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Emancipazione e conflitto

Dalla cittadinanza europea alla cittadinanza globale

IX. La cittadinanza e il globo

5. Emancipazione e conflitto

Alcuni dei più recenti dibattiti sulla cittadinanza si sono soffermati, infatti, intorno al tema della lotta: le rivendicazioni di maggiori o nuovi diritti hanno fatto emergere una dimensione materiale, all’interno della quale la declinazione normativa e giuridica della cittadinanza si è trovata a cedere il passo a una concezione attiva.

Sono gli ‹‹atti di cittadinanza›› – come scrive Balibar, riprendendo Engin Isin e Greg Nielsen – a produrre le pratiche politiche e a far esistere materialmente la democrazia: una democrazia sottoposta a sfide innumerevoli, caratterizzata da un processo di

545 Cfr. G. Marramao, Dopo il Leviatano. Individuo e comunità, Bollati Boringhieri, Torino, 2013; si veda in particolare il paragrafo La democrazia, la comunità e i paradossi dell’universalismo, pp. 62-81.

546 La definizione citata fa parte dell’incipit programmatico della rivista Citizenship Studies, fra le più autorevoli riviste sul tema, ed è ripresa da P. Mindus, Op. Cit. , p. 4.

130 pluralizzazione che apre a scenari inediti in cui gli attori tendono a perseguire ‹‹nuovi modi di essere democratici››547

.

La novità riguarda non solamente la rivendicazione di maggiori spazi di partecipazione da parte di chi appartiene al demos, ma anche istanze che provengono sia dal “basso” che “dal di fuori” della stessa cornice democratica occidentale. Le richieste di

emancipazione travalicano i confini degli Stati, si proiettano sulla scena globale con tutta

la loro urgenza e gravità, si riassumono per la maggior parte intorno a un principio che è negativo e non positivo: ‹‹cos’è che ci manca?››548

. Lo stesso concetto di uguaglianza si declina in maniera negativa e ci induce a ritrovare ciò che è ‹‹in-comune›› con gli altri, quello che ‹‹non ci distingue››. E ciò che non ci distingue è universale, vale a dire di tutti gli uomini e le donne che con la loro fisicità, con i loro corpi, ‹‹esibiscono ciò che è fragile, vitale e genericamente appartenente a tutti››549

. La cittadinanza, allora, o per meglio dire le cittadinanze, si rivelano come una sorta di ‹‹utopia creativa››, sottoposte alla contingenza del divenire550. Esse corrispondono al combinato prodotto da istanze di emancipazione di identità particolari e dal loro ricorso a principi universali.

Ernesto Laclau ha dimostrato come questo apparente paradosso si riveli in realtà nella

mancanza, la quale a sua volta schiude la necessità da parte di identità e soggetti

particolari di ricorrere a istanze universalmente riconosciute551, al fine di perseguire “strategie” e diritti non esclusivamente inquadrati all’interno dell’immaginario sociale dell’Occidente552

.

Fino ad ora l’itinerario della cittadinanza si è sviluppato principalmente all’interno di due filoni fondamentali e complementari, entrambi comunque saldati alla modernità politica occidentale: da una parte lo Stato-nazione, il quale si è affermato come la principale istituzione dell’epoca moderna, dall’altra la filosofia razionalista dell’illuminismo che, nell’affermare l’uomo astratto, proclamava la cittadinanza universale nello stesso tempo in cui relegava i diritti universali nel perimetro giuridico e circoscritto dello Stato. Da questo processo si affermava una decisiva concezione

normativa della cittadinanza, generata dall’idea di unità nazionale.

547

L. Bazzicalupo, La doppia crisi della democrazia, in Id. (a cura di), Crisi della democrazia, Mimesis, Milano-Udine, 2014, cit. p. 19; nello stesso volume cfr. anche S. Petrucciani, Dal disagio della democrazia a una nuova agenda democratica, pp. 171-185.

548

Cfr. M. Koskenniemi, Il mite civilizzatore delle nazioni. Ascesa e caduta del diritto internazionale 1870-1960, Laterza, Roma-Bari, 2012, p. 622.

549 L. Bazzicalupo, Politica. Rappresentazioni e tecniche di governo, cit. p. 155. 550

Cfr. J. Riba, Republicanismo sin república. Filosofía, política y democracia, edizione bella terra, Barcelona, 2014.

551 Cfr. E. Laclau, Universalism, Particularism and the Question of Identity, in Id. , Emancipation(s), Verso, London, 2007, pp. 19-35.

552

Cfr. F. J. Peñas, Derechos humanos e imaginarios sociales modernos. Un enfoque desde las relaciones internacionales, in ISEGORÍA. Revista de Filosofia Moral y Politica, n. 51, julio- diciembre, 2014.

131 Da questo punto di vista, l’analisi focaultiana sui dispositivi del potere si conferma come uno strumento essenziale per la comprensione delle attuali dinamiche dell’immigrazione, soprattutto in Europa ma non solo. Non a caso, proprio Foucault è stato fra i primi studiosi a individuare uno dei momenti di svolta della storia europea nel costituirsi dell’ordine scaturito dalla pace di Westfalia (individuando, fra l’altro, l’avvento di una “nuova idea di Europa” e un conseguente nuovo ordine, fondato sull’Europa come unità economica).

Ora che quella spinta sembra esaurirsi, o comunque mutare di direzione, occorre ‹‹indagare l’attuale disordine del mondo›› con la consapevolezza dell’impossibilità di poter pensare al futuro nei termini di un ritorno a una qualche sorta di ordine vestfaliano.

6. Conclusioni

Alla luce del contesto globalizzato dove si svolgono le relazioni fra Stati, economie e individui, è indispensabile, per una filosofia politica della cittadinanza, ‹‹saper rispondere alla doppia sfida dell’“ora” e del “dove”››553. L’ora ha a che vedere con la relatività del tempo, con la contingenza del vissuto, sempre sottoposto a “regole” proprie, specifiche, mai uguali e tanto meno assimilabili; il dove riguarda la dimensione spaziale, il luogo fisico all’interno del quale ogni esistenza trova il suo radicamento quanto meno provvisorio, talvolta precario. Queste due direzioni si connettono al globale e ripercorrono il dilemma irrisolto fra universalismo e relativismo. Come può la cittadinanza essere universale e contemporaneamente confinata in uno Stato? O viceversa. Come può un istituto formale, quale quello della cittadinanza, essere valido

erga omnes, estendersi a una dimensione cosmopolita che fa riferimento a una ‹‹comunità

mondiale non meglio definita››554

?

La sfida è ardua, forse impossibile. Le lotte per i diritti e i principi, nel variegato spazio “politico” globale, percorrono la strada di un ‹‹costituzionalismo di vasta scala›› capace di imporsi come nuovo spazio pubblico555. Di fronte all’impotenza della democrazia davanti alla sfida globale, la rifondazione della politica passa attraverso l’affermazione di forme di azione collettiva in grado di resistere ‹‹alla sussunzione sotto cause particolaristiche››556.

553

S. Veca, Cittadinanza. Riflessioni filosofiche sull’idea di emancipazione, Feltrinelli, Milano, 2008, cit. p. 54.

554 Cfr. A. Tucci, Cittadinanza e identità. Pratiche e forme della soggettivazione politica, in Id. , (a cura di), Disaggregazioni. Forme e spazi di governance, Mimesis, Milano-Udine, 2013, cit. p. 200. 555

Cfr. G. Preterossi, La sfida dell’immediatezza. Una riflessione meta-giuridica sulla crisi del diritto internazionale, in A. Tucci (a cura di), Op. Cit. , p. 167.

556

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