In base a quanto detto in precedenza relativamente all’uso del metodo qualitativo, l’obiettivo di indagine che usa questa metodologia è quello di fornire delle “risposte plausibili a delle domande rilevanti” (Cardano 2011, 39). In questo senso si inserisce anche il presente contributo, che mira a rispondere al come si evolve l’avvio di impresa, a seguito di un accompagnamento formativo. In questo senso, come evidenzia Abbott (2007, 11), l’obiettivo è quello di fornire una “spiegazione semantica”, che tuttavia non ha la pretesa di essere esaustiva rispetto alla complessità delle variabili che possono essere chiamate in causa. Da questo punto di vista le ipotesi si costruiscono nel corso dell’esplorazione del campo e dell’analisi dei dati: in questo senso, il modello costruito rappresenta un’interpretazione plausibile tra le diverse possibili e si colloca pertanto nel contesto della scoperta (Reichenbach in Corbetta 2003).
170Per quanto riguarda questo aspetto, Gobo (2004) afferma che la generalizzabilità di una ricerca non dipende dall’utilizzo di metodi qualitativi piuttosto che quantitativi: infatti, essa può essere intaccata anche da un errato campionamento. L’autore ricorda, infatti, che anche usando il metodo statistico nella ricerca sociale è sempre difficile controllare l’aderenza di un campione rispetto a tutta la popolazione di riferimento. Inoltre, egli sottolinea come nella letteratura sociologica vi sono lavori che possono essere considerati come ampiamente generalizzabili pur trattando solo un caso poiché permettono di individuare gli aspetti strutturali dell’agire sociale, che pertanto si ritrovano in altri casi della stessa specie.
Addentrandosi quindi su ciò che è l’oggetto specifico del presente contributo, le domande che hanno guidato la conduzione dell’indagine sono state le seguenti. Quali sono i fattori che spingono le istituzioni a promuovere percorsi e progetti che a vario titolo facilitano l’avvio di attività di tipo autonomo? Quali sono le risorse effettive che possono facilitare tale percorso, in particolar modo per soggetti che non hanno precedenti esperienze imprenditoriali di tipo significativo? Quali strumenti possono attivare a tal fine le istituzioni? Tutte e tre queste domande sono state affrontate in primo luogo attraverso una ricognizione bibliografica che permetta di ricostruire il quadro teorico, che come è stato evidenziato nei primi tre capitoli spazia da contributi di natura sociologia ad analisi prettamente economiche o psicologiche.
In seconda battuta si è deciso di analizzare attraverso un caso di studio: il Progetto Imprenderò. Questo ha costituito il contesto empirico (Cardano, 2011) entro cui si è realizzata l’indagine e in cui si è cercato di trovare riposte alle domande sopra evidenziate. Attraverso l’analisi del progetto Imprenderò e dei percorsi dei suoi partecipanti sono stati analizzati i fattori che stimolano le persone ad intraprendere una carriera imprenditoriale, verificandone il peso nelle varie situazioni. È stato posto in rilievo come alla decisione di intraprendere un percorso imprenditoriale concorrano diverse tipologie di fattori, afferenti alla sfera individuale, familiare, legati ad eventuali esperienze lavorative, relazionali, istituzionali e di contesto; in modo diverso queste condizioni spingono gli individui verso tale percorso di vita e lavorativa. Inoltre, ci si è chiesti in che modo la formazione e l’eventuale accompagnamento abbiano inciso sugli esiti, facilitando o meno l’attivazione degli elementi sopra indicati. Lo scopo della ricerca empirica, perciò, è stato quello di individuare le determinanti della transizione e dell’accesso lavoro indipendente, chiarendo quanto l’idea imprenditoriale sia una dotazione personale e quanto, invece, sia stata perfezionata e valorizzata grazie alla formazione e ai fattori relazionali e di contesto. Pertanto, l’analisi si incentra sulle costruzioni di significato con le quali i lavoratori rappresentano la propria condizione.
Come i soggetti intervistati rappresentano le loro esperienze lavorative? Attraverso quali narrazioni e strategie raccontano il modo con cui affrontano il proprio percorso di avvio di impresa? Quali motivazioni vengono evidenziate? Inoltre, dal momento che il Progetto Imprenderò è una misura intrapresa dall’ente pubblico, ci si è soffermati su come questo può incidere, valorizzando e rafforzando, le diverse risorse in modo potenziando le possibilità di successo e la solidità delle attività autonome avviate.
Dal punto di vista operativo si è proceduto ad una prima analisi del Progetto Imprenderò attraverso una serie di interviste a testimoni privilegiati, che ha funto anche da esplorazione del campo empirico di ricerca: per l’individuazione di tali soggetti ci si è bassati principalmente su una tecnica snowball. Infatti, partendo da un operatore appartenente ad un ente di formazione sono stati individuati anche gli
altri nominativi ritenuti rilevanti per comprendere le diverse sfaccettature del progetto. In questo senso, l’azione di formazione è stata intesa come azione sociale (Fraccaroli e Vergani 2004, 86) a cui contribuiscono partecipanti, docenti, tutor, coordinatori, progettisti e committenti, in relazione con il contesto territoriale e sociale di riferimento è chiaro che anche la valutazione prende in considerazione le pratiche, le condotte e le relazioni che intercorrono tra questi nel breve e nel lungo periodo. Nello specifico sono state intervistate otto persone: i direttori del progetto nell’edizione 1.0 e 3.0 (cfr. paragrafo 6), il referente del monitoraggio, due referenti della funzione deputata alla creazione di impresa presso altrettanto enti di formazione, una docente ed esperta in start-up di impresa, il responsabile del coordinamento nelle precedenti edizioni e infine un funzionario regionale in rappresentanza della committenza. Questa prima fase di interviste è stata realizzata tra gennaio e giugno 2013.
In seconda battuta, si è deciso di intervistate delle persone che avevano manifestato l’intenzione e intrapreso un percorso per diventare imprenditori. Sono stati individuati quindi soggetti che avessero partecipato al corso di formazione imprenditoriale, nell’ottica di analizzare le risorse che uno strumento come questo poteva apportare a chi esprimeva il desiderio di avviare un’attività in proprio. A questi è stata sottoposta un’intervista semi-strutturata, che mirasse a far emergere la loro biografia lavorativa. Sono state realizzate 35 interviste in profondità rivolte a coloro che avevano partecipato al Progetto Imprenderò con l’intenzione di realizzare un’attività imprenditoriale: in questo senso si è certato di privilegiare i soggetti che a tutti gli effetti avevano avviato un’attività imprenditoriale, non tralasciando tuttavia coloro per i quali non è avvenuto l’avvio dell’attività in proprio. Infatti, poiché l’obiettivo era quello di individuare le risorse necessarie per l’avvio di impresa si è ritenuto che questi ultimi potessero mettere in luce ciò che è mancato loro, in particolare in riferimento al percorso formativo: le interviste rivolte a questo tipo di soggetti sono state sette171. Si è deciso di lasciare maggiore spazio a coloro che avevano avviato un’attività di impresa o un lavoro autonomo: si precisa che in accordo con diversi studi internazionali (Grilo e Thurik 2004; OECD 2011; Muffati et al. 2012), sono stati considerati tutte le forme di lavoro indipendente, in quanto tutti impegnati in forme di lavoro che forniscono un reddito di natura indipendente. Inoltre, il focus sulla linea creazione di impresa del Progetto Imprenderò permette di selezionare i soggetti di studio nella direzione dei cosiddetti necessity entrepreneur ovvero di coloro che avviano un’impresa in mancanza di altre possibilità per assicurarsi un reddito (Muffati et al. 2012): infatti, pur non essendoci un limite formale, nell’ambito del percorso relativo alla creazione di nuova impresa dell’ultima edizione del Progetto Imprenderò vi era l’indicazione di privilegiare chi si trovava in una situazione di difficoltà lavorativa quali disoccupazione e precarietà. Infine, rispetto alla selezione dei soggetti partecipanti alla ricerca, si precisa che tra i 35 intervistati vi sono sei persone che 171Cfr. paragrafo 7.
hanno partecipato alla precedente edizione del Progetto Imprenderò e che hanno avviato un’attività in proprio nel corso del 2008: ad un certo punto della ricerca si è deciso, infatti, di rivolgersi anche a questo target in quanto tra i partecipanti all’ultima edizione vi erano esperienze imprenditoriali di breve durata temporale (6 – 24 mesi circa).
Dal punto di vista operativo, l’individuazione dei soggetti da coinvolgere nella ricerca empirica è avvenuta come segue. In una prima fase si è proceduto ad un contatto preventivo con gli uffici dell’Area Formazione della Regione Friuli Venezia Giulia e con gli enti di formazione che hanno collaborato alla realizzazione del Progetto Imprenderò, con l’intenzione di raccogliere i contatti di coloro che erano stati coinvolti nel percorso per la parte di interesse. Per problematiche legate alla tutela della privacy, è stato possibile visionare tutta la documentazione relativa al progetto anche nella parte delle schede sintetiche individuali, ma non raccogliere i contatti, come invece preventivato in un primo momento. A questo punto, si è deciso di procedere seguendo due modalità. Da un lato alcuni soggetti sono stati contattati attraverso la collaborazione degli enti di formazione, ai quali era stato chiesto di individuare dei corsisti disposti a partecipare alla rilevazione. Attraverso questo canale sono state raccolte 25 adesioni. Tuttavia, tra questi vi erano solo tredici persone che avevano avviato un’attività autonoma (imprenditoriale o professionale), mentre i restanti avevano proseguito su altri percorsi professionali. Tra questi ultimi ne sono stati selezionati cinque. Successivamente, dal momento che vi era un maggior interesse nell’intercettare coloro che a tutti gli effetti avevano avviato un’attività imprenditoriale, si è proceduto anche seguendo un altro canale, ovvero contattando tutti coloro che avevano ricevuto il contributo da parte dell’Amministrazione regionale per l’avvio di impresa (20 soggetti). In particolare, dal momento che questi ultimi si erano costituiti come impresa, è stata contattata direttamente l’azienda: di questi undici hanno accettato di partecipare prendendo parte all’indagine. Infine, per quanto riguarda i restanti nove, alcuni non hanno dato la disponibilità ad effettuare l’intervista (due), in altri casi (nove) il contatto telefonico non è andato a buon fine, in quanto non reperibili al numero di telefono dell’attività, nonostante molteplici tentativi effettuati in più momenti. In sintesi, quindi, è stato possibile intercettare 30 soggetti che a seguito del PI avevano avviato una qualche forma di lavoro autonomo, compresi coloro che avevano avviato l’attività nel 2008. Rispetto alla selezione dei partecipanti, poiché l’intervista prevedeva una piena adesione del soggetto intervistato all’attività di ricerca, ci si è limitati a due contatti telefonici: se dopo questi non veniva fornito il consenso alla realizzazione dell’intervista il contatto si considerava chiuso. In generale si è riscontrata una buona disponibilità a partecipare all’intervista, vedendo in questa anche la possibilità di valorizzare la propria esperienza lavorativa.
Le interviste sono state realizzate tra maggio e settembre 2013172.