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La ricerca sulla morfologia dell’urbano è sicuramente uno degli aspetti più at- tuali con cui la disciplina urbanistica deve confrontarsi.

Lo spazio urbano che la città europea tradizionale ci ha consegnato è uno spazio complesso che si è costituito in un processo lento e continuo di prove che, cor- reggendo gli errori che emergono dal tentare, è approdato a forme che costituis- cono l’essenza di luoghi variamente articolati in termini percettivi.

Le urbanizzazioni contemporanee non sembrano invece riuscire ad avere la stes- sa qualità spaziale. Gli ambienti urbani sviluppatosi in questi ultimi decenni sem- brano essersi conformati, percettivamente, in modo molto povero (Blake 1983; Norberg-Schulz 1984; 1986; Lynch 1985; 1990; ecc.). Pare che il linguaggio di configurazioni spaziali che la città aveva sintetizzato nel suo lungo processo di sviluppo (Muratori 1966; Alexander et Al. 1977; ecc.) si sia dissolto da tempo.

Il funzionalismo novecentesco, piuttosto che concentrarsi sullo spazio urbano, cioè quello spazio intermedio fra le singole realizzazione edilizie, si è concentrato sulle singole architetture: l’urbano si è così dissolto rimanendo un vuoto non definito. Lo spazio fra le architetture è divenuto uno spazio quasi di risulta, la scalarità che soddisfaceva i bisogni di un luogo intermedio dell’abitare urbano (e che faceva della città quel luogo ricco di occasioni per svolgere le mille attività degli uomini) sembra essersi annientata. È diventato necessario riuscire di nuovo a cogliere, in questo spazio intermedio che compone l’urbano, la complessità che nella città storica aveva prodotto e tentare di dispiegare queste regole invarianti nella compo- sizione dello spazio che dovrebbe conformarsi per il futuro.

Leggere la complessità dello spazio che abbiamo ereditato, capirne le caratteris- tiche invarianti che ne compongono la qualità intrinseca, provare a innovare queste regole confrontandosi con il mondo che si sta formando, diventa il tentativo di delineare un metodo progettuale innovativo e capace di accettare la sfida di ri- qualificare i brandelli di agglomerato urbano che abbiamo ereditato dal recente passato (Saragosa 2011; 2016). Metodo progettuale che parte dallo studio della morfologia tradizionale delle città europee compatte per comprendere le basi de- gli urban codes locali, i quali derivano, secondo anche le scuole del territorialismo italiano, dal continuo lavoro di aggiornamento delle regole compositive della città e del territorio nei lunghi processi di territorializzazione (Magnaghi 2001; 2010).

Una volta definito questo insieme di regole morfologiche, il modo con cui queste si dispiegano a formare nuovo tessuto di qualità per i nostri centri urbani è poi altro problema con cui la disciplina urbanistica deve confrontarsi. Occorre così individ- uare un sistema complesso di quelli che Cristopher Alexander (2002) definirebbe programmi generativi, per permettere che gli urban codes locali possano di nuovo produrre complessità urbana e territoriale.

Questi processi generativi sono, per Alexander, il passaggio essenziale per gen- erare uno spazio che protegga e nutra, nel corpo e nello spirito.

Quella per comprendere come gli urban codes si possano dispiegare in un pro- gramma generativo che assicuri il raggiungimento della qualità spaziale ed ecologica dell’insediamento umano è, quindi, una ricerca molto complessa. Richiede molta analisi sui fenomeni di dispiegamento in essere e molta sperimentazione nei processi di rigenerazione, così come provano a fare i lavori contenuti in questa Seconda Parte. Un primo blocco di contributi, di cui ai testi di Padideh Ordoubazari e Shirindokht Salman, di Irene Conti e di Fabio Maulella e Luca Menguzzato, cerca di valutare e sperimentare metodologie di valutazioni e analisi della qualità morfolog- ica delle città contemporanee, interrogandosi, in particolar modo, sulle potenziali connessioni tra qualità ambientale e qualità morfologica degli insediamenti e sulla dimensione percettiva di quest’ultima da parte delle comunità locali.

Un secondo blocco di contributi riporta invece una serie di lavori operativi, che tentano di applicare alla morfogenesi di spazi urbani e territoriali programmi gen- erativi retti da precisi processi di dispiegamento finalizzati alla loro riqualificazione. Tali lavori di applicano a contesti locali estremamente variegati, quasi a significare la dinamicità e la versatilità dello strumento metodologico proposto: dalla città laziale di Caprarola del contributo di Nora Annesi, al contesto ligure della città di La Spezia nel testo di Barbara Esposito, alle realtà toscane di Cecina, La Briglia e Empoli, rispettivamente oggetto dei contributi di Alessandra Baggiani, di Luca Frassini e Simone Rossi e di Marina Visciano, per arrivare, infine, alla città argentina di Buenos Aires con il lavoro di Andrea De Caro.

Il panorama dei contributi proposti rappresenta quindi uno spettro molto var- iegato di sperimentazioni. Da essi emerge con chiarezza che uno degli obiettivi dell’urbanistica del XXI secolo sarà non tanto di ampliare a dismisura i nostri ag- glomerati urbani, quanto piuttosto di far intervenire mediante programmi genera- tivi gli urban codes che riusciremo a distillare dalle nostre analisi del linguaggio di configurazioni spaziali che nei vari luoghi della terra sono andate definendosi. Questo processo di dispiegamento dovrà avvenire soprattutto nell’agglomerazione urbana di bassissima qualità che abbiamo ereditato. Quella parte di urbano non soddisfacente dal punto di vista delle qualità spaziali e che, quindi, solo rigeneran- dosi potrà ri-assumere quella dignità necessaria per essere di nuovo definita città.

Riferimenti bibliografici

Alexander C., Ishikawa S., Silverstein M. (1977), A Pattern Language, Oxford University Press, Oxford - New York.

Alexander C. (2002), The nature of order. An essay on the art of building and the nature of the uni-

Blake P. (1983), La forma segue il fiasco. Perché l’architettura non ha funzionato, Alinea, Firenze. Lynch K. (1985), L’immagine della città, Marsilio, Venezia.

Lynch K. (1990), Progettare la città. La qualità della forma urbana, Etas Libri, Milano. Magnaghi A. (2001 - a cura di), Rappresentare i luoghi. Metodi e tecniche, Alinea, Firenze. Magnaghi A. (2010), Il progetto locale. Verso la coscienza di luogo, Bollati Boringhieri, Torino. Muratori S. (1966), Civiltà e territorio, Centro studi di storia urbanistica, Roma.

Norberg-Schulz C. (1984), L’abitare. L’insediamento, lo spazio urbano, la casa, Electa, Milano. Norberg-Schulz C. (1986), Genius Loci. Paesaggio, Ambiente, Architettura, Electa, Milano. Saragosa C. (2011), Città tra passato e futuro. Un percorso critico sulla via di Biopoli, Donzelli, Roma. Saragosa C. (2016), Il sentiero di Biopoli. L’empatia nella generazione della città, Donzelli, Roma.

I territori della contemporaneità. Percorsi di ricerca multidisciplinari, a cura di Claudio Saragosa e Maddalena Rossi

ISBN 978-88-6655-189-8 - CC BY 4.0, 2018 Firenze University Press

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