• Non ci sono risultati.

Sempre presente alla casa madre in Francia

Nel documento ISTITUTO STORICO SALESIANO - ROMA STUDI - 21 (pagine 139-142)

VERSO L’UNIVERSALISMO GEOGRAFICO (1875-1877)

2. Sempre presente alla casa madre in Francia

Don Bosco non affidava l’opera ai suoi senza farsi presente, con le lettere e di persona. Dopo quattro giorni dal ritorno a Torino iniziava una lettera al direttore don Ronchail con queste parole: “I giornali hanno fatto gran rumore della nostra casa di Nizza e noi dobbiamo adoperare la massima sollecitudine affinché ogni cosa riesca bene”. Dispensava ricordi, preghiere e saluti per varie persone importanti: il principe Sanguwski e la principessa madre, l’avv.

Michel, il barone Héraud, il conte e la contessa de la Ferté. Dava norme di governo spicciolo: “Non tenerti danaro, se non ne hai stretto bisogno; rima-nendone oltre a questo, mandalo all’Oratorio coll’indirizzo di Don Rua; e ciò servirà per le spedizioni che si dovranno fare”; ma rassicurava: “Se ti accadesse qualche inaspettato bisogno e non potessi altrimenti provvedere, chiedi tosto e faremo di provvederti. Nota sempre nome, dimora di chi ti fa limosine, ringra-zia e tienti in relazione con essi, specialmente se ammalati. Credo che Mons.

Sola avrà veduto il Cittadino di Genova; se no, è bene che io lo sappia e gli spedirò i numeri che parlano di lui; va’ qualche volta a fargli visita. Distribuisci gli uniti biglietti con un saluto a tutti, segnatamente a Cappellano”20.

Nel primo anno scolastico gli interni non superarono la decina, mentre è incerto il numero degli oratoriani. A due mesi dall’inizio dell’opera, il superio-re inviava al disuperio-rettosuperio-re della casa istruzioni particolari, in risposta anche a situa-zioni concrete. Le si trovano in una minuta di lettera autografa, non datata.

Alcune avvertenze riguardano il regime interno: “studiare” i giovani che presentassero segni di vocazione salesiana, curare relazioni familiari e cordiali

19“L’Unità Cattolica”, n. 284, dom. 5 dicembre 1875, p. 2035.

20Lett. del 10 dicembre 1875, Em IV 579.

“coi chierici, coi confratelli”; usare attenzioni circa la frequenza dei sacramenti e la predicazione ai giovani, con inviti a ecclesiastici esterni; non lasciarsi asso-lutamente coinvolgere nella controversa ufficiatura del locale santuario maria-no del Laghetto21.

Il problema più grave da risolvere apparve quasi subito l’ubicazione e l’ina-deguatezza dell’edificio del patronage, veramente senza futuro. Don Bosco e i suoi si orientarono presto ad altra soluzione. Chiamato a Nizza per assistere a un sermon de charité, tenuto da mons. Gaspard Mermillod il 24 febbraio 1876, si accordava rapidamente per l’acquisto di Villa Gauthier, place d’Armes, per 90.000 franchi [295.429], in pratica 100.000 [329.255], tenendo conto delle spese accessorie. “Il nostro contratto venne concluso in questo momento a f.

90.000”, annunciava al barone Aimé Héraud22; “abbiamo fatto il contratto. La bagatella di 100.000. Ma è un bell’edifizio, prepara quattrini”, era l’appello al fedele amministratore, don Rua23.

Ancora tre mesi dopo attivava il direttore don Ronchail, suggerendo le più ingegnose soluzioni: comunicare le indulgenze a “collettori e benefattori”, fare un mutuo mediante ipoteca “locale o da altro possedimento”, sollecitare inter-venti da parte dell’avv. Michel, del principe Sanguwski, del municipio, del prefetto della città; insieme garantiva sicuri aiuti da Torino24. Molto presto, anche in seguito a un incontro in Piemonte con mons. Sola, in una lettera da Alassio a don Ronchail, mentre era in visita alle case della Liguria, poteva defi-nire i passi da fare per la soluzione: “Oltre a quello che ti avrà scritto D. Rua da Torino tu puoi tenere per base: 1° Fare un compromesso per l’acquisto di casa Gaut[h]ier con un mese di tempo a pagare l’intera somma dalla data del compromesso. Franchigia di ipoteca. 2° In questo tempo io farò modo di mettere a tua disposizione i trentamila franchi [98.476 euro] ed anche di più, se farà mestieri. Sopra queste basi si radunino o meglio, prega che si radunino i signori Avv. Michel e Barone Héraud e di’ loro che essendoci messi in ballo di comune accordo, bisogna che conduciamo la danza a termine a costo di qualunque fatica, sudore, sbadiglio ed anche di più. Dio lo vuole e questo basta. Ho parlato a lungo con Mons. Sola che si mostrò molto animato; e mi disse che giunto a casa, forse oggi o dimani, si occuperà totis viribus di casa Gautier [= Gauthier], vuole concorrere in proprio con altra somma, e spera anche qualche cosa da altri, e mi invitò di significare tali cose a te, al Sig. Baro-ne e all’Avv. Michel. Nota beBaro-ne che noi avevamo delle esazioni certe sopra cui io calcolava. Sono sicuro, ma adesso nasce difficoltà nel tempo. Tuttavia ho già provveduto altrimenti e pel tempo che ti accenno ci faremo onore. Ringrazia

139 Cap. XXI: Verso l’universalismo geografico (1875-1877)

21A don G. Ronchail, lett. di metà dicembre 1875, Em IV 581.

22Lett. del 1° marzo 1876, E III 21.

23Lett. del 2 marzo 1876, E III 21. La penuria di denaro lo induceva a pressare il destinata-rio al recupero del denaro speso nelle fasi previe alla costruzione della chiesa di S. Secondo (cfr.

cap. 18, § 2.2): “Andando a Torino, parleremo della chiesa di S. Secondo”.

24Lett. del 5 giugno 1876, E III 66-67.

in modo speciale i mentovati nostri due campioni, pei quali tengo preparato un diploma che lor farà piacere, e che loro manderò appena qualcheduno di qui si rechi personalmente costà. È pur bene di notare che prima di pagare si faccia lo svincolo da ogni ipoteca gravitante sopra il nostro stabile. Abbiti molta cura della tua sanità”25. Per il compromesso don Ronchail aveva a dispo-sizione 10.000 lire [32.825 euro]; don Rua era invitato a mandarne 20.000 da Torino26. L’acquisto fu perfezionato il 9 agosto. L’edificio, a due piani oltre il pianterreno, era pronto per il nuovo anno scolastico. Ai due precedenti labora-tori fu aggiunto quello dei sarti. Gli alunni interni arrivarono subito a 45.

L’inaugurazione ufficiale della nuova sede si fece solennemente il 12 marzo 1877. Vi si accenna più avanti, perché è nel fascicolo sull’inaugurazione che viene pubblicato il testo del discorso tenuto da don Bosco, un archetipo dei suoi sermons de charité, e, come appendice, le pagine sul Sistema preventivo nel-la educazione delnel-la gioventù. Vi presenziarono il vescovo, autorità civili, il folto gruppo dei principali benefattori, con un’accademia musicale fatta dai giovani ricoverati27. Il Patronage St. Pierre di Nice divenne la casa madre e prototipo delle opere salesiane in Francia.

Tra gli eventi dei mesi successivi va notato un episodio, che evidenziava la volontà di don Bosco di tenere la propria opera estranea, anche in Francia, da commistioni politiche. Nei locali del patronage, come appare anche dalle prime redazioni manoscritte del discorso di don Bosco nel corso del-l’inaugurazione, erano state riservate alcune stanze per la sede del Circolo cattolico operaio promosso da nobili e borghesi legittimisti, aperta il 19 marzo28. La situazione creava problemi, prospettati a don Bosco da don Ronchail in una lettera del 22 marzo, dopo dieci giorni dalla festa inaugurale:

“L’affare del Circolo Cattolico ha destato rumori in Città ed ha risvegliato diverse opinioni a nostro riguardo. Il Clero in generale con una parte dei Canonici non lo vedono di buon occhio epperciò parlano dei preti di D.

Bosco dicendo che sono del partito di Chambord, che vogliono intromettersi nella politica. Credetti bene con quelli che me ne parlarono di far vedere che noi non c’entravamo per nulla e che se occupavano ora il nostro locale era provvisoriamente. Fece pure cattiva impressione il vedere sulla lettera d’invito i nomi di Gignoux, Béthune, Michaud, La Ferté, Michel e questo e il suddet-to tutsuddet-to perché questi Signori non approvano i Canonici nell’affare del Laghetto”29. Don Bosco deve aver fatto presente agli interessati l’incompatibi-lità tra le due opere, riconosciuta di buon grado da essi, che dopo pochi mesi

25Lett. del 20 luglio 1876, E III 74-75.

26Lett. a M. Rua di fine luglio, E III 76-77 e al medesimo da Sampierdarena, 27 luglio 1876, E III 80-81.

27Cfr. la prima edizione, bilingue, italiana e francese, dell’Inaugurazione del Patronato di S.

Pietro in Nizza a Mare..., 68 p., OE XXVIII 380-446.

28Cfr. cap. 2, § 9.

29Cfr. lett. di don G. Ronchail in ASC B 312.

trasferivano il Circolo a villa Pauliani30. Nell’opuscolo a stampa sul-l’inaugurazione del patronage il riferimento al Circolo, presente nella redazio-ne manoscritta, non compariva redazio-nel testo del discorso di don Bosco31. Tutta-via, nonostante la facile accusa di collusione con i legittimisti di Francia, nel luglio 1883 don Bosco avrebbe fatto visita al conte di Chambord, nella speranza di una miracolosa recessione di una malattia inguaribile32.

Nel documento ISTITUTO STORICO SALESIANO - ROMA STUDI - 21 (pagine 139-142)

Outline

Documenti correlati