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La creazione di impresa nell’ambito del Progetto Imprenderò

6. IL PROGETTO IMPRENDERÒ

6.1. La creazione di impresa nell’ambito del Progetto Imprenderò

All’interno del PI, in questo paragrafo ci si concentrerà sulla funzione dedicata alla Creazione di impresa. Come evidenziato in precedenza, l’intervento si proponeva favorire la nascita di nuove imprese, rafforzando le idee imprenditoriali e fornendo ai potenziali imprenditori una serie di abilità e competenze. Da questo punto di vista, in accordo con quelle che sono le indicazioni europee in termini di formazione imprenditoriale (OECD, 2001), e secondo quello che è stato l’approccio metodologico dell’intero progetto, il modello dell’intervento è stato strutturato attraverso tre momenti: accoglienza e screening delle idee imprenditoriali, consulenza. A queste, inoltre, è stata successivamente affiancata la possibilità di accedere ad un contributo per il sostegno alla fase di costituzione e avvio di nuove imprese da parte di soggetti che avevano partecipato ai percorsi di formazione imprenditoriale realizzati nell’ambito del PI. L’approccio descritto appare consolidato non solo rispetto alle prassi internazionali, ma anche nel contesto locale in quanto adottata fin dall’origine del progetto.

Il percorso quindi prevedeva una progressiva selezione dei soggetti nell’ottica evidenziata a più riprese dagli enti promotori del PI di non favorire il proseguimento di progetti imprenditoriali non supportati da un’idea imprenditoriale consolidata o da una forte motivazione, come evidenziano sia il direttore sia un operatore del PI:

Uno dei primi approcci, diciamo, era cercare di valutare le competenze a disposizione e il business proposto per chiarire la sostenibilità nel tempo … cercando quindi di scoraggiare i soggetti nei casi di più evidente non sostenibilità, invitando a desistere, ma anche nei casi dubbi a valutare i cambiamenti necessari per trasformare un’idea da insostenibile a sostenibile … in questi casi vi era un apprezzamento delle idee interessanti, aiutandoli [n.d. i proponenti] a perfezionarle. (esp_1)

Una delle basi della neo-impresa è certamente lo spirito imprenditoriale, ma anche la professionalità sul tipo di lavoro. Tu puoi uscire anche da un corso professionale, ma poi devi cercare di fare più esperienza possibile … solo dopo un po’ di anni hai la professionalità per gestirti. Questo è sempre stato lo spirito di imprenderò: la scrematura iniziale, poi eventualmente se ne parla. (esp_3)

Come si legge nelle relazioni sulle attività svolte nell’ambito del PI, è possibile immaginare il percorso proposto come “un insieme di cerchi concentrici”, in cui le diverse fasi hanno rappresentato un filtro per l’accesso ai servizi successivi: in particolare questo è avvenuto tra la fase di orientamento e quella di accesso al corso vero e proprio. Infatti, la fase di selezione190e orientamento iniziale mirava a vagliare coloro che in base alla attitudini, alle precedenti esperienze e alla business idea presentavano le caratteristiche per passare dall’intenzione imprenditoriale all’effettiva attività nascente. Nello specifico quindi l’attività di orientamento imprenditoriale ha avuto il compito di accogliere gli aspiranti imprenditori per valutare la loro idea d’impresa, informarli sul percorso da seguire per avviare la propria attività e sulle opportunità fornite dal PI. Di conseguenza in questa fase del percorso è stata rivolta particolare attenzione a due aspetti:

 caratteristiche soggettive dell’essere imprenditore, i cosiddetti internal factor (Canadian Foundation for Economic Education 1996), analizzando in questo modo le motivazioni e la propensione ad intraprendere dei beneficiari191- da questo punto di vista quindi i potenziali imprenditori sono stati invitati a riflettere e autovalutarsi rispetto alle proprie caratteristiche personali, culturali, delle competenze e capacità;

190A tal proposito non sono stati utilizzati strumenti di analisi definiti, sebbene come è stato indicato nel terzo capitolo in letteratura ne siano codificati molteplici sia di tipo quantitativo qualitativo.

191Si precisa a tal proposito che non era previsto l’utilizzo di strumenti specifici quali il bilancio di competenze o test attitudinali, quindi la selezione avveniva sostanzialmente attraverso un colloquio do orientamento.

 caratteristiche dell’idea imprenditoriale, per cui sono stati individuati alcuni elementi di base utili per effettuare una prima valutazione dell’idea imprenditoriale (presenza di un mercato, condizioni di profittabilità, elementi di innovazione presenti nell'idea, ecc.).

L’attività di selezione, orientamento e counseling prevedeva quindi un primo colloquio di selezione finalizzato a valutare la sostenibilità dell’idea imprenditoriale per un successivo eventuale accesso al corso di formazione. Inoltre, erano previsti una serie di incontri successivi finalizzati a fare emergere le diverse esigenze di dell’utenza rispetto alla consulenza individuale, che aveva in questo modo la possibilità di essere strutturata sulla base delle reali esigenze dei potenziali neo imprenditori. Da questo punto di vista, infatti, i bisogni espressi erano molto vari e richiedevano risposte quanto più personalizzate:

l’esigenza era la più varia: ci poteva essere chi frequentava un corso aveva delle carenze in termini di business plan … tieni conto che l’esigenza era quella di arrivare alla costruzione del business plan e di fornire quindi delle previsioni nei primi 3 anni, ma molti non avevano idea degli aspetti contrattuali e delle discipline sanitarie/tecniche. Molti non avevano idea di dove cominciare: ad es. devo aprire un bar, dove compero la macchina del caffè, come acquistarla, dove, perché. Il bisogno era a 360% (esp_4)

Il successivo corso di formazione, sviluppato in 80 ore, è stato quindi riservato a coloro che dopo la fase di screening dimostravano la volontà di perseverare nell’idea di sviluppare un’attività imprenditoriale. I corsi organizzati su tutto il territorio regionale hanno seguito un modello organizzativo comune. Questo mirava da un lato a far acquisire specifiche competenze tecniche (rivolte in particolare all’analisi del mercato potenziale, alla definizione dell’assetto organizzativo, giuridico, contabile ed economico-finanziario per poter avviare una nuova attività d’impresa, ecc.192). Dall’altra era finalizzato alla definizione dei vari elementi rilevanti per la stesura di un business plan, che ha rappresentato a tutti gli effetti l’elemento centrale a cui ruotava il corso e di cui costituiva anche il prodotto finale per ciascun partecipante. L’elaborazione di tale documento è stata implementata come un percorso laboratoriale che prevedeva momenti teorici accanto a altri di contestualizzazione pratica dei contenuti rispetto alla propria idea imprenditoriale.

Il corso di formazione quindi è stato concepito come un percorso finalizzato non solo a trasmettere delle conoscenze di tipo tecnico (bilancio, diritto d’impresa, 192Nel dettaglio le attività formative erano strutturate come segue: Gestione del processo formativo (1h), Contabilità aziendale (6h), Definizione dell’idea imprenditoriale (2h), Bilancio d’esercizio e preventivazione economico finanziaria (12h), Marketing e Comunicazione base (9h), Rapporti con le banche (6h), Marketing e Comunicazione avanzato (6h), Credito agevolato e finanziamenti per l’impresa (9h), Diritto per la creazione d’impresa base (6h), Piano d’impresa (18h), Diritto per la creazione d’impresa avanzato (3h), Esame finale (2h).

marketing, comunicazione, vendite, pianificazione aziendale), ma anche progettuale attraverso l’accompagnamento alla creazione del business plan193. Da questo punto di vista, come evidenziato nel corso del terzo capitolo, l’elaborazione di tale documento presenta una funzione esplicita che corrisponde all’elaborazione dell’idea di business in modo che sia di facile comprensione da parte dei potenziali partner e finanziatori (Borello, 2012), ma anche una funzione latente. Infatti, il processo che conduce alla costruzione di tale documento è di per sé un processo di apprendimento da parte del futuro imprenditore: esso induce a riflettere sui diversi aspetti da prendere in considerazione nell’avvio d’impresa (Kawasaki 2006; Mariani 2013). In tal senso, la costruzione del documento è stata realizzata direttamente dai corsisti attraverso la ricerca di dati e informazioni per segmentare la domanda potenziale, definire la mappa dei competitor, ricercare i fornitori di riferimento secondo le modalità ritenute più opportune e concordate nelle attività di consulenza individualizzata (fino ad un massimo di 12 ore). Queste ultime hanno accompagnato i beneficiari in questo percorso, fornendo a ciascun utente la possibilità di confrontarsi con uno specialista sugli aspetti maggiormente problematici, che venivano analizzati in modo individuale in modo da individuare le soluzioni più adatte.

Fatto salvo quando affermato nel corso del terzo capitolo – ovvero che la formazione imprenditoriale mira in ogni caso a trasmettere o rafforzare conoscenze, competenze e attitudini (Hytti e O’Gorman, 2004) – è chiaro che a tutti gli effetti quindi il PI si rivolgeva in particolare a consolidare le prime due, relegando l’obiettivo legato al potenziamento delle attitudini ad un ruolo più marginale, in quanto i beneficiari presentavano già un esplicito orientamento all’imprenditorialità. Da questo punto di vista, il percorso formativo è stato funzionale a fornire maggiore (o minore) legittimità al percorso intrapreso, nonché a rafforzare quelle risorse di capitale umano atte ad accedere al percorso imprenditoriale. In questo contesto, gli organizzatori hanno evidenziato come sia stata fondamentale la qualità dell’intero percorso formativo, dalla consulenza al corso in alula vero e proprio. A tal proposito, era stata predisposta una banca dati in cui sono stati inseriti i nominativi dei diversi professionisti, tecnici, formatori e orientatori che potevano supportare i corsisti nelle attività relative alla creazione di impresa.

Tale aspetto è stato funzionale per un duplice motivo. Da un lato è stato possibile nell’arco di tutta la durata del progetto attivare di volta in volta le expertise maggiormente aderenti alle esigenze dei potenziali imprenditori, in base alle competenze dei diversi esperti. Contestualmente, a livello più generale, la presenza di una banca dati garantiva un livello elevato di qualità dell’offerta 193Nel dettaglio il business plan si strutturava in nelle seguenti voci: Presentazione sintetica dell’impresa, Il mercato di riferimento, Il prodotto/servizio, Il piano di marketing, Il piano organizzativo (risorse umane forma giuridica), Il piano economico-finanziario.

formativa/consulenziale: in tal senso, infatti, le expertise sono state certificate dal progetto stesso. A tal fine ha contribuito anche l’architettura organizzativa del progetto, che operando in modo trasversale tra diversi enti ed organizzazioni ha potuto attivare una platea di consulenti di spessore, facilitando la cooperazione tra enti di formazione, Province, Università, Camere di commercio e incubatori presenti in regione. Inoltre, la qualità del percorso stesso è stata confermata anche dall’utenza che ha dimostrato un livello di gradimento rispetto ai docenti molto elevato. Infatti, nell’indagine di customer satisfaction sottoposta dagli organizzatori ai partecipanti a conclusione delle attività, la valutazione della competenza e della capacità del docente è stata moto elevata (pari a 9,16/10). A tal proposito anche il giudizio espresso rispetto ai contenuti è stato alto: infatti, alla domanda se il percorso avesse fornito informazioni esaurienti che hanno permesso di chiarire le idee, il valore indicato è stato di 8,88/10.