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Esempi di manuali e guide di ‘better practice’

Padideh Ordoubazari, Shirindokht Salman

2. Esempi di manuali e guide di ‘better practice’

Nel corso degli ultimi anni una serie di linee guida è stata pubblicata dal Department of the Environment, Heritage and Local Government del- la Repubblica d’Irlanda sul tema della progettazio- ne urbana.

Queste linee guida sono accompagnate da un documento, l’Urban Design Manual. A Best Practice Guide (AA.VV. 2009), che fornisce consulenza sull’attuazione pratica delle politiche contenute nel- le linee guida.

Nella Best Practice Guide sono illustrati gli “obiettivi” e gli “aspetti” connotanti la forma fisica di un insediamento. Laddove per obiettivi si inten- dono i criteri prestazionali a cui l’urban design deve attenersi (relativi a: carattere; contesto; continuità e chiusura; qualità del public realm; facilità di movi- mento; leggibilità; adattabilità; differenziazione…);

e per aspetti formali i fattori che nel loro insieme de- finiscono l’assetto spaziale di un insediamento, a loro volta articolati in layout (struttura urbana e grana ur- bana), paesaggio, densità e mix di usi, scala (altezza e massa dell’edificato), aspetto esterno (dettagli e mate- riali). Per ciascun criterio sono dati spunti di riflessio- ne: non regole, non ‘formule rigide’, bensì questioni che andranno approfondite, a partire dall’analisi di ogni singolo contesto, per individuare più specifici temi e domande da sottoporre al progetto.

Tali spunti sono espressi nella forma di princi- pi e criteri generali, accompagnati da immagini fo- tografiche e grafiche che ne illustrano l’applicazione permettendo di tradurre questi concetti in una me- todologia di progettazione. L’Urban Design Manual - Best Practice Guide definisce dodici criteri da applicare al design e layout di progettazione di aree di sviluppo residenziali. I criteri sono suddivisi in tre gruppi che riflettono la sequenza del processo di progettazione: 1. Context. Nella progettazione urbana la definizione

del campo del progetto rappresenta uno fra i pas- saggi logici più rilevanti. Il progetto arricchisce il contesto con le proprie azioni, e dovrebbe miglio- rare la situazione presente e al tempo stesso essere sensibile al contesto e rafforzare il ‘sense of place’. 2. Connections. Connettere, mettere in continuità

e stabilire relazioni sono tra le condizioni pro- prie dell’urbanità. Per connessioni si intendono i rapporti sia fisici che immateriali, i legami che sussistono alla scala locale tra gli elementi della struttura urbana e tra parti di territorio e di città. 3. Inclusivity. La progettazione inclusiva è defini- ta come quella che soddisfa le esigenze di tutti gli utenti, indipendentemente dall’età, sesso, razza e capacità di muoversi. Nel suo signifi- cato più ampio è la creazione di luoghi e spa- zi che possono essere accessibili e apprezzati da persone provenienti da tutti contesti culturali e socioeconomici.

4. Variety. Un buon progetto urbano deve garantire varietà e promuovere diversità di usi, stili e tipo- logie degli edifici e allo stesso tempo promuovere opportunità attraverso un mix di usi e di funzioni compatibili che operino in combinazione, cosi da creare luoghi realizzabili che rispondano alle esi- genze locali.

5. Efficiency. Il tema dell’energia assume oggi un peso crescente anche nel dibattito urbanistico, laddove una più consapevole sensibilità verso le problematiche energetiche maturata nel corso de- gli ultimi anni spinge a ripensare il progetto urba- no a partire da due principali obiettivi: ridurre i consumi e produrre energia da fonti rinnovabili. 6. Distinctiveness. Creare un luogo distintivo che abbia

caratteristiche riconoscibili, in modo che le persone possano descrivere dove vivono e formare un attac- camento e una devozione emotiva verso il luogo, è possibile attraverso un elemento distintivo nell’am- biente costruito che, oltre ad aiutare le persone a formare un legame col luogo, creerà un punto di riferimento per orientarsi. Questi segni contribui- scono a rafforzare il senso di appartenenza, identità e di unione tra gli individui che lo condividono. 7. Layout. Morfologia dell’insediamento in cui

trama e ordito sono dati dalla forte correlazio- ne tra la forma degli spazi stradali, spazi aperti e l’insieme degli edifici e la configurazione degli assetti fisici e funzionali dei sistemi insediativi, infrastrutturali, paesaggistico-ambientali che ca- ratterizzano la struttura dell’area di progetto. Il layout di progetto può essere considerato come occasione per ricomporre una forma urbana in cui si coniughino dimensioni contenute, leggibi- lità dell’impianto e chiarezza della struttura. 8. Public Realm. È un interesse per l’uso sociale de-

gli spazi pubblici e semi-pubblici e delle strade di un insediamento, e per come tali aree possono essere progettate per creare un ambiente sicuro e attraente, una circolazione efficiente e un’ampia gamma di esperienze sociali piacevoli; gli spazi pubblici rappresentano i luoghi a uso collettivo in cui ‘stare all’aperto’, il che significa: cortili, zone condominiali, giardini, strade, piazze che hanno storicamente definito il carattere dei quartieri. 9. Adaptability. Un fattore importante del progetto

urbano è la capacità di adeguarsi nel tempo e nello spazio a usi e funzioni diversi e variabili. La flessi- bilità può essere definita come predisposizione a modificarsi in relazione a cambiamenti nei modi di abitare. È la possibilità che il progetto urbano offre in termini di pluralità dei modi d’uso dello spazio e di adattabilità dei propri spazi abitabili.

10. Privacy and Amenity. Creare alloggi e spazi aper- ti confortevoli è uno degli obbiettivi principali e irrinunciabili di un progetto. La definizione formale dei diversi gradi di privacy, il comfort, la sicurezza, la gestione razionale e comprensibile degli accessi, il rapporto tra spazi aperti e costru- iti sono alcuni dei temi cardine del progetto di residenza urbana contemporanea.

11. Parking. Le aree di parcheggio devono poter tro- vare il loro posto in uno spazio dedicato e di- segnato che, pur garantendo la visibilità dagli alloggi, sia posto a distanza dagli atri di ingresso dei fabbricati per lasciare libero l’accesso e non invaderne gli ambiti di soglia, laddove la defi- nizione dei percorsi pedonali e ciclabili e degli attraversamenti fra gli ambiti di uso privato e collettivo deve prevalere sull’organizzazione fun- zionale della sosta veicolare.

12. Detailed Design. Comprende gli aspetti di detta- glio di un progetto urbano sia a scala urbana che architettonica. un buon progetto architettonico deve anteporre le scelte decorative e quelle strut- turali, fare attenzione a dettagli, arredo urbano, scelta dei materiali e intenti sociali.