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Le sfide del presente: globalizzazione dei diritti e nuovo modello di sviluppo

Persone con disabilità e diritti umani di G IAMPIERO G RIFFO *

3. Le sfide del presente: globalizzazione dei diritti e nuovo modello di sviluppo

Il mondo in cui viviamo, ove processi di globalizzazione e di standardizza- zione si combinano a volte in maniera distruttiva per le diversità umane, vanno corretti e trasformati, ponendo al centro le persone e gli esseri umani concreti, situati, in carne ed ossa.

Ad approfondire l’analisi della globalizzazione risulta evidente che nel se- condo dopoguerra, con la nascita dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, si è avviato un processo di globalizzazione dei diritti, basato sulla tutela dei diritti umani, attraverso l’approvazione di Convenzioni internazionali 39 e la definizio-

37 A questo proposito si vedano M. B

IGGERI,N.BELLANCA,L.TANZI,S.,BONFANTI, Sul-

le politiche per le persone con disabilità: il progetto di vita e la strategia a mosaico, in M.

BIGGERI,N.BELLANCA (a cura di), Dalla relazione di cura alla relazione di prossimità.

L’approccio delle capability alle persone con disabilità, Liguori, Napoli, 2011, pp. 165-187;

M. BIGGERI,N. BELLANCA, Ripensare le politiche sulla disabilità in Toscana attraverso

l’approccio delle capability di Amartya Sen: from cure to care, Rapporto finale, Regione

Toscana, 2010; M.BIGGERI,N.BELLANCA, L’approccio delle capability applicato alla disa-

bilità: dalla teoria dello sviluppo umano alla pratica, in “Umanamente”, Dossier n. 3,

UCODEP, Arezzo, 2011. Si veda anche il numero monografico di “Alter. European Journal of Disability Research”, vol. 5, n. 3, July-September 2011: The “Capability Approach” to

Rethink Policies for Persons with Disabilities.

38 Per questi aspetti: R. B

ARBUTO,M.BIGGERI,G.GRIFFO, Life Project, Peer Counselling

and Self-help Group as Tools to Expand Capability, Agency and Human Rights, in “Alter.

European Journal of Disability Research”, vol. 5, n. 3, July-September 2011, pp. 192-205.

39 Basti pensare alla Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di di-

scriminazione razziale (1965), al Patto internazionale sui diritti civili e politici (1966) e a quello sui diritti economici, sociali e culturali (1966), alla Convenzione sull’eliminazione di

ne di un sistema di monitoraggio e protezione all’interno dell’ONU 40. Questo

processo ha visto riconosciuti non solo i diritti umani universali, ma li ha visti applicati via via a soggetti vulnerabili, discriminati e spesso senza pari opportu- nità, come le donne, i bambini, gli immigrati, le persone con disabilità, ecc.

La globalizzazione dei diritti oggi accomuna nel mondo miliardi di persone, che vedono ogni giorno violati i loro diritti umani, vivendo condizioni di esclu- sione, segregazione, ingiustizie e discriminazioni. Dagli inizi degli anni ‘80 del secolo scorso si è sviluppato un processo di globalizzazione dell’economia, che ha reso interindipendenti mercati e risorse, sottomettendo quelle che prima era- no scelte esclusivamente nazionali, a processi determinati da decisioni interna- zionali. Progressivamente la globalizzazione dei diritti è andata confrontandosi e poi scontrandosi con la globalizzazione economica, fino a subire una sussun- zione della prima alla seconda. L’allargamento dei potenziali beneficiari mon- diali ha infatti visto nascere forti resistenze proprio nei paesi sviluppati. Sempre più ci si sente ripetere che non si possono applicare i diritti senza adeguate ri- sorse economiche. In questo modo l’accesso progressivo ai diritti, che ha con- traddistinto lo sviluppo delle società industriali negli ultimi secoli, sta per essere soppiantato da società in cui, essendo dichiarato che le risorse economiche sono limitate, sembra delinearsi una soglia di accesso ai benefici dello sviluppo che potrebbe essere definita o dal reddito (“diritti a chi se li può permettere”) o da una selezione arbitraria dei beneficiari (che pone il quesito “chi ha più diritto ai diritti?”). Nel campo della disabilità già vi sono le prime teorie. Negli ultimi decenni Peter Singer 41, un utilitarista americano, ha sostenuto che, se l’uso delle

risorse limitate deve indirizzarsi al massimo del benessere collettivo, dovremo identificare chi è titolato a beneficiarne. In tal senso, è utile per la società esclu- dere tra i beneficiari gli esseri umani che non diventano persone: è il caso di feti che presentano malformazioni molto gravi (tali da rendere la qualità della loro vita molto bassa), la cui nascita comporterebbe un aggravio cospicuo dei costi della società per farli vivere e un aumento di sofferenza per la madre e la fami- glia e impedirebbe alla madre di concepire un altro figlio sano con una vita più

tutte le forme di discriminazione contro le donne (1979), alla Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti (1984), alla Convenzione sui diritti dell’infanzia (1989), alla Convenzione internazionale per la tutela dei diritti di tutti i lavora- tori migranti e dei minori e dei membri delle loro famiglie (1990), alla Convenzione sui di- ritti delle persone con disabilità (2006). Per una panoramica d’insieme e una trattazione di questi documenti normativi si veda ora il Codice dei diritti umani fondamentali, a cura di U. VINCENTI, Edizioni Plus - Pisa University Press, Pisa, 2011.

40 Si veda il sito web dell’Alto Commissario sui diritti umani delle Nazioni Unite: http://

www.ohchr.org/EN/Pages/WelcomePage.aspx.

41 P. S

INGER, Etica pratica, Liguori, Napoli, 1989; ID., La vita come si dovrebbe, Il Sag-

felice e che renderebbe anche quella dei genitori meno dolorosa. Impressionante è che questa impostazione si basi su motivazioni analoghe a quelle che il regime nazista usava per giustificare l’eutanasia di stato per le persone con disabilità e malattie mentali. Tale impostazione non è più solo teorica, infatti è stata ripresa da un gruppo di medici olandesi che ha teorizzato (e praticato) l’eutanasia di nati con la spina bifida 42; e del resto anche il Royal College of Obstetricians and Gy- naecology del Regno Unito, nel 2006, ha chiesto alla commissione di bioetica di

Norfolk di essere autorizzato a uccidere i nati con gravi “disabilità” 43. A questa

palese violazione dei diritti umani alcune organizzazioni di persone con disabili- tà, in particolare Disabled People’s International (DPI), l’European Disability

Forum e l’International Federation for spina byfida and hydrocephalus hanno

reagito con varie prese di posizione 44, rivendicando la tutela dei diritti umani

delle persone con disabilità, sancita dagli artt. 1 e 3 della Dichiarazione dei di- ritti dell’uomo e dall’art. 10 della Convenzione dell’ONU 45. Risulta ormai evi-

dente come un approccio puramente economico all’accesso ai diritti si scontri con la tutela dei diritti umani.

Il mercato, e le sue regole (che si occupano – ricordiamolo – solo di incre- mentare i profitti), purtroppo non tutela i diritti umani 46. Una riflessione più

attenta dei rapporti tra mercato, democrazia e diritti fa emergere che quella che sembrava una corrispondenza automatica, sempre più è diventata e diventerà una relazione problematica. Risulta sempre più urgente, allora, individuare for- me di sviluppo basate sul rispetto dei diritti umani e relazioni internazionali do-

42

Si veda il sito web dell’IFSBH (International Federation for spina byfida and hydroce- phalus) dove sono riportati sia il protocollo sia le prese di posizione delle associazioni;

http://www.ifglobal.org/en/termination-of-life-groningen-protocol.html.

43 “Senior doctors are urging health professionals to consider permitting the euthanasia of

seriously disabled newborn babies. The college is arguing for ‘active euthanasia’ to be con- sidered for the overall good of parents, sparing them the emotional burden and financial hardship of bringing up the sickest babies”.

44 Si veda Disabled people speak on the new genetics. DPI Europe position statement on

Bioethics and Human Rights. London, 2000. Per l’European Disability Forum, che ha ap-

provato due risoluzioni sulla materia, si può consultare il sito web: www.edf-feph.org. Cfr. anche G. GRIFFO, Bioethic and Disability: an Human Rights Issue (2001), in Atti del conve- gno Bioetica e disabilità, organizzato dalla Fondazione Lanza, Conegliano Veneto, 26 set- tembre 2001.

45 L’art. 1 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo recita: “All human beings are born

free and equal in dignity and rights”; l’art. 3 recita: “Everyone has the right to life, liberty and security of person”. L’art. 10 della CRPD (Right to life) recita: “States Parties reaf- firm that every human being has the inherent right to life and shall take all necessary measures to ensure its effective enjoyment by persons with disabilities on an equal basis with others”.

46 Cfr. S. L

ve la forza del diritto contemperi gli abusi che il mercato produce 47.

Da queste brevi considerazioni emerge la necessità di elaborare nuove solu- zioni, che permettano di coniugare uno sviluppo equilibrato e solido 48 con un

allargamento progressivo del numero di persone beneficiarie. In questa direzio- ne risulta essenziale elaborare nuove prospettive di sviluppo e soluzioni di in- clusione.

Le società aperte, globalmente accessibili, inclusive e flessibili, basate sul ri- spetto e la valorizzazione di tutte le diversità umane e sociali sono quelle in cui l’obiettivo è realmente il miglioramento delle condizioni di vita di tutti. Per ot- tenere questo è necessario attuare processi di inclusione sociale, che valorizzino le caratteristiche di tutti gli esseri umani, promuovendo pari opportunità e non discriminazione. Per continuare a prospettare speranze sul futuro per le prossi- me generazioni, e prospettive di più larga partecipazione ai benefici dello svi- luppo, sono necessari modelli inclusivi di società.

Le persone con disabilità offrono questo messaggio culturale, politico e so- ciale a tutta la società: se vengono tutelate e valorizzate tutte le diversità umane, sarà garantito il rispetto dei diritti umani e si costruiranno contesti basati su for- me di sviluppo economico e sociale che miglioreranno la qualità della vita di tutti, a partire da ognuno.

47 Per un esempio delle sopraffazioni del mercato in epoca globale rinvio a N. K

LEIN, No

Logo: economia globale e nuova contestazione, Baldini & Castoldi, Milano, 2000.

48 Le prime proposte nascono sia in campo economico (vedi S. L

ATOUCHE, Come so-

pravvivere allo sviluppo. Dalla decolonizzazione dell’immaginario economico alla costru- zione di una società alternativa, Bollati Boringhieri, Torino, 2005; ID., Come si esce dalla

società dei consumi. Corsi e percorsi della decrescita, Bollati Boringhieri, Torino, 2011), sia

in quello dello sviluppo sostenibile (L. DAVICO, Sviluppo sostenibile. Le dimensioni sociali,

Carocci, Roma, 2004; M.LINDGREN,H.BANDHOLD, Scenario Planning: The Link Between

Future and Strategy, Palgrave Macmillan, Hampshire-New York, 2003), sia, infine, in quel-

lo della rinnovata relazione spirituale tra esseri umani e cosmo (R. PANIKKAR, Trinità ed

esperienza religiosa dell’uomo, Cittadella, Assisi, 1989; ID., Ecosofia: la nuova saggezza.

Per una spiritualità della terra, Cittadella, Assisi, 1993; ID., La realtà cosmoteandrica. Dio-

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