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Mappa 4. La posizione di Xinzhucun, tra le città di Judian e Ludian (si veda il sito: Google Maps).

3. Politiche governative

3.1 Autosufficienza e politiche per lo sviluppo

Per comprendere le caratteristiche della vita in questo angolo di mondo variegato e polimorfo è fondamentale capire le politiche ambientali e amministrative statali attuate dal governo locale. In seguito si descriveranno le modalità con cui il governo statale cinese e quello locale abbiano influenzato gli equilibri degli ecosistemi e gli stili di vita dei gruppi etnici locali.

La politica cinese sulla gestione di terreni coltivabili, foreste e sulla conservazione della biodiversità nello Yunnan, come ovunque entro i suoi confini, prevede un’ingerenza diretta e capillare dello Stato. In precedenza, vi era la tendenza di applicare le stesse norme uniformemente in tutto il paese. Esaminando il lavoro di numerosi autori, come McKhann, Jianchu Xu e Andreas Wilkes, si rileva come il pessimo risultato di questa strategia abbia in anni recenti portato il governo centrale a tornare sui suoi passi e a scegliere delle strade più mirate ed adatte alla specificità (quantomeno quella propria dell’ambiente naturale) delle varie zone geografiche dell’immenso territorio cinese40.

Durante l’epoca maoista, la proprietà della terra come delle foreste era collettiva. Era lo Stato a decidere come gestire il patrimonio della regione, ed esso, in nome dell’autosufficienza nazionale, decise di attuare una politica di intenso sfruttamento forestale e produzione agricola. A partire dal Grande balzo in avanti (1958-1961) fino alla fine degli anni ‘90, il fertile terreno e le abbondanti foreste del Nord-ovest dello Yunnan vennero considerate una preziosa risorsa con la quale alimentare

40 Questo emerge in modo particolarmente evidente dai lavori di Wilkes, che si fa un punto in ogni suo articolo

di ricordare quanto sia distruttivo (oltre che eticamente scorretto) ignorare la diversità geografica e culturale delle varie località. Per valutare il panorama della ricerca cinese in merito, si confronti con Li et al. (2013); Liu e He (2015).

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la crescita economica della regione. Utilizzando la forza lavoro mobilitata dalle comunità contadine a stampo comunista, ampie aree forestali vennero disboscate e sostituite con terrazzamenti in tutto lo Yunnan per consentire la coltivazione di determinati prodotti necessari al fabbisogno interno della nazione. Spesso la scelta dei prodotti non era effettuata con oculata consapevolezza ambientale e commerciale, così che il valore di mercato di molti di essi talvolta crollava solo qualche anno dopo che intere piantagioni erano state convertite per la loro produzione. Impianti statali volti alla raccolta di legname vennero stabiliti sul territorio, spesso impiegando dirigenti provenienti da altre regioni della Cina e i contadini locali come manodopera.

Dalla fine del periodo maoista in poi, vennero implementate una dopo l’altra diverse misure riguardo alla proprietà privata. Negli anni tra il 1978 e il 1983, i campi coltivabili vennero privatizzati e divisi tra le famiglie. Nel 1981 il China State Forestry Bureau introdusse le prime “Forest Tenure Reforms” (林权改革 Linquan gaige); queste riforme prevedevano un sistema a responsabilità familiare e delle politiche di allocazione delle foreste, secondo i quali la responsabilità per l’utilizzo e la protezione di determinate aree sarebbe spettata a diversi enti: la proprietà delle foreste, infatti, venne suddivisa tra Stato, collettività (dove ogni comunità poteva decidere come gestire il proprio patrimonio) e privati. Come verrà trattato a breve, queste concessioni vennero in gran parte ridimensionate con l’introduzione di una serie di successivi divieti sull’accesso alle risorse naturali. L’ingerenza statale all’interno di queste dinamiche non è mai cessata, e lo Stato continua ad influenzare l’importanza delle attività di raccolta o la coltivazione di certi tipi di prodotti regolando o ignorando gli andamenti dei prezzi di mercato, e a imporre provvedimenti spesso non adeguati a livello locale, con disattenzione agli effetti negativi sugli specifici distretti41. Questa logica si applica

in particolare agli ambiti dell’agricoltura e della raccolta di legname, le (uniche) due grandi fonti di reddito per gli abitanti dello Yunnan rurale.

Per quanto riguarda l’agricoltura, negli ultimi decenni un insieme di fattori hanno portato i contadini, ormai proprietari delle terre, ad optare per l’abbandono di prodotti locali di consumo alimentare e dei sistemi di sussistenza tradizionali, in favore della coltivazione intensiva di “cash crops” (le colture economicamente più redditizie), come il fagiolo di Lima (Phaseolus lunatus), le piante medicinali, o il tabacco (fig. 2)42.

41 Si vedano: Wilkes e Xu (2004), Wilkes et al. (2005), Xu et al. (2005).

42 Un altro esempio è costituito dalle piantagioni di albero della gomma nella parte meridionale della regione

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Questa tendenza, è in primo luogo dovuta all’inserimento di queste zone nell’economia di mercato regionale e nazionale (e ormai globale), in combinazione agli stimoli del governo locale, che continuano ad avere un influsso determinante sulle scelte dei contadini; in secondo luogo, essa è da associare alle pressioni esercitate dalla crescita demografica e quindi dalla maggiore richiesta di prodotti alimentari, o da fattori improvvisi ed imposti sulla popolazione locale, come la costruzione di autostrade (Wilkes 2004: 965). Per fare spazio a nuove terre coltivabili, si sono così occupate zone precedentemente rivestite da foresta primaria o adibite al pascolo, e a rimpiazzare piante che crescevano spontaneamente o venivano tradizionalmente coltivate con monocolture di specie non native della zona. Di queste specie, alcune crescono rigogliose solo in contesti ambientali come quelli che offre lo Yunnan, e dunque forniscono un buon reddito alle popolazioni locali; alcune invece sono solo specie di cui lo Stato cinese è carente, e che vengono fatte produrre nello Yunnan per via dell’ampiezza del terreno disponibile, ma che spesso non crescono bene in questa zona, portando a grandi perdite i contadini (Wilkes et al. 2010). Per il timore di ottenere uno scarso raccolto, i contadini sono portati ad optare per delle sementi molto versatili, che si adattino a diversi tipi di terreno e condizioni climatiche, estendendo a dismisura la porzione di terreno coltivata con un’unica varietà di coltura (Wilkes e Xu 2004: 967). Inoltre, a partire dagli anni ’80, tecniche moderne introdotte per la coltivazione, come i fertilizzanti chimici e le coperture protettive plastificate, sono state abbondantemente utilizzate. A lungo andare, come dimostrano numerosi studi eseguiti in proposito,

Fig.2. Cartello recante il logo della compagnia 中国烟草 (Zhongguo yancao), la China Tobacco, vicino

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queste strategie volte all’incentivo della produttività dei terreni agricoli, ha portato all’impoverimento del terreno e dell’agrobiodiversità in tutto lo Yunnan43.

Per quanto riguarda la raccolta di legname, a metà degli anni ’70 le operazioni di deforestazione e coltivazione intensiva erano in pieno corso e negli anni ‘90 questa era una delle più importanti fonti di tassazione per il governo locale e di reddito per i contadini, che si occupavano principalmente del trasporto e della gestione di punti di ristoro. Tendenziosamente ignorando le colpe del governo nel concedere carta bianca ad imprese private o addirittura gestite dallo stesso Stato, che hanno assediato in Nord-ovest dello Yunnan con aziende volte alla raccolta e distribuzione di legna, diverse ricerche condotte nella zona riportano che una delle maggiori cause del disboscamento e di perdita di biodiversità è il consumo di legname da parte dei contadini. Il loro particolare stile di vita li porta effettivamente a consumare grandi quantità di legname: per produrre alimenti e cucinare, per tenersi caldi (nelle zone più elevate e fredde infatti il consumo è maggiore), per costruire nuove case. Ciò non toglie che prima delle ingerenze dirette che si ebbero sul territorio a partire dall’avvento di Mao, problemi ambientali non si erano mai riscontrati. Inoltre, la raccolta di legname era spesso effettuata anche a scopo di lucro dai locali, costretti a tentare di ricavare guadagni nei pochi modi a loro disposizione. È infatti necessario notare che le raccolte eccessive che sono state registrate andavano (e vanno) di pari passo ai cambiamenti delle domande di mercato e del prezzo dell’attività di recupero. Queste attività hanno avuto come risultato, su tutto il territorio in cui sono state applicate, la perdita di habitat per numerose specie di animali (tra cui diverse specie a rischio di estinzione), l’erosione del suolo e numerose frane (Wilkes e Xu 2004).

Queste strategie politiche volte allo sviluppo economico dello Yunnan hanno avuto dunque come risultato il deperimento delle risorse naturali negli ecosistemi forestali e l’inquinamento delle fonti d’acqua potabile. Gli effetti negativi sul benessere della popolazione rurale sono stati ugualmente rilevanti. Nel Nord-ovest dello Yunnan, la maggior parte dei prodotti agricoli sono convertiti in farina, alcol o foraggio ed utilizzati per il consumo domestico. A seguito delle nuove politiche amministrative, la concessione tramite contratto dei terreni alle singole famiglie, nonché un aumento del prezzo dei prodotti agricoli, ha portato ad un aumento dell’output complessivo di grano nel dello Yunnan settentrionale. Tuttavia in molte aree la produzione pro-capite di cibo è rimasta invariata, e la politica governativa non è servita ad alleviare le condizioni di povertà in una parte dei villaggi. Specialmente nelle aree di altitudine più elevata, almeno un terzo delle famiglie dichiarava nel 2002 di non avere cibo sufficiente per almeno un terzo dell’anno (Wilkes e Xu 2004: 966). Le

43 Si vedano: Mikesell e Xu (2003), Litzinger (2004), Wilkes e Xu (2004), Wilkes et al. (2005, 2009, 2010), Xu

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famiglie che risultano impoverite dalla situazione degli ultimi decenni sono state costrette ad adottare altre strategie per ottenere incassi, ricorrendo alla raccolta di legname ed altri prodotti offerti dalle foreste (come i funghi). Questa tendenza è stata accentuata da una strategia spesso utilizzata dal governo per permettersi di implementare misure politiche drastiche (per esempio, l’imposizione ai contadini di abbandonare la propria attività produttiva o la propria abitazione per ottenere lo spazio necessario a costruire infrastrutture): si trattava di fornire alle famiglie colpite dei sussidi per un numero determinato di anni. Il risultato è stato un aumento del numero di persone che ricorrevano alla raccolta di legna o delle altre risorse forestali disponibili per venderle, e un conseguente contributo al degrado dell’ambiente naturale. I momenti di sfruttamento eccessivo delle risorse offerte naturalmente dal ricco territorio dello Yunnan corrispondono ampiamente con quelli in cui la concorrenza da parte di persone non locali si fa più forte; per porre un freno alla situazione, spesso è concesso ai villaggi di imporre una tassa sull’utilizzo delle risorse da parte di agenti esterni alla propria comunità. In ogni caso, la qualità e quantità di risorse prodotte con agricoltura intensiva o strappate alle foreste sono strettamente legate agli andamenti dei prezzi del mercato, a loro volta facilmente influenzabili da parte del governo cinese. Manca però una precisa regolamentazione del commercio di questi prodotti (Wilkes e Xu 2004, Wilkes et al. 2009).