Camera dei Deputati, Palazzo Montecitorio, Aula della Commissione VI (Finanze)
IL PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE E LE TRADIZIONI ALIMENTARI: VERSO UN PIANO DI GOVERNANCE PER LA DIETA
4. Conclusioni: per una governance della Dieta Mediterranea 1 Perché valorizzare il riconoscimento UNESCO
La valorizzazione della Dieta Mediterranea Patrimonio dell’Umanità rappresenta la continuazione naturale della volontà e coscienza specifica sviluppatasi presso quelle comunità che, insieme, hanno spinto affinché il loro bagaglio culturale comune, fatto di pratiche e tradizioni alimentari, fosse riconosciuto, valorizzato e tutelato nel “sistema UNESCO”. Come è stato dimostrato da numerose indagini quantitative, il brand UNESCO ha un’importanza decisiva nel qualificare la qualità e la rilevanza di edifici, siti, paesaggi e parchi, e diventa un fattore decisivo per la promozione di quei territori che riescono, grazie all’eccellenza e al valore unico delle loro risorse culturali e naturali, ad essere iscritti nelle Liste Rappresentative del Patrimonio Mondiale o del Patrimonio Culturale Immateriale.
Realizzare un sistema di governo del riconoscimento, risulta necessario per due motivi fondamentali: da una parte perché tale importante risultato di promozione del Made in Italy sul piano economico può avere dei riscontri positivi per le imprese del settore agro-alimentare, dall’altra perché l’inserimento nella Lista Rappresentativa è l’inizio di un processo di comunicazione e promozione delle pratiche e delle conoscenze culturali per di garantirne la tutela e la salvaguardia, nonché la loro più ampia conoscenza e visibilità, che ha bisogno di essere ben progettato e condotto.
Il nostro Paese presenta gran parte della superficie agraria utile del territorio nazionale dedicata alla “trilogia mediterranea”, ovvero alle colture di cereali,
13 http://www.unesco.org/culture/ich/index.php?lg=en&pg=00174.
14 V. ad esempio: http://www.unesco.org/culture/ich/index.php?lg=en&pg=00574. 15 V. http://www.unesco.org/culture/ich/index.php?lg=en&pg=00008.
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olivo e vite, e al contempo è leader europeo nella produzione certificata (sistema delle DO), in quella biologica e nell’offerta di prodotti tipici. Secondo Coldiretti16,
l’Italia, Paese simbolo della cucina e della Dieta Mediterranea, possiede una produzione agricola di eccellente qualità, come dimostra la leadership europea nella produzione biologica e nell’offerta di prodotti tipici. Possiamo contare ben 275 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario (IGP, DOP e STG) e più di 4.000 specialità tradizionali censite dalle Regioni, mentre i vini a denominazione di origine controllata (DOC), controllata e garantita (DOCG) e a indicazione geografica tipica (IGT) sono 52317.
La responsabilità di dare l’input a quello che, nel titolo del nostro
paper, chiamiamo ambiziosamente governance del riconoscimento ricade
sull’Amministrazione competente. Il Ministero delle Politiche Agricole, come organo di governo, deve, insieme, farsi portatore delle istanze di tutti gli
stakeholder più rilevanti e dare un seguito agli importanti impegni profusi dal
2007 a oggi per portare a termine con successo l’iter di candidatura e le prime fasi di implementazione delle attività relative alla promozione e alla tutela dell’elemento in oggetto. Ciò può trovare la più completa realizzazione in un sistema di organizzazione delle attività e delle iniziative da porre in essere che renda coerente l’identità dell’elemento e comunichi e promuova i relativi valori culturali attraverso un brand il più possibile conoscibile e ri-conoscibile.
4.2. Linee guida operative per la valorizzazione del riconoscimento: dalla Carta dei Valori della Dieta Mediterranea
Dal punto di vista operativo la gestione del riconoscimento, delle modalità di valorizzazione e salvaguardia dell’elemento assumono una prospettiva sistemica, finalizzata a condividere esperienze e identificare strumenti comuni per la promozione e protezione dell’elemento. Il coinvolgimento della rete delle comunità della Dieta Mediterranea assume carattere proattivo grazie al costante confronto con l’Autorità nazionale competente e la collaborazione con la comunità emblematica.
Gli strumenti per governare la rete della comunità potranno essere nello specifico: a) un gruppo di lavoro dedicato alla Dieta Mediterranea, come organo di governo rappresentativo sia della componente ministeriale sia della comunità emblematica sia delle comunità che condivideranno il riconoscimento; b) una
16 Cfr. La Dieta Mediterranea, patrimonio dell’umanità, articolo consultabile su http://
www.lagazzettaweb.it/Pages/rub_conv/2010/tavola/r_tav_10-06.html.
17 Cfr. http://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/
IDPagina/2090 nel quale è riportato l’elenco dei prodotti italiani che rientrano nel sistema
IL PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE E LE TRADIZIONI ALIMENTARI
AMBIENTE, ENERGIA, ALIMENTAZIONE. MODELLI GIURIDICI COMPARATI PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
VOLUME 1, TOMO I
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denominazione di “comunità della Dieta Mediterranea Patrimonio UNESCO”, che ogni comunità potrà utilizzare, previa autorizzazione del Ministero per le attività istituzionali connesse alla salvaguardia e valorizzazione del riconoscimento UNESCO, da istituire tramite decreto ministeriale; c) una rete nazionale delle comunità della Dieta Mediterranea.
Il Gruppo di lavoro dedicato alla Dieta Mediterranea può diventare un luogo di confronto periodico delle diverse esperienze intraprese a livello nazionale dalle comunità locali nelle azioni di salvaguardia e valorizzazione del riconoscimento UNESCO. Compito principale del Gruppo di lavoro sarà quello di analizzare e decidere le eventuali inclusioni nella rete delle comunità della Dieta Mediterranea, curando l’istruzione delle proposte ricevute e decidendo sull’ingresso dei nuovi membri, nonché vigilando sull’effettiva realizzazione degli impegni previsti attraverso la sottoscrizione della Carta dei valori della Dieta Mediterranea.
Le comunità che decideranno di sottoscrivere la Carta si impegneranno a mantenere una serie di impegni, a seconda della loro natura. Il beneficio diretto che assumeranno sarà quello di poter utilizzare il marchio “comunità della Dieta Mediterranea Patrimonio UNESCO” per tutte le attività istituzionali connesse alla salvaguardia e valorizzazione dell’elemento. Ciò non vuol dire poter utilizzare liberamente loghi e acronimi dell’UNESCO, i quali sono sottoposti a una ferrea normativa sia a livello nazionale sia a livello internazionale. Il regolamento connesso all’utilizzo del marchio indicato potrà essere definito tramite decreto ministeriale, prevedendo in tal modo le norme d’uso e il manuale d’utilizzo.
La rete nazionale delle comunità della Dieta Mediterranea UNESCO, aperta a tutti coloro che vorranno sottoscrivere la Carta dei Valori della Dieta Mediterranea UNESCO e che sapranno dimostrare di aver realizzato determinati obiettivi e di assumere determinati impegni, potrà essere costituito da quattro categorie di soggetti:
- Enti territoriali (di cui all’art.114 Cost. e all’art. 2 del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267)
- Istituzioni (istituti di cultura, fondazioni, musei, ecomusei, ecc.) - Ricerca (centri di ricerca, università, ecc.) e
- Società civile (associazioni).
Il monitoraggio delle iniziative future e sull’uso corretto del riconoscimento UNESCO, della sua denominazione e delle sue finalità, sarà compito esclusivo del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, il quale potrà revocare l’iscrizione della comunità nella rete nazionale nel caso non siano adempiuti gli impegni sottoscritti ovvero siano violate le normative UNESCO in materia.
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Tale percorso può trovare la propria attuazione soltanto attraverso la più larga partecipazione e condivisone del progetto da parte di tutti le comunità locali interessate, i centri di ricerca, gli operatori del settore agro-alimentare, delle filiere coinvolte e dei settori che anche indirettamente fanno ad essi riferimento. Tale condivisone ha visto un suo primo momento costitutivo nell’evento del 18 settembre 2015, tenutosi presso EXPO Milano, con la sottoscrizione della Carta dei valori della Dieta Mediterranea da parte di tutte le comunità che hanno partecipato alla sua stesura.