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Gli strumenti di certificazione dei prodotti dell’Unione Europea

I L RISCHIO DI DANNO AMBIENTALE E I RAPPORTI TRA IMPRESA ED ECOLOGIA

4. S TRUMENTI “ GREEN ” AD ADESIONE VOLONTARIA

4.3. Gli strumenti di certificazione dei prodotti dell’Unione Europea

Di tutta altra “forza” sono, invece, dotati i sistemi di certificazione del prodotto elaborati a livello di Unione Europea, in particolare la certificazione Ecolabel e il meccanismo europeo di eco-gestione e audit EMAS (Eco-Management and Audit Scheme).

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245 In questo contesto si inserisce il c.d. eco-dumping, fenomeno che per parte della dottrina non

solo giuscommercialista, è riconducibile ad ipotesi di concorrenza sleale. L’eco-dumping si realizza ogni qual volta imprese installano, in tutto o in parte, il proprio processo produttivo in ordinamenti che consentono (o, comunque, tollerano) metodi di produzione non rispettosi degli standard internazionali in materia di protezione dell’ambiente (o in materia di diritti dei lavoratori e in tal caso si parla di socio-

dumping), così D. ARCIDIACONO, Concorrenza sleale, core labour standards e violazioni in materia

ambientale, in Riv. dir. ind., 2014, p. 324 ss. Si veda altresì G.FLORIDIA, Le valutazioni giurisprudenziali

in termini di correttezza professionale, in Aa.Vv., Diritto industriale - Proprietà intellettuale e concorrenza, Torino, 2009, p. 341; l’autore, in relazione al problema posto in queste pagine, ha parlato di

c.d. “localizzazione illecita”, espressione con cui ci si riferisce al «comportamento dell’imprenditore che persegua l’obiettivo della riduzione dei costi localizzando in tutto o in parte la sua attività in territori nei quali sia consentito organizzare l’attività di impresa, oppure segmenti di tale attività, senza l’osservanza di quelle regole che nei paesi più sviluppati garantiscono condizioni di civiltà e di superiore qualità della vita per la collettività (ad es. norme antinquinamento) oppure per i lavoratori (divieto del lavoro minorile, condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, contributi previdenziali, ecc.) ancorché tali norme si traducano in costi superiori di non lieve entità», suggerendo il ruolo che nello sviluppo della soluzione del problema possono svolgere i principi costituzionali che vietano «uno svolgimento dell’attività di impresa che sia in contrasto con l’utilità sociale o che possa mettere in pericolo libertà, dignità e sicurezza degli individui».

246 A.BENEDETTI, Le Certificazioni ambientali, in Diritto dell’ambiente, a cura di G. Rossi, Torino,

Tra i sistemi europei di etichettatura ambientale, il sistema Ecolabel è certamente il più diffuso. È un marchio europeo che attesta la qualità da un punto di vista ecologico di prodotti del mercato unico europeo, finalizzato alla promozione di prodotti ad elevate prestazioni ambientali. Introdotto dal Reg. 880/1992/CE e oggi disciplinato dal Reg. 1980/2000/CE, tale sistema di ecoetichettature ha carattere pubblicistico, essendo gestito da organi dell’Unione Europea e, a livello nazionale, da enti amministrativi interni; i parametri per la certificazione dei prodotti sono fissati dal Comitato dell’Unione Europea per il Marchio di Qualità Ecologica (CUEME), formato da rappresentanti degli Stati, da sindacati e da associazioni di consumatori, e in un secondo momento sono sottoposti all’approvazione degli Stati membri e della Commissione Europea.

Per ottenere l’etichetta, che si applica esclusivamente a prodotti di consumo, il produttore dovrà presentare richiesta all’organo amministrativo competente, che in Italia è il Comitato Ecolabel-Ecoaudit presso l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente247. Il marchio sarà concesso laddove l’impresa rispetti requisiti determinati su base scientifica, connessi all’inquinamento atmosferico, del suolo, e delle acque, o al consumo di energia, ecc. È interessante notare come tale processo di certificazione osservi l’intero ciclo di vita del prodotto, già dalle materie prime, fino al termine della sua vita utile.

La previsione di procedure di monitoraggio e verifica248, il coinvolgimento di organi di controllo europei e statali, e la validità limitata nel tempo dell’etichetta Ecolabel fanno sì che questa certificazione sia sempre aggiornata alle ultime innovazione tecnologiche. Tutto ciò rende l’ecoetichettatura in questione particolarmente credibile, quindi conseguentemente conveniente da un punto di vista economico per le imprese che la adottano, andando ad influire positivamente sulla loro reputazione sul mercato249.

Nel sistema EMAS250 , invece, svolge un ruolo centrale la c.d. dichiarazione ambientale. Un documento con cui l’impresa volontariamente informa il pubblico dell’impatto !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

247 A.BENEDETTI, Le Certificazioni ambientali, cit.

248 Se il prodotto non rispetta i parametri previsti, l’organismo può persino vietarne l’uso in via

definitiva.

249 Oltretutto, grazie a tali certificazioni, il consumatore si giova di «informazioni accurate, non

ingannevoli e scientificamente fondate sull’impatto ambientale dei prodotti» (primo considerando reg. CE 66/10), che difficilmente potrebbero ottenere altrimenti, così riducendo le asimmetrie informative.

250 Il sistema EMAS è stato introdotto dal Reg. 1836/1993/CE, successivamente dal Reg.

ambientale che le sue attività esercitano sul territorio interessato, ossia di quali sono le prospettive di miglioramento dell’impatto aziendale sull’ambiente e le strategie elaborate per raggiungere tali obiettivi.

Anche nel sistema EMAS quindi, ciò che rileva è la sola gestione, non l’effettiva performance. Rispetto agli standard ISO però, nel sistema EMAS le informazioni fornite dalle imprese sono sottoposte al controllo di verificatori ambientali accreditati, in Italia, presso il Comitato Ecolabel-Ecoaudit dove si registrano le imprese certificate EMAS. Lo stesso Ministero dell’ambiente ha poi poteri di verifica.

In generale, comunque, i sistemi di certificazione volontaria incentivano le imprese ad adottare misure di potenziamento continuo della gestione ambientale, così da favorirne l’adeguamento alle innovazioni tecnologiche.

Grazie ai sistemi di certificazione ambientale, infine, da un lato i consumatori vengono informati potendo così assumere decisioni più consapevoli, dall’altro le imprese comunicano al mercato il loro “virtuosismo ambientale”, riuscendo ad impadronirsi della relativa domanda e a sostenere i costi derivanti da una gestione sensibile alle istanze ambientali; mitigando così, soprattutto, quei costi negoziali connessi al deficit informativo251.

Si noti, infine, come la certificazione EMAS è talvolta utilizzata come criterio preferenziale per l’aggiudicazione di contratti pubblici, così apportando ulteriori benefici alle imprese che decidono di adottare tale certificazioni252.

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