L’uguaglianza, i diritti umani e le donne di O RSETTA G IOLO ∗
1. Il centro e le periferie: l’uguaglianza e le discriminazion
Nel 1996, alcune femministe italiane affermarono in un famoso documento 1:
“Il patriarcato è finito”. Da allora, nel dibattito italiano (ma non solo) si è tenta- to di ridefinire ciò che prima con la categoria del patriarcato si individuava, ar- rivando a formulare nozioni quali “post-patriarcato” o “neo-patriarcato” 2.
Tuttavia, il fatto che nelle società contemporanee la maggior parte delle
∗ Desidero ringraziare Baldassare Pastore, Brunella Casalini e Thomas Casadei per aver
letto le prime versioni di questo saggio suggerendomi importanti integrazioni e correzioni ai fini della sua stesura definitiva.
1 In http://www.libreriadelledonne.it/news/articoli/sottosopra96.htm. Questo famoso nu-
mero del periodico Sottosopra venne firmato da numerose intellettuali, tra queste Francesca Graziani, Sandra De Perini, Luana Zanella, Denise Briante, Cristiana Fischer, Anna Di Sal- vo, Daniela Riboli, Luisa Muraro, Clara Jourdan, Rosetta Stella, Rinalda Carati, Lia Cigari- ni, Maria Marangelli, Oriella Savoldi, Mari Zanardi, Letizia Bianchi, Lilli Rampello, Trau- del Sattler, Annarosa Buttarelli, Marisa Guarneri, Loredana Aldegheri.
2 Su questo si vedano, ad esempio, il testo di Adriana PERROTTA RABISSI, Neo-patriarca-
to o post-patriarcato? (2010), e l’analisi di Paola MELCHIORI, Neopatriarcato (2009), in Over-
left. Rivista di culture a sinistra, http://rivista.overleft.it/index.php?option=com_content&view= article&id=55&Itemid=81.
donne viva ancora in una condizione di minore sicurezza, minore libertà, mino- re autonomia rispetto agli uomini fa dubitare dell’utilità dell’abbandono della nozione di patriarcato tout court e dovrebbe costringere molte delle femministe “storiche” a ridimensionare le proprie certezze.
Sarebbe forse più corretto sostenere che il patriarcato è, di certo, in crisi, ma ancora saldamente radicato, poiché le prove della sua sopravvivenza sono nu- merose ed evidenti: è sufficiente consultare i dati statistici delle organizzazioni internazionali e delle organizzazioni non governative per scorgervi il lungo elenco di drammi, vessazioni, violazioni dei diritti che le donne continuano a subire nei luoghi più disparati del pianeta.
Qui di seguito, vorrei proporre alcuni argomenti al fine di sostenere che il patriarcato non è morto nemmeno all’interno delle società occidentali, conside- rate, da molti, come le società più rispettose dei diritti delle donne e, in genera- le, dei diritti umani 3. Le riforme del diritto (di famiglia, del lavoro, delle suc-
cessioni), le politiche delle pari opportunità e soprattutto il fondamentale princi- pio di uguaglianza che – al di là delle critiche che ad esso sono state rivolte – funziona ancora come potente grimaldello dei meccanismi di discriminazione (si pensi all’implementazione in corso del diritto anti-discriminatorio) hanno si- curamente prodotto effetti positivi per le donne e duramente scosso il sistema politico-giuridico-economico che reggeva il dominio maschile 4. Eppure, per-
mangono, più o meno ai margini di questi nuovi assetti sociali, politici e giuri- dici fondati sull’uguaglianza e sulle pari opportunità, degli “spazi”, che po- tremmo definire “periferie”, ancora fortemente improntati a logiche discrimina- torie su base sessuale: indagando questi “spazi”, solo apparentemente margina-
3 Sul problematico rapporto tra diritti umani e diritti delle donne numerose sono le rifles-
sioni in corso. Si pensi ad esempio alle questioni sollevate dal famoso saggio di Susan MOL- LER OKIN, Is Multiculturalism Bad for Women? (in “Boston Review”, October-November 1997, http://www.bostonreview.net/BR22.5/okin.html) relativamente al pericolo che le teorie multiculturaliste possono rappresentare per i diritti delle donne nel momento in cui sosten- gono la “negoziabilità” di questi diritti in nome della tutela dell’identità collettiva dei gruppi culturali. Si vedano ancora, sugli stessi temi, le campagne promosse dalle associazioni di donne arabo-musulmane per la riaffermazione forte dei diritti delle donne in quanto diritti umani, sulla non negoziabilità del principio di uguaglianza e dell’universalità dei diritti stes- si: in particolare l’appello Egalité sans réserves (http://cedaw.epetitions.net/). Cfr., su questi argomenti, il numero monografico della rivista “Ragion pratica. Diritti delle donne tra parti- colarismo e universalismo”, n. 2/2004.
4 Sul principio di uguaglianza si vedano i fondamentali studi di Letizia Gianformaggio
raccolti nel volume Eguaglianza, donne, diritto, a cura di A.FACCHI,C.FARALLI,T.PITCH,
il Mulino, Bologna, 2005. Si vedano anche i relativi approfondimenti di T. MAZZARESE, Un
monito a prendere sul serio l’eguaglianza, in Eguaglianza, donne, diritto, cit., pp. 15-29 e Eguaglianza, differenza e tutela dei diritti fondamentali. Nuove sfide e crisi dello Stato costi- tuzionale di diritto, in Th. CASADEI (a cura di), Lessico delle discriminazioni: tra società,
li, è possibile scorgere con quanta forza ancora si reggano le fondamenta pro- fonde del sistema patriarcale 5. Queste periferie, spesso ignorate o trascurate,
come moderne banlieues ai margini delle grandi città, sono poco frequentate da chi vive “al centro” della compagine sociale o politica: esse hanno, tuttavia, la capacità di disegnare i confini stessi della libertà delle donne, poiché da un lato mantengono i soggetti che abitano questi spazi in una condizione di cittadinan-
za negata, o, nei peggiori casi, di vera e propria disumanizzazione e poiché, dal-
l’altro, funzionano come meccanismi di blocco della potenzialità espansiva del- l’autodeterminazione delle donne 6.
In questa sede intendo dunque offrire alcuni esempi di “periferie”, intese come teorie, istituti, prassi, disposizioni, o sotto-sistemi normativi che si presen- tano solo in apparenza come coerentemente orientati al rispetto del principio di uguaglianza e che, invece, nel momento in cui l’ottica di genere prevale su qualsiasi altra considerazione, svelano la loro forte matrice sessista e, di conse- guenza, il loro impatto in termini di violazione dei diritti delle donne.