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Marina Visciano

3. Le proposte progettuali: progetto direttore e

3.2 Il masterplan per l’Area Expo

L’area di progetto include quella inserita nel pe- rimetro del Piano Urbanistico Attuativo7 (pari a 36.876 mq), ampliata di uno ‘spicchio’ triangolare adiacente a Nord-Est (3.080 mq) al fine di rendere più efficace il rapporto tra la città e il fiume.

Il progetto di rigenerazione urbana è volto alla realizzazione di un centro polivalente in cui la fun- zione espositiva, a servizio di un vasto comprenso- rio, si inserisca in un sistema più ampio di servizi e funzioni direzionali, commerciali, culturali, ricetti- ve e ricreative. L’obiettivo è infatti quello di creare uno spazio urbano vivo nelle ore sia diurne che not- turne, in cui flussi di persone, attività e mezzi diver- si possano convivere in maniera sinergica.

7 PUA 1.1 previsto con apposita scheda norma dal Secondo

Figura 3. Il progetto direttore: A. Recupero del rapporto città-fiume; B. Rafforzamento del collegamento urbano Nord-Sud; C. Rafforzamento

Il principale intervento urbanistico per recuperare il contatto fisico tra la città e il fiume riguarda il rias- setto della viabilità con l’eliminazione del tratto della SS 67 che corre lungo l’argine, reso possibile dalla riconfigurazione di una strada più interna,8 posta tra l’area di progetto e il tessuto storico. L’intervento consiste nell’ampliamento della carreggiata con l’in- serimento di ampi marciapiedi alberati che fungano da filtro per il traffico veicolare, sia rispetto al nuovo fronte edilizio dell’Area Expo, sia rispetto all’edificato esistente, che attualmente prospetta su spazi pedo- nali molto ridotti. La strada è disimpegnata a ovest dalla rotatoria esistente sull’asse urbano di Via C. Battisti, a est da una nuova rotatoria in cui avviene l’innesto con la variante alla SS 67. Il potenziamento dei collegamenti pedonali e l’inserimento di nuove funzioni legate al tema dell’acqua contribuiscono a loro volta al recupero del rapporto fisico tra fiume e città. L’eliminazione della barriera fisica costituita

8 Si tratta della viabilità che definisce il margine meridionale dell’A-

rea Expo e rientra nella toponomastica di Piazza Guido Guerra.

dalla viabilità lungofiume consente, inoltre, di ab- battere quella visiva prodotta dalla stessa in ragio- ne della sua posizione sopraelevata rispetto al piano in cui risiede l’attuale Palazzo delle Esposizioni; il progetto prevede infatti l’innalzamento del piano di campagna dell’Area Expo fino alla quota della strada attuale – e di conseguenza dell’argine fluviale. Resta invece invariato il livello del parcheggio alberato che perderà la sua funzione diventando in gran parte un’area verde urbana. Gli stalli per la sosta a servi- zio dell’area (per un totale di 725 auto)9 verranno delocalizzati in un parcheggio interrato, disposto su tre livelli (di cui uno ricavato sfruttando i dislivelli esistenti); l’accesso al parcheggio è collocato sul retro della struttura fieristica, dove sono ricavati anche gli spazi riservati al carico e scarico merci.

9 Il Secondo Regolamento Urbanistico prevedeva 1275 posti

auto, quota molto superiore alla quantità di dotazione minima di standard (447 stalli). Il progetto prevede la realizzazione di una quantità che garantisca la funzione di polo intermodale del parcheggio interrato senza avere rilevanti ripercussioni sul flusso del traffico veicolare.

Il progetto si strut- tura intorno alla sistemazione/realizza- zione ex novo di sei spa- zi pubblici:

a. Piazza G. Guerra: viene riorganizzata attraverso una siste- mazione a raggiera avente il fuoco nel punto di intersezio- ne dei principali as- si di accesso, dove si incrociano tutte le linee di costruzione del progetto, in par- ticolare quella del- la disposizione dei nuovi edifici e dei disegni a terra del verde. La principale direttrice di proget- to è quella nord-sud su cui si orienta la nuova composizione volumetrica volta a mettere in relazione la città storica con l’area di progetto. Il

rapporto è dato da un cono prospettico nascen- te dalla fine della Via Ridolfi – principale asse pedonale nord/sud del centro –, costituito da due edifici paralleli alle vie esistenti e proiettante verso il nuovo PalaExpo, in posizione centrale rispetto ad essi;10

b. la piazza rialzata: spazio pedonale posiziona- to sopra il parcheggio interrato; essa presenta una pensilina la cui forma a ‘T’ definisce un’a- rea utilizzabile per piccoli mercati/fiere all’a- perto;

c. il corridoio pedonale: percorso pedonale spe- culare al nuovo tratto di SS 67 rispetto ad uno

10 L’edificio espositivo è posto al termine di una leggera salita

su cui si estendono delle aree verdi di forma irregolare volte ad addolcire la rigidità data dalle diverse simmetrie presenti nel progetto.

degli edifici di progetto che, attraverso un varco aperto al piano terra della struttura, ha lo sco- po di incanalare il flusso pedonale sul lato in- terno all’area di progetto e di collegare gli spazi pubblici esistenti;

d. il lungofiume: dalla piazza rialzata il percorso definito dalla tettoia conduce ad una grado- nata, affiancata da una lunga rampa pedona- le, che permette una discesa dolce alla quota inferiore in direzione nord-est, dove si innesta un’altra piazza che mette in relazione il fiume con l’edificio che oggi ospita un centro acco- glienza, oggetto anch’esso di recupero (come descritto più avanti);

e. la ‘punta nord-ovest’: è uno spazio di forma triangolare posto al termine della passeggiata lungofiume, alla confluenza tra l’Arno e l’Orme,

al cui centro si prevede di realizzare un pic- colo edificio per il club nautico che divide lo spazio urbano in due piazze semi-chiuse e se- parate dalla viabilità esistente da un filare al- berato. Nell’area si trova uno degli accessi alla discesa al fiume, nonché il principale punto di fusione tra la stessa e la passeggiata pedonale lungarno;

f. la fascia fluviale: sentieri pedonali con pen- denze molto dolci permetteranno un facile accesso ad un pontile in legno removibile po- sto lungo la riva del fiume, su cui si innestano il molo di attracco per il trasporto pubblico idroviario, la discesa per le canoe e la pisci- na galleggiante, attiva nei mesi estivi, che re- stituirà al fiume la sua funzione balneare. Un esempio simile è riconoscibile nella ‘Bade- schiff ’11 a Berlino.

Sulla matrice degli spazi pubblici sopra descritti si collocano gli edifici di progetto, le cui funzioni sono state definite con l’obiettivo della massima in- tegrazione con il contesto urbano.

• Fascia fluviale: ospita gli edifici volti a costitu- ire i punti di contatto fisico-percettivi tra città e fiume: la torre panoramica e il polo nautico- canoistico. La prima, situata in prossimità del ponte sull’Arno, ricopre una posizione ottimale per la vista sul fiume e costituisce con i suoi 12 m di altezza un segno identificativo all’accesso della città da nord. Il secondo è un piccolo edi- ficio di nuova costruzione (90 mq su un piano) a servizio delle attività ludico-ricreative legate al fiume.

• Fascia centrale: ospita il PalaExpo e il Polo per l’infanzia. Il centro espositivo esistente viene sostituito da una nuova costruzione con un du- plice affaccio, uno sulla città ed uno sul fiume per sottolineare la sua funzione di cerniera tra i due ambiti. La struttura presenta 3086 mq di superficie espositiva disposti su un piano (3,5-6 m di altezza) e un Auditorium da 82 posti col- locato al piano superiore. Il Polo per l’infanzia

11 Si tratta di una piscina pubblica galleggiante, progettata

dall’artista Susanne Lorenz e dagli studi di architettura AMP Arquitectos e Wilk Salinas ed inaugurata nel 2004.

comprende un nuovo asilo nido, una biblioteca per bambini ed una ludoteca ricavati all’interno di un edificio esistente oggi adibito a centro ac- coglienza. Sarà dotato di una pertinenza verde a servizio del solo asilo.

• Fronti urbani: gli edifici posti lungo gli assi stradali che delineano l’area di progetto ospi- tano ai piani terra spazi per attività commer- ciali, in continuità con quelli dei tessuti urba- ni adiacenti. Il blocco perpendicolare al fiume si collega alla torre panoramica mediante un passaggio coperto ed ospita uffici, ambulato- ri e attività private assimilabili, nonché una nuova sede per il Museo del vetro di Empoli ricollocato nell’area di progetto per rafforzare la funzione espositiva del nuovo polo e per da- re al museo stesso gli spazi di cui ha bisogno. Dall’altra parte l’Area Expo nasce storicamen- te come ‘vetrina’ per i prodotti empolesi, so- prattutto quelli vetrari. Il secondo fronte, di- sposto parallelamente al fiume, è destinato ad ospitare in due distinti fabbricati il complesso studentesco e il centro accoglienza e volonta- ri per persone affette da disabilità. Nel primo edificio si prevedono alloggi, spazi collettivi e la mensa a servizio degli studenti per un totale di 5.460 mq di superficie utile lorda (SUL). Il blocco è attraversato al piano terra da var- chi pedonali in asse con due percorsi (uno esi- stente e uno di progetto) provenienti dal par- co urbano alle spalle dell’edificato esistente. Il secondo edificio, sviluppato su quattro piani (184 mq), ospita le funzioni di contatto, ascol- to e accoglienza per le categorie sociali più de- boli, già presenti nell’area in un edificio po- sto in posizione leggermente più periferica che si intende destinare al Polo per l’infanzia. Gli edifici di progetto sono in prevalenza caratte- rizzati da coperture verdi - in parte fruibili co- me giardini pensili - che contribuiranno all’i- solamento termico delle strutture ed alla re- golamentazione del ciclo delle acque piovane. Inoltre, i nuovi volumi puntano ad integrarsi con l’edificato circostante riprendendone, ol- tre ai tracciati principali, anche le proporzioni (volume, altezza e numero di piani).

4. Conclusioni

Con questa Tesi si è voluto dare un contributo di idee per la riorganizzazione di un’area critica di Empoli attraverso la prefigurazione di un possibile assetto che superi l’attuale separazione tra la città e il fiume, attraverso la realizzazione di una nuova centralità urbana. Il progetto ha puntato quindi alla trasformazione di un ‘non-luogo’, un’area divenu- ta marginale ed estranea sia al contesto urbano che all’ambito fluviale, in luogo vitale e qualificato: il waterfront della città.

Tale processo di rigenerazione si basa sull’idea di ricostruire un fronte urbano che ‘guardi’ il fiume, trasformandone le rive in una sequenza di spazi ac- cessibili e fruibili: un modo per restituire alla città il suo storico rapporto con l’Arno, reinterpretato in chiave contemporanea.

La competitività urbana – non basandosi più so- lamente sul settore produttivo, commerciale e in- frastrutturale – fa oggi sempre più leva su aspetti legati alla qualità urbana per attirare eventi e visita- tori, visti come motori economici (Pultrone 2005, 2). Inoltre, l’inserimento di attività sia pubbliche che private non solo genera mixitè funzionale, ma può portare al reperimento di finanziamenti volti al miglioramento della qualità urbana stessa. In que- sto senso, il Palazzo delle Esposizioni inserito nel nuovo disegno urbano può diventare un polo di in- teresse con i suoi eventi a scala intercomunale, non solo nell’ambito del Circondario dell’Empolese- Valdelsa, ma anche con riferimento alla ‘città me- tropolitana’ fiorentina.

Il progetto è proposto come una tessera di un più ampio ‘puzzle fluviale’: un mosaico di inter- venti che dovrebbe portare alla creazione di un sistema ininterrotto di percorsi di mobilità dolce lungo tutto il corso dell’Arno su cui si innestino funzioni diverse, in una sorta di ‘policentrismo fluviale’. Un progetto su ampia scala come il Parco fluviale dell’Arno può effettivamente concretizzar- si solo attraverso una pluralità di progetti coordi- nati, sviluppati ad una scala di dettaglio in grado di affrontare e risolvere le problematiche derivanti da ogni contesto locale.

Riferimenti bibliografici

Della Capanna M.L, Lavoratti P.L. (1972 - a cura di), “Empoli: note di geografia urbana”, Bollettino della Società

Geografica Italiana, vol. 10, n. 1, pp. 419-485.

Magnaghi A., Giacomozzi S. (2009 - a cura di), Un fiume

per il territorio. Indirizzi progettuali per il parco fluviale del Valdarno empolese, Firenze University Press, Firenze.

Pultrone G. (2005), Trieste e il suo waterfront fra storia e fu-

I territori della contemporaneità. Percorsi di ricerca multidisciplinari, a cura di Claudio Saragosa e Maddalena Rossi

ISBN 978-88-6655-157-7 - CC BY 4.0, 2018 Firenze University Press

9. Boca es Boca: ipotesi di riqualificazione