• Non ci sono risultati.

Il diritto alla salute (degli uomini) e le nuove prospettive della me dicina di genere

L’uguaglianza, i diritti umani e le donne di O RSETTA G IOLO ∗

5. Il diritto alla salute (degli uomini) e le nuove prospettive della me dicina di genere

Un aspetto, addirittura inquietante, della totale pervasività della logica pa- triarcale riguarda la tutela della salute delle donne. Scoperte recentissime hanno dimostrato che il corpo delle donne non è diverso da quello degli uomini sola- mente in relazione all’apparato sessuale-riproduttivo: tutto nelle donne funziona diversamente rispetto a quanto avviene nel corpo degli uomini.

Le prime ricerche sulla c.d. gender medicine sono state avviate negli Stati Uniti, e statunitense è anche la prima rivista dedicata a questo tema: Gender

Medicine. The Journal for the Study of Sex & Gender Differences 33; nel 2008 a

Berlino si è tenuto il primo congresso internazionale sull’argomento, e da allora l’appuntamento si rinnova tutti gli anni; in Italia, nel 2009 34 e nel 2010 35, si so-

no tenuti il I e il II Congresso italiano sulla medicina di genere, a Padova. La medicina di genere si può definire come una nuova dimensione della me- dicina che studia l’influenza del sesso e del genere sulla fisiologia, sulla fisiopa- tologia e sulla patologia umana. Fino ad oggi la cure, la prevenzione, le malat- tie, i sintomi, le terapie sono state studiate esclusivamente in riferimento al cor- po maschile, inteso quale unico modello di corpo umano.

La scienza medica ha sempre considerato il corpo delle donne come un cor- po difficilmente indagabile e sul quale è estremamente complicato sperimentare farmaci e cure: le variazioni ormonali e le possibili gravidanze – anche solo fu- ture – sono stati motivi sufficienti per evitare di “alterare” con le sperimenta- zioni mediche meccanismi così delicati. Eppure questa giustificazione “scienti- fica” non è sufficiente a spiegare il ritardo con cui la ricerca medica si è avvici- nata al corpo delle donne, e per una ragione evidente: una sezione del corpo del- le donne è stata, al contrario, molto studiata, precisamente, quella relativa alla c.d. “zona bikini”. Il seno e l’utero – si guardi il caso, le uniche due zone rile- vanti per l’interesse (sessuato) maschile – sono oggetto di indagine e del “trise-

33 http://www.gendermedjournal.com.

34 http://www.lorenzinifoundation.org/Gender2009/slides/.

   

colare processo di medicalizzazione del corpo femminile” 36, assieme a “tutti gli

aspetti della vita riproduttiva (pubertà, contraccezione, parto, procreazione, me- nopausa)” 37. Così, mentre per le patologie tipicamente maschili sono continue

le scoperte di cure mediche all’avanguardia, niente si è visto per la cura delle patologie femminili. Solamente l’investimento scientifico sul feto (ciò che sta

dentro la donna, ma che non è la donna) e sulle tecniche di diagnosi prenatali,

nonché le tecnologie della fecondazione assistita (e cioè le tecniche riproduttive

sulla donna) hanno conosciuto progressi incredibili, trasformando la concezione

stessa della maternità che “[…] estrapolata dal corpo femminile, è resa neutra, cioè né maschile né femminile, ma medica, come se la scienza fosse neutrale […] e o avesse la capacità di rendere tale ciò che manipola” 38.

Contemporaneamente, in questi ultimi anni, si sono invece rilevati enormi problemi nel traslare tutto il resto della scienza medica da un sesso all’altro, perché tutto differisce: il modo di rivelarsi delle malattie (i sintomi), l’andamen- to delle stesse, la risposta ai farmaci, la delineazione dei fattori di rischio di ma- lattia (e dunque la prevenzione).

L’importanza di una siffatta ricerca è tale da provocare una riflessione sull’in- tera medicina, sul diritto alla salute e sulle sue mancanze in un’ottica di genere. Si tratta di ripensare il soggetto-oggetto della scienza medica, di ricollocarlo in ambi- to sociale, familiare e politico, in tutte le sue varianti e variabili. Il corpo oggetto della medicina ora si è sdoppiato e si è sdoppiato pure il soggetto della medicina: non è più accettabile che l’unico approccio alla cura medica (del resto, unico esempio di “cura” gestita prevalentemente da uomini) sia di stampo maschile.

Colpisce, a questo riguardo, la rilevanza che assume nell’analisi delle pato- logie la dimensione relazionale: “il corpo della donna”, oggetto della ricerca, si declina immediatamente al plurale nei “corpi delle donne”, donne anziane o giovani, migranti, casalinghe, sposate, single, con figli o meno e così via. È stra- ordinario notare come gli studi che indagano l’insorgenza delle patologie nelle donne tengano in grande considerazione questa miriade di fattori sociali e cultu- rali contingenti 39. Così, emerge, ad esempio, che la depressione nelle donne è

determinata prevalentemente da fattori “ambientali” connessi con la faticosa ge- stione del combinato disposto famiglia-lavoro, mentre la predisposizione gene- tica è pressoché ininfluente: ciò significa che pure la relativa cura chimica ha

36 L. LOMBARDI, Società, culture e differenze di genere, Franco Angeli, Milano, 2005, p.

14. Si veda anche C. FARALLI e C. CORTESI (a cura di), Nuove maternità. Riflessioni bioeti-

che al femminile, Diabasis, Reggio Emilia, 2005.

37 L. LOMBARDI, Società, culture e differenze di genere, cit., p. 14. 38

Ivi, p. 75.

39 Si vedano in proposito gli abstract selezionati in http://www.lorenzinifoundation.org/

effetti minimi sulla risoluzione dello stato depressivo, mentre servirebbero mas- sicci interventi sul piano sociologico, politico, economico non sulle donne bensì sulla struttura sociale che le circonda.

In questo modo, la medicina di genere, ragionando sui corpi e sulle cure, sta allo stesso tempo modificando la prospettiva da cui parte lo sguardo per definire le patologie, le diagnosi, le prognosi. L’ottica di genere sta imponendo una tor- sione fenomenale, epocale, al mondo della medicina, chiaramente improntato ancora (come tutti gli altri settori della società) a logiche, priorità e gerarchie valoriali tipicamente maschili. Sul piano sociologico, filosofico, giuridico e po- litico, occorre ancora focalizzare in modo chiaro e preciso quali siano state le dinamiche che hanno emarginato e subordinato anche in campo medico il corpo femminile e il soggetto femminile, al fine di imprimere un’accelerazione alla rivoluzione medica in corso, rimuovendo gli ostacoli che ancora vi si frappon- gono.

6. “Madre natura” o “mauvaises mères”? Il ritorno della mitologia del-

Outline

Documenti correlati