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La manipolazione mentale nella coppia: il c.d “gaslighting”

LA MANIPOLAZIONE MENTALE AL DI FUORI DEI CULT

1. La manipolazione mentale nella coppia: il c.d “gaslighting”

Sarebbe alquanto riduttivo e irrealistico ritenere che il fenomeno della manipolazione mentale si realizzi solo all‟interno del ridotto confine di alcuni Nuovi Movimenti Religiosi. Purtroppo, non è raro che le pareti della propria abitazione vengano rese testimoni di una forma di violenza psichica molto sottile e al contempo estremamente potente e potenzialmente distruttiva. Lo chiamano “effetto gaslight” o, semplicemente, “gaslighting”. La denominazione è tratta dall‟omonima opera cinematografica del 1944, diretta da George Cukor e interpretata da Ingrid Bergman e Charles Boyer. La pellicola narra della tormentata e tossica relazione che lega i due protagonisti, e che vede il marito, per perseguire i propri oscuri scopi personali, utilizzare la menzogna e vari accorgimenti al fine di distruggere l‟autostima della moglie e la fiducia nelle proprie capacità, tanto da renderla sempre più insicura e, progressivamente, spingerla sull‟orlo della pazzia. L‟uomo occulta oggetti, affievolisce le luci a gas nella casa e genera rumori inquietanti, negando poi tutto, ingenerando così nella donna il sospetto che niente sia mai avvenuto e che forse lei si sia immaginata tutto e che la sua mente si sia evidentemente offuscata455. Il titolo si ispira proprio all‟accensione e allo spegnimento delle luci a gas presenti nell‟abitazione della coppia, operati da parte del marito, e che l‟uomo attribuisce all‟immaginazione della compagna. Ciò funge da chiaro simbolo degli abusi psichici da lui perpetrati. Il film mette in scena un fenomeno attualissimo, tanto diffuso quanto sommerso: la violenza psicologica all‟interno della coppia. Infatti, non tutte le violenze prevedono una componente fisica: in alcuni casi i maltrattamenti possono assumere natura emotiva o psicologica, e purtuttavia risultare finanche maggiormente invasivi e disastrosi per la vittima. La violenza troverebbe origine, in questo caso, in una “distorsione della comunicazione

nell‟ambito famigliare”456

. In queste interazioni sociali di base può celarsi il pericolo

455 SANTORUM V.; La persecuzione oltre lo stalking: gaslighting, come indurre una persona alla follia,

2015, in www.antrodichirone.com.

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dell‟esercizio di potere di una persona su un‟altra, dinamica che forse, più di ogni altra, rispecchia il tradizionale concetto di brainwashing, con la sola eccezione dei culti più estremi457. Si viene a costruire un‟asimmetria tra le due persone, poiché una acquisisce un sempre maggior controllo sull‟altra, con una disuguaglianza che inizialmente può essere leggera e impercettibile e successivamente sempre più evidente, tanto da ridurre la vittima in uno stato di sottomissione psichica. La mente difficilmente intercetta un cambiamento a lungo termine, quando esso è cumulativo e ogni piccolo stadio che compone la sua traiettoria ha una portata molto ridotta. È quindi possibile che la vittima, all‟inizio, registri ogni piccolo abuso come tutto sommato banale, insignificante (tentando di giustificarlo in vari modi e minimizzandolo) e, a meno che non si sia particolarmente impegnata nel realizzare la reale portata unitaria di ognuna di queste azioni, non si accorgerà dell‟incredibile dannosità prodotta dal loro apporto complessivo458. È essenziale quindi che il gaslighter proceda con pazienza, lentamente, e per gradi. Ogni volta che il partner si mostra remissivo e non obietta, si passerà allo stadio successivo, un po‟ più doloroso rispetto al precedente. Nel caso in cui la vittima opponga resistenza, l‟acuto abusante le presenterà le proprie scuse, attiverà il suo fascino e tenterà di nuovo dopo un po‟ di tempo, quando la situazione sarà nuovamente favorevole. Più difficilmente egli reagirà in maniera aggressiva o violenta verso di lei o i suoi figli o con minacce di varia natura459.

Il gaslighting trova il proprio campo di applicazione elettivo nei rapporti di coppia, ma è ravvisabile anche nelle relazioni amicali, lavorative e famigliari in genere. Esso viene solitamente perpetrato da un soggetto di sesso maschile ai danni di uno femminile, ma esistono anche situazioni in cui le parti sono accomunate dallo stesso genere o dove i ruoli si invertono. Nella stragrande maggioranza dei casi, i due individui vivono un rapporto di stretta vicinanza (difatti, la manipolazione si instaura sulla necessaria preesistenza di un rapporto di fiducia della vittima verso l‟aguzzino), e il loro legame prevede una frequentazione tendenzialmente assidua, anche se non sempre quotidiana. Si escludono, inoltre, distinzioni relative alla classe sociale e al livello

457 TAYLOR K., Brainwashing : the science of thought control, Oxford : Oxford University Press ; 2004,

p. 86.

458 Ivi, p. 87. 459

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culturale delle parti460. La probabilità di sviluppo di questi comportamenti aumenta di gran lunga nelle relazioni patologiche, connotate da una grande dipendenza affettiva.

Il gaslighting potrebbe essere definito come una forma ambigua e subdola di violenza psicologica, che pone “la persona offesa in una condizione di inferiorità ed

isolamento, da cui le sarà difficile difendersi ed uscire. Molte volte viene messa in atto una vera e propria manipolazione mentale o emotiva, tale da rendere la vittima oggetto dell‟altro ed insicura delle proprie percezioni”.461

Chindemi e Cardile definiscono il fenomeno come una “ripetuta e perversa forma di violenza psichica che, col tempo,

tende ad annullare la personalità della vittima fino al suo annientamento462”. Lo scopo

mediato dell‟abusante è l‟induzione di uno stato di confusione nella mente dell‟altro, sgretolandone le certezze, i ricordi e le percezioni, e instillando costantemente un senso di dubbio nella sua quotidianità. L‟autore del gaslighting deteriora progressivamente la fiducia della vittima in se stessa, tanto da farla sentire inadeguata, incapace di giudicare la realtà circostante, poiché si stimola l‟incertezza sulle sue percezioni463

, in modo tale da farla convincere di essere titolare di una mente non autosufficiente e di stare impazzendo. Si ricorre a comportamenti denigratori, vessatori e fraudolenti. La comunicazione può colorirsi di invettive squalificanti (come “Non vali niente!”, “Sbagli sempre tutto”) o di affermazioni più sottili e subdole (“Non me lo hai detto, probabilmente te lo sarai immaginato”)464

. Lo sviluppo diacronico del processo dipende in gran parte dalla “resistenza della vittima”: può darsi il caso di manipolazioni occasionali e discrete, che possono permanere in tale stato per mesi o perfino anni, oppure trasformarsi in abusi psicologici o corporali465. L‟attore abusante può vantare una capacità di finzione veramente elevata, che gli permette di recitare in maniera piuttosto convincente il ruolo dell‟innamorato sincero, e che egli coniuga con la distorsione artificiale della realtà, specialmente per quanto concerne i ricordi. Le memorie della vittima vengono manipolate, in modo da farle credere di aver tendenze

460 PATERNOSTRO I.; Le vittime del gaslighting: la manipolazione mentale, in Vittime di crimini violenti: aspetti giuridici, psicologici, psichiatrici, medico-legali, sociologici e criminologici / a cura di

Anna Maria Casale, Maria Sabina Lembo, Paolo De Pasquali; con la prefazione di Eugenio Facciolla, Santarcangelo di Romagna Rimini : Maggioli, 2014, p. 136.

461 Ivi, p. 135. 462

CHINDEMI D.; CARDILE V., Violenza psichica endo-familiare, plagio della vittima e rimedi

terapeutici, in Resp. civ. e prev., fasc.5, 2007, pag. 1201 ss.

463 SALVADORI G. (2008). Il gaslighting: aspetti psicologici. Da

http://www.mentesociale.it/criminologia/speciale‐stalking/48‐il‐gaslighting‐aspetti‐psicologici.html [26.11.2018].

464 SANTORUM V.; La persecuzione oltre lo stalking: gaslighting, come indurre una persona alla follia,

2015, in www.antrodichirone.com.

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all‟oblio o di poter contare solo su dati mnemonici inesatti e incongruenti, al fine di confonderla. Spesso il gaslighter le ricorda alcuni eventi realmente accaduti nella propria vita, ma consapevolmente e volontariamente contaminandoli con delle bugie al fine di far vacillare la fiducia dell‟altra nelle proprie capacità mnemoniche. Laddove la manipolazione diventa preponderante protagonista della relazione, la vittima potrebbe avvedersi della sussistenza di qualche problema, con annessa sensazione di sconcerto, confusione e angosciante disorientamento466. Del resto, questo tipo di comportamento abusante non è immediatamente evidente e riconoscibile agli occhi dell‟altro partner, che spesso giunge anche a giustificarlo. Si tratta, infatti, di una condotta sottile, silenziosa, gratuita e perpetrata con costanza nella quotidianità.

In numerosi casi il gaslighting costituisce lo strumento attraverso il quale il partner abusante intende chiudere rapporti di coppia turbolenti, conflittuali e per qualsiasi motivo insoddisfacenti, spesso non estranei ad avventure extraconiugali. Evidentemente, una delusione o una frustrazione mal elaborata sbilanciano una relazione solitamente già sul filo del rasoio, e il soggetto, privato ormai di certezze, reagisce con una condotta aggressivamente manipolatoria467. La violenza psicologica che ne risulta poggia su due leve emotive: la paura ed il senso di colpa468. Attraverso la prima, si stimola nel target un senso di insicurezza e precarietà. Il manipolatore è perfettamente consapevole dello stato di dipendenza emotiva nei suoi confronti in cui versa la vittima, e lo sfrutta a suo vantaggio. Infatti, il partner, temendo di essere abbandonato o comunque non apprezzato o considerato inadeguato da un soggetto che egli idealizza (temendo la c.d. apocalisse emotiva) e, parallelamente, per scongiurare un‟esplosione emotiva da parte dell‟altro, accetta passivamente il trattamento che gli viene riservato all‟interno di quella relazione. Quello che viene posto in essere è un autentico “ricatto morale” ed emotivo469

. Infatti, alcuni soggetti, soprattutto di sesso femminile, sono propensi a vivere le relazioni sentimentali in maniera “fusionale”, concependo l‟altro come assolutamente indispensabile, svalutando al contempo la cura dei propri spazi e dell‟autonomia individuale470

. Essi presentano personalità altamente sensibili, e questo le conduce in un‟autentica trappola dell‟empatia, che li spinge a

466 Ibidem.

467 SALVADORI G. (2008). Il gaslighting: aspetti psicologici. Da

http://www.mentesociale.it/criminologia/speciale‐stalking/48‐il‐gaslighting‐aspetti‐psicologici.html [26.11.2018].

468 PATERNOSTRO I.; op.cit., p. 137. 469 Ibidem.

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prestare una morbosa e vigile attenzione verso le eventuali sofferenze altrui, cercando in tutti i modi di evitarle. Incidere sul senso di colpa, invece, provoca la remissività e l‟accondiscendenza verso il comportamento abusante471

, atteggiamenti indubbiamente molto utili al gaslighter.

Tipico dell‟abusante è agire in modo da eccellere e apparire superiore alla vittima in qualsiasi qualità o attività che quest‟ultima mostri di apprezzare (ad esempio, se ella attribuisce grande valore alla propria intelligenza, egli si preoccuperà di apparirle più intelligente rispetto a lei). Il contributo fornito dalla partner a qualsiasi aspetto della relazione o della vita comune sarà prontamente minimizzato; al contrario le sue concessioni saranno iperbolicamente esibite e ostentate472.

La perenne denigrazione delle sue abilità e capacità porterà il soggetto passivo a cambiare la concezione del proprio Io e, visto che tendiamo a far coincidere l‟idea che abbiamo di noi stessi con quella che hanno gli altri di noi, nel tempo si può ridurre il partner ad una creatura intrappolata e terrorizzata, i cui orizzonti cognitivi risultano così ristretti da impedirle finanche di scorgere la possibilità di fuggire dalla sua situazione difficile. Il controllo si ottiene per mezzo dell‟abuso verbale, coniugato con la costruzione di un ambiente ristretto e all‟interno del quale l‟unica esperienza che la vittima ha di sé è quella di un essere debole e indifeso473. Il tipico atteggiamento manipolatorio prevede una comunicazione fatta di un tono aggressivo e non contraddittorio, volto a umiliare la vittima. La violenza fisica è meno diffusa, poiché una continua violenza corporale potrebbe produrre l‟effetto collaterale di incrementare il rischio che il soggetto venga smascherato, visto che, a differenza degli abusi psicologici, quelli fisici sono visibili, tangibili e godono di una manifestazione esteriore tale da lasciarsi facilmente individuare dagli occhi esperti di un medico legale. Le aggressioni fisiche predilette sono allora quelle meno palesi, che si prestano ad essere equivocate e la cui causa può essere facilmente dissimulata per farla apparire involontaria o comunque non eziologicamente attribuibile al suo vero autore. In certi casi estremi, la violenza fisica può manifestarsi in azioni omicidiarie474.

È possibile isolare ben tre fasi in cui si articola la tipica condotta di gaslighting. Nella prima, chiamata fase dell‟incredulità, la vittima viene confusa dall‟utilizzo di una

471

Ivi, p. 138.

472 TAYLOR K., op.cit., p. 86. 473 TAYLOR K., op.cit., p. 87.

474 CHINDEMI D.; CARDILE V., Violenza psichica endo-familiare, plagio della vittima e rimedi

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comunicazione peculiarmente distorta, fatta di silenzi ostili, che esacerba i conflitti ed esaspera le divergenze. Si ricorre diffusamente alla manipolazione verbale. Il perseguitato non riesce più a capire l‟abusante e percepisce le forti difficoltà nella comunicazione, anche se tende a sottovalutarle, ritenendosi illusoriamente in grado di affrontarle anche in un momento futuro. In realtà, così agendo, egli accetta inconsapevolmente una situazione che si avvia al deterioramento progressivo ed inesorabile. Successivamente, si apre la fase della difesa, dove il soggetto passivo mantiene ancora fiducia nelle proprie capacità cognitive e percettive e tenta di difenderle con orgoglio, adirandosi e opponendosi al gaslighter. Proverà ad instaurare un dialogo, e a far comprendere al suo persecutore come quello che afferma non sia vero. In seguito sopravviene, tuttavia, la fase della depressione, in cui si raccolgono i frutti della manipolazione: la vittima è ormai rassegnata, vulnerabile e perde la forza di resistere al gaslighter. Si arrende e adotta un atteggiamento remissivo e di accondiscendenza, convincendosi nel profondo che il manipolatore abbia ragione e non desideri altro che il suo bene. La vittima, non potendo concepire un maltrattamento del tutto immotivato e privo di qualsiasi base causale, sarà portata a giustificarlo e ad attribuirne la colpa a se stessa e a propri comportamenti, quando invece la condotta dell‟aggressore consiste effettivamente in una violenza gratuita e indipendente dalle azioni altrui. Evidentemente, la ragione profonda di questo comportamento abusante risiede nell‟universo patologico, e resterà ignota alla vittima. È raro che la persona perseguitata si allontani dall‟abusante, e addirittura in alcuni casi essa viene interessata dalla sindrome di Stoccolma, che rafforza e cementa il rapporto col suo aggressore475. A volte, le vittime reagiscono con la dissociazione, uno strumento psicologico di difesa che fa sì che ci si dimentichi di ciò che la nostra mente non riesce a sopportare, ricordando il resto ma perdendo memoria delle violenze subite, ritardando così il processo di presa di coscienza, in quanto non si ha memoria delle angherie subite o esse non appaiono abbastanza significative da consentire al soggetto di autoqualificarsi come vittima.476

475 HIRIGOYEN M., Sottomesse, Trento, 2005, p. 99.Quando un individuo si trova in una situazione di

pericolo di vita e si accorge di non avere a disposizione alcuna via di uscita o difesa, tende a identificarsi col soggetto che detiene di fatto il potere di decidere il suo destino. In questo modo, ne adotta le prospettive e le idee. La sindrome di Stoccolma non va considerata una patologia, ma rappresenta piuttosto un efficace meccanismo di difesa perché impedisce alla vittima una reazione violenta che sarebbe per lei pericolosa e potenzialmente fatale.

476 CHINDEMI D.; CARDILE V.; Violenza psichica endo-familiare, plagio della vittima e rimedi

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Kathleen Taylor rintraccia delle interessanti similitudini tra la condotta del gaslighter e il clima di un regime totalitario, così come illustrato da Robert Lifton. Attraverso un adeguato e complessivo controllo ambientale (milieu control), il soggetto attivo della manipolazione si aggiudica la supervisione sulle informazioni in entrata e in uscita, sui contatti con l‟esterno (che vengono minimizzati il più possibile) e quindi, indirettamente, sul contenuto dei pensieri dell‟altro, specialmente quando si esercita anche una riduzione della privacy, dovendo la vittima rendergli conto di ogni sua azione o opinione. Se i regimi totalitari perseguono fermamente una specifica ideologia, il manipolatore dispone anch‟esso di una convinzione: la sua cieca fiducia nelle proprie capacità e soprattutto nella propria superiorità, in particolare se rapportata alla miserabile debolezza della vittima. Secondo Roy Baumeister, le persone presentano una maggiore propensione alla violenza se vedono minacciata l‟alta opinione che nutrono di loro stessi, rispetto agli individui con scarsa autostima. Infatti, la violenza costituisce la spontanea reazione a ciò che viene percepito come una minaccia verso l‟ego477

. Le probabilità che questo accada si innalzano nei soggetti con grande autostima ma che hanno collezionato pochi successi concreti, mentre questo rischio non si porrà nei confronti di chi è davvero insigne, o di chi è consapevole della propria mediocrità, poiché essi non considereranno in pericolo la propria immagine di sé. In conclusione, è molto probabile e frequente che crimini violenti siano commessi da personalità psicopatiche, o quantomeno da soggetti in cui ricorrano alcuni tratti sintomatici di tale patologia. Ovviamente, non tutti gli abusanti sono psicopatici, ma la maggior parte di essi è connotata da una tipica autostima elevata e al contempo vulnerabile, facilmente soggetta a minacce percepite e spesso illusorie478. Altri tratti caratteristici e salienti sono una scarsa empatia e una tendenza allo sfruttamento degli altri. Oltre al milieu control, i

gaslighter mettono in pratica anche la manipolazione mistica, la scienza sacra (dando

per scontata la propria superiorità), la richiesta di purezza, il gergo interno, la primazia

della dottrina sulla persona (non si tiene in considerazione la salute psichica della

vittima, ma solo il fragile ego del manipolatore), la concessione dell‟esistenza (visto che il soggetto attivo ha la possibilità di distruggere psichicamente e di ledere fisicamente la propria vittima)479. Inoltre, sussiste anche la classica opposizione a tutto ciò che sia differente da lui; così, come la dottrina totalitaria condanna ciò che non le si conforma,

477 TAYLOR K., op.cit., p. 88. 478 TAYLOR K., op.cit., p. 89. 479

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il gaslighter rifiuta e denigra tutto ciò che non corrisponda a se stesso: la famiglia, gli amici della vittima, le sue opinioni. Il gaslighting può raggiungere un‟intensità tale da essere paragonato alla tradizionale concezione di lavaggio del cervello, addirittura giungendo a convincere la vittima che essa si meriti quella condizione deprecabile in cui è intrappolata, perché rappresenta la giusta punizione per le sue azioni. Essa potrebbe essere persino ridotta in uno stato di totale dipendenza dal partner abusante, in particolare quando egli la costringe a recidere i rapporti con famigliari e amici480. Continuando a concentrarci sui tratti personologici del gaslighter, si ricorda come alcuni autori (tra cui Hirigoyen) ritengono che in esso possano essere frequentemente ravvisati tratti narcisistici. Quella da lui manifestata è senz‟altro una perversione, consistente nel “rafforzare una relazione di potere, nel disconoscere i diritti dell‟altro, nell‟usarlo a

proprio piacere, nel corrompere la relazione per poter ottenerne il controllo ed esercitare su di essa il proprio dominio481”. La letteratura scientifica ha provveduto a

individuare, peraltro, diverse tipologie di manipolatore, permettendo di realizzare un approssimativo profiling. Nonostante i tratti comuni ai vari manipolatori, sussistono nella concretezza alcune differenze personologiche non trascurabili. Il bravo ragazzo è la persona che, sotto il velo dell‟apparenza di soggetto prodigo verso la vittima, ha a cuore solo il proprio interesse e i propri bisogni. L‟adulatore, per mezzo di continue lusinghe, distoglie l‟attenzione della vittima dagli abusi. Alternando momenti di grande affetto ad atteggiamenti ostili, la getta nel totale disorientamento. Al contrario, l‟intimidatore adotta una condotta spiccatamente aggressiva verso il soggetto passivo, con rimproveri e con minacce che non si preoccupa di celare in alcun modo: in questa maniera, esplicitando la violenza, si costruisce un clima di terrore e sottomissione. Una delle possibili concause della tendenza alla violenza è riscontrabile in un alto tasso di testosterone. Una rilevante incidenza va riconosciuta a fattori di tipo sociale, familiare e culturale e ad eventuali esperienze traumatiche subite in passato482. Nella maggior parte dei casi, le persone violente manifestano una personalità antisociale e borderline. In ogni caso, generalmente il partner abusante, tendenzialmente molto intelligente, esprime la propria violenza solo entro il confine delle mura domestiche, mostrandosi come

480

TAYLOR K., op.cit., p. 87.

481 GUERRINI DEGL‟INNOCENTI B. (a cura di), Attaccamenti perversi: la violenza psicologica nella

coppia, www.formazionesocialeclinica.it, 2011.

482 CHINDEMI D.; CARDILE V.; Violenza psichica endo-familiare, plagio della vittima e rimedi

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assolutamente normale all‟esterno483

. La psicologa Martha Stout484 sostiene che i sociopatici siano naturalmente portati ad attuare con successo comportamenti di

gaslighting, per la loro particolare attitudine a trasgredire le convenzioni sociali, a

sfruttare e manipolare gli altri, e poiché tipicamente si dimostrano in grado di mentire in maniera convincente, tanto da indurre le loro vittime a dubitare della propria percezione485. Jacobson e Gottman486 ammoniscono che frequentemente certi mariti violenti potrebbero ricorrere, pur continuando caparbiamente a negarlo, ad atti di gaslighting in danno delle rispettive consorti.

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