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Mappa 4. La posizione di Xinzhucun, tra le città di Judian e Ludian (si veda il sito: Google Maps).

10. Tecniche e (in)sensibilità

2.3 La sala del focolare

Come si è visto, la sala del focolare è centrale nella vita domestica di una famiglia. Si tratta di un edificio ad un piano, solitamente dall’aspetto vetusto, dotato del solito tetto spiovente e di finestre costituite di legno traforato. All’interno l’ambiente è ombroso e fresco, e viene riscaldato dalle fiamme del focolare, che nei momenti in cui i familiari sono presenti, almeno d’inverno, viene tenuto tendenzialmente acceso (fig. 12). Questo è il posto dove anticamente si credeva risiedessero le divinità domestiche: gli dei della vita Ssú starebbero in un piccolo cesto intrecciato appeso al pilastro centrale o appoggiato su un piccolo tempietto apposito, e gli dei del focolare Dsô, tradizionalmente cinque fratelli e cinque sorelle, risiederebbero nelle fiamme; quando, dopo aver ultimato la costruzione di una casa, si conduceva il rito di accendere il primo fuoco, gli dei erano propiziati versando del tè e facendo cadere riso e verdure sulle pietre del focolare (Yang 1998: 190). Oggi, soprattutto nelle case più recentemente costruite, questo tipo di oggetto non si trova frequentemente, ed è talvolta sostituito da gigantografie del Presidente Mao ( 毛 主 席 Maozhuxi, come viene affettuosamente o orgogliosamente chiamato), stagliato su un brillante sfondo rosso in netto contrasto con i colori tenui che dominano solitamente questi ambienti (fig. 13). Anche questa stanza è estremamente semplice e disadorna: oltre alle varie credenze ed armadietti contenenti tutto il vasellame, sale, peperoncini e salse, ed altre sostanze ed oggetti utili per cucinare e mangiare, sono sempre presenti un paio di tavoli d’appoggio, sormontati da un secchio per l’acqua, dal bollitore elettrico per il riso e da un tagliere, mentre mestoli, cucchiai e coltelli, che sono in prevalenza mannaie, sono appesi tramite dei chiodini alla parete innanzi. Sotto al tavolo, sono stipate padelle e pentole (fig. 14). Mentre qualche famiglia è in possesso di un frigorifero, le altre conservano i propri alimenti nella stessa cucina o in una piccola stanza adiacente adibita a dispensa. Gli oggetti nascosti nei vari vani di questo ambiente emergono osservando gli abitanti durante lo svolgimento delle proprie attività quotidiane, come l’accensione del fuoco, la preparazione dei pasti o del tè, o l’accoglienza degli ospiti.

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Fig.12. La stanza del focolare

vista dal cortile,

Donghongdui, Xinzhucun.

Fotografia: L. Spinelli (2018).

Fig.13. La stanza del focolare in un’abitazione di recente

costruzione, adornata da un poster del Presidente Mao. Donghongdui, Xinzhucun. Fotografia: L. Spinelli (2018).

Fig.14. La stanza del focolare nella foggia più comune (costruita almeno un paio di generazioni prima,

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Nella maggioranza delle abitazioni, il focolare è semplicemente acceso su un rialzo di mattoni. L’accensione del fuoco è un’abilità che persino i più piccoli possiedono, e si tratta di un’azione che ciascuno svolge a suo modo e gelosamente. Tra i vari tipi di legna che si possono procurare, conservati in apposite cataste al riparo dalla pioggia, quella considerata più adatta è quella di pino. I ciocchi vengono disposti ed infuocati con l’ausilio di particolari pezzi di legno di pino imbevuti di resina, che essendo così difficili da procurare75 sono considerati una merce preziosa, e risparmiati quanto possibile. Le sostanze che sobbollono sul treppiede finiscono per lasciare una macchia nera sulla parete più prossima, e il fuoco inonda l’ambiente di fumo e fuliggine ogni volta che tira vento. Negli ultimi anni si sta invece diffondendo una sorta di forno di ghisa sul modello tibetano (fig. 13), che viene collocato nella stessa posizione che spetterebbe al focolare e che consuma più combustibile, ma è più pulito e comodo per cucinare, e non rilascia fuliggine nell’aria: risulta però di impedimento a chi vi si sedesse attorno per conversare, tanto che non tutti gli abitanti del villaggio sono concordi a proposito della sua utilità.

Ad eccezione del riso, che viene quotidianamente cotto con l’apposita pentola elettrica, il cibo viene cucinato sul focolare utilizzando una (stessa) grande e pesantissima padella. Mentre in passato, al pari delle pulizie, si trattava di un compito riservato alle donne, oggi a cucinare il pasto provvede chi non sia occupato in altre faccende, donna o uomo che sia. Gli abitanti di Donghongdui affermano in genere di aver dovuto imparare ad arrangiarsi da piccoli, a partire dall’accensione del fuoco a tutte le altre attività collegate. Ciascuno consuma tendenzialmente i pasti nella propria abitazione; i familiari si siedono accanto al fuoco su piccoli sgabelli. Come ovunque in Cina, ad ognuno è distribuita una ciotola di riso e un paio di bacchette, e ci si serve dai piatti riempiti di semplici pietanze poggiate su un’estremità della pedana del focolare.

Un oggetto che è raro non scorgere in un’abitazione di Donghongdui, sospeso nelle mani di un familiare o di un ospite, è la tazza di tè. Questa bevanda tipicamente cinese qui ha un sapore particolare. Per prepararne una tazza, si versa dell’acqua fresca nella pesante teiera. Questa deve rimanere sempre con un lato esposto alle fiamme, ed essendo l’oggetto coperto dallo strato più fitto di fuliggine che si possa trovare in una casa, ritengo che l’abilità di maneggiarla senza sporcarsi indelebilmente i vestiti sia da annoverare tra le attività esperte incorporate dai cittadini di Xinzhucun. Il tè rosso dello Yunnan che tutti bevono, viene venduto in compatte cialde, dalle quali vengono staccati dei pezzi che vengono in seguito fatti bollire in piccole brocche di ceramica, ottenendone un liquido denso e dal gusto estremamente amaro e forte (fig. 1). Questo viene allungato con acqua bollente e servito con un pizzico di sale. Gli aloni che si formano sulla superficie dell’acqua rivelano

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questo particolare, e destano l’ignara perplessità di chi non ha mai pensato che il sale potesse essere l’adeguato tocco finale per una tazza di buon tè.

Il focolare è il centro nevralgico attorno al quale ruota la vita domestica: è qui che avvengono le discussioni più intime tra familiari e che ci si ritrova per passere del tempo insieme. Esso, contemporaneamente, costituisce il primo appiglio verso il mondo esterno. È qui infatti che si accolgono gli ospiti, in ottemperanza a quella che viene definita dagli abitanti stessi 火塘文化 (huotangwenhua), la cultura del focolare, legata alla gioia di radunarsi tutti insieme al calore del fuoco a scambiare opinioni, narrare aneddoti, ridere e scherzare. A ciascuno sarà offerto tè (che lo desideri o meno, ne riceverà una tazza) e semi di girasole; agli uomini, si offriranno baijiu e sigarette a volontà. L’accoglienza, infatti, viene frequentemente sottolineata come una qualità fondante dei Naxi come etnia. Lo spazio che circonda il focolare è dunque uno spazio condiviso, innanzitutto dalla famiglia e a seguire da familiari ed amici. In questo aspetto della vita familiare, molti elementi seguono lo stampo della tradizione, nonostante molti altri siano sensibilmente cambiati. Come si è visto, questo stesso ambiente, infatti, era in passato caratterizzato dalla presenza di una piattaforma lignea alta poco meno di un metro, sulla quale era posto il focolare e attorno alla quale le persone erano tenute a disporsi secondo un determinato ordine, per il quale l’uomo più anziano della famiglia poteva sedersi accanto alla parete, nella posizione più protetta e comoda, seguito dagli altri uomini presenti in ordine di età, mentre le donne non potevano sistemarsi in una posizione più avanzata rispetto al proprio compagno. Con l’epoca maoista, ci si dovette liberare da queste strutture fisiche denotanti una qualche forma di specificità culturale o di discriminazione di sesso, tanto che ad oggi, come si è detto, sono rimaste solo un paio di case in tutto il paese a conservare la piattaforma, e molte delle convenzioni sociali legate alla differenza di genere ed età stano scomparendo.