agli stati mentali del bambino. Tuttavia, quando il parto pretermine coincide con una seconda gravidanza, si osserva nelle madri un aumento di riferimenti MR che potrebbe essere dettato da una più accurata valutazione della vulnerabilità del bambino che, a sua volta, solleciterebbe una maggiore sensibilità materna.

Parole chiave:

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