L’intervista è uno degli strumenti a disposizione dello studioso sociale per approcciarsi allo studio di un fenomeno. Essa può essere definita come un’interazione causata e mediata dal ricercatore e i soggetti che lo stesso ritiene posseggano informazioni utili per la sua indagine. Come afferma Bichi (2002) con l’etichetta di intervista individuale si intende “un’interazione sociale tra un intervistatore, che la richiede, e un intervistato. Ha finalità conoscitive ed è guidata da un intervistatore che usa uno schema di intervista” (Bichi 2002, 15). Sulla base di questa definizione, di seguito verranno descritte le principali caratteristiche dello strumento di ricerca utilizzato mettendone in luce le scelte metodologiche in relazione all’argomento indagato. Nello specifico sono state utilizzati due strumenti di ricerca:
interviste strutturate a testimoni privilegiati, realizzate nella prima fase di ricerca e finalizzate a far emergere le caratteristiche del caso di studio oggetti della ricerca;
interviste semistrutturate biografiche rivolte ai beneficiari del percorso di formazione oggetto di studio.
Le interviste strutturate173realizzate con i testimoni privilegiate sono state in totale otto: esse presentano un elevato livello di standardizzazione e una bassa direzionalità (Bichi 2007), dal momento che, nelle risposte, gli intervistati erano liberi di replicare nel modo da loro ritenuto più opportuno. Da un punto di vista strettamente metodologico, le interviste realizzate in questa sede prevedevano quindi uno stimolo predefinito, che tuttavia non è stato sempre uguale per tutti. Questo perché le interviste erano volte a raccogliere informazioni qualitative e puntuali rispetto al PI, ricostruendone l’evoluzione nel corso del tempo, le finalità, le dinamiche di realizzazione, le criticità e gli aspetti di forza del progetto. Di conseguenza, alcuni aspetti potevano essere conosciuti da tutti, in altri casi le competenze di ciascuno delimitavano il possibile campo di indagine. Inoltre, le interviste sono servite anche per avere una panoramica delle maggiori problematicità, delle caratteristiche e degli strumenti di accompagnamento che possono essere messi in campo per facilitare il percorso di avvio di impresa, con particolare riferimento al contesto della regione Friuli Venezia Giulia. A tal proposito si è cercato di intercettare attori tra loro eterogenei, in modo da poter 172Si tenga conto che le attività formative realizzate in aula nell’ambito del progetto erano terminate a giugno 2012, ma le attività di consulenza individuale sono proseguite fino a fine anno, pertanto non era possibile anticipare eccessivamente le interviste.
cogliere i diversi punti di vista e le varie prospettive degli attori coinvolti. Le interviste sono state svolte face to face presso i luoghi di lavoro dei soggetti (con due eccezioni per cui una persona è stata incontrata in un pubblico esercizio, mentre un’altra è stata intervistata telefonicamente). La durata dell’intervista è stata in media di quarantacinque minuti. Questi materiali, inoltre, sono stati corredati da una serie di informazioni, impressioni e racconti raccolti in modo informale a latere degli appuntamenti fissati per prendere visione della documentazione del progetto in esame. Le informazioni raccolte in queste interviste e la letteratura di riferimento hanno contribuito, inoltre, a fornire elementi utili anche per l’elaborazione della traccia per le successive interviste. La seconda fase ha riguardato la raccolta di una serie di interviste174 semi-struttuate (Corbetta, 2003) tra i partecipanti al Progetto Imprenderò: sono state realizzare 35 interviste della durata media di un’ora e 15 minuti175. Nello specifico, sul modello del racconto di vita (Bertaux, 1997), si è deciso di incentrarsi sul lavoro quale preciso “spazio dell’esperienza vissuta” (Bichi, 2002, p. 53). È chiaro che da questo punto di vista il grado di direttività e standardizzazione (Bichi, 2002) dell’intervista stessa è stato più limitato rispetto al modello utilizzato per interfacciarsi con i testimoni privilegiati: “un’intervista è biografica quando, a partire da una straccia di intervista strutturata ma non direttamente somministrata, si svolge all’interno di una situazione sociale particolare, la situazione d’intervista, intesa come atto di ricerca, ossia l’insieme degli avvenimenti che consentono lo sviluppo di un’azione sociale complessa, costruita dialogicamente da due (o più) attori durante la quale viene prodotta l’intervista stessa, con l’apporto di un grado basso di direttività e dunque a basso grado di standardizzazione” (Bichi 2002, 29). Da questo punto di vista le domande non erano predefinite, ma lo erano in modo dettagliato i contenuti e gli argomenti che si volevano affrontare, anche se l’ordine in cui si sono affrontati e la modalità di porre le domande è mutata in base all’evolversi della conversazione. Nello specifico, si è scelto di seguire una traccia di intervista semi-strutturata, che prevede alcuni punti cardine nevralgici attorno a cui costruire il colloquio di intervista, lasciando tuttavia all’intervistato la possibilità di costruire attorno a questi il proprio percorso narrativo. In questo modo quindi l’intervista non è condotta attraverso domande puntuali, ma con una serie di rilanci che portino alla luce “il mondo dell’intervistato rispetto al suo universo di senso" (Ibidem) intorno ad alcuni punti ritenuti rilevanti. Inoltre, pur non presentando un elevato livello di direttività, lo strumento che si è deciso di adottare presenta un elevato livello di strutturazione e sistematizzazione tecnica, in quanto è stata seguita una traccia di intervista che prevedeva la suddivisioni in temi e sotto-temi al loro interno, in modo da raggiungere un livello di approfondimento ritenuto congruo con gli obiettivi prefissati. Esso quindi è stato concepito come uno 174Per la traccia di intervista utilizzata si rimanda all’Allegato 1.b
175 Tra queste, l’intervista più breve è durata 45 minuti, la più lunga circa due ore. La diversa lunghezza, dipendeva innanzitutto dalla varietà e numerosità delle esperienze di ciascuno, ma anche dalla diversa capacità narrativa di ciascuno.
strumento aperto e flessibile, che viene implementato attraverso una consegna iniziale ed una serie di rilanci successivi, che permettano l’emersione dell’universo di senso dell’intervistato.
In questo contesto, la situazione di ricerca è definita dal narratore-protagonista e dal ricercatore. Tra i due si stabilisce un patto biografico informale ovvero un accordo che regola l’intervista (Bichi, 2007) realizzato nel momento in cui i soggetti sono stati contattati una prima volta telefonicamente. Sulla base di questo accordo, i soggetti venivano informati brevemente del motivo per cui erano stati contattati, dell’argomento affrontato nell’intervista e del fatto che questa sarebbe stata registrata, garantendo tuttavia la riservatezza delle informazioni raccolte176. Le persone quindi sono state introdotte all’intervista con una breve spiegazione relativa al contesto e allo scopo per cui essa veniva realizzata ovvero per la realizzazione di un progetto di tesi. Di conseguenza, veniva chiesta la disponibilità per un’intervista della durata di almeno un’ora, spiegando che sarebbero stati affrontati i temi dell’evoluzione della loro carriera lavorativa, di come nasceva l’esigenza di partecipare ad un corso di formazione imprenditoriale e del percorso compiuto per avviare effettivamente l’attività autonoma.
L’intervista in profondità è stata strutturata in modo da dare ampio spazio ai ricordi. Il ricercatore si è limitato quindi a fornire degli input per stimolare l’intervistato a parlare della propria esperienza lavorativa. Di conseguenza è stato il soggetto stesso a fornire elementi e a introdurre i temi ritenuti rilevanti. Tuttavia, poiché il rischio era quello di sconfinare in ambiti non interessanti o poco omogenei, nella parte iniziale e finale delle interviste si è dato spazio ad una serie di domande volte a coprire alcuni aspetti non toccati dalla narrazione. Domande dirette di questo tipo sono state utilizzate in alcuni casi anche laddove l’impressione era quella che l’intervistato si limitasse a fornire alcuni dati senza entrare in profondità. Nonostante alcuni necessari rilanci finalizzati a ricondurre l’intervistato all’oggetto di interesse, si è cercato di mantenere uno schema aperto, consentendo la libera espressione del soggetto rispetto alle proprie esperienze.
Nella definizione della traccia d’intervista si è innanzitutto tenuto conto delle dimensioni teorico concettuali descritte nel primo capitolo: queste hanno messo in luce la direzione verso cui guardare e indirizzare lo strumento di lavoro. Si tratta di temi che sono serviti a sensibilizzare e a orientare l’intero percorso del ricercatore, immaginando quindi lo strumento come una conversazione che eviscerando la carriera lavorativa del soggetto intervistato permettesse al contempo di studiare avvenimenti, le transizioni biografiche e i processi sociali intervenuti nella decisione di avviare un’attività autonoma o imprenditoriale.
Le dimensioni seguite dalla traccia erano quindi legate all’evoluzione del percorso lavorativo. Di conseguenza dopo alcune domande puntuali volte a cogliere 176Per questo motivo, le interviste non vengono riportate in modo integrale nel presente elaborato.
alcune informazioni sociodemografiche, ma anche a mettere a proprio agio l’intervistato, il colloquio si è incentrato sull’ambito lavorativo. Attraverso i fatti narrati, nella conduzione dell’intervista si è cercato di effettuare rilanci e interventi in modo da comprendere come sono cambiate le credenze e si è costruita l’appartenenza lavorativa. In particolare, le interviste sono state condotte cercando di focalizzarsi sui punti cruciali che si sono succeduti in questo cammino, cercando di evidenziare come si sono modificate le aspettative rispetto al lavoro. Tra le domande realizzate, un secondo nucleo centrale è stata l’esperienza del percorso formativo Imprenderò e la sua l’importanza (in positivo o in negativo) per la costruzione della propria carriera lavorativa e imprenditoriale. Ci è si è poi soffermati su quanto accaduto dopo: in particolare la tipologia di attività avviata, le risorse e i percorsi messi in atto per avviare l’attività autonoma. Infine, sono state proposte quattro domande puntuali di valutazione esplicita del proprio percorso, alle prospettive future, alle caratteristiche ideali di un imprenditore/lavoratore autonomo di successo e sugli strumenti che potenzialmente le istituzioni possono attivare per supportare l’avvivo di impresa.
Di norma la struttura della traccia è stata seguita nell’ordine sopra evidenziato, tuttavia in alcuni casi alcuni aspetti sono stati anticipati in particolar modo per quanto riguarda la descrizione della propria attività, per poi ritornare successivamente sulle motivazioni e sugli aspetti che hanno portato i soggetti a tale esito: in questo modo il racconto di ciascuno è stato assecondato.
Per quanto riguarda l’analisi delle interviste, si evidenzia che la raccolta dell’informazione qualitativa, la sua organizzazione e interpretazione sono stati momenti ravvicinati e spesso sovrapposti, in quanto procedendo con la sistematizzazione del materiale si è operata anche una prima analisi. Le interviste, quindi, sono state trascritte, inserendo a margine osservazioni e note. La successiva codifica è avvenuta in modo induttivo, secondo un sistema di codificazione successiva alla rilevazione dell’informazione basato su macrocategorie definite a priori. In generale, inoltre, per quanto riguarda il procedimento di elaborazione si evidenzia che la comparazione dei percorsi e la schematizzazione delle categorie è avvenuto sulla base della ricostruzione di casi e non della costruzione di una matrice dei dati attraverso variabili: in questo modo si evidenzia la storia di ciascun caso, attraverso la guida di alcuni casi particolarmente significativi, in modo da analizzare i campi sociali, i vincoli e le opportunità che hanno condizionato le diverse traiettorie. In tal senso, lo sforzo è stato quello di estrarre da singoli percorsi dei modelli comuni a più casi, cercando di far emergere le categorie analitiche dalle analogie dei percorsi analizzati (Bertaux, 1999).