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La Borsa di Hong Kong: un caso a parte

La Cina: contesto storico, economico ed istituzionale

2.3. I MERCATI AZIONARI E LE TIPOLOGIE DI AZIONI NEGOZIATE

2.3.4. La Borsa di Hong Kong: un caso a parte

L’Hong Kong Stock Exchange (HKEx) è, come indicato nella tabella sopra riportata, la seconda Borsa Valori asiatica per capitalizzazione, nonché il sesto mercato finanziario del mondo con una capitalizzazione di 2832 miliardi (US$): viene spesso etichettata, non a torto, quale anello di congiunzione tra la Cina ed il resto del mondo.

Essa nell’anno 2011 fu interessata da 68 IPO deals, dai quali fu in grado di raccogliere capitale per un ammontare complessivo di circa 25 miliardi (US$), palesandosi quale terzo IPO financial market per ammontare di capitale raccolto, dopo New York e Shenzhen .

Ad oggi conta 1554 listed companies (dato: febbraio 2013) e va sottolineato che è l’unica Borsa cinese ad ammettere alla quotazione anche partner internazionali221: le Borse di Shanghai e Shenzhen sono infatti off limits in questo senso, consentendo solo di allocare specifiche Shares ad investitori internazionali, ma non anche di ammettere a quotazione realtà industriali oltre i confini domestici.

Questa realtà, tanto differente, permette alla piazza finanziaria di Hong Kong non solo di attirare l’attenzione degli investitori esteri, ma, parimenti, anche di molte imprese della Mainland China che riconoscono in questo mercato una realtà più solida, stabile, nonché delle opportunità di espansione e di crescita internazionali.

Fondata su due piattaforme di negoziazione, la Main Board ed il Growth Enterprise

Market (GEM), essa rappresenta una realtà finanziaria – come più volte detto –

distaccata rispetto alle altre due Borse Valori sopra citate: le motivazioni sottostanti vanno ricercate in ragioni di natura storica che, data la complessità, verranno analizzate dettagliatamente in seguito.

Tuttavia quello che qui si può anticipare è che la stessa, essendo stata per oltre un secolo sotto la dominazione straniera britannica, ha assorbito gran parte delle regole e dell’impianto legislativo-istituzionale anglosassone, tanto da essere sottoposta alla

221 Basti pensate che durante il solo 2012 l’ammontare di imprese straniere quotate a Hong Kong è

passato da 24 (dato: gennaio 2012) a 88 (dato: dicembre 2012), con un picco registrato a metà anno [www.world-exchanges.org]. Tra le quotazioni internazionali più celebri vanno menzionate indubbiamente la quotazione di Glencore Internation Plc (raccolti 10 miliardi US$), anche se si trattava di una dual listed IPO condotta in primis nella London Stock Exchange, l’IPO di Prada S.p.A. (2,5 miliardi US$) e quella Samsonite International SA (1,3 miliardi US$), tutte avvenute nel 2011.

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English Common Law e non al sistema legale della Mainland China. Questi elementi si

sono poi ovviamente riflettuti sulla struttura stessa delle piazze finanziarie che, fortemente regolate e trasparenti, fanno registrare livelli di IPO Underpricing ben inferiori rispetto a quanto rilevato a Shanghai e Shenzhen [Loughran et al. (2012)].

Dopo la cessione dello stato di Hong Kong alla Gran Bretagna nel 1841, nei primi 50 anni di colonizzazione britannica l’isola si trasformò in una prosperosa comunità con più di 225.000 abitanti. Nel 1865 venne fondata la Hong Kong and Shanghai Banking

Corporation che poi divenne nel 1990 parte dell’HSBC Group con sede a Londra.

La prima Borsa Valori dell’isola, the Association of Stockbroker in Hong Kong, fu formalmente istituita nel 1891 al fine di portare ordine e sicurezza nel mercato locale. Fu rinominata nel 1914 in Hong Kong Stock Exchange, ma a quel tempo ancora non vi erano al suo interno membri cinesi: quest’ultimi infatti parteciparono all’Hong Kong

Sharebrokers’ Association fondata solo successivamente, nel 1921.

A causa delle numerose perdite umane dovute alla Seconda Guerra Mondiale, le due Borse Valori suddette decisero di fondersi per creare l’Hong Kong Stock Exchange: a quel tempo si era ancora in una fase di iniziale costituzione, i volumi di scambio erano esigui e le trattative erano molto costose, non vi erano regole e spesso si ricorreva all’insider dealing per ottenere dei ritorni positivi.

Come molte aree asiatiche, anche Hong Kong crebbe notevolmente nel dopoguerra soprattutto grazie ad una profonda industrializzazione: questa prosperità economica portò negli anni ‘50 ad un incremento esponenziale del valore delle società quotate. Il 24 Novembre 1969 venne quotato pubblicamente l’Hang Seng Index (HSI) che a quel tempo rappresentava solo 33 Representative stocks.

Il 1973 fu sicuramente un anno di forte volatilità: l’indice raggiunse un picco massimo di 1774,96 punti il 3 Marzo, chiudendo l’anno a quota 433 punti. Alla fine dell’anno seguente si raggiunse invece il minimo storico di 177,11 punti, come riportato dal grafico che segue:

Ci si rese pertanto conto, con lo scoppio della bolla del 1973, che era assolutamente necessario dotarsi di una regolamentazione più accurata degli scambi e delle trattazioni, al fine di proteggere congiuntament

1974 in poi furono adottate numerose ordinanze per perseguire questo scopo.

Quando nel 1982 il Regno Unito e la Repubblica Popolare Cinese cominciarono a contrattare la sovranità sull’isola di Hong Ko

al fine di evitare una ricaduta come quella del decennio precedente. In particolare il governo di Hong Kong attivò delle misure importanti per rafforzare la moneta locale (HK$) fissando la quotazione a 7,8 HKD = 1

modifiche.

Grazie alle numerose regolamentazioni introdotte e all’eliminazione delle incertezze strutturali e concernenti il destino del paese, nel Settembre 1986 la Borsa Valori di Hong Kong ottenne la piena adesione alla

Valeurs , oggi nota come World Federation of Exchanges

effetti molto positivi sull’andamento del principale indice HSI che raggiunse i massimi fino a quel periodo, come riportato nel gr

Fonte: Storico HSI, Fonte Tradingeconomics

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Ci si rese pertanto conto, con lo scoppio della bolla del 1973, che era assolutamente necessario dotarsi di una regolamentazione più accurata degli scambi e delle trattazioni, al fine di proteggere congiuntamente gli investimenti e gli investitori: in tal senso dal 1974 in poi furono adottate numerose ordinanze per perseguire questo scopo.

Quando nel 1982 il Regno Unito e la Repubblica Popolare Cinese cominciarono a contrattare la sovranità sull’isola di Hong Kong, furono intraprese alcune contromisure al fine di evitare una ricaduta come quella del decennio precedente. In particolare il governo di Hong Kong attivò delle misure importanti per rafforzare la moneta locale (HK$) fissando la quotazione a 7,8 HKD = 1 USD: la stessa subì poi notevoli

Grazie alle numerose regolamentazioni introdotte e all’eliminazione delle incertezze strutturali e concernenti il destino del paese, nel Settembre 1986 la Borsa Valori di Hong Kong ottenne la piena adesione alla Federation Internationale des Bourses de

World Federation of Exchanges. Questo riconoscimento ebbe

effetti molto positivi sull’andamento del principale indice HSI che raggiunse i massimi fino a quel periodo, come riportato nel grafico sottostante:

Fonte: Storico HSI, Fonte Tradingeconomics

Ci si rese pertanto conto, con lo scoppio della bolla del 1973, che era assolutamente necessario dotarsi di una regolamentazione più accurata degli scambi e delle trattazioni, e gli investimenti e gli investitori: in tal senso dal 1974 in poi furono adottate numerose ordinanze per perseguire questo scopo.

Quando nel 1982 il Regno Unito e la Repubblica Popolare Cinese cominciarono a ng, furono intraprese alcune contromisure al fine di evitare una ricaduta come quella del decennio precedente. In particolare il governo di Hong Kong attivò delle misure importanti per rafforzare la moneta locale USD: la stessa subì poi notevoli

Grazie alle numerose regolamentazioni introdotte e all’eliminazione delle incertezze strutturali e concernenti il destino del paese, nel Settembre 1986 la Borsa Valori di

Federation Internationale des Bourses de

. Questo riconoscimento ebbe effetti molto positivi sull’andamento del principale indice HSI che raggiunse i massimi

Nell’Ottobre 1987 la Borsa Valori fu chiusa quattro giorni per limitare le perdite durante il Black Monday del mercato azionario globale. Nonostante queste precauzioni la fiducia degli investitori venne minata a tal punto che alla riapertura il 26 Ottobre, l’indice perse più del 43% in un solo giorno.

Fonte: Storico HSI, Tradingeconomics

Dopo gli andamenti tumultuosi del 1987 fu chiaro come fossero necessarie delle regolamentazioni più stringenti, ed in generale una profonda riforma della Borsa Valori. In questo contesto venne introdotto il

membri, nonché da un team

gli interessi dei partecipanti al mercato e migliorare le operazioni. Fonte: Storico HSI, Tradingeconomics

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Nell’Ottobre 1987 la Borsa Valori fu chiusa quattro giorni per limitare le perdite del mercato azionario globale. Nonostante queste precauzioni la fiducia degli investitori venne minata a tal punto che alla riapertura il 26 Ottobre, l’indice perse più del 43% in un solo giorno.

Fonte: Storico HSI, Tradingeconomics

andamenti tumultuosi del 1987 fu chiaro come fossero necessarie delle regolamentazioni più stringenti, ed in generale una profonda riforma della Borsa Valori. In questo contesto venne introdotto il Council of Stock Exchange

team molto competente di managers con il fine di salvaguardare

gli interessi dei partecipanti al mercato e migliorare le operazioni. Fonte: Storico HSI, Tradingeconomics

Nell’Ottobre 1987 la Borsa Valori fu chiusa quattro giorni per limitare le perdite del mercato azionario globale. Nonostante queste precauzioni la fiducia degli investitori venne minata a tal punto che alla riapertura il 26 Ottobre,

andamenti tumultuosi del 1987 fu chiaro come fossero necessarie delle regolamentazioni più stringenti, ed in generale una profonda riforma della Borsa Valori. formato da 22 con il fine di salvaguardare

Nei successivi anni, dal 1990 in poi, l’Hang Seng Index cominciò a beneficiare della progressiva costituzione del mercat

parlato precedentemente con riferimento alle Borse di Shanghai e di Shenzhen.

In tal modo la varietà e la numerosità dei prodotti scambiati crebbe sensibilmente durante gli anni ’90: nello specifico si as

esponenziale che nel 1993 il

Borsa Valori di Hong Kong era dotata, introdusse

Execution System.

Alcuni anni a seguire, in ot creazione anche del cosiddetto

brokers di gestire gli ordini direttamente dal proprio ufficio invece che recarsi

fisicamente nella Trading Hall

Nel 1997 una combinazione sfavorevole di fattori tra cui la svalutazione della moneta locale Thailandese, il Thai Baht

speculativa sull’Hong Kong Dollar, portarono l’indice a perdere più del valore in pochi mesi arrivando ad un minimo di 6544,79 punti il 13 Agosto 1998.

Fonte: Storico HSI, elaborazione da dati

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Nei successivi anni, dal 1990 in poi, l’Hang Seng Index cominciò a beneficiare della progressiva costituzione del mercato finanziario della Mainland China

parlato precedentemente con riferimento alle Borse di Shanghai e di Shenzhen.

In tal modo la varietà e la numerosità dei prodotti scambiati crebbe sensibilmente durante gli anni ’90: nello specifico si assistette ad un incremento dei volumi tanto esponenziale che nel 1993 il Central Clearing and Settlement System (CCASS) di cui la Borsa Valori di Hong Kong era dotata, introdusse l’Automatic Order Matching and

Alcuni anni a seguire, in ottica di implementazione del sistema già presente, si ebbe la creazione anche del cosiddetto Automated Trading System; in questo modo si permise ai di gestire gli ordini direttamente dal proprio ufficio invece che recarsi

Hall.

Nel 1997 una combinazione sfavorevole di fattori tra cui la svalutazione della moneta

Thai Baht, l’inizio della crisi finanziaria Asiatica e la pressione

speculativa sull’Hong Kong Dollar, portarono l’indice a perdere più del valore in pochi mesi arrivando ad un minimo di 6544,79 punti il 13 Agosto 1998.

Fonte: Storico HSI, elaborazione da dati YahooFinance.

Nei successivi anni, dal 1990 in poi, l’Hang Seng Index cominciò a beneficiare della

Mainland China, di cui si è già

parlato precedentemente con riferimento alle Borse di Shanghai e di Shenzhen.

In tal modo la varietà e la numerosità dei prodotti scambiati crebbe sensibilmente sistette ad un incremento dei volumi tanto (CCASS) di cui la

l’Automatic Order Matching and

tica di implementazione del sistema già presente, si ebbe la ; in questo modo si permise ai di gestire gli ordini direttamente dal proprio ufficio invece che recarsi

Nel 1997 una combinazione sfavorevole di fattori tra cui la svalutazione della moneta , l’inizio della crisi finanziaria Asiatica e la pressione speculativa sull’Hong Kong Dollar, portarono l’indice a perdere più del 50% del suo valore in pochi mesi arrivando ad un minimo di 6544,79 punti il 13 Agosto 1998.

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Una crisi ancora più marcata fu evitata grazie all’intervento del Governo che immise circa 120 miliardi (HK$) per comprare Blue chips portando l’indice sopra quota 8000 in poche settimane e, successivamente, a una crescita costante fino ai livelli pre-crisi. Nel 2001 il Governo liquidò gradualmente il proprio investimento, assicurandosi un notevole profitto lungo tutto il processo.

L’impulso alla crescita dato dalla partecipazione dello Stato, portò un’ondata di positività nel mercato: in primo luogo aiutò lo sviluppo dell’industria tecnologica e soprattutto delle piccole e medie imprese, in secondo luogo rese più concreta la possibilità di avere un mercato secondario.

Nel novembre 1999, dopo che, come già detto, Hong Kong passò da protettorato inglese a Regione Amministrativa Speciale della Repubblica Popolare cinese (1997), si costituì, all’interno della HKEx, la piattaforma di negoziazione Growth Enterprise Market, anche abbreviata con la sigla GEM: questa nacque al fine di raggruppare tutte le società che non possedevano i requisiti necessari per poter essere quotate nella piattaforma principale, la Main Board.

Il lancio del nuovo listino coincise con il boom del settore tecnologico all’inizio degli anni duemila; la crescita del settore e-business fu esponenziale in quel periodo, tanto ad Hong Kong, quanto nel resto del mondo, creando settori dell’economia che prima non esistevano. Il GEM funse da calamita per questi fast evolving players portando il numero di società quotate a 18 in soli 5 mesi.

Numerose fusioni nel 1999 cambiarono la struttura del mercato fondendo i cinque operatori dello stesso sotto un’unica holding, l’Hong Kong Exchanges and Clearing

Limited (HKEx). Successivamente alla fusione gli shareholders di ognuno degli

operatori scambiarono i loro diritti di proprietà negli Exchanges con interessi economici nell’HKEx e il diritto convenzionale di ricevere dividendi. Inoltre, rimasero invariate le condizioni riguardanti i Trading Rights in ogni rispettivo Exchange, vale a dire un’azione un Trading Right.

Considerate queste numerose riforme, nel Marzo del 2000, l’HSI raggiunse un massimo storico a 18.397,57 punti e, a causa del crescente numero di transazioni, tra il 2000 e il 2003, l’HKEx introdusse numerosissime riforme tecnologiche facendo un upgrade sostanziale dei suoi sistemi sia di trading che di order matching.

Successivamente a questa fase di reingegnerizzazione, l’HKEx cominciò a sperimentare un crescente interesse da parte della

partnership con Pechino e aprirvi un ufficio di rappresentanza nel 2003. Nei mesi

successivi venne concordata l’introduzione dell’ H Kong222: nel 2005 la Bank of Communication

in Cina ad essere quotata al di fuori dei confini Cinesi.

Nella storia più recente l’andamento dell’indice HSI è sempre stato tra i migliori a livello mondiale, tuttavia, come si evince dal grafico sottostante, anch’esso ha risentito enormemente della crisi economico finanzia

minimo nel Febbraio del 2009 a 12.811,57 punti.

Fonte: Storico HSI, elaborazione da dati

Tuttavia, nonostante la crisi economico finanziaria mondiale, dal 2009 in poi l’HKEx ha dimostrato grandissime potenzialità segnando numerosi

indubbiamente citata l’IPO dell’

questa piattaforma di negoziazione, raccolse la cifra stellare di 22 miliardi (US$).

222 Per maggiori dettagli si rimanda al proseguo del capitolo nel quale verranno precisamente descritte

tutte le varie tipologie azionarie esistenti in Cina, inclusa quella delle H

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Successivamente a questa fase di reingegnerizzazione, l’HKEx cominciò a sperimentare un crescente interesse da parte della Mainland, tanto da firmare un accordo di con Pechino e aprirvi un ufficio di rappresentanza nel 2003. Nei mesi successivi venne concordata l’introduzione dell’ H Share Index nel mercato di Hong

Bank of Communication fu la prima banca commerciale con sede

tata al di fuori dei confini Cinesi.

Nella storia più recente l’andamento dell’indice HSI è sempre stato tra i migliori a livello mondiale, tuttavia, come si evince dal grafico sottostante, anch’esso ha risentito enormemente della crisi economico finanziaria del 2007/2008 sperimentando un minimo nel Febbraio del 2009 a 12.811,57 punti.

Fonte: Storico HSI, elaborazione da dati YahooFinance.

Tuttavia, nonostante la crisi economico finanziaria mondiale, dal 2009 in poi l’HKEx ha dimostrato grandissime potenzialità segnando numerosi record:

indubbiamente citata l’IPO dell’Agricultural Bank of China che, avvenuta proprio in iattaforma di negoziazione, raccolse la cifra stellare di 22 miliardi (US$).

Per maggiori dettagli si rimanda al proseguo del capitolo nel quale verranno precisamente descritte tutte le varie tipologie azionarie esistenti in Cina, inclusa quella delle H Share.

Successivamente a questa fase di reingegnerizzazione, l’HKEx cominciò a sperimentare , tanto da firmare un accordo di con Pechino e aprirvi un ufficio di rappresentanza nel 2003. Nei mesi Index nel mercato di Hong fu la prima banca commerciale con sede

Nella storia più recente l’andamento dell’indice HSI è sempre stato tra i migliori a livello mondiale, tuttavia, come si evince dal grafico sottostante, anch’esso ha risentito ria del 2007/2008 sperimentando un

Tuttavia, nonostante la crisi economico finanziaria mondiale, dal 2009 in poi l’HKEx ha

record: tra questi va

che, avvenuta proprio in iattaforma di negoziazione, raccolse la cifra stellare di 22 miliardi (US$).

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Ciò detto ne emerge che, nonostante la Borsa Valori di Hong Kong, come si ha avuto modo di constatare attraverso questa breve panoramica, abbia avuto una sua particolare storia, difforme dalle altre piazze finanziarie cinesi, contestualmente anche questa Borsa Valori risente fortemente dell’influenza dell’andamento dell’economia mondiale e del

trend degli altri principali listini.

Proprio in quest’ottica di contagio finanziario si inserisce un ampio filone di studi: tale fenomeno è stato sottovalutato per numerosi decenni, ma ha cominciato a guadagnare consensi dopo il 1997 con la crisi finanziaria asiatica. L’obiettivo, dato il contesto di analisi, è capire se e come la Borsa di Hong Kong influenzasse o fosse influenzata da altre entità: nello specifico ci si chiese se la stessa avesse esercitato un certo influsso nei confronti delle Borse di Shanghai e Shenzhen.

Tale fenomeno viene generalmente identificato come un cambiamento strutturale della relazione tra mercati evidenziato da un cambio del coefficiente di correlazione [Rigobon&Forbes (2001)]. Un’elaborazione molto convincente suggerisce che il contagio finanziario dal mercato X al mercato Y avviene se la dipendenza tra i due mercati aumenta quando la performance del mercato X è molto inferiore rispetto a quella media [Bradley&Taqqu (2005a, 2005b), Can Inci et al. (2011)].

In generale, Inci et al. (2009) arrivano alla conclusione che il mercato più influente al mondo è, senza sorprese, il mercato Americano. Dal punto di vista dell’equity market il mercato statunitense presenta influenze nel mercato tedesco, britannico, giapponese e di Hong Kong, senza però sperimentare alcun tipo di contagio inverso. Lo stesso tipo di risultati sono stati ottenuti anche nell’analisi del mercato futures.

In generale si può affermare che l’integrazione economica globale ha aumentato la dipendenza reciproca tra i paesi. In questo senso, rallentamenti economici in un paese possono velocemente ripercuotersi verso i suoi trading partners. Nella storia più recente, grazie anche ad un aumento dei volumi di scambio, la sincronizzazione tra i movimenti ciclici delle attività economiche si è resa sempre più difficile: in particolare si può vedere come, all’aumentare dei volumi di scambio tra paesi diversi dagli USA, la dipendenza dei mercati globali dagli US si sta gradualmente affievolendo.

Contrariamente allo scambio di beni e servizi, la dipendenza dei mercati finanziari rimane molto legata alle performance del mercato statunitense soprattutto per motivi

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legati alla capacità di movimentare capitali, di innovazione finanziaria e legati all’abilità degli Stati Uniti di mantenere la liquidità dei bond del Tesoro.

Seguendo questa logica e analizzando più attentamente la storia passata del mercato di Hong Kong, si può affermare che il fenomeno del Financial Contagion non è un fenomeno nuovo per questa piazza, tuttavia bisogna analizzare in profondità i players coinvolti. Esula dai fini di questo paper fornire un’analisi econometrico-statistica delle correlazioni tra le performance delle maggiori piazze mondiali con quella di Hong Kong, ma quanto detto finora permette di trarre alcune importanti conclusioni.

La struttura di base della piazza asiatica permette sicuramente di riconoscere una notevole influenza britannica. Nei primi anni di attività la sovranità del Regno Unito sull’isola di Hong Kong ha plasmato anche la struttura e le regolamentazioni della Borsa Valori asiatica che si differenziava in modo marcato dalle piazze di Shanghai e