• Non ci sono risultati.

Alessandra Baggian

G. Sistema del verde

I. La città come una rete.

3. Progetto di piano operativo

Coerentemente alla

LR Toscana 1/2005,2

l’insieme delle azioni riguardanti la tutela, la valorizzazione e le trasformazioni delle ri- sorse territoriali e am- bientali, è perseguito mediante strumenti di pianificazione e atti di governo del territorio

(art. 2 LR 1/2005). Quindi a completamento del Piano Strutturale, strumento di livello comuna- le di ampio respiro atto a fissare regole struttura- li (statuto) e obiettivi strategici di lunga durata, c’è il Regolamento Urbanistico, l’atto di gover- no del territorio direttamente prescrittivo e ope- rativo, che determina una pianificazione mirata

2 Si ricorda, come già altrove specificato, che al momento della

stesura della Tesi questo era il riferimento normativo vigente.

a risolvere problemi e compiere scelte temporal- mente prevedibili, fissando obiettivi program- matici e gestionali sulla corta distanza atti a determinare trasformazioni fisiche, interventi e destinazioni d’uso.

Ovviamente il RU, così come gli altri atti di go- verno del territorio come piani complessi d’inter- vento (art. 56), piani attuativi (art. 65), ecc., deve recepire e sviluppare i contenuti del PS. La discipli- na del RU è normata dall’art. 55 della LR 1/2005.

Rispetto a quanto detto, per l’area di studio, è stato fatto il piano operativo dell’intero centro abi- tato, individuando aree omogenee quali: aree del- la residenza, aree miste, aree della produzione e del commercio, aree dei servizi, aree aperte di uso pub- blico e aree aperte di uso privato. Si è proceduto con il fornire una norma di attuazione a ciascuna zona omogenea, individuando indirizzi, metodi e interventi ammessi. Da questa indagine si è visto come, tra le varie problematiche del centro abitato, quella di maggior rilievo fosse l’area interessata dal- lo stabilimento produttivo ex-Forti.

Quindi si è deciso di sviluppare più dettagliata- mente suddetta area fino alle norme. Il lavoro si è articolato in varie fasi:

• delimitazione dell’area oggetto di riqualificazio- ne insediativa, al cui progetto concorreranno soggetti privati e pubblici, concependo in modo unitario e organico tale programma;

• individuazione degli ambiti di tutela, di modi- fica e di trasformazione all’interno dell’area di riqualificazione insediativa;

• per ogni ambito si sono individuate sotto-zone, collegate ciascuna ad una norma che fornisce gli interventi prescrittivi e operativi.

• L’articolazione del lavoro nelle suddette fasi è ispirata al principio della rigenerazione urbana di aree degradate. L’obiettivo è quello di ridare un volto ad un luo-

go storico della pro- duzione che nella storia recente non si è saputo rinnovare. Questo attraverso il riconoscimento e l’interpretazione dei segni identitari costituenti la strut- tura invariante del luogo, per renderla di nuovo operante e capace di riconfi- gurare il centro at- traverso nuove cen- tralità e occasioni di sviluppo.

• Il piano operativo proposto si organizza in que- sto modo, perché si possa tener conto delle azio- ni e degli interventi compatibili riferiti a ciascun ambito: dalla tutela, alla modifica, infine alla trasformazione.

• A differenza degli ambiti di tutela e di modifica, che non prevedono aumenti di superfici utili, gli ambiti di trasformazione necessitano di in- terventi di demolizione dei fabbricati industriali in abbandono e successiva ricostruzione con au- menti di SUL (Superficie Utile Lorda). Per que- sto motivo sono stati individuati cinque ambiti d’intervento per le trasformazioni, ognuno dei quali prevede un differente tipo di azione (per maggiori dettagli si rimanda alle norme di at- tuazione).

• La realizzazione degli interventi, definiti per ambiti, potrà avvenire per stralci di attuazio- ne, sempre all’interno di un programma com- plesso di riqualificazione insediativa (art. 74 LR 1/2005), da attuarsi tramite perequazione (art. 60 LR 1/2005).

• Rispetto a quanto detto, la riqualificazione in- sediativa dell’area deve attuarsi tramite metodi perequativi. Vista che la variazione di superfici utili è riferita alle sole aree che rientrano ne- gli ambiti di trasformazione, la perequazione si sviluppa limitatamente alle suddette aree,

senza coinvolgere altri ambiti di trasformazio- ne esterni al programma di riqualificazione. Siccome la SUL di progetto eccede la SUL di- sponibile perequata, occorre procedere a un’asse- gnazione preliminare dell’indice di utilizzazione territoriale unitario, riferito a tutti gli ambiti soggetti alla trasformazione. In base all’entità delle trasformazioni si creeranno debiti e crediti edilizi che si sposteranno all’interno dell’area de- limitata. La perequazione costituisce un valore aggiunto in quanto catalizzatore delle volontà di soggetti pubblici e privati, al fine di realizzare questo programma di riqualificazione urbana. • Complessivamente l’intervento è volto a ricon-

segnare un’identità locale ai luoghi storici del- la produzione, attraverso la riconfigurazione di nuove centralità e una riqualificazione dell’in- tera area dismessa. Questo è possibile grazie ad un processo di rifunzionalizzazione generale, volto a conferire una mixité all’interno dell’area di studio. Il tutto nella prospettiva di un incre- mento delle funzioni esistenti, con corrispettivo aumento della complessità, atto a migliorare la qualità della vita nel villaggio operaio.

Conclusioni

In un contesto di continua e cieca corsa all’edi- ficazione, con evidenti effetti sul consumo di suo- lo, sono ripetutamente ignorati i vuoti edilizi che si sono accumulati nel tempo. La Briglia ha saputo cogliere i cambiamenti tecnologici delle sue prin- cipali tappe storiche, adattandosi ai mutamen- ti attraverso un cambiamento della forma e delle funzioni, ed è ancora oggi in continua evoluzione. Quella proposta è una delle possibili soluzioni a tale problema, consapevole del fatto che la città è una commistione di interessi e di bisogni del- le persone, e che quindi per l’attuazione del pro- gramma di riqualificazione molto dipenderà dalla volontà di tutti. Consci che nel processo di tra- sformazione dell’insediamento, il nostro progetto resta comunque un punto di passaggio della città- fabbrica, destinata a continuare nella sua evoluzio- ne in futuro.

I territori della contemporaneità. Percorsi di ricerca multidisciplinari, a cura di Claudio Saragosa e Maddalena Rossi

ISBN 978-88-6655-157-7 - CC BY 4.0, 2018 Firenze University Press

8. Il waterfront empolese: un progetto di