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Federico Fontan

3. Le trasformazioni possibil

Il progetto di trasformazione del territorio del bas- so Sangone è guidato da uno schema direttore a sua volta scomposto in quattro declinazioni progettuali denominate: “potenziare le connessioni del sistema agro-ecologico”, “muoversi nei paesaggi”, “ripensare i bordi urbani” e “produrre e consumare localmente”.

Sopra: Figura 1. Le gerarchie istituzionali e delle strutture insediative dal basso medioevo all’ancién régime (legenda: pagina a seguire, a sinistra); sotto: Figura 2. Carta del patrimonio territoriale (legenda: pagina a seguire, a destra). Si noti la potenzialità del fiume Sangone come corridoio ambientale in grado di con¬nettere tra loro i beni storico-cul¬turali, ambientali e paesaggistici.

Il progetto assume il territorio del fiume Sangone come infrastruttura ambientale e fruitiva che mette in comunicazione le aree costruite con le Alpi, la collina di Torino, la collina morenica, la pianura agricola, e il fiume Po. Al corridoio fruitivo fluviale si innestano i percorsi secondari che perme- ano i territori attraversati ampliando le possibilità connettive della mobilità lenta verso i luoghi di in- teresse e verso le aree abitate.

Il territorio fluviale è così suddiviso in tre parti distinte, differenziate per vocazione. Una propria- mente urbana, dove il corridoio fluviale è inteso come un grande parco pubblico e rappresenta un elemento di discontinuità della città costruita.

La fascia intermedia dove l’area fluviale, collocandosi in prossimità dei centri abitati, può rappresentare una buona opportunità per l’orticoltura urbana e più in generale per gli usi sociali e per le economie locali del loisir e della filiera corta alimentare. Il terzo e ultimo tratto, più distante dai principali poli urbani, esprime invece un carattere ‘naturaliforme’, e il progetto gli at- tribuisce un ruolo ecologico e ambientale forte, dove l’attività antropica è limitata all’accessibilità e alla fru- izione secondo i criteri della attività ricreativa ‘dolce’.

Il progetto pone particolare attenzione alla con- tinuità tra le tre parti e verso i poli ambientali ester- ni, riconoscendo un ruolo determinante al mosaico agricolo e ai ‘varchi’ verdi che attraversano il costru- ito, che nei casi di connettività limitata propone di consolidare anche attraverso demolizioni puntuali.

La strategia per il sistema agro-ambientale si ar- ticola attraverso forme di tutela e di miglioramento ambientale delle aree con particolare valore stra- tegico (boschi planiziali e collinari, aree storiche del bosco di Stupinigi, aree agricole ad alto valore storico-paesaggistico etc.) e di miglioramento della connettività ecologica lungo i corridoi ambientali principali, in particolar modo nelle aree agricole di connessione tra aree umide e boschi e lungo le fasce perifluviali del fiume Sangone.

Le aree agricole hanno un ruolo determinante nel garantire la continuità ambientale e la qualità paesaggistica, in particolare le cinture agricole di prossimità, per le quali il progetto di territorio pre- vede la valorizzazione in chiave multifunzionale.

La fruizione del territorio aperto viene supporta- ta dalla proposta di una rete di percorsi per la mobi- lità lenta che innerva la rete dei capisaldi territoriali (compressi monumentali, cascine storiche, centri storici, piazze, centralità urbane, luoghi di culto etc.).

L’accesso è previsto sia in forma diretta, sia attraver- so punti di interconnessione multimodale dotati di servizi quali stazioni per il bike sharing. Le cascine storiche dismesse rappresentano a questo scopo una grande opportunità come ‘punti di accesso’ primari.

Nel progetto di trasformazione territoriale assu- me particolare rilievo il tema del trattamento dei bordi urbani.

La continua destrutturazione prodotta dalle tra- sformazioni della fascia di margine della città lascia oggi raramente intravedere dei rapporti coerenti tra spazio costruito e spazio aperto. È il risultato dei tipici fenomeni di disgregazione urbana dovuti allo sfrangiamento del bordo, alla proliferazione lungo le arterie stradali o alle ramificazioni che penetrano nel mosaico agricolo. A questi si aggiunge il feno- meno del watersprawl, identificabile in quelle strut- ture lineari di residenze a bassa densità, disposte in continuità con l’alveo fluviale.

La proposta di ricostruzione di uno spazio strut- turato avviene attraverso il ridisegno dei bordi al fi- ne di garantire la ricucitura dei percorsi, l’accesso e la fruizione della fascia di margine. A questo scopo sono indicati trattamenti e strategie ad hoc per ogni particolare situazione, quali ad esempio la creazio- ne di punti attrezzati per lo sport e il tempo libero,

Figura 3. Schema direttore del progetto di territorio. È attribuito un grande valore alla salvaguardia della continuità ambientale anche

la riqualifica edilizia dei fronti costruiti nei casi più degradati, la realizzazione di percorsi di bordo per il loisir (in particolare lungo gli argini fluviali), l’inse- rimento di fasce destinate all’orticoltura hobbistica, la piantumazione di filari arborei per nascondere le conflittualità visive, etc..

4. Conclusioni

Lo sviluppo edilizio, quello dei trasporti e l’eco- nomia di tipo industriale hanno segnato profonda- mente il territorio torinese a partire dal XX secolo. La richiesta di nuovi alloggi e di spazi per la produzione ha mano a mano eroso suolo all’attività agricola, sen- za tuttavia porre attenzione agli effetti in termini di qualità dell’abitare e di alterazione dei valori paesag- gisti e ambientali. Questo ha prodotto oggi una città di margine che appare come un territorio sfigurato e incoerente, composto da singoli elementi spesso inca- paci di dialogare tra loro, tantomeno con la dimensio- ne rurale della quale fanno inconsapevolmente parte.

In questo contesto si può tentare una riscoperta del rapporto tra ruralità e urbanità, abbandonando lo schema dicotomico tradizionale e attivando nuo- ve relazioni mutualistiche a vantaggio della qualità dell’abitare e a sostegno dell’agricoltura periurba- na, che si trasforma in agricoltura al servizio del cittadino.

Per fare ciò è necessario un progetto di territo- rio che riconosca il valore patrimoniale dello spa- zio non costruito, della continuità ambientale e dei corridoi fluviali, che possono trasformarsi in ele- menti centrali nella riprogettazione dei bordi urba- ni, in grado di attribuire alla città di margine nuovi significati e nuova dignità.

Figura 4. Ripensare i bordi urbani. La carta sintetizza gli elementi

che compongono i bordi e attribuisce una strategia progettuale ad hoc che riconosca le singole vocazioni.

Figura 5. Progetto di riqualifica dello spazio pubblico sul fiume

Sangone (Nichelino). Si propone il proseguimento della maglia stradale fino a penetrare la fascia perifluviale che si trasforma in un luogo per il loisir, in continuità con il corridoio ambientale fluviale.

I territori della contemporaneità. Percorsi di ricerca multidisciplinari, a cura di Claudio Saragosa e Maddalena Rossi

ISBN 978-88-6655-157-7 - CC BY 4.0, 2018 Firenze University Press

9. Un’ipotesi di riqualificazione fluviale