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Dati statistici e criminologici sul fenomeno dei cult

LA MANIPOLAZIONE MENTALE E I CULT

5. Dati statistici e criminologici sul fenomeno dei cult

A fronte della congenita propensione dei culti alla segretezza e alla clandestinità, emergendo spesso in occasione di atti criminali commessi dai propri membri, il fenomeno in parola si conferma dotato di un elevato tasso di sommersione, tanto da rendere molto complicato, se non impossibile, operare un‟analisi statistica adeguatamente precisa ed attendibile sul numero e sulla qualità delle sette presenti nel nostro Paese. La mancata collaborazione degli ex adepti, intimoriti e proni all‟omertà, non facilita lo scopo. Si sono scontrate con questo non indifferente ostacolo le diverse commissioni ministeriali che si sono nel tempo avvicendate in detto tentativo classificatorio. Quello dei NMR è un panorama senza dubbio complesso, variegato e in continuo mutamento357, tale da rendere complicata una precisa mappatura costantemente aggiornata del fenomeno. Un censimento del 2001 sui nuovi movimenti religiosi in Italia358 rileva che le principali minoranze religiose nel nostro Paese sono i Testimoni di Geova (400.000 membri), i Protestanti (363.000 membri) e i Movimenti del potenziale umano (100.000 membri)359.

Il Senato della Repubblica, sul proprio sito internet360, ha pubblicato uno studio aggiornato al 2006 che fornisce alcuni numeri: sembra che le sette operanti in Italia siano circa 8.000 (per 600.000 adepti); mentre nel mondo si conterebbero 500 milioni di seguaci. Le stime dell‟APA (American Psychological Association) sono meno confortanti, poiché rilevano che dal 1970 al 1985 circa 10 milioni di americani hanno aderito a un gruppo distruttivo, anche per breve tempo. Il 25% di ex adepti soffrirebbe inoltre di danni psicologici irreversibili derivanti dall‟affiliazione361. Invece, il dossier del Ministero dell‟Interno del 1998 aveva fornito importanti informazioni sulla natura dei movimenti settari: la maggior parte di loro sono gruppi di matrice cristiana (con 45.000 persone). In ordine decrescente per numero di adepti, si posizionano i culti orientali importati in occidente (24.000), i movimenti per lo sviluppo del potenziale

357 ZAPPALÀ, A.; Delitti Rituali, Centro Scientifico, Torino, 2004, p. 4.

358 INTROVIGNE M., Enciclopedia delle religioni in Italia, Leumann (Torino), ElleDiCi.

359 Per quanto concerne l‟area esoterica, la scena è occupata in misura maggiore da neo-pagani, neo-

sciamanici e Wicca (3.000 persone) e dai gruppi teosofici e derivati (anch‟essi contano le 3.000 unità). Interessante è osservare che il Satanismo organizzato conta solamente 200 seguaci nel nostro Paese, collocandosi all‟ultimo posto per presenza quantitativa.

360 Centro studi abusi psicologici (CeSAP)- Sette e controllo mentale, in www.senato.it. 361

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(8.500)362 e infine i movimenti occidentali con tendenze orientaleggianti e i gruppi orientalisti in Italia (entrambi possono contare su circa 500 membri ciascuno)363. Tra i nuovi movimenti magici il primato è detenuto dai movimenti neopagani e New Age, che occupano il 45% della categoria364. I nuovi movimenti religiosi si concentrano decisamente nella parte settentrionale del nostro Paese (specialmente in Piemonte, Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna e Veneto)365. Gli atteggiamenti dei vari Stati europei, in una prospettiva comparata, variano grandemente. Alcuni Paesi del democratico Vecchio Continente hanno reputato pericolosi diversi gruppi religiosi che, a dire il vero, non lo erano366. L‟allarme e la risposta spesso sproporzionata probabilmente risalgono causalmente ai drammatici episodi che, pur sporadici, sono riusciti a catalizzare l‟attenzione (e l‟apprensione) dell‟opinione pubblica e della politica367.

Dopo aver esaminato i dati quantitativi riferiti al fenomeno dei nuovi movimenti religiosi, è d‟uopo concentrarsi sul loro profilo criminologico. L‟interesse criminologico per i NMR è limitato alle loro eventuali attività illegali e comportamenti criminali, al fine di scongiurare il rischio di una visione ristretta, scorretta e fortemente discriminatoria verso dette organizzazioni. Alle sette sataniche sono spesso attribuiti reati come truffa, abusi sessuali anche a danno di minori, violenze su animali e finanche episodi di omicidio estremo o rituale. Queste azioni criminali vengono tipicamente giustificate dagli adepti facendo riferimento alla ritualità e spiritualità della motivazione, di modo che, esemplificando, lo stupro venga letto come stupro ritualistico

362

Il Rapporto del Ministero dell‟ Interno del febbraio 1998 ha evidenziato, anche se il dato è da reputare sottostimato, la presenza di circa una decina di gruppi satanico-luciferiani, per un totale di 200 membri. Si dà conto, in quella sede, anche dei movimenti definiti “psico-sette” o “per lo sviluppo del potenziale”, nonché dei gruppi virtuali, anomici o micro-gruppi. Questi ultimi, in base a una stima operata nel disegno di legge n. 3770/2003, hanno registrato un significativo incremento in un solo anno, passando da 114 gruppi nel 1999, a 322 nel 2000. Oggi sarebbero almeno 500, sempre in continuo aumento, in rielaborazione, sostituzione e frammentazione (COLOMBO C.; La manipolazione mentale e le sette

sataniche tra fattispecie penali e diritti costituzionalmente garantiti, in Rivista Penale 11/2010,

www.latribuna.it).

363 Ibidem.

364 Il 30% dei nuovi movimenti magici è poi costituito da movimenti esoterici e occultistici, il 15% da

sette satanico-luciferine, il 7% dallo spiritismo e il 3% dai gruppi ufologici. Stime tratte da Centro studi abusi psicologici (CeSAP)- Sette e controllo mentale, in www.senato.it, p. 26.

365Per un approfondimento, si rinvia a Centro studi abusi psicologici (CeSAP)- Sette e controllo mentale,

in www.senato.it, p. 27.

366 ZAPPALÀ, op.cit., p.15. I Testimoni di Geova sono stati classificati come pericolosi in Germania e

Belgio, mentre la Grecia ha addirittura provveduto ad arrestare alcuni membri. I Raeliani sono stati definiti pericolosi sia in Francia che in Belgio; la stessa etichetta è stata adottata per Scientology in Francia e Germania (quest‟ultima ha anche messo i suoi membri sotto sorveglianza), mentre la Grecia si è spinta fino a definirla nemica dello Stato.

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e l‟omicidio come un sacrificio368

. Ciò è da associare all‟alterazione della percezione della realtà e della gravità di tali azioni criminali, risultante dalla manipolazione mentale portata avanti nella setta. Marco Strano369 ha compilato uno scrupoloso elenco di tipici “interessi” dei NMR che, in certi casi, possono sconfinare nell‟illegalità. Vi rientrano: l‟acquisizione di ricchezze attraverso le quote di adesione degli adepti, o vendendo ad essi libri, corsi e seminari dedicati al tema, o addirittura per mezzo dell‟espoliazione dell‟intero patrimonio dei seguaci; la soddisfazione di desideri sessuali e perversioni; il conseguimento di vantaggi provenienti dalle singole attività professionali degli adepti o di informazioni sensibili in campo industriale, finanziario-mobiliare e politico- istituzionale, passibili di essere successivamente impiegate dal culto per ricatti, speculazioni e così via, affidandosi a seguaci che ricoprono posizioni di spicco a livello professionale e istituzionale. Si ritiene utile, nella presente sede, accogliere la classificazione che l‟autore370

costruisce circa le categorie di crimini generalmente ravvisabili nei culti distruttivi. Esse sono essenzialmente due: i crimini commessi dal leader ai danni degli adepti e i crimini commessi dagli adepti avverso altri adepti o persone esterne alla setta. Fanno parte della prima categoria truffe, frodi, minacce, estorsioni, sfruttamento (del lavoro e della prostituzione), lesioni, sequestri di persona, violenze fisiche di varia natura, spaccio di stupefacenti, pedofilia, abusi sessuali, induzione al suicidio e omicidi. Nella seconda categoria371 si possono annoverare: reati familiari (es. mancato sostentamento, abbandono, ecc.), violenze e lesioni ad altri adepti durante i rituali, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, abusi sessuali e pedofilia, profanazione di cimiteri, maltrattamento di animali, furti specialmente di oggetti religiosi tratti dalle chiese, concorso in truffe e frodi, furto d‟informazioni e danneggiamenti di luoghi sacri. Inoltre, ogni tipologia di setta presenta dei reati ricorrenti e caratteristici. In questo senso, le sette transnazionali si rendono tipicamente autrici di truffe, spoliazione economica degli adepti, acquisizione di informazioni ecc.; le sette sataniche di violenza sessuale, pedofilia, lesioni, detenzione e spaccio di stupefacenti, maltrattamento di animali, azioni contro il buon gusto (sanzionate penalmente), profanazione di cimiteri, spaccio e detenzione di stupefacenti, minacce

368

https://controllomentale.wordpress.com/tag/vittime-di-manipolazione-mentale/ [19.11.2018]

369 STRANO M., Criminologia, Sette Sataniche e Controllo della Mente, in Manuale di Criminologia

Clinica a cura di Marco Strano, Firenze, SEE, 2003, p. 457.

370 Ibidem. 371

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ecc.; mentre le psico-sette pongono spesso in essere reati di truffa e di esercizio abusivo della professione di medico o psicologo372.

6. La “deprogrammazione”

Il termine “deprogrammazione” è stato coniato da un illustre esponente dell‟universo anti-culti americano, Ted Patrick (soprannominato Black Lightning373

), per indicare quell‟insieme di tecniche volte a estrarre un soggetto da un culto distruttivo per reinserirlo in un processo di risocializzazione coercitivo, in modo da liberarlo dal condizionamento e dalle dottrine del gruppo e da riportarlo sui “giusti” binari dei valori e delle idee tradizionali374. Ovviamente, sarebbe illogico parlare di deprogrammazione se essa non fosse preceduta da una programmazione, fornita dall‟opera di brainwashing, che presuppone da parte del proselito un avvicinamento forzato, e mai spontaneo. Queste erano le convinzioni dei deprogrammatori, i quali si trovarono al centro di feroci critiche e protagonisti di diverse azioni legali intentate nei loro confronti, a causa dei frequenti rapimenti forzosi da loro commessi. La controversia sui Nuovi Movimenti Religiosi e, conseguentemente, sull‟attività di deprogramming deflagrò in occasione del suicidio di massa dei membri del Tempio del Popolo in Guyana, nel 1978375. Tale fatto di cronaca mutò la percezione dei NMR negli USA e portò nuova linfa al movimento di

deprogramming, complice in parte la paura delle capacità di manipolazione mentale

usate da questi gruppi distruttivi ai danni di vittime inconsapevoli ed inermi. Così, all‟inizio degli anni Settanta si formarono i primi movimenti anti-cults (di cui si è già ampiamente parlato, v. capitolo I, §1)376. Come si è già osservato, tra le altre iniziative, questi movimenti si impegnavano particolarmente nell‟offerta di percorsi di deprogrammazione o “exit counseling”. Le famiglie degli adepti, preoccupate delle potenzialità distruttive dei NMR, spazientiti dai lunghi tempi della giustizia, spesso

372 Ibidem.

373 USAI A., Profili penali dei condizionamenti psichici. Riflessioni sui problemi penali posti dalla

fenomenologia dei nuovi movimenti religiosi, Giuffrè, Milano, 1996, p. 63.

374 RICHARDSON, J. T.; Brainwashing, in Society, March-April, 1980, Vol.17, p.19(1). 375 Ibidem.

376 Il più famoso tra questi era l‟associazione Free Our Children From The Children of God

(FREECOG)376, all‟interno della quale i familiari degli adepti dei “Bambini di Dio” si battevano contro il culto, rendendosi autori di azioni finalizzate al recupero delle vittime di brainwashing, spesso avvalendosi però di mezzi coercitivi della libertà individuale, non meno discutibili, sotto il profilo sia psicologico sia etico, di quelli a cui si opponevano. USAI A., Profili penali dei condizionamenti psichici.

Riflessioni sui problemi penali posti dalla fenomenologia dei nuovi movimenti religiosi, Giuffrè, Milano,

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ingaggiavano i deprogrammers, mentre, in alcuni casi, decidevano di agire spontaneamente e in autonomia. I deprogrammatori appartenevano ad una categoria semiprofessionale e non specializzata, costituita per la maggior parte da semplici ex seguaci “pentiti”, le cui conoscenze provenivano spesso dalla semplice esperienza di vita personale. Ciò che avveniva era un sostanziale brainwashing al contrario, proponendosi gli “esperti” di invertire il processo originario e ricondurre l‟adepto a un non-programma. Non sempre l‟exit counseling ebbe successo. In questi ultimi casi, gli ex-adepti promossero azioni legali contro i deprogrammatori e le loro famiglie. Negli anni Settanta e Ottanta si moltiplicarono le accuse, indirizzate ai deprogrammers, di aver adoperato droghe, violenza fisica e perfino rapporti sessuali (anche abusanti), per raggiungere i loro scopi: molti degli imputati finirono in prigione. A quel punto il movimento anti-culti, che fino a quel momento sembrava addirittura giustificare i deprogrammatori, prese decisamente e pubblicamente le distanze da essi377. In seguito alla sentenza Fishman, inoltre, negli Stati Uniti il deprogramming divenne sempre meno tollerato e cominciò ad essere visto con sospetto perfino dalle corti locali378, subendo quindi un grave danno di immagine.

Per quanto concerne la metodologia, il processo si articolava in due fasi379. Nella prima, il seguace, spesso rapito dal culto con la forza, veniva ricondotto nella dimora dei genitori o in una stanza di albergo, per favorire il suo necessario isolamento. Egli era tenuto lì prigioniero e, costantemente sorvegliato380, veniva bombardato con affermazioni e gesti dispregiativi verso il culto di provenienza, sottoposto a pressioni psicologiche, umiliazioni e, talvolta, coazione fisica381. Una volta ottenuta la passiva e rassegnata acquiescenza da parte del soggetto prostrato sia psichicamente che fisicamente382, si procedeva alla seconda fase. Il soggetto veniva ricondotto nella casa famigliare, dove era accolto da un atteggiamento di love-bombing, in modo da indurlo a

377 Ibidem. 378

Ivi, p. 312.

379 La conoscenza dei metodi della deprogrammazione ci proviene in gran parte dalle testimonianze delle

persone che vi sono state sottoposte e, soprattutto, da un documento che venne messo in circolazione da Scientology per dimostrare quanto brutali e deprecabili fossero i metodi usati dai deprogrammatori. Il nome di questo libretto del movimento POWER è “Deprogramming: The Constructive Destruction of

Belief: A Manual of Technique”, 1975-6 (cfr. BARKER, The Making of a Moonie: Choice or Brainwashing?, Blackwell Publishers, Oxford, 1984, p. 261, nt. 11).

380 USAI A., op.cit., p. 64. 381

Si realizzavano perfino privazioni di cibo e di sonno. DEL RE, M.C., Modellamento psichico e diritto

penale: la tutela penale dell' integrità psichica, in Studi in memoria di G. Delitala, I, Milano, 1984, p.

336.

382 La durata della prima fase si estendeva per al massimo qualche settimana, ma più frequentemente era

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rinnegare qualsiasi contatto col culto e a rinforzare il suo impegno emotivo verso i prossimi congiunti383. La metodologia impiegata, sotto il manto dell‟apparentemente nobile intento di salvataggio, si rivelava con ogni evidenza fortemente abusiva. Era peraltro possibile configurare, giuridicamente, una pluralità di reati, tra cui il sequestro di persona. Si sono moltiplicate nel tempo le denunce delle vittime contro i deprogrammatori384 e contro le autorità pubbliche che li avevano sostenuti385.

A fronte di queste considerazioni, come anche Di Fiorino afferma, anziché dirigersi verso un lavaggio del cervello di segno contrario, si dovrebbe optare per il “contrario

del lavaggio del cervello. E quindi favorire il riemergere di un‟attitudine critica nella valutazione delle esperienze dell‟affiliazione, facendo appello alle capacità critiche residue”386. Questa intuizione, che vede concordi anche studiosi americani, rappresenta sicuramente un punto di svolta nell‟approccio ai casi di persone esuli da esperienze in gruppi distruttivi. Si preferisce, in questa nuova ottica, che ad occuparsi del loro trattamento sia personale medico qualificato, segnatamente psichiatri specializzati387. Il già citato Steven Hassan, che ha provato sulla propria pelle l‟esperienza della deprogrammazione, ha proposto un nuovo ed inedito approccio, di natura terapeutica, definito “Exit Counseling non coercitivo”. Innanzitutto, è fondamentale fornire alla vittima di un culto distruttivo la dimostrazione che è stata ingannata, e che è caduta in tale trappola involontariamente e inconsapevolmente. È importante informarla che anche altre persone sono state analogamente irretite da altri gruppi e che, soprattutto, esiste una via d‟uscita a sua disposizione388

. È importante adottare una prospettiva rivolta verso il futuro e volta a stimolare il soggetto ad agire nel modo che egli ritiene più giusto per se stesso, premendo sul suo naturale istinto di allontanamento dalla setta,

383 USAI A., op.cit., p. 64. 384

Le accuse erano di assault and battery, di violazione della privacy, di esercizio abusivo della professione medica, di lesioni, poiché, attraverso forti pressioni psicologiche, si era inflitta dolosamente una sofferenza emotiva alla vittima. DEL RE, M.C., op.cit., pp. 339-340. L‟intervento brutale della deprogrammazione, infatti, rischiava di aggravare condizioni psicofisiche già critiche, ed il suo eventuale fallimento avrebbe comportato un sicuro deterioramento della salute mentale dell‟interessato. L‟ improvvisa interruzione di una relazione psicologicamente intensa, come quella intrattenuta col culto, soprattutto quando avvenga coattivamente, è particolarmente traumatica. Nei primi mesi vissuti al di fuori del culto sono stati infatti osservati casi di slippage, consistente in un “deficit emotivo temporaneo con

incapacità di trattenere un pensiero, di rispondere a domande e con perdita della distinzione tra il concreto e la metafora” e di floating, cioè un “disturbo delle funzioni egoiche del senso di realtà con esperienza soggettiva di depersonalizzazione”. Cit., USAI, op. cit., p. 148.

385 Le denunce si basavano sugli statuti federali che tutelano i diritti civili delle persone, allegando la

violazione di diritti costituzionali. DEL RE M.C., op.cit., p. 340.

386 DI FIORINO, A proposito di Dianetica “scienza moderna della salute mentale”, cit., p. 10, dove è

possibile approfondire il concetto.

387 USAI, op. cit., cit. p. 149. 388

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e a lasciare che l‟individuo si senta pienamente in controllo delle sue azioni e libero di valutare le diverse opzioni di vita che gli si presentano. L‟approccio è quindi necessariamente casistico e individualizzato, e si fonda su un rapporto di approfondita conoscenza personale con il consulente, oltre che su un auspicabile aiuto da parte della famiglia del soggetto. Integrano il processo attività educative, soprattutto volte a impartire insegnamenti sulla psicologia, sulla comunicazione, sui problemi del controllo mentale e sullo stile di altri culti distruttivi, come pure si cerca di indagare la storia, la dottrina e le contraddizioni presenti all‟interno di un gruppo389

. Un elemento fortemente distintivo del metodo di Hassan rispetto a quello tradizionale della deprogrammazione è che egli non ricerca mai un allontanamento coattivo dell‟interessato dal gruppo, al fine di evitare di suscitare in lui una sensazione di minaccia390.

Alcuni autori sospettano che le alte percentuali di successo dei processi di deprogrammazione (attestate, approssimativamente, nei 2/3 dei “pazienti”391) avrebbero potuto probabilmente essere spiegate dalla circostanza che l‟iniziale “lavaggio del cervello” non fosse stato così potente ed efficace come si è sempre creduto. Studi di psicologi e psichiatri hanno evidenziato come, in realtà, il brainwashing non sia affatto irresistibile392. Illuminanti paiono, a questo scopo, i dati raccolti da Marc Galanter in una sua ricerca del 1978393 a proposito del movimento dei Moonisti e da Eileen Barker, nel suo studio del 1979394. Colpisce lo scarsissimo numero di individui che effettivamente si lascia persuadere e irretire dai NMR e, ancora di più, risalta la circostanza che il turn over sia particolarmente rapido ed elevato. Infatti, più della metà dei seguaci lascia il gruppo dopo pochi anni. Non sorprenderà, allora, constatare che i

389 Ibidem. In un‟altra opera, “Releasing the Bonds: Empowering People to Think for Themselves”,

Freedom of Mind Pr; 1st edition (May 1, 2000), Hassan presenta lo sviluppo del descritto metodo di exit

counseling, che lui chiama “Strategic Interaction Approach” (Approccio di Interazione Strategica, o

SIA). In questo più evoluto approccio l‟ attenzione si rivolge maggiormente verso il processo di cambiamento, piuttosto che su quello informativo. Il SIA trae origine dal necessario presupposto consistente nella conoscenza dei fattori, personalissimi, che possono rendere un soggetto più o meno vulnerabile al controllo mentale e quindi “a rischio”. Si crea un modello composto dalle varie parti dell‟ autentico Io del soggetto, o le sue sub – personalità, che sono state coltivate per ottenerne l‟adesione alla setta. In questo modo si può conoscere più chiaramente l‟identità settaria e isolare quei profili della stessa che si ritiene utile preservare.

390

https://controllomentale.wordpress.com/tag/vittime-di-manipolazione-mentale/.

391 USAI A., op.cit., p. 79. 392 USAI A., op.cit., p. 78.

393 GALANTER, M., Psychological Induction Into the Large Group: Findings from Modern Religious

Sect, in Am. J. Psychiatry, 1980, 137, p. 1575. Solamente il 29% delle persone che prende parte al 2-day workshop si impegna anche nella successiva sessione di sette giorni; al 21-day workshop partecipa solo il

17% di loro ed infine solo il 9% diventa seguace dell‟ organizzazione del reverendo Moon. Quest‟ultima percentuale si riduce poi al 6% dopo quattro mesi.

394 BARKER, E., The Making of a Moonie: Choice or Brainwashing?, Blackwell Publishers, Oxford,

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NMR contano un numero di adepti relativamente infimo, e tale caratteristica sancisce il carattere ultra minoritario degli stessi nella società. Tornando ai numeri relativi al

deprogramming, c‟è da puntualizzare che l‟alto grado di successo deve essere

relazionato anche alla variabile soggettiva, riguardante il rapporto intrattenuto col culto dagli individui sottopostivi. Nella maggioranza dei casi si tratta, infatti, di neofiti. Coi membri di più lunga data, invece, il deprogramming riesce in poco più di un terzo dei casi395. Inoltre, solitamente l‟exit counseling contribuisce semplicemente a facilitare e accelerare la decisione di affrancamento dal gruppo, innestandosi su incertezze già preesistenti. Ciò conferma la teoria per cui non si possa parlare di un vero brainwashing e riduzione in stato di totale soggezione dei membri delle sette396, rappresentando uno dei numerosi motivi che inducono gli esperti a dubitare della reale esistenza del fenomeno del brainwashing così come fino ad ora descritto, il quale, secondo molti, sarebbe da considerare ormai nient‟altro che un mito397

.

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