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Uno scenario progettuale per il territorio dell’Area Pisana

Giulio Gallett

6. Uno scenario progettuale per il territorio dell’Area Pisana

Volendo dar luogo a un nuovo disegno per l’A- rea Pisana in grado di ricreare un forte legame di interdipendenza tra la città e il suo ambiente di ri- ferimento e che si proietti in una tendenziale chiu- sura del ciclo alimentare, si deve far affermare uno

sviluppo che identifichi il territorio come “un com- plesso sistema identitario che determini un rappor- to biunivoco, dinamico e autoriproduttivo con il sistema produttivo locale” (Magnaghi 2014).

Ad assistere questo sviluppo un ruolo fondamen- tale è giocato dagli spazi aperti e quindi dai territo- ri agro-forestali che si configurano come “elementi strategici per la qualità dell’ecosistema urbano, del paesaggio rurale e la produzione di ‘beni pubblici’, sia come palinsesto di filiere corte, servizi ricreativi e turistici, servizi didattici e sociali ed economie di prossimità” (ivi).

L’aggettivo ‘pubblico’ che viene quindi dato al territorio rurale si concretizza grazie a diverse attivi- tà che questo deve recuperare e ricreare, cioè: • attività legate alla categoria dei servizi

eco-sistemici;

• attività agricole multifunzionali che producono beni e servizi pubblici;

• attività che producono spazio pubblico attraver- so il confronto di soggetti diversi.

Per far questo il progetto che si intende realizza- re si concretizza nel ridar vita ai caratteri principali di questo ‘nuovo’ spazio pubblico che deve essere: centrale; continuo; reticolare: identitario; ecologi- co; paesaggistico; multifunzionale; multiscalare.

6.1 Indirizzi progettuali

Su tali principi sono state individuate per il ter- ritorio in esame cinque tipologie di aree, a cui sono associati degli indirizzi progettuali che traducono in modo schematico il dispiegamento e la compo- sizione delle configurazioni spaziali, andando a de- lineare le azioni progettuali per la quasi totalità del territorio:

• Aree intercluse e di margine della città; Confi- gurazioni dispiegate: 1, 2, 9;

• Edificato lungo strada e relativa corona agricola; Configurazioni dispiegate: 2, 3, 6, 9, 11, 12, 14; • Territorio rurale vicino ad aree boscate; Confi-

gurazione dispiegate: 5, 7, 8, 9, 10, 11, 14; • Territorio rurale in aree non bonificate; Confi-

gurazioni dispiegate: 5, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 14; • Territorio rurale in aree di bonifica; Configura-

6.2 Scenario progettuale

Configurandosi come uno dei tanti scenari pos- sibili che questo atto di rilettura e reinterpretazione degli elementi patrimoniali può delineare, e basan- dosi quindi sugli indirizzi progettuali individuati, lo scenario punta a combinata due aspetti:

• organizzazione fisica del territorio, in cui si van- no a ristabilire sul territorio quelle gerarchie, funzioni e posizioni del territorio rurale e del re- lativo sistema insediativo;

• organizzazione relazionale/funzionale del terri- torio e delle attività su di esso svolte. Sulla base dell’organizzazione fisica si riescono a creare nuove relazioni materiali e immateriali di tipo ambien- tale, economico e sociale, in grado di rimettere a sistema ogni singola parte di questo ricco sistema. La realizzazione di queste due organizzazioni si concretizza nei seguenti elementi: centralità inse- diative principali; edificato lungo strade principali; orti urbani e periurbani; centralità del territorio ru- rale; organizzazione insediativa rurale; sistema della viabilità; corona agricola periurbana; organizzazio- ne della trama agraria.

Entrando, a titolo esemplificativo, nello speci- fico di alcuni di questi elementi si può osservare il ruolo che assumono all’interno dello scenario e nel nuovo disegno territoriale:

• centralità del territorio rurale. Si identificano come i vecchi centri ordinatori del sistema ru- rale che vanno a riacquistare un ruolo chiave nel nuovo scenario configurandosi come i centri ‘direttori’ della filiera ‘produzione-trasformazio- ne-vendita’ andando a svolgere attività di infor- mazione, istruzione, assistenza, coordinamento e coesione. Il tutto creando quelle relazioni e condizioni in grado di mantenere una costante domanda-offerta locale;

• corona agricola periurbana. Collocata vicino alla città, una corona agricola periurbana, dove si con- centri un’alta diversificazione delle colture, permet- te di poter avviare attività di commercio locale in grado di rispondere alla diversificata domanda ali- mentare, alla richiesta di prodotti a Km 0 e quin- di al principio di sovranità alimentare dettato dal contatto diretto con la terra e con gli agricoltori. All’interno di una realtà di tipo ‘conflittuale e in- dividualista’ dettata dalle leggi del mercato globale,

che vede i vari attori di questo territorio agire in modo completamente indistinto per ogni aspetto dell’iter di produzione-trasformazione-vendita e gestione, la creazione di strutture centrali in grado di aiutare nella gestione dei processi, di incentivare nuove ‘buone pratiche’ e di attivare nuovi flussi per dar vita ad una vera e costante domanda locale, si presenta come il tassello vincente per ricreare nuove economie e relazioni volte a sostenere il Piano del cibo e la multifunzionalità dei suoi aspetti.

Va sottolineato che l’organizzazione ‘in centrali- tà’ che si propone non deve in nessun modo porta- re all’unione fisica delle varie aziende e delle realtà agricole ma anzi deve far sì che si mantenga e si strutturi una netta divisione: “se la piccola dimen- sione costituisce in natura il misterioso principio della salute, e la grande dimensione quello della malattia, la ‘divisione’[...] di necessità costituisce […] non solo la regola della cura ma anche del pro- gresso” (Kohr 1960).

Il compito che le centralità di devono prefiggere è invece quello di incentivare e garantire processi volti alla creazione di relazioni identificabili con la ‘sim- biosi’, l’interazione o la mutua dipendenza delle sin- gole realtà, in quanto strumenti della sopravvivenza.

Riferimenti bibliografici

Borin M., Salvato M., Silvestri N. (2007), Un’agricoltura

per le aree protette. Da problema a risorsa, ETS, Pisa.

Filippini R., Marraccini E., Lardon S., Bonari E. (2014), “Assessing food production capacity of farms in periurban area”, Italian Journal of Agronomy, vol. 9, n. 2, pp. 63-70. Kohr L. (1960), Il crollo delle nazioni, Edizioni di Comunità,

Milano.

Magnaghi A. (2001 - a cura di), Rappresentare i luoghi. Metodi

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Magnaghi A. (2010), Il progetto locale. Verso la coscienza di

luogo. Bollati Boringhieri, Torino.

Magnaghi A., Fanfani D. (2010), Patto città campagna. Un

progetto di bioregione urbana per la Toscana centrale, Alinea,

Firenze.

Magnaghi A. (2014), La regola e il progetto. Un approccio biore-

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Press, Firenze.

Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli (1989), Piano Territoriale del Parco, <http://www.parcosan- rossore.org/pagina.php?id=204> (02/18).

Provincia di Pisa (2010), Atto Politico di indirizzo.

Piano del Cibo, <http://www.provincia.pisa.it/up-

I territori della contemporaneità. Percorsi di ricerca multidisciplinari, a cura di Claudio Saragosa e Maddalena Rossi

ISBN 978-88-6655-189-8 - CC BY 4.0, 2018 Firenze University Press

4. Governo del territorio e Sistema