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Fiorella Angeli, Costanza Zaino

5. Verso lo scenario strategico

La definizione dello scenario strategico è frutto della rielaborazione degli elementi emersi dal con- fronto intertemporale (invarianti, perdite, poten- zialità agro-ambientali) congiuntamente ai processi retro-innovativi già presenti sul territorio preso in analisi, sulla base delle politiche attuate in direzione di una messa in valore della dimensione locale. Il ri- sultato raggiunto si articola in tre direzioni portanti che nel loro insieme rispondono all’attuazione di un nuovo modello di sviluppo. Esse sono costituite da uno scenario ambientale, che rimette al centro l’agri- coltura come componente strategica di ricucitura e riconnessione della matrice ambientale, uno scenario economico, che pone le risorse agro-economiche en- dogene come promotori di un ritrovato modello di sviluppo locale, e in ultimo lo scenario di fruizione del patrimonio, che eleva le componenti patrimonia- li della Gironde a valori aggiunti territoriali in un’ot- tica identitaria, culturale e retro-innovativa. Esse si completano con la definizione di ulteriori due linee strategiche volte alla messa a punto di un modello di sviluppo autosostenibile e sociale equo.

29 La creazione di una via dei mulini può, p.es., essere una for-

5.1 Lo scenario ambientale

Lo scenario ambientale si pone l’obiettivo di riattivare un sistema ambientale in equilibrio e di qualità attraverso un processo coevolutivo con le componenti antropiche che porti ad una conversio- ne ecologica ed un’autoriproduzione di valori e ri- sorse ambientali. Si definiscono tre linee strategiche centrali quali: l’identificazione e promozione della rete ecologica, la riattivazione e valorizzazione della biodiversità ecologica e della qualità del paesaggio.

Lo scenario si struttura su un ritrovato rappor- to coevolutivo fra uomo e ambiente dove assume ruolo centrale l’agricoltura nella sua dimensione multifunzionale, che diventa l’elemento cardine di ricucitura, riequilibrio, valorizzazione e diversifica- zione della matrice ambientale girondina.

L’agricoltura così intesa agisce da connettore fra differenti ambiti che spesso si trovano ad essere in conflitto fra loro.

Il caso della Gironde, presentando un paesag- gio agricolo intensivo ed omogeneo su vaste aree, ha visto la necessità di ripensare queste per la re- alizzazione di un progetto di continuità ecologica ed equilibrio ambientale. Ciò avviene attraverso un’agricoltura maggiormente diversificata, soste- nibile, a dimensione locale, che integri aspetti eco- nomici, sociali, culturali, identitari e ambientali capaci di generare un processo virtuoso di buone pratiche.

Si individuano al suo interno quattro stadi di priorità corrispondenti al ruolo maggiore che rive- stono per il funzionamento e componimento del sistema ambientale girondino all’interno dei quali intervenire attraverso incentivi economici, riduzio- ni degli oneri fiscali e vincoli urbanistici.

• I° ambito di priorità: struttura ambientale portante

1. Zone boscate ad alto valore naturalisti- co, assi fluviali principali e zone umide. Rappresentano zone portanti del sistema complessivo ambientale della bioregione ad alto valore di biodiversità e naturalità. In parte già protette e vincolate, necessitano di un intervento unitario e complementare per una loro conservazione.

2. Prati e pascoli. Fungono da elemento d’equi- librio all’interno delle componenti ecologi- che primarie. Esclusi attualmente da forme di tutela, vanno invece ripensate come ele- menti in grado di riconnettere e riequilibrare il sistema ambientale. Vanno pertanto vinco- lati e recuperati là dove andati perduti. • II° ambito di priorità: nodi di riconnessione

1. Zone agricole e viticole con ruolo di ricon- nessione ambientale. Fungono da elementi ricostituenti la rete ambientale in quanto in- terposti fra corridoi ecologici primari o spazi ad alto valore ecologico. Si costituiscono da pratiche agricole e viticole ad elevato valo- re, sostenibili e diversificate alternate a spazi verdi quali siepi, filari, boschetti. Sono aree assoggettate a vincoli che impongono regole volte a una produzione biologica di qualità produttrice di buone pratiche.

Risorse agro-ambientali e retro-innovazione per lo sviluppo territoriale autosostenibile 23

2. Pineta pubblica come potenziale connettore ambientale. Rappresenta aree verdi attual- mente di basso valore ecologico di proprietà pubblica collocate all’interno della foresta delle Landes le quali vengono riconvertite in spazi verdi ad alto valore di biodiversi- tà attraverso il ripopolamento di latifoglie, in special modo querce. Assumono la fun- zione di principali assi di connessione verde tra la struttura ambientale, parte della rete ecologica minore scarsamente presente nelle Landes.

• III° ambito di priorità: zone di ricucitura

1. Agricoltura biologica. Sono ambiti agricoli dove si pratica un’agricoltura attenta all’am- biente, che considera l’intero sistema agrico- lo sfruttando la naturale fertilità del suolo.

Promuove la biodiversità dell’ambiente e limita o esclude l’utilizzo di prodotti fitosa- nitari. Esse presentano colture rilevanti dal punto di vista locale, generatrici di econo- mie agro-rurali multifunzionali potenziali. L’attenzione progettuale è qui rivolta al re- cupero e alla messa in valore degli elementi strutturanti il paesaggio agrario costituenti al contempo una rete ecologica secondaria importante.

2. Periurbano. Ripristino della trama agricola attorno ai principali nuclei ed a quelli col- locati in nodi ambientali rilevanti come aree tampone fra l’ambiente urbano e quello na- turale. La creazione di parchi agricoli aiuta in tale direzione a dare valore aggiunto ter- ritoriale al paesaggio periurbano girondino, nonché a limitare e dare nuove regole all’ur- banizzato. L’utilizzo di strumenti fondiari come PEANP contribuisce a preservare la naturalità di questi luoghi.

• IV° ambito di priorità: zone marginali

1. Agricoltura tradizionale e monocultura del vigneto. Rappresentano ambiti agricoli che per la loro collocazione non risultano es- sere nodi strategici all’interno del sistema ambientale né risultano essere attenti a pra- tiche sostenibili. Per tale motivo le strategie di progetto prevedono una riconversione di tali aree graduata e prolungata nel tempo. Risulta invece primaria l’applicazione di re- gole e vincoli sul mantenimento degli ele- menti di complessità del paesaggio.

2. Urbanizzato. Rappresenta ambiti ad eleva- ta complessità di intervento. Le politiche dovrebbero qui indirizzarsi verso un rein- serimento della componente ambientale in aree interessate da processi di trasformazio- ne secondo un disegno unitario comples- sivo e una definizione dei margini urbani strutturati.

L’attuazione dello scenario ambientale permette di ridefinire la rete ecologica della Gironde. Essa ri- sulterà come una struttura diversificata, complessa e interconnessa.

5.2 Lo scenario economico

Lo scenario economico si pone l’obiettivo di crea- re un modello di sviluppo economico locale di qualità e di prossimità, complementare fra le sue componen- ti a partire dalle risorse agro-ambientali endogene e capace di generare nel tempo una ricchezza durevole. Esso si struttura su tre linee strategiche: promuovere il potenziale produttivo e di filiera, i circuiti di com- mercializzazione eco-responsabile e la valorizzazione delle risorse fondiarie periurbane.

La rimessa in valore di ciascuna potenzialità eco- nomica permette di ridare funzione e ruolo ad ogni ambito territoriale slegandolo dalle strutture econo- miche forti. I diversi ambiti agro-economici risul- tano in stretta interdipendenza fra loro, andando a ricreare un unico sistema autosufficiente, diversifi- cato, complesso, complementare ed in equilibrio.

Lo scenario si compone di agro-economie rurali di valore rappresentate da: filiere rurali consolida- te, filiere rurali da consolidare, culture di eccellenze produttive da recuperare ed aree periurbane poten- ziali dal punto di vista agricolo.

Esse sono state identificate a partire dall’indivi- duazione di nodi agro-economici locali innovativi costituiti da aziende agricole multifunzionali legate ad uno specifico prodotto, dalla presenza di colture di eccellenza presenti storicamente, da nodi strate- gici per la promozione del prodotto (fiere e feste legate a prodotti rurali locali).

I sistemi agro-economici si articolano al loro in- terno attraverso una fitta rete di connessioni e nodi legati a forme di commercializzazione eco-responsa- bile i quali costituiranno nello scenario i principali ca- nali di vendita. Sono stati messi in valore i nodi legati a forme commerciali tradizionali (dati dalla presenza di mercati), a forme commerciali innovative (driver fermier) ed i nodi agro-economici di reti associative.

Per ogni sistema agro-economico sono state ri- conosciute carenze e mancanze le quali sono state compensate attraverso l’individuazione di nodi po- tenziali. All’interno di ciascun sistema si ricrea una rete gerarchica di vendita costituita da nodi princi- pali e secondari locali alle quali corrispondono scale differenti di approvvigionamento alimentare.

Sono stati individuati nel complesso 12 ambiti agro-economici in rapporto tra loro.

5.3 Lo scenario di fruizione del patrimonio

L’obiettivo intende mettere in valore e in rete le risorse agro-ambientali locali nella pluralità del- le loro componenti multifunzionali come strategia per l’attivazione di valore aggiunto territoriale nella sua componente economica, sociale ed ambientale.

Lo scenario ricrea in chiave strategica il cluster di valori aggiunti territoriali attivati attraverso i due scenari presentati precedentemente in un’ottica identitaria, culturale e retro-innovativa.

Lo scenario si è composto a partire dal patri- monio presente costituito dai beni architettonici paesaggistici, ma anche dall’insieme di attività eco- nomiche, sociali e culturali a valenza tradizionale locale. Ad esso si è aggiunta una progettualità at- tenta alla messa in valore e in rete del patrimonio agro-economico e ambientale in un ottica retro-in- novativa che si è andata ad integrare al patrimonio già consolidato mettendolo ulteriormente in valore.

Ne è emerso un mosaico complesso di ambi- ti identitari specifici rivalorizzati in ogni loro componente.

Le immagini identitarie territoriali che ne sono emerse aiutano a dare indirizzi per la promozione di nuove forme di ecoturismo rurale strettamente interconnesse agli elementi identitari locali collegati non solo al mondo agricolo ma anche manifatturie- ro, ambientale e culturale.

Ne è risultata una trama capillare e complessa di nodi, connessioni e reti patrimoniali. I nodi so- no costituiti da componenti agro-economiche loca- li innovative (aziende agricole multifunzionali), da ecomusei e laboratori di conoscenza delle tradizioni locali oltre al già presente patrimonio architetto- nico e ambientale, ai servizi agricoli multifunzio- nali (ristorazione biologica, attività pedagogiche,

ecc.) che fungono da vertici alle reti di progetto. Quest’ultime sono costituite da un patrimonio in- frastrutturale di valore (piste ciclabili, circuiti turi- stici, cammini di Santiago de Compostela, ferrovie dismesse recuperate).

Il progetto di fruizione del patrimonio prevede un’ulteriore messa in valore dei caratteri locali attra- verso itinerari tematici che si basano sulle peculia- rità legate a tradizioni rurali dei luoghi, come per esempio la via dei mulini a vento del Haute Médoc. Il recupero del tracciato ferroviario dismesso tra Blaye e Saint Savin, unico a non essere ancora stato smantellato e per questo di alto valore, si inserisce nel progetto patrimoniale.

Tale rete si completa dal punto di vista delle eco- nomie locali attraverso il progetto di interconnes- sioni secondarie fra le aziende innovative a carattere biologico.

5.4 Verso un modello auto-sostenibile e equo-sociale

Per la costruzione di un nuovo modello di svi- luppo locale sono state individuate due direzioni strategiche in aggiunta agli scenari progettuali sopra indicati.

La prima verte sull’attivazione di un modello auto-sostenibile dal punto di vista alimentare, ener- getico e di chiusura dei cicli strutturato a partire dalle risorse endogene del territorio come compo- nenti strutturanti il suo soddisfacimento. Essa si struttura attraverso un nuovo modello energetico sostenibile e la promozione di processi di autoso- stenibilità alimentare volti al soddisfacimento della domanda di mercato.

La seconda si pone l’obiettivo di creare un modello di sviluppo sociale, bilanciato e capilla- re, attuato tramite processi concertativi struttura- ti a partire da un senso di appartenenza ed etica comune, che sia capace di ‘ripopolare di senso’ il territorio. Essa si compone a sua volta di tre linee strategiche: sensibilizzare e formare la popolazione al valore dell’ambiente e al ruolo svolto dall’agricol- tura, favorire il dialogo fra le parti e avviare pratiche concertative, sviluppare le nozioni di rete, accom- pagnamento, formazione e partenariato con e tra gli attori economici del settore agricolo.

6. Conclusioni

La necessità di un cambiamento di direzione del modello globale di sviluppo economico si situa all’interno di un dibattito attualissimo ed acceso sui fattori negativi che tale modello genera: insosteni- bilità, marginalizzazione del valore aggiunto terri- toriale, perdita dei caratteri identitari dei luoghi, incapacità di difesa e auto-riproduzione delle risor- se, banalizzazione delle economie e dei paesaggi, impoverimento diffuso.

La presa di coscienza delle problematiche ine- renti il modello di sviluppo odierno è entrata nel dibattito degli attori decisionali. In particolare le Amministrazioni pubbliche, se da una parte rico- noscono l’importanza di muoversi in direzione di uno sviluppo maggiormente sostenibile, dall’altra sono influenzate dalla presenza di economie forti che dirigono le scelte politiche, economiche e di pianificazione.

Il lavoro ha messo in evidenza la moltitudine di risorse endogene agro-ambientali e le loro potenzia- lità, in aggiunta a processi retro-innovativi attivato- ri di buone pratiche, in vista di uno nuovo modello di sviluppo equilibrato, capillare, complementare ed endogeno.

Riferimenti bibliografici

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I territori della contemporaneità. Percorsi di ricerca multidisciplinari, a cura di Claudio Saragosa e Maddalena Rossi

ISBN 978-88-6655-189-8 - CC BY 4.0, 2018 Firenze University Press

3. Il ‘Piano del Cibo’ come strumento di