UN PROGETTO DI SOLIDARIETÀ CATTOLICA NELLA MISSIONE TRA I GIOVANI (1873-1877)
6. La figura del Cooperatore nei fatti e nelle parole
Dal ricco materiale disponibile si evince che la realtà del cooperatore era più ricca e concreta di quella che risultava dallo scarno regolamento. Essenziali integrazioni della sua identità, delle forme e dei significati della sua azione, erano date dai fatti e immanenti, esplicite e implicite, nelle conferenze e discorsi tenuti da don Bosco, particolarmente numerosi nell’ultimo decennio.
Essi avevano come destinatari privilegiati cooperatori-benefattori, ma anche persone impegnate in più differenziate iniziative di apostolato, autonome o inserite in più vasti spazi ecclesiali. La carità materiale, l’elemosina, che dispo-neva di indicazioni regolamentari piuttosto reticenti, occupava spazi estesi nei fatti e nelle parole e l’appello ai cooperatori-benefattori si faceva sempre più insistente ed esigente.
Nella prima solenne conferenza tenuta a Roma il 29 gennaio 1878, don Bosco dedicava la massima parte del suo intervento, precisamente, a tracciare il profilo integrale del Cooperatore salesiano. Lo faceva non con definizioni o descrizioni astratte, ma rievocando la loro storia a partire dal 1841. Vi compa-riva il foltissimo numero di ecclesiastici, signori, signore, che all’opera degli oratori avevano contribuito come collaboratori e promotori nelle forme e con i mezzi più svariati, dalla catechesi al sostegno finanziario98. Si può considerare emblematico sulla stessa linea il discorso tenuto a S. Benigno Canavese il 4 giugno 1880. I cooperatori – diceva – “colle loro preghiere, colla unanime loro assistenza, e cogli aiuti pecuniari sono come altrettante braccia, che lavorano col Capo e colle altre membra della Congregazione salesiana”99. Don Bosco ne allargava più liberamente gli spazi in un breve saluto a pellegrini francesi a Roma, che facevano sosta a Valdocco il 15 dicembre 1881. Essi si interessava-no delle opere salesiane e desideravainteressava-no importare nei loro paesi analoghe iniziative a vantaggio della gioventù abbandonata. “Or bene – ne inferiva don Bosco – nulla vi manca per esser ancor voi Cooperatori e Cooperatrici Salesia-ne. Voi già ne fate le opere, non vi manca che il titolo e la formale aggregazio-ne per godere delle indulgenze e della comunioaggregazio-ne di tutto il beaggregazio-ne”. “Voi non avete che a manifestarne la volontà, non avete che a dare il vostro nome e l’in-dirizzo di domicilio”100. L’estensione dei compiti caratteristici veniva ribadita a Torino alla vigilia della festa esterna di Maria Ausiliatrice, il 1° giugno 1885.
Don Bosco – “il suo aspetto era d’uomo molto stanco e la sua voce alquanto
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98 Conferenza dei Cooperatori salesiani in Roma, 31.1.1878, manoscritto autografo di don Bosco, ASC A 2260201, ms. all. [3 p.]; testo più diffuso del segretario don Gioachino Berto, ASC A 0250214 [8 p.] e del medesimo una relazione della conferenza inviata a don Rua, ASC A 0250213 [6 p.]; cfr. Feste in Roma di S. Francesco di Sales, “L’Unità Cattolica” n. 30, domenica 3 febbraio 1878, p. 118; La festa del Dottore S. Francesco di Sales e la prima Conferenza dei Cooperatori in Roma, BS 2 (1878) n. 3, marzo, pp. 10-11: il discorso di don Bosco vi compare quasi del tutto privo della sezione narrativa.
99BS 4 (1880) n. 7, luglio, p. 12.
100BS 6 (1882) n. 1, gennaio, p. 19.
fioca” – iniziava rispondendo alla domanda “che cosa vuol dire essere Coopera-tore salesiano?”: “Essere CooperaCoopera-tore salesiano vuol dire concorrere insieme con altri in sostegno di un’opera fondata sotto gli auspizi di San Francesco di Sales, la quale ha per iscopo d’aiutare la S. Chiesa ne’ suoi più urgenti bisogni;
vuol dire concorrere a promuovere un’opera tanto raccomandata dal Santo Padre, perché educa i giovanetti [la gioventù] alla virtù, alla via del Santuario, perché ha per fine principale d’istruire la gioventù che oggidì è divenuta il bersaglio dei cattivi, perché promuove in mezzo al mondo, nei collegi, negli ospizi, negli oratorii festivi, nelle famiglie, promuove dico, l’amore alla religio-ne, il buon costume, le preghiere, la frequenza ai Sacramenti, e via dicendo”.
Passava poi a parlare delle principali opere in atto101.
L’Associazione aveva un campo operativo specifico, identico a quello dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, anche al di fuori delle loro istitu-zioni, in tutti gli ambiti ecclesiali e civili che l’avessero richiesto: nella condivi-sione della carità attiva in favore della gioventù nella società e nella Chiesa.
Erano educatori e collaboratori di operatori e di operatrici congregati in Istitu-ti religiosi, cooperatori salesiani appunto anche quando non avessero coadiuva-to direttamente i salesiani e le salesiane, ma si fossero applicati ad analoghe attività con il medesimo spirito. Vasta era, ad esempio, la gamma dei modi proposti con molto realismo alle cooperatrici torinesi nella conferenza del 23 maggio 1879: “Instillare in bel modo l’amore della virtù, e l’orrore del vizio nel cuore dei fanciulli e delle fanciulle delle vostre famiglie, vicini, parenti, cono-scenti ed amici”; se “qualche giovanetta inesperta corre pericolo dell’onestà, e voi datevi sollecitudine di allontanarnela, e strapparla per tempo dagli artigli dei lupi rapaci”; se “sapeste che qualche famiglia ha giovanetti o giovanette da mettere in educazione o al lavoro, aprite bene gli occhi, e fate, suggerite, consi-gliate, esortate che sieno collocati in quei Collegi, in quegli Educatorii, in quelle botteghe, in quei laboratorii, dove colla scienza e coll’arte s’insegna anche il timor di Dio e dove sono in fiore i buoni costumi”; “fate penetrare nelle vostre case libri e fogli cattolici”, “fateli correre nelle mani di quanti più potete”; “quando venite a conoscere che qualche giovinetta non si può altri-menti salvare dai pericoli se non viene collocata in qualche ritiro, voi datevi premura di mettervela al sicuro”; infine, “quelli, che maggiormente vi racco-mando, sono i giovanetti di buona indole, amanti delle pratiche di pietà, e che lasciano qualche speranza di essere chiamati allo stato ecclesiastico”102.
Altre indicazioni pratiche erano date ai Cooperatori di Torino, nella confe-renza del 31 maggio 1883, la sera del giorno del ritorno dalla Francia dopo il lungo soggiorno a Parigi: “Mandare i fanciulli al Catechismo, aiutare i Parro-chi ad istruirli ed assisterli in Chiesa, od anche ammaestrarli voi medesimi in
101BS 9 (1885) n. 7, luglio, pp. 94-95.
102 BS 3 (1879) n. 6, giugno, p. 3. Analogo era il discorso ai Cooperatori di Borgo S.
Martino del 1° luglio 1880: BS 4 (1880) n. 8, agosto, p. 9.
casa”; “togliere loro di mano i libri cattivi se ne hanno e farne loro avere dei buoni”; “allontanarli dai cattivi compagni, o da altri pericoli di mal costume”;
“scegliere quei Collegi, quegli Istituti, che non ne trascurano l’anima, che non bandiscono la Religione e le sue pratiche, quei Collegi ed Istituti, dove colla scienza profana s’impartisce altresì la sapienza del santo timor di Dio”; prende-re “cura speciale di quei giovani o vostri o di altri, i quali mostrino inclinazio-ne” allo stato ecclesiastico o religioso103.
Per l’accendersi o il rafforzarsi e rinnovarsi della carità operosa erano, pure, curati l’elevazione spirituale e lo slancio apostolico degli associati. Il Bollettino era ricco di preavvisi delle feste da celebrarsi e delle conferenze da tenersi in occasione delle date regolamentari: san Francesco di Sales il 29 gennaio e il 24 maggio Maria Ausiliatrice. Molte erano nei mesi successivi le cronache di quanto era stato fatto dai vari gruppi nelle più diverse località. Le conferenze legate alla prima festività avevano inizio con la lettura di un tratto della biogra-fia del santo, talvolta della Chantal se la conferenza era riservata alle Coopera-trici. Spesso erano precedute dalla Messa con confessione e comunione, veni-vano proposte all’imitazione le virtù del santo, modello di amore affettivo ed effettivo104. La medesima impostazione, ma con accresciuta intensità, soprat-tutto a Torino e nelle opere salesiane più significative, era data alla festa di Maria Ausiliatrice. La preparavano le prediche del mese di maggio e della novena con il richiamo dei mezzi classici: l’accrescimento della devozione mariana e di Gesù nel Sacramento dell’altare, la recita del rosario, la frequenza dei sacramenti della penitenza e dell’eucaristia. Ne erano il vertice le celebra-zioni della vigilia e del giorno, la processione e, in date ravvicinate, le due distinte conferenze ai cooperatori e alle cooperatrici105.
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103BS 7 (1883) n. 7, luglio, p. 104.
104 Cfr. ad esempio, La Conferenza e la Festa di S. Francesco di Sales, BS 3 (1879) n. 3, marzo, pp. 9-10; Un ricordo per la festa di S. Francesco, BS 4 (1880) n. 1, gennaio, p. 5; La confe-renza a Lucca, BS 4 (1880) n. 6, giugno, pp. 9-10; Prima confeconfe-renza dei cooperatori tenuta in Sampierdarena, BS 4 (1880) n. 6, giugno, pp. 10-11; La festa di S. Francesco di Sales e la prescritta Conferenza, BS 5 (1881) n. 1, gennaio, pp. 4-5; Notizie e conferenze salesiane, BS 5 (1881) n. 7, luglio, p. 7; La conferenza e la festa di S. Francesco di Sales, BS 6 (1882) n. 1, gennaio, p. 7; Rela-zione sulla festa di San Francesco di Sales e sulle Conferenze dei Cooperatori, BS 6 (1882) n. 3, marzo, pp. 41-42; La immagine di S. Francesco di Sales, BS 6 (1882) n. 12, dicembre, pp. 192-194; Relazione intorno la Festa di S. Francesco e le Conferenze dei Cooperatori Salesiani, BS 7 (1883) n. 3, marzo, pp. 40-44; La festa e la conferenza di S. Francesco di Sales, BS 8 (1884) n. 1, gennaio, p. 5; La festa e la conferenza di S. Francesco di Sales, BS 9 (1885) n. 1, gennaio, p. 16.
105Cfr. ad esempio, Novena e solennità in onore di Maria SS. Ausiliatrice nella chiesa a Lei dedicata in Valdocco Torino, BS 3 (1879) n. 5, maggio, pp. 1-3; Relazione della festa e novena di Maria SS. Ausiliatrice, BS 3 (1879) n. 6, giugno, pp. 1-5; Il mese mariano nella Chiesa di Maria Ausiliatrice in Torino, BS 4 (1880) n. 4, aprile, p. 8; Tre mezzi di preparazione alla festa di Maria Ausiliatrice, BS 4 (1880) n. 5, maggio, pp. 5-6; In preparazione alla festa di Maria Ausiliatrice, BS 5 (1881) n. 5, maggio, pp. 3-4; La prossima novena e festa di Maria SS. Ausiliatrice, BS 6 (1882) n. 5, maggio, pp. 77-80; Festa di Maria Ausiliatrice in Torino e sue particolarità, BS 6 (1882) n. 6, giugno, pp. 93-96; La festa di Maria Ausiliatrice in Genova, ibid., pp. 96-97; Invito a ben celebrare la festa di Maria Ausiliatrice, BS 7 (1883) n. 5, maggio, p. 75; Aumento di fede e