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I L RISCHIO DI DANNO AMBIENTALE E I RAPPORTI TRA IMPRESA ED ECOLOGIA

4. S TRUMENTI “ GREEN ” AD ADESIONE VOLONTARIA

4.1. I codici etic

Il codice etico è strumento di autoregolamentazione, un documento in cui l’impresa manifesta la propria volontà d’impiegare strategie “socialmente responsabili” e stabilisce quelli che sono i suoi valori fondanti, i “valori obiettivo”220, e le regole di condotta cui intende orientare la propria attività d’impresa.

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218 R. COSTI, La responsabilità sociale dell’impresa e il diritto azionario italiano, in Aa.Vv. La

responsabilità dell’impresa: convegno per i trent’anni di Giurisprudenza commerciale, Bologna 8-9 ottobre 2004, Milano, 2006, p. 83 ss.

219 G.FORESTIERI,A.GILARDONI (a cura di), Le imprese e la gestione del rischio ambientale: profili

aziendali, giuridici e assicurativi, in particolare p. 62 ss.

220 C.CIAPPEI,D.NINCI (a cura di), Etica di impresa. Considerazioni teoriche ed evidenze cliniche,

Esso è il più diffuso strumento di attuazione della responsabilità sociale d’impresa221; e lo stesso Libro Verde della Commissione Europea sulla responsabilità sociale dell’impresa si premura di fornire una definizione di codice di condotta, qualificandolo come quella «dichiarazione ufficiale dei valori e delle prassi commerciali di un’impresa e, a volte, delle parti che intrattengono relazioni con essa. Esso contiene l’enunciazione di norme di comportamento e l’impegno dell’azienda ad osservarle e a farle osservare ai suoi stakeholders», creando così una catena di imprese “virtuose”. Tuttavia, il codice etico non è solamente un codice di condotta, ma da questo si distingue dedicando ampio spazio a preoccupazioni di tipo regolatorio capaci, oggi, di incidere sul piano della responsabilità amministrativa degli enti ex d.lgs. n. 231/2001, laddove l’impresa adotti la forma societaria222.

La funzione distintiva di un codice etico è dunque quella di regolare le relazioni, d’origine “economica”223, tra l’impresa e i suoi dipendenti, dei dipendenti tra di loro, nonché le relazioni intercorrenti tra impresa e altri stakeholders diversi dagli azionisti, alla prima legati da rapporti obbligatori e non224. In questo senso, il codice etico rappresenta non solo un’elencazione dei diritti e doveri “etici”, “morali”, cui l’impresa intende orientarsi, ma costituisce anche uno strumento di sua gestione, interna ed esterna, individuando specifiche norme di comportamento, ovvero i doveri dell’impresa verso i suoi stakeholders225.

Tra tali interessi terzi, che con il codice etico l’impresa si impegna a tenere in considerazione, si rinviene spesso un riferimento ad interessi ambientali e al concetto di sviluppo sostenibile. Una ricerca dell’OCSE del 2001 ha rilevato come nei codici di !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

221 Cfr. Capitolo Primo, Para. 6, La responsabilità sociale delle imprese: brevi riflessioni. 222 Sul punto si vedano poi le riflessioni mosse nel Capitolo Terzo.

223 In questo senso, S. DE COLLE,L.SACCONI, Il codice etico come strumento di gestione delle

relazioni con gli stakeholder, in Guida critica alla responsabilità sociale e al governo d’impresa, cit., p.

611 ss.

224 C. ANGELICI, Responsabilità sociale dell’impresa, codici etici ed autodisciplina, in Giur. comm.,

II, 2011, p. 159 ss.

225 Tra i contributi in materia si menzionano altresì G. CONTE, Codice etici e attività di impresa nel

nuovo spazio globale del mercato, in Contr. impr., I, 2006, p. 108 ss.; A. GAMBINO, Etica dell'impresa e

codici di comportamento, in Studi in onore di Niccolò Lipari, Milano, 2008, p. 1107 ss.;E.D’ORAZIO,

Codici etici, cultura e responsabilità d’impresa, in Notizia di Politeia, 72, 2003, p. 127 ss.; P.FABBIO, I

codici di condotta nella disciplina delle pratiche commerciali sleali, in Giur. comm., I, 2008, p. 706 ss.; S.

ROSSI, Luci e ombre dei codici di impresa, in Le fonti private del diritto commerciale, a cura di V. Di

condotta adottati da un campione di 236 imprese operanti in 23 Paesi diversi, la protezione ambientale è tra i temi più trattati (59%), seconda solo alle condizioni di lavoro dei dipendenti226.

Circa la struttura dei codici etici, ad oggi non esistono criteri cogenti comuni per la loro redazione, ma si sono tuttavia diffuse best practices a cui le imprese spontaneamente si orientano e che permettono di individuare alcuni contenuti comuni ai numerosi codici etici in circolazione227.

Tendenzialmente, esso si compone di una sezione dedicata ai principi generali, a cui seguono disposizioni relative agli standard etici di comportamento e alle aree di rischio dei rapporti con gli stakeholders (talvolta divise per categorie di soggetti) con le connesse responsabilità, e infine una sezione dedicata ai meccanismi di implementazione del codice etico con relative sanzioni in caso di violazione (provvedimenti disciplinari, sanzioni pecuniarie, ecc.) e l’individuazione di organi di controllo (tendenzialmente un comitato etico o un organismo interno di controllo)228. È inoltre funzione preliminare degli stessi codici quella d’individuare gli stakeholders nei cui confronti ci si impegna e i cui interessi ci si obbliga a considerare, nonché di gerarchizzarli.

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226 OECD, Codes of Corporate Conduct: Expanded Review of their Contents, OECD Working

Papers on International Investment, 2001/06, OECD Publishing, disponibile a http://dx.doi.org/10.1787/206157234626.

227 All’espressione “codici etici” è riconducibile una molteplicità di modelli, potendovisi

ricomprendere codici di organizzazioni internazionali, di singoli rami di industria o categorie, enunciazioni di principi o modelli di organizzazione interna, o forme ibride fra codici etici e di condotta. Inoltre, una stessa impresa o gruppo può avere molteplici documenti etici, che dovranno essere valutati nel loro complesso. Si veda F.BENATTI, L’evoluzione dei codici etici: dalla funzione promozionale alla valenza

giuridica, in Banca borsa, 2015, p. 241 ss.

Ancora, spesso i codici etici si ispirano a previsioni contenute in documenti internazionali come il

Global Compact promosso dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, che vede la partecipazione di più di

settemila imprese in centoquarantacinque Paesi del mondo con una consistente partecipazione anche di imprese italiane.

Una forte influenza è, infine, certamente esercitata dalla Linee Guida di Confindustria, come aggiornate e modificate l’estate del 2014 le quali pongono il codice etico al centro del modello organizzativo, fissandone il contenuto minimo necessario per poter costituire una forma di tutela per i reati dolosi e colposi di cui al d.lgs. n. 231/2001; CONFINDUSTRIA, Linee guida per la costruzione dei modelli di

organizzazione, gestione e controllo, cit.

228 G. FELICI (a cura di), Dall’etica ai codici etici. Come l’etica diventa progetto d’impresa,

Laddove l’impresa sia organizzata in forma societaria, il codice etico è normalmente predisposto dall’organo amministrativo229 e non è di regola richiesta – per quanto parte della dottrina lo riterrebbe opportuno230 – alcuna approvazione dell’assemblea. Tale coinvolgimento degli azionisti non è necessario ai fini della validità del codice, ma parrebbe coerente con il modello societario di riferimento in quanto «è pur sempre compito dei soci fissare la tavola delle regole cui la società intende attenersi». Per quanto dopo la riforma del diritto societario l’amministrazione sia rimessa in via esclusiva agli amministratori, come si vedrà, all’assemblea resta tuttavia il potere di vagliare le principali linee strategiche dell’attività d’impresa. Si potrebbe altrimenti pensare di sottoporre all’assemblea il rapporto periodico dell’organo competente per l’enforcement del codice etico231.

Cosa accade, tuttavia, se un codice etico, volontariamente adottato e opportunamente pubblicizzato non viene poi rispettato? Alcuni scandali di portata internazionale hanno infatti dimostrato come l’adozione di un codice etico non equivalga necessariamente a una condotta etica. Il caso Enron negli U.S.A. ne è un esempio232. Tale scandalo conferma come non sia sufficiente prestare attenzione al contenuto del codice etico, ma sia indispensabile prevedere adeguati meccanismi di enforcement, in risposta ad esigenze di superamento della “crisi di fiducia” e in una prospettiva di soddisfazione del crescente “bisogno di conoscenza” del mercato e dei consumatori233.

Con riferimento ai motivi che possono orientare l’imprenditore verso l’adozione di un codice etico, è possibile distinguere tre funzioni principali, perseguibili alternativamente !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

229 Così, C. ANGELICI,La società per azioni: principi e problemi, Milano, 2012, in La società per

azioni, Tratt. dir. civ. comm., diretto da A. Cicu, F. Messineo, continuato da L. Mengoni e P. Schlesinger,

p. 345 ss., in particolare pp. 436-439, e si veda anche ID., Responsabilità sociale dell’impresa, codici etici

e autodisciplina, in Giur. comm., I, 2011, p. 159 ss., secondo il quale i codici etici fanno altresì parte della

politica di comunicazione della società.

230!R. COSTI, La responsabilità sociale dell’impresa e il diritto azionario, cit., p. 431.!

231 In questo senso, R. COSTI, op. cit.

232 Per una analisi della vicenda Enron e ai suoi effetti, con attenzione ai profili giuridici relativi

specificatamente alle dinamiche di governo societario, si vedano J.C. COFFEE, A theory of corporate

scandals: why the US and Europe differ, in AA.VV., After Enron: improving corporate law and

modernizing securities regulation in Europe and the US, a cura di J. Armour e J.A. McCahery, Oxford,

2005, p. 215 ss;P.L.DAVIES,Enron and the Corporate Governance Reform in the UK and the European Community, ivi, p. 415 ss.; J. ARMOUR, J. A.MCCAHERY (a cura di), Improving Corporate Law and

Modernising Securities Regulation in Europe and the US, 2006.

233 G.FELICI (a cura di), Dall’etica ai codici etici. Come l’etica diventa progetto d’impresa, cit., p.

o congiuntamente234: (i) l’incidenza sul piano reputazionale dell’impresa, con la conseguente conquista di un mercato specifico sensibile a istanze di sostenibilità sociale o ambientale; (ii) la protezione da forme di responsabilità civile e penale235; (iii) la costituzione di un elemento valutabile per il rating di legalità, come si vedrà a breve236. Quanto all’efficacia sul piano reputazionale di un codice etico, affinché tale risultato si realizzi è indispensabile che il mercato sia in grado di selezionare e premiare tali condotte, ossia che l’asimmetria informativa tra impresa e suoi consumatori sia minima o quantomeno contenuta. I consumatori devono essere messi in condizione di attribuire un valore al rispetto dei principi etici da parte dell’impresa e ancor prima è necessario che questi considerino prioritari nella loro scala morale i principi ambientali. È dunque fondamentale, per l’imprenditore, da un lato, conoscere il mercato cui si rivolge e l’etica che lo caratterizza, dall’altro, che i meccanismi di mercato siano in grado di distinguere l’offerta delle imprese etiche da altre realtà produttive.

Il verificarsi di quest’ultima condizione è essenziale per un corretto utilizzo dei codici etici sotto un profilo imprenditoriale. È infatti probabile che per differenziare il proprio prodotto da un punto di vista etico, l’impresa assuma costi aggiuntivi (si pensi ad esempio all’impresa che decide di acquistare pannelli solari per alimentare la propria azienda con energia da fonte rinnovabile; o al costante aggiornamento tecnologico al fine di ridurre le emissioni inquinanti) ed è dunque fondamentale che tale condotta sia premiata dal consumatore e quindi innanzitutto che quest’ultimo sia in grado di riconoscere l’impresa “etica” sul mercato.

Anche a tal fine, si dovrebbe evitare che le previsioni di tali codici etici siano disattese o fittiziamente declamate dalle imprese nel «tentativo di salvare l’immagine sociale, allo scopo di legittimare a tutti i costi, e in tutti i settori, il suo operato»237, per non sminuire !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

234 Cfr. F. BENATTI, L’evoluzione dei codici etici: dalla funzione promozionale alla valenza

giuridica, cit. Si veda altresì ID., Etica, impresa, contratto e mercato. L’esperienza dei codici etici, Bologna, 2014.

235 La responsabilità penale delle persone giuridiche è prevista dal d.lgs. n. 231/2001, “Disciplina

della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300”, per la quale si rimanda a successiva trattazione nei Capitoli Terzo e Quarto.

236 Infra, Para. 4.4, Il raiting di tipo etico.

la credibilità sul mercato di quelle imprese che invece rispettano i codici etici adottati e ne sopportano i relativi costi238, e i possibili inferiori profitti nel breve periodo239.

L’esigenza di garantire un effettivo rispetto delle disposizioni contenute nei codici etici è cogente anche nella prospettiva del consumatore, il quale potrebbe aver preferito un prodotto o un servizio proprio alla luce dell’approccio “green” dell’impresa e che è dunque viziato nella sua determinazione laddove l’impresa sponsorizzi i codici etici senza poi rispettarli.

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