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Una prospettiva transdisciplinare

Dalla cittadinanza europea alla cittadinanza globale

IX. La cittadinanza e il globo

1. Una prospettiva transdisciplinare

L’impronta internazionale intorno al dibattito sulla cittadinanza determina un quadro ricco ma particolarmente complesso. Per indagare tale complessità è opportuno mettere in atto un’impostazione transdisciplinare, capace di far luce sui tratti plurali della nozione di cittadinanza510. D’altra parte, può essere altrettanto utile considerare come ‹‹parti di un duplice problema di legittimità›› due aspetti quali quello della migrazione e quello cittadinanza politica. Il primo riguarda, da una parte, il livello di partecipazione, coinvolgimento e legittimità politica dello Stato democratico; il secondo ha a che vedere con lo Stato costituzionale di diritto e della sua capacità/pretesa di esercitare la propria sovranità, in questo caso fondata sulla esclusiva determinazione della scelta degli appartenenti al proprio corpo politico511.

Fra i principali aspetti che caratterizzano lo sviluppo della globalizzazione vi è proprio la crisi della natura territoriale della sovranità, la quale non si traduce immediatamente in una crisi dello Stato-nazione, più volte annunciata, ma ridetermina in maniera sostanziale l’efficacia dell’azione statale512. Come si è visto nel capitolo precedente, l’evolversi

sempre più graduale di pratiche governamentali ha immesso sulla scena una pluralità di soggetti. Tale pluralità ha assottigliato la sovranità statale da una parte, mentre dall’altra ha favorito il convergere delle relazioni entro uno scenario più ampio, rappresentato da un ordine giuridico ‹‹aperto››513

. Gli Stati sono così definiti e influenzati da modelli culturali globali.

Secondo alcune teorie istituzionalistiche514, l’ordine internazionale assume il ruolo di assemblaggio istituzionale capace di trasferire, secondo una logica isomorfica, modelli organizzativi e quadri di regole, in un processo di integrazione dello Stato con la società

510

Cfr. P. Mindus, Cittadini e no, cit. p. 4.

511 Ivi, p. 68. Mindus suggerisce di ‹‹vedere il problema della cittadinanza politica in connessione con le questioni legate alle migrazioni, all’asilo, e più generalmente al controllo delle frontiere››. Tale formulazione appare analiticamente condivisibile. A queste dimensioni ne aggiungerei un’altra fondamentale: quella della lotta. Mezzadra e Neilson individuano proprio nella lotta uno dei paradigmi per leggere i fenomeni delle migrazioni e il rapporto conflittuale che si stabilisce fra la presenza dei migranti e l’ordine generale dei confini.

512

Cfr.M.R. Ferrarese, Le istituzioni della globalizzazione. Diritto e diritti nella società transnazionale, il Mulino, Bologna, 2000, cit. p. 104. Su questo punto cfr. S. Sassen, Territorio, autorità, diritti. Assemblaggi dal Medioevo all’età globale, Bruno Mondadori, Milano, 2008. Sassen, se da una parte attribuisce allo Stato un ruolo chiave nella promozione dei processi globali, dall’altra sottolinea come i processi di globalizzazione abbiano influito negativamente sulla pretesa di monopolio esclusivo del potere da parte degli Stati. La globalizzazione apre a una fase in cui gli Stati devono sempre più di frequente negoziare il proprio potere con altri attori. 513

Cfr. M.R. Ferrarese, Op. Cit. , p. 105. 514

Cfr. sul punto R. Goodman, D. Jinks, Verso una teoria istituzionalistica della sovranità, in G. Gozzi, G. Bongiovanni (a cura di), Popoli e civiltà. Per una storia e filosofia del diritto internazionale, il Mulino, Bologna, 2006, pp. 247-292.

123 mondiale. Tale modello dell’ordine politico mondiale comporta, pertanto, la produzione di una serie di norme di comportamento alle quali gli Stati tendono a conformarsi, nonché la sostanziale ridefinizione della sovranità, considerata alla stregua di un ‹‹prodotto culturale globale››515

.

La strutturazione ‹‹policentrica›› della società mondiale, inducendo un graduale superamento della chiusura tipica dei sistemi giuridici nazionali, ha così dato vita a un “diritto globale” che incrementa la sua effettività per via della propria valenza amministrativa e regolativa516.

Lo stesso statuto della cittadinanza risente della frammentazione dello spazio globale e tende a porre in evidenza ‹‹l’obsolescenza della figura di unità consolidata nello Stato››517

. Il diritto internazionale, a tal riguardo, rende possibile la convivenza fra ordinamenti plurali e differenti; ma esiste un elemento, del quale qui si può soltanto fare un cenno, che si inserisce come fattore di mediazione fra gli ordinamenti e il diritto internazionale: si tratta della Rule of law. Tale elemento facilita la diffusione del diritto a livello internazionale, senza presentarsi manifestamente come portatore di contenuti di un qualche ordinamento specifico. Si tratta di un criterio qualitativo, in grado di depurare il diritto dai suoi contenuti particolaristici, facendolo piuttosto obbedire a principi universalmente condivisibili.

La Rule of law si presenta come il tentativo di riproporre, all’interno di un contesto globale, una sorta di principio di legalità che reca in sé l’obiettivo di tenere in considerazione la pluralità degli ordinamenti518. Il modo attraverso cui si intende perseguire tale obiettivo si traduce in un’azione di coordinazione dei diritti che popolano il globo. La realizzazione di una dimensione pubblica ‹‹oltre lo Stato›› rappresenta non tanto il risultato di ‹‹un’identica interpretazione precostituita di norme››, quanto la definizione di una grammatica i cui punti essenziali si fonderebbero ‹‹su ragioni di universalizzabilità, di coerenza, di proporzionalità, di sussidiarietà, di coordinazione, di compatibilità, di coesistenza››; seguendo la logica del diritto e non dello Stato, la Rule of

law ‹‹riflette l’esigenza di sottrarre la scena mondiale all’unilaterlità››519.

515

Ivi, p. 283, p. 288.

516 Cfr. S. Cassese, L’ordinamento giuridico globale, in F. Manganaro, A. R. Tassone (a cura di),

Dalla cittadinanza amministrativa alla cittadinanza globale, Giuffrè Editore, Milano, 2005, pp. 4- 10; nello stesso volume si veda cfr. G. Tropea, Considerazioni su cittadinanza e amministrazione nello spazio (frammentato) e nel tempo (individuato) della globalizzazione, pp. 227-280.

517

G. Palombella, È possibile una legalità globale? Il Rule of law e la governance del mondo, il Mulino, Bologna, 2012, cit. p. 69.

518 Ivi, p. 216. 519

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