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La cittadinanza dei modern

VI. La rivoluzione della cittadinanza

7. Lo Stato dei cittadin

In un importante studio sulla cittadinanza, Rogers Brubaker fa riferimento a ‹‹quattro prospettive sull’invenzione della cittadinanza››396

. L’esito della Rivoluzione francese produce una cittadinanza segnata dall’ideale nazionale, soppiantando la concezione universalista della prima fase rivoluzionaria. La nazionalità diviene il tratto distintivo che separa in maniera radicale e concettualmente definitiva il noi da coloro che non vi appartengono. La figura dello straniero prende forma, viene definita a partire dai confini giuridici della nazione che escludono ciò che non presenta i caratteri di similarità. È l’esito probabilmente più paradossale della Rivoluzione francese; allo stesso tempo il rapporto cittadini/stranieri assume un carattere paradigmatico rispetto alla definizione dell’identità, di un’identità nazionale.

Gran parte dell’Ottocento si svolge perseguendo l’obiettivo di ritrovare la totalità perduta, soprattutto ricucire lo strappo fra l’individuo isolato e lo spirito unitario, capace di restituire antico splendore e dignità di popolo a ogni entità culturale. L’individuo, preso a sé, non ha capacità etica; essa si compie soltanto all’interno della realtà statale. L’idealismo tedesco giunge con Hegel alla definizione dell’individuo in quanto inscritto nella logica universale dello Stato. Lo Stato restituisce al soggetto la verità perduta, trascende l’individuo e lo definisce come tale in ogni sua forma, riempiendolo di contenuti sostanziali e colmando il vuoto lacerante della perdita del sé397.

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D. Belliti, Identità e legittimazione, in F. Cerutti (a cura di), Op. Cit. , p. 86. 396

Brubaker parla di una rivoluzione borghese, di una rivoluzione democratica, di una rivoluzione nazionale e di una rivoluzione burocratica. Cfr. R. Brubaker, Cittadinanza e nazionalità in Francia e Germania, il Mulino, Bologna, 1997, cit. p. 78.

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Michel Foucault nell’Ermeneutica del soggetto scrive: ‹‹Si potrebbe leggere tutta una falda del pensiero del XIX secolo come un difficile tentativo, o meglio come una serie di difficili tentativi, di ricostituire un’etica e un’estetica del sé››. Cit. p. 221.

95 Nella Sezione terza dei Lineamenti di filosofia del diritto dedicata allo Stato, Hegel scrive: ‹‹lo Stato ha un rapporto del tutto diverso con l’individuo; giacché lo Stato è spirito oggettivo, l’individuo stesso ha oggettività, verità ed eticità soltanto in quanto è un membro del medesimo. L’unione come tale è essa stessa il verace contenuto e fine, e la destinazione degli individui è di condurre una vita universale››398. Lo Stato, e l’unione

degli individui che in esso si compie, assurge a entità suprema che risolve in buona parte il dilemma identitario, ricostituendo in senso etico la capacità di riconoscimento dei singoli. Lo Stato rappresenta la ‹‹forma giuridica›› della nazione, la quale a sua volta – per riprendere Foucault – è il vero nucleo attivo e costitutivo dello Stato. La nazione si ‹‹statalizza›› al fine di realizzare il proprio ruolo storico. Diviene sempre più forte quanto più ‹‹avrà in proprio possesso delle capacità statali››399

.

La cittadinanza è uno degli strumenti tramite i quali la nazione esercita le proprie capacità statali. E lo fa allargando o restringendo i criteri di accesso e di appartenenza al gruppo400; la cittadinanza è la capacità statale per eccellenza. È strumento di selezione e definizione del corpo politico, nonché mezzo di affinamento delle tecniche disciplinari e di controllo. D’altra parte la costituzione di eserciti nazionali è probabilmente il principale modo di assicurare l’ordine, disciplinando chi vi entra a far parte. Il deterrente della guerra, del conflitto bellico sempre pronto ad esplodere fra le pieghe di un’Europa costantemente lacerata, diviene ulteriore fattore di rafforzamento delle identità e degli eserciti nazionali401. In tal modo, ‹‹il pericolo della guerra e la disciplina militare rendono le persone consapevoli di quanto sia importante l’esistenza di una comunità che va oltre la vita di ogni singolo individuo››402

.

398

G. W. F. Hegel (1821), Lineamenti di filosofia del diritto. Diritto naturale e scienza dello stato in compendio, trad. It. a cura di G. Marini, Laterza, Roma-Bari, cit. p. 196.

399 M. Foucault, Bisogna difendere la società, cit. p. 192. 400

Per un’attenta ricognizione storica delle differenti fasi della cittadinanza in Francia, a partire dalla Rivoluzione e fino ai primi del Novecento, rimando ancora a R. Brubaker, Op. Cit; si veda in particolare il capitolo V, Da immigrati a cittadini, pp. 155-209.

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Per Focuault la forza fisica, il vigore, le capacità militari sono degli elementi complementari ma secondari rispetto alla perfetta coincidenza di nazione e Stato e alla possibilità della prima di ‹‹amministrare se stessa, gestire, governare››. Tuttavia, il fattore amministrativo si esercita anche – e in alcune fasi soprattutto – a partire dall’elemento militare. Gli eserciti e la leva militare divengono i principali veicoli di integrazione dei singoli nello Stato, trasformandoli in cittadini. Se da una parte la cittadinanza è nucleo irriducibile dell’unità nazionale e politica, dall’altra diviene fattore strumentale per il mantenimento e perseguimento dell’ordine, sia esso esterno, contro un nemico che minaccia le frontiere, sia esso interno contro ogni potenziale spinta dissolutiva dell’ordine statale costituito. Su ruolo svolto dagli eserciti nei processi di unificazione nazionale e integrazione dei cittadini cfr. J. Gooch, Soldati e borghesi nell’Europa moderna, Laterza, Roma- Bari, 1980.

402 J. J. Sheehan, L’età post-eroica. Guerra e pace nell’Europa contemporanea, Laterza, Roma-Bari, 2009, cit. p. 45.

96 La modernità politica ci consegna un concetto di cittadinanza multiforme ma sempre inserito all’interno della cornice normativa, politica e ideologica dello Stato-Nazione. Non si tratta della “fase” storica più lunga del concetto di cittadinanza, quanto piuttosto di quella filosoficamente più intensa, proficua, radicale, che ha maggiormente inciso sulla definizione recente della cittadinanza. Definizione con la quale è necessario confrontarsi per ripensare criticamente un nuovo concetto di cittadinanza che porti in sé il patrimonio culturale sedimentato nel tempo ma che sia altresì capace di “rimodellare”, ancora una volta, il contesto politico e istituzionale al procedere incessante del mutamento sociale.

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Terza parte