• Non ci sono risultati.

L’estensione dell’azione in America

Nel documento ISTITUTO STORICO SALESIANO - ROMA STUDI - 21 (pagine 166-174)

VERSO L’UNIVERSALISMO GEOGRAFICO (1875-1877)

8. L’estensione dell’azione in America

Importante per il consenso a due nuove opere a Buenos Aires e per ulteriori progetti nel 1877 era la lettera di don Bosco del 31 ottobre 1876, vergata mentre era in attesa di notizie sulla visita pastorale, inattuata, dell’arcivescovo Aneiros a Carmen de Patagónes: “Avrai già ricevuto il mio consenso per la Bocca del diavolo [Boca del diablo] e per la Parrocchia di S. Carlo”; “avrei proprio bisogno che pel 1877 potessi fare una passeggiata in Europa per farne poi un’altra a Ceilan nelle Indie per aprire altra Missione assai importante”,

“purché le bocce di Buenos Aires siano tutte ben ferme ed ordinate”; “è indi-spensabile un locale o parte di locale da destinare ad un noviziato. Se è necessa-rio, ho pronto il maestro dei provandi”131.

A intensificare il motivo missionario, pur con l’inesistenza di centri missio-nari veri e propri, contribuiva assai la seconda spedizione di salesiani in Ameri-ca. Della sua preparazione molte sono le notizie che si ricavano dalle lettere a don Cagliero. Insisteva, in particolare, nel chiedere e nel far richiedere “passag-gi” o biglietti di viaggio oltreoceano gratuiti o finanziati132. Essa fu annunciata con una circolare del 15 agosto, che dava informazioni sul lavoro finora compiuto e dalle “persone caritatevoli” sollecitava il soccorso della beneficen-za133. Era composta da ventitré partenti, capeggiati da Francesco Bodrato quel-li destinati all’Argentina, da don Luigi Lasagna quelquel-li inviati ad aprire la nuova opera a Villa Colón, presso Montevideo, in Uruguay. Il 4 novembre veniva diramato l’invito al rito di commiato134.

Il Diario dell’Oratorio di don Chiala e don Lazzero al 14 e 15 novembre riassumeva i fatti che l’avevano seguito: “14 D. Bosco accompagnò i missionari

165 Cap. XXI: Verso l’universalismo geografico (1875-1877)

129 Da Lanzo a don G. Cagliero, 12 settembre 1876, E III 95.

130Da Vignale a don G. Cagliero, 13 ottobre 1876, E III 103-104.

131A don G. Cagliero, 31 ottobre 1876, E III 107.

132Cfr. lett. a don G. Cagliero, 30 maggio, 29 giugno, 13 luglio, 1° e 13 agosto, 1° settem-bre, 13 ottosettem-bre, E III 65, 68-69, 72-73, 81-82, 87, 92-93, 103-104; al comm. G. Malvano, 12 ottobre 1876, E III 101-102, ecc.

133E III 89-91.

134E III 108.

sul bastimento Savoie, fece con loro il déjeuné; fu ricevuto cordialissimamente dal capitano del bastimento, anzi questi regalò a D. Bosco il suo ritratto, dimostrandosi ben fortunato d’aver seco fino a Buenos Aires i suoi figli missio-nari. Ricordò che l’anno prima fu un viaggio dei più felici. Un venditore di bibbie protestanti che cominciava ad attaccar briga con D. Bosco sul basti-mento fu tosto espulso per ordine severo del capitano. 15 Partì da S. Pier d’Arena la carovana dei missionari salesiani destinata per Montevideo. Si avvia-rono a Bordeaux. Credevano di partire ai 20.11 col piroscafo Orenoch, questi invece partì ai 18 e non giunsero più in tempo. Dovettero soggiornare fino ai 2.12.76. Si fermarono nel grande seminario di quella città”135. Con lettera del 14 novembre don Bosco dava alcune direttive a don Cagliero sulla distribuzio-ne del personale guidato da D. Bodrato e gli raccomandava: “Nel consegnare il personale in ciascuna casa, procura che i Soci di quella siano raccolti e si legga-no i ricordi dell’anlegga-no scorso con qualche parola”. “Tra le cose da tenersi in vista – aggiungeva – sonvi una casa o luogo per un noviziato ed uno studenta-to. Fa’ tutto quello che puoi per avere qualche Indio da educarsi nel senso di vocazione ecclesiastica. Se farà bisogno, ti manderò un buon maestro dei novi-zi”. Chiedeva pure un’informazione interessata su don Ceccarelli: “Chi sa se Egli sappia qualche cosa di Inglese?”; il motivo l’aveva rivelato alcune righe prima: “Ho definitivamente accettato il Vicariato delle Indie, e ci andremo nel 1878. Il S. Padre mi disse di cominciare a disporre per quello che sembrami da scegliere per Vescovo della nuova Missione”136.

Passavano appena due giorni e partiva una nuova lettera. Detto che il comm. Gazzolo – che però definiva ajassin [callo al piede] – avrebbe accompa-gnato fino a Bordeaux i salesiani destinati all’Uruguay, riprendeva il tema propriamente missionario: “Il S. Padre vagheggia i Pampas e la Patagonia ed è pronto ad aiutarci anche con mezzi materiali, se sarà d’uopo. Pel resto ci scrive-remo. I son mes ciouc [sono mezzo ubriaco], ma niente importa, Dio ci aiuta, ed ogni cosa procede in modo, che i profani direbbero che ha del favoloso, e noi diciamo che ha del prodigioso”137. Il giorno seguente mandava a mons.

Giacinto Vera, Delegato Apostolico in Uruguay, poi vescovo di Montevideo, una lettera di presentazione del gruppo di salesiani andati “per iniziare il Col-legio Pio fondato dalla sua carità e dal suo zelo”. Manifestava l’intenzione “di aprire anche una casa di artigianelli, e a tale scopo tra questa spedizione – comunicava – vi sono anche dei capi d’arte che potranno prestar l’opera loro;

ma per questo D. Cagliero vedrà la possibilità”138.

Il 22 novembre si rivolgeva al segretario di Propaganda Fide, che il prefetto della Congregazione gli aveva indicato come riferimento per il disbrigo degli

135J. M. PRELLEZO, Valdocco nell’Ottocento..., p. 49.

136A don G. Cagliero, da Sampierdarena 14 novembre 1876, E III 111-113.

137A don G. Cagliero, da Sampierdarena, 16 novembre 1876, E III 113-114.

138Lett. del 17 novembre 1876, E III 114-115.

affari riguardanti i “Missionari Salesiani in America”, per chiedere che le facoltà già concesse ai salesiani in Argentina venissero estese a quelli ora partiti per l’Uruguay e, in generale, a “tutti i Salesiani che partiranno per le Missioni estere”. Pregava, inoltre, di concedere arredi di chiesa e altri oggetti per il culto per le cinque chiese annesse ad opere salesiane in America, inclusa quella di Montevideo139. Più avanti scriveva a don Cagliero di vocazioni che affluivano alla Congregazione a coprire i vuoti lasciati da quelli partiti per l’America, accennava ancora alle Indie, parlava di trattative per l’acquisto dal comm.

Gazzolo di terreni adiacenti alla chiesa Mater Misericordiae, “la Chiesa de los Italianos”. Del Gazzolo, però, don Bosco si mostrava piuttosto deluso: “Ti noto che l’astro del Comm. Gazzolo si va alquanto oscurando. Sembrava molto luminoso”140. E non mancavano ragioni. Le trattative per i terreni, a cui si è appena accennato, fallivano per le eccessive richieste dell’abile speculatore.

Lo si può ricavare da interessanti passaggi di lettere al Cagliero dell’agguerrito contraente di Torino. “Non ho ancora potuto parlare col Console Gazzolo pel suo terreno – scriveva il 31 dicembre –. Io spero che desideri di venderlo quan-to prima. N’avrai risposta pel quindici del prossimo gennaio”141. “Non ho ancora potuto conchiudere il prezzo del sito” – annunciava il 14 gennaio 1877 –, “spero che ciò sarà pel principio di febbraio”: “il console sembra assai ben disposto, ma è genovese ed assai lungo negli affari”142. Verso metà febbraio annunciava deluso: “Il Comm. Gazzolo dopo una settimana di calcoli e di chiacchiere ridusse la sua dimanda a f. 60 mila per i suoi settecento metri di terreno”; “è inteso che si limita a questo prezzo per farci un benefizio”; “quan-do gli notai la cifra tua di f. 18.000 mila, restò maravigliato dicen“quan-do: – Questa è appena la cifra che pagai io stesso quando l’ho comperato –. Come vedi, lo pagò 19, e per farci un benefizio ce lo dà ora a 60 mila [scarto tra 56.791 e 189.302 euro]. Ah Rogna! Rogna!” [una seccatura!]”143.

In attesa del ritorno di don Cagliero, le lettere si facevano più rare. Però, la presenza viva e attiva di don Bosco rimaneva costante, con lui e con gli altri. Il 1° gennaio 1877 aveva chiesto a don Rua di portare al precettore di casa Pamparato, per un ultimo controllo prima della stampa, una traduzione in castigliano e l’adattamento per l’America del Giovane Provveduto144. Pochi giorni dopo aveva manifestato una più concreta proiezione di pensieri e di progetti verso il Brasile. Si dichiarava lieto che il destinatario di una sua lettera, il sig. Andrea Boassi, fosse in “relazioni famigliari con D. Pedro e sua moglie imperatrice del Brasile”, aggiungendo: “Se ne avrà la comodità, suggerisca loro

167 Cap. XXI: Verso l’universalismo geografico (1875-1877)

139Lett. del 22 novembre 1876, E III 118-119.

140A don G. Cagliero, 30 novembre 1876, E III 121-122.

141A don G. Cagliero, 31 dicembre 1876, E III 129.

142A don G. Cagliero, 14 gennaio 1877, E III 141. Quanto ai “paesi confinanti coi selvag-gi” e quel che segue, si veda ciò che si è detto della Expedición al Desierto, cfr. cap. 2, § 8.

143A don G. Cagliero, 13 febbraio 1877, E III 149-150.

144E III 133.

una delle nostre case in quel vasto impero. Credo che molti poveri fanciulli diverrebbero buoni cittadini e che diversamente finiscono colla prigione. Ogni cosa però alla sua prudenza”145.

Virtualmente gravida di futuro era “l’orditura” di un suo progetto, presen-tato con non poca immaginazione, il giorno 14, a don Cagliero, in base a due proposte del papa – o da lui proposte al papa? –, ovviamente accettate: “Un Vicariato Apostolico nella Patagonia, per es. a Carmen, o a S. Cruz, o a Punta-renas, o meglio ancora un solo Vicariato che si estenda a tutti tre”; si sarebbe potuto incominciare “con una casa di educazione e Seminario a Carmen, che dicesi anche Patagones e Concezione”. I mezzi sarebbero stati forniti da Propa-ganda, dall’Opera della Propagazione della Fede, dal Papa, dalla Società salesia-na. Proseguiva: “E il personale? Deve essere tutta farina del nostro sacco; e fra gli altri mi passa pel capo d’invitare Monsig. Ceccarelli a porsi alla testa di questa impresa, e tu puoi parlarne direttamente con lui. È vero che egli dovrebbe essere consacrato Vescovo, ma potrebbe tenere il titolo parrocchiale, mettere uno o più Salesiani a farne le veci in S. Nicolás. Ma e di D. Cagliero quid? Alle Indie. Pel principio del 1878 andremo ad assumere il Vicariato Apostolico di Mangalor nelle Indie, che ha circa tre milioni di anime. Così mi dice il Card. Franchi; Don Cagliero Vicario Apostolico, Don Bologna suo Vic.

Gen. etc. etc. Tra gli individui che ci sono e quelli che si stanno preparando il personale ci sarà. Con facilità si possono preparare sei Salesiani per la Patago-nia, dieci Sacerdoti con dieci Catechisti per le Indie. Il resto lo farà Iddio”.

Lasciava a don Cagliero e collaboratori di “tessere la tela”. Nel poscritto ritor-nava, tenace, sul tema della Patagonia, informando che mons. Cesare Roncetti (1834-1881), nominato il 18 luglio 1876 nunzio apostolico in Brasile e dele-gato apostolico in Argentina, Uruguay, Paraguay, Chile (1876-1879), di passaggio a Buenos Aires, avrebbe “trattato anche coll’Arcivescovo sulla possi-bilità di avanzarsi nei Pampas e nei Patagoni”. Chiosava: “Egli è a noi benevolo ed io ho messo il granello sulla bilancia, per cui fu scelto per questa missione”;

“al suo ritorno sarà fatto Cardinale, cosa che egli ignora e che, vedendolo, tu potrai accennargli”146. Era previsione destinata a fallire. Il Roncetti avrebbe concluso la sua carriera diplomatica e terrena con la nunziatura in Baviera (1879-1881). A don Bologna “Vicario generale” in pectore, don Bosco dedica-va la quartina di una lettera in versi del 22 gennaio 1877: “Il Ceilan è prepara-to, / Mangalor ansiosa attende, / Ognun prega e il braccio tende: / Vieni presto ai lidi tuoi. / Porta teco lunga schiera / Dei seguaci del Saverio; / Anche a voi l’istesso imperio / Dio pietoso destinò”147.

In una lettera successiva ringraziava don Cagliero di un sostanzioso assegno inviato, tramite suo, da don Fagnano, direttore a San Nicolás, e raccomandava l’oculata amministrazione della “carità di benestanti fedeli” di Montevideo.

145E III 136; cfr. cap. 8, § 8.

146A don G. Cagliero, 14 gennaio 1877, E III 140-141.

147E III 147.

Riproponeva poi il problema della Patagonia, incaricandolo di prendere contat-to con l’arcivescovo di Buenos Aires per informarlo “che il S. Padre desidera[va]

di fare qualche cosa per la Patagonia”; “il Card. Pref. di Propaganda fide – aggiungeva – gli scriverà forse per questo medesimo corriere sulla convenienza di stabilire a Carmen una Prefettura Apostolica”. “Il S. Padre è specialmente mosso a ciò dalle notizie dolorose che riceve dai paesi confinanti coi selvaggi, come la Repubblica Argentina, il Chilì etc., che sono intenti a combattere e distruggere i selvaggi, non a convertirli”. Volgeva, quindi, lo sguardo in più direzioni, con progetti certamente sproporzionati alle forze disponibili e agli impegni già assunti, ma non alla sua fantasia credente e creatrice: “Se dal Brasile o dal Paraguay ti fanno formale dimanda di Missionari, tu puoi accettare con queste due condizioni: 1° Aiuto per le molte spese che abbiamo già incontrate, e che tuttodì dobbiamo sostenere; 2° per l’anno 1878”. Non bastava: “Il S.

Padre propone un Vicariato Apostolico nelle Indie, ed un altro nell’Australia.

Per ora ho accettato una spedizione nel Ceylan pel 1878”. Nel poscritto ricor-dava: “Sarà bene che mi mandi il nome dei Cooperatori”148.

Trattava anche questioni interne alle comunità americane, mentre, insieme, sollecitava don Cagliero al ritorno: “Prepara pure per le Ordinazioni de’ chieri-ci Allavena e Rizzo: a suo tempo avrai le dimissorie e le volute facoltà. Ritieni però che tu hai la facoltà di rilasciare le dimissorie. Se puoi mandare lo stato della nostra Congregazione nell’America del sud io lo farò portare al S. Padre pel suo Giubileo Episcopale, per cui tutta Europa ed anche l’America sono in movimento. Sarà possibile che tu possa intervenire al Capitolo Generale, che dovrà cominciare al principio di settembre prossimo? Si dovranno trattare e risolvere cose assai importanti; perciò vedi, osserva e dimmi, si fieri potest”149.

Don Cagliero, però, aveva avvertito: “A riguardo della Patagonia non biso-gna correre con la velocità elettrica”. In quest’ottica, sia lui che don Fabiso-gnano criticavano l’inopportuna e indebita pubblicità che si faceva in Italia, in parole e in scritti, di quanto i salesiani operavano in Argentina150. All’annuncio che il governo argentino aveva chiesto ai salesiani un parroco, un insegnante e due maestri laici per Carhué, uno dei centri creati verso la Cordigliera di fronte agli indios, don Bosco reagiva con moderato incoraggiamento: “Ciò che scrivi sulla Patagonia va d’accordo co’ miei desideri: avvicinarsi poco alla volta, e avvici-narsi mercé l’apertura di case nelle città e paesi più vicini ai selvaggi. Il resto lo farà il Signore”. Alle osservazioni sull’indiscreta pubblicità in Europa replicava:

“Lo so che si parlò troppo di noi: ma che farci? Ho sempre tolte le cose che sembravano ridondare in nostra lode, e modificai quelle che si riferivano ad altri. Se però tu puoi mandarmi una relazione dei Missionarii dell’America del

169 Cap. XXI: Verso l’universalismo geografico (1875-1877)

148A don G. Cagliero, 13 febbraio 1877, E III 149-150.

149A don G. Cagliero, 31 marzo 1877, E III 162.

150Cfr. A. DASILVAFERREIRA, Patagonia: I - Realtà e mito nell’azione missionaria salesiana.

Il vicariato apostolico della Patagonia Settentrionale, RSS 14 (1995) 17 e n. 24.

Sud, fa’ di spedirmela, ed io aggiusterò tutto”. E poi: “Riceverai le dimissorie, che occorrendo puoi rilasciare tu o D. Bodratto. Ho iniziato la pratica pei passaggi sui battelli francesi. Il Presidente della Società dei Trasporti Marittimi, Sig. Bergasse di Marsiglia, ci promette notabili riduzioni; il Governo di Parigi forse ci concederà alcuni posti totalmente gratuiti. Compiuta la pratica te ne darò tosto cenno”. Infine, forniva una controinformazione sorprendente: “In vista delle case che si vanno moltiplicando, e quindi assottigliando il personale, si sospende al tuo ritorno il progetto del Ceilan, Mangalor, Australia etc. Ma non perdo di vista una decina di buone lane da mandare a Dolores, se tu mi dici essere cosa necessaria”151.

Si succedevano poi due lettere, una al principale responsabile in Argentina, don Francesco Bodrato, prossimo a divenire ispettore per le opere americane, l’altra al venerando Benítez di San Nicolás de lo Arroyos. “Tu mi dici che avete tanto da fare – scriveva a don Bodrato, che più di Cagliero sentiva la dramma-tica insufficienza, non solo quantitativa, del personale disponibile –; lo so, vorrei potervi venire in aiuto. Forse potrà consolarti [sapere] che noi qui siamo oppressi dalle occupazioni da non saper più dove incominciare o dove finire.

Sono più mesi da che mi metto al tavolino alle 2 pomeridiane e mi levo alle otto e mezzo per andare a cena”. Tuttavia, gli ricordava che “la sanità è indi-spensabile” e invitava a fare solo il possibile. Non sarebbero mancati i rincalzi:

“Avrete aiuto e cogli operai che manderemo di qui e con quelli che farete di costà”152. A Benítez, raffinato latinista, rispondeva in latino, naturalmente ringraziando e, insieme, invocando aiuto, ripetendo e sottolineando si poteris.

“Vivito et vale, anima electa, amice fidelis, Deus te sospitem diutissime servet in annos plurimos”153.

Arrivava, infine, l’ultima lettera a don Cagliero sul punto di ritornare in Europa. Prima di tutto lo informava dei viaggi in Italia insieme all’arcivescovo di Buenos Aires, mons. Aneiros, e al suo seguito, tutti in pellegrinaggio a Roma, la loro permanenza a Torino dal 26 al 30 giugno, i festeggiamenti a Valdocco, e preannunciava la loro partenza dall’Italia il 14 luglio154. Continuava parlando di America salesiana: “A noi. Ti ho scritto dicendoti di andare a S. Cruz. È questo un solo mio pensiero, ma se pensatis pensandis ti pare meglio differire questa gita, fiat sicut melius in Domino placuerit. Il personale c’è; siccome l’anno scola-stico volge al fine, così se niente osta, si differisce [la partenza] secondo il solito al 14 di novembre prossimo. Se occorre anticiperemo la partenza, e pei passaggi in qualche modo ci aggiusteremo. Leggi la lettera al March. Spinola, poi mettila in una busta e la porterai (…). Ciò che scrivo a te, scrivo a D. Bodratto ed agli altri. Per la partenza di Monsignore prepareremo lettere e commissioni. Nella

151A don G. Cagliero, 12 maggio 1877, E III 170-171.

152A don F. Bodrato, maggio 1877, E III 172-173.

153Lett. del 14 maggio 1877, E III 174.

154Cfr. cap. 25, § 1.

prossima settimana passerà qui Mons. Lacerda di Rio Janeiro, che non partirà senza avere con sé non meno di cinque Salesiani”155.

È degno di nota come si fosse attivato per la visita dell’arcivescovo Aneiros.

Aveva mobilitato i suoi fidi, l’estro di don Francesia156, l’abilità organizzativa di don Rua157, la fedele collaborazione del segretario don Berto perché facesse preparare un singolare omaggio agli argentini: “Una cassetta o due di bottiglie per l’Arcivescovo di Buenos Aires: Bordeaux, Malaga, Barbera, Grignolino, Nebbiolo, Moscato di Strevi, in tutto da 15 a 20 bottiglie; per nobilitare la nascita del vino si può dare una esistenza alquanto antica, mercé una terra.

Questa cassetta si prepari e a mio cenno sarà inviata a Genova”158.

Dieci giorni dopo scriveva anche all’interlocutore principale in Uruguay, don Luigi Lasagna. Gli dava alcune norme di governo: “Preghiera, fermezza, coraggio, avvisare. Non però dimenticare la storia di D. Ubique e della cassetta magica (...). Visita ogni cosa cogli occhi tuoi, va’ in tutti i siti, parla con tutti i tuoi dipendenti: ecco la chiave di ogni bene”. Era quanto aveva fatto “Don Dappertutto”, che aperta la cassetta magica vi aveva trovato la scritta: “L’occhio del padrone ingrassa il cavallo”159.

Inarrestabile nelle sue proiezioni in avanti, mentre a Buenos Aires si lavora-va nei limiti dell’impossibile per cronica penuria non solo quantitatilavora-va di personale, egli spingeva in tutte le direzioni delle vaste plaghe americane, sud, nord, nord-est: un conquistatore temerario e contagioso. L’avrebbero assecon-dato il maturo, infaticabile don Bodrato e il giovane, fantasioso, lungimirante don Lasagna.

171 Cap. XXI: Verso l’universalismo geografico (1875-1877)

155Lett. a don G. Cagliero, 30 giugno 1877, E III 194-195. Sulla visita di Aneiros infor-mava anche don Lasagna, lett. del 16 luglio 1877, E III 199.

156Lett. al direttore di Varazze, 13 giugno 1877, E III 186.

157Lett. del 20 e 24 giugno 1877, E III 192-193; cfr. poi lett. del 7 luglio, E III 196.

158Lett. da Alassio del 7 luglio 1877, E III 196.

159Lett. del 16 luglio 1877, E III 199.

Capitolo ventiduesimo

UN PROGETTO DI SOLIDARIETÀ CATTOLICA

Nel documento ISTITUTO STORICO SALESIANO - ROMA STUDI - 21 (pagine 166-174)

Outline

Documenti correlati