• Non ci sono risultati.

L’inedita applicazione del reato di riduzione in schiavitù alle condotte latu sensu plagiarie: il caso del “Santone” di Montecchio

maggioritarie La valorizzazione del principio di frammentarietà e la completezza dell’ordinamento penale attuale.

3. I “leading case”

3.3. L’inedita applicazione del reato di riduzione in schiavitù alle condotte latu sensu plagiarie: il caso del “Santone” di Montecchio

Negli anni ‟90, Mauro Cioni, ex sacerdote sospeso a divinis nel 1985 e ridotto allo stato laicale alla fine degli anni ‟80, fondò attorno alla sua carismatica persona, nella frazione di Montecchio, a Cortona (Arezzo), una comunità che poteva contare un buon numero di fedeli, in maggioranza di sesso femminile. Egli si professava depositario di poteri divini, e svolgeva la propria attività da “santone” sfruttando l'ingenuità dei propri adepti, i quali venivano convinti che solo assecondando le richieste e le istruzioni del capo avrebbero potuto raggiungere, un giorno, la salvezza eterna. Secondo alcune

823 ZAPPALÀ, A.; op.cit., p. 163. 824 ZAPPALÀ, A.; op.cit., p. 165. 825 ZAPPALÀ, A.; op.cit., p. 167. 826

182

testimonianze, egli avrebbe adoperato mezzi anche violenti per assicurarsi l‟ordinata obbedienza e la rispettosa fedeltà dei propri seguaci, giungendo addirittura a ridurli in una “totale sudditanza psicologica”827

. In particolare, si sarebbero verificati diversi casi di abuso sessuale, mascherati come esorcismi, ai danni delle adepte donne828, spinte a cedere alle avances del santone in cambio della salvezza ultraterrena829 e convinte che fosse Dio a istruire il guru in tal senso. Secondo la peculiare teologia del Cioni, stando alla testimonianza di una apostata, “anima, psiche e corpo erano collegate e influenzate

dal male, quindi era necessaria la purificazione. Questa si aveva parlando con Mauro. Per il corpo, doveva intervenire lui con pratiche manuali, nel suo studio”830. Inoltre, i membri di quella che è stata da molti definita “setta” venivano indotti a operare versamenti di denaro anche ingenti a favore del Cioni e della comunità, ad abbracciare uno stile di vita che poggiava sul completo isolamento dalla società esterna, scegliendo di stabilirsi in un complesso di abitazioni a Montecchio. La comunità pseudo-religiosa così costituita si incentrava, da un punto di vista ideologico, su un cristianesimo alternativo, ideato e predicato dal guru831, che si professava unico messaggero di Dio, in grado di purificare i seguaci dalle presenze demoniache che li abitavano, oltre che guaritore. Inoltre, egli si arrogava il diritto non solo di impugnare le redini della direzione spirituale dei seguaci, ma anche di determinare il corso delle loro vite, giungendo addirittura a combinare matrimoni tra i membri a suo piacimento832. Il Cioni coltivava una rigida e aprioristica diffidenza nei confronti della classe medica, a suo avviso consistente in una massoneria volta al male, dissuadendo gli adepti dal frequentarla833. Nel 2000 si verificò il tragico suicidio di un giovane ragazzo che aveva

827 https://favisonlus.wordpress.com/2013/08/23/abusi-e-riduzione-in-schiavitu-chiuse-le-indagini-su-

mauro-cioni-leader-di-una-controversa-comunita-pseudoreligiosa/

828

“Con le donne, bambine, giovani e mature, il sistema era sempre lo stesso. Chiuso nel suo studio, le

toccava in tutto il corpo, in particolare nelle zone erogene perché l‟azione su di esse – sosteneva – era la più idonea “al funzionamento dell‟anima”. La sua era “la mano di Dio”. Da tutte – secondo le testimonianze raccolte – pretendeva rapporti orali. E a quelle che si schifavano e non ce la facevano diceva che era il demonio a ribellarsi. Sosteneva – ha raccontato una delle ex adepte – “che il nostro corpo doveva essere suo, lui doveva essere padrone del nostro corpo, solo così si riusciva ad accogliere Dio”. Cit., https://favisonlus.wordpress.com/2017/03/31/sette-abusanti-prima-sentenza-italiana-per- riduzione-in-schiavitu-degli-adepti/ 829 https://favisonlus.wordpress.com/2018/02/22/caso-mauro-cioni-e-setta-di-montecchio-condannato-in- primo-grado-per-riduzione-in-schiavitu-e-violenza-sessuale-sulle-adepte-lex-prete-e-santone-di- montecchio-verra-sottoposto-a-perizia-sullo/ 830 Cit., https://favisonlus.wordpress.com/2014/11/17/dai-verbali-del-guru-di-montecchio/ 831 https://favisonlus.wordpress.com/2013/08/23/abusi-e-riduzione-in-schiavitu-chiuse-le-indagini-su- mauro-cioni-leader-di-una-controversa-comunita-pseudoreligiosa/ 832 https://favisonlus.wordpress.com/2017/03/31/sette-abusanti-prima-sentenza-italiana-per-riduzione-in- schiavitu-degli-adepti/ 833 https://favisonlus.wordpress.com/2014/11/17/dai-verbali-del-guru-di-montecchio/

183

da poco tempo lasciato la comunità: Cioni fu coinvolto nelle indagini, ma venne infine prosciolto dal reato di istigazione al suicidio. Questo drammatico evento determinò una prima, irrimediabile crisi nella setta. La situazione cominciò a precipitare quando, dal 2009, alcune adepte presero coscienza degli abusi subiti e si convinsero a denunciarli alle autorità. Si verificò, nel frattempo, una scissione, che vide la comunità smembrata in due porzioni, a seguito dell‟abbandono della setta del prediletto di Cioni, tale Carlo Carli, che fondò una propria collettività a Siena, nel 2009. Egli risultò coimputato, assieme a Mauro Cioni, nel procedimento che prese avvio nello stesso anno. Gli addebiti riguardavano riduzione in schiavitù e violenza sessuale834. Nel 2016 Cioni fu condannato dalla Corte di Assise di Arezzo, in primo grado, a quindici anni di reclusione a titolo di riduzione in schiavitù e violenza sessuale a danno delle adepte, in quanto “sfruttando la sua posizione di sacerdote prima e di direttore spirituale poi, ha

posto più di una persona in uno stato di soggezione continuativa, costringendole a prestazioni sessuali ovvero sfruttandole, il tutto in un ambito di religiosità o presunta tale, con minaccia di andare all‟inferno se non ci si uniformava al volere del capo”835. Si tratta della prima occasione in cui una sentenza riconosce il perfezionamento del reato di cui all‟art. 600 c.p. con riferimento ad una comunità pseudo religiosa e questo rende la pronuncia storica. Inoltre, si riconobbe, in tale sede, che anche persone colte e benestanti possono cadere vittima del reato in parola, nell‟ambito settario836

. Carlo Carli, invece, fu assolto dall‟accusa di riduzione in schiavitù con la formula dell‟insussistenza del fatto, poiché, affermarono i giudici, “ebbe troppo poco tempo per

continuare sulle orme del capo”837. Il giudizio di secondo grado innanzi alla Corte di Assise di Appello di Firenze838 si è chiuso nel marzo 2019 con la condanna di Mauro Cioni a otto anni di reclusione. L‟imputazione per riduzione in schiavitù è infatti caduta, poiché derubricata in semplici maltrattamenti, reato ormai prescritto. Rimane invece salda, secondo la Corte, la colpevolezza dell‟imputato a titolo di violenza sessuale.

834 https://favisonlus.wordpress.com/2014/11/16/setta-di-montecchio-da-mauro-cioni-al-santone- scissionista/ 835 https://favisonlus.wordpress.com/2017/03/31/sette-abusanti-prima-sentenza-italiana-per-riduzione-in- schiavitu-degli-adepti/ 836 https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/03/22/lex-sacerdote-puo-andare- alludienza-anche-se-malatoFirenze05.html. 837 https://favisonlus.wordpress.com/2017/03/31/sette-abusanti-prima-sentenza-italiana-per-riduzione-in- schiavitu-degli-adepti/ 838 https://www.gonews.it/2019/03/20/violenza-sessuale-ex-prete-santone-condannato-ad-8-anni-pena- ridotta-appello/

184

CAPITOLO V

Documenti correlati