TENACE DIFESA DELLA LIBERTÀ ISTITUZIONALE TRA INSICUREZZE E CONTESTAZIONI (1874-1878)
7. Prima emigrazione in America e migrazione della casa madre a Nizza Monferrato (1877-1878)
L’8 settembre 1877 veniva comunicata alla comunità di Mornese la decisione di don Bosco di dar corpo al sogno da tanto tempo accarezzato, sia da lui che da Madre Mazzarello145, destinando alcune suore all’Uruguay. Del fatidico evento don Bosco aveva dato il preannuncio al più diretto interessato, don Lasagna – don Cagliero era già sulla via del ritorno in Europa –, in una lettera del 16 luglio 1877. Gli aveva chiesto in particolare di concretarne il numero, perché la signora Jackson, dall’Uruguay, si era offerta di concorrere alle spese del viaggio146. Ne scriveva due mesi dopo alla benefattrice: “Don Cagliero ha fatto la scelta, e le sei designate studiano alacremente lo spagnuolo e si preparano alla partenza nel prossimo novembre”147. Alla fine del mese erano rivelati i nomi delle prescelte:
Angela Vallese, direttrice, Giovanna Borgna, nativa di Buenos Aires, Angela Cassulo, la mornesina Angela Denegri, Teresa Gedda, Teresina Mazzarello. Il 25 ottobre, a sostituire don Costamagna, destinato all’America, arrivava a Mornese don Giovanni Battista Lemoyne. Le “missionarie” ne partivano il 6 novembre per la funzione di addio a Torino il 7 e l’udienza pontificia, fissata al giorno 9. A metà novembre erano già in navigazione verso l’America, destinazione Montevi-deo-Villa Colón. Dell’addio a Mornese e della partenza dava notizia con parole alate il Bollettino Salesiano, iniziato pochi mesi prima148. Il 31 dicembre don Bosco si affrettava a comunicare l’evento al card. Franchi, prefetto di Propaganda Fide in una relazione, nella quale elencava le opere salesiane in Argentina e in Uruguay: “10° A poca distanza da Villa Colón un educandato ed un esternato femminile per le fanciulle povere ed abbandonate diretto dalle Suore di Maria Ausiliatrice, che appartengono pure alla Congregazione Salesiana”149.
Si profilava pure un approdo delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Chieri per attivarvi un oratorio femminile. Don Bosco non prevedeva a quali guai sarebbe andato incontro, ma su un fronte tutto diverso da quello delle incolpevoli e zelanti collaboratrici150. Da Roma, impegnato nel gennaio 1877 nell’affare dei Concettini151, comunicava a don Rua: “Il nostro Arciv. scrisse una lunga lette-ra, in cui dà notizie di sua sanità, mostrò gradimento dell’Oratorio di Chieri etc. etc.”152. All’arcivescovo rispondeva: “In quanto a Chieri farò quello che posso per attivare un Oratorio per le ragazze ed un altro pei fanciulli; e mi è di
145Cfr. Cronistoria II 276.
146E III 199.
147A E. Jackson, 13 settembre 1877, E III 213. Ne dava notizia, con lettere del 30 settembre, E III 220 e 223, anche al Vicario Apostolico in Uruguay, mons. Vera e a E. Fynn.
148 Partenza dei missionari salesiani e delle Suore di Maria Ausiliatrice per l’America, BS 1 (1877), n. 4, dicembre, pp. 1-3.
149E III 258.
150Cfr. cap. 28, § 5.
151Cfr. cap. 25, § 2.
152Lett. di gennaio 1877, E III 138.
massimo incoraggiamento l’approvazione e l’appoggio dell’autorità ecclesiasti-ca”153. Più concretamente dava mandato a don Rua di interessarsi del loro futuro “vivere”, il sostentamento, e “pel prete”154; meno realisticamente, in una lettera del 13 febbraio a don Cagliero, annunciava come avvenuta l’andata del-le suore a Chieri: “Le nostre suore hanno aperto un Oratorio femminidel-le a Chieri”155. In realtà l’apertura si sarebbe concretata nel giugno del 1878.
In questo periodo dava anche norme di azione di carattere generale, che confermavano la continuità e concretezza del suo interessamento per l’Istituto.
Il 5 marzo da Marsiglia a don Rua suggeriva questa regola: “Quando occorre inviare Suore in qualche nuova casa, non si devono prendere tutte dalla casa madre; ma come facciamo pei Salesiani a Torino, cercarne qualcuna nelle case già aperte, ma che sia capace e poi facendo supplire quella da qualcheduna nuova, inviare quella alla direzione della nuova casa”156.
Era un momento di svolta per l’Istituto, che arrivava rapidamente al cambio della casa madre. Don Bosco vi ebbe parte rilevante. Nella prima metà di maggio 1877 scriveva al mornesino don Bodrato: “Fu comperata una casa a Nizza Monferrato dove sarà trasferita la casa di Mornese con grande vantaggio, spero”157. Particolarmente intenso fu il suo impegno per far fronte alle conside-revoli somme richieste dall’acquisto e dalla ristrutturazione “dell’antico conven-to e chiesa della Madonna” “ridotti ad un orrido magazzeno da vino”, da ricu-perare158. Spiccano tre lettere del maggio 1877 al can. Edoardo Martini di Alas-sio, già munifico benefattore del collegio della sua cittadina, che don Bosco cercava di coinvolgere nella “grande impresa”. Tra l’ex convento e la chiesa la spesa per l’acquisto si aggirava sulle 180.000 lire [567.907 euro]. Il canonico si dichiarava disponibile a mettere a disposizione le rendite dei titoli in suo posses-so159. Poiché l’edificio e la chiesa erano di un ex-convento dei pp. Cappuccini incamerato nel 1855, chiedeva alla Santa Sede l’autorizzazione ad acquistarli160. Dell’acquisto informava la contessa Gabriella Corsi, mobilitando la carità della famiglia e dei Nizzesi: “Ora dobbiamo trovare i quattrini. Mi dica a chi potrei scrivere; intanto ecciti la pietà del clero e dei fedeli Nicesi. È gloria loro che sia
127 Cap. XX: Tenace difesa della libertà istituzionale tra insicurezze e contestazioni (1874-1878)
153Lett. di gennaio 1877, E III 142.
154Lett. di gennaio 1877, E III 146.
155E III 149.
156A don M. Rua, 5 marzo 1877, E III 154.
157E III 173.
158Alla signora F. Pastore di Valenza Po, 6 maggio 1877, E III 169.
159Lettere di maggio 1877, E III 171-172, 174-175. Anche al canonico faceva parola della chiesa “ridotta ad un orrido magazzeno da vino” (E III 171).
160Cfr. supplica a Pio IX del 25 agosto 1877, E III 210-211, e lettere alla signora Lansetti del 25 agosto e dell’8 settembre, E III 211, 212. I documenti sulle Pratiche per ottenere dalle Autorità Ecclesiastiche facoltà di acquistar il sopradetto Convento e Santuario sono riportati nelle prime pagine del libro Notizie storiche sul Convento e sul Santuario di Santa Maria delle Grazie presso Nizza Monferrato. Nell’occasione faustissima che il Santuario veniva riaperto al divin culto ed il convento tramutato in casa di educazione pel Sac. Francesco Arrigotti. Torino, tip. e libr.
salesiana 1878, pp. 3-8, OE XXX 407-412.
ritornato al culto un edifizio orrendamente profanato”161. Nel marzo 1878 dira-mava pure una lunga circolare, redatta a Roma e stampata a Valdocco162. Ci voleva più di un anno perché l’edificio e la chiesa annessa fossero resi agibili.
Nel 1878 si veniva alla stretta finale per l’oratorio e il laboratorio a Chieri.
“Per le cose di Chieri andate avanti”, incitava da Roma verso il 20 marzo163. Il 19 maggio informava l’arcivescovo di Torino di aver preparato nella città di Chieri “un edifizio e una cappella dedicata a S. Teresa nella casa già Bertinetti”
e gli chiedeva di permettere alle “religiose dette Figlie di Maria Ausiliatrice” di
“recarsi ad abitare quel sito per prendersi cura di quelle ragazze, come fu concesso a quelle, che fanno già scuola accanto alla chiesa di Valdocco” e dele-gasse una persona a benedire la cappella164. L’arcivescovo emanava il decreto in data 19 giugno. Le suore si insediavano a Chieri il 22 giugno 1878.
Nel mese di agosto si erano accelerati i tempi per il trasferimento della casa generalizia da Mornese a Nizza Monferrato. Il 23 don Bosco scriveva al conte Cesare Balbo, genero della contessa Gabriella Corsi, impaziente di vedere a Nizza Monferrato le Figlie di Maria Ausiliatrice: “Non possiamo ancora fissare il giorno dell’apertura della Casa di Nizza, poiché i lavori di abitazione per le monache e pel cappellano o meglio pel Direttore, sono tuttora in corso. È però già fatto il programma per l’educandato e l’avrà presto”165. I conti Corsi furono i più grandi sostenitori e benefattori dell’opera, assecondati dal conte Cesare Balbo.
Il 16 settembre vi si stabiliva il primo gruppo di suore, capeggiate dalla diret-trice, suor Petronilla Mazzarello, e formato dall’economa generale sr. Ferrettino e da altre cinque religiose. Seguiva in giorni successivi il graduale arrivo da Morne-se delle suore e delle educande166. Madre Mazzarello vi giungeva il 4 febbraio 1879, festeggiata con un’accademia breve e gioiosa da suore e educande. A Mornese rimaneva una piccola comunità di suore, di postulanti e di educande167. Per l’educandato di Nizza, dopo essersi mosso dall’estate168 don Bosco diffondeva il testo del Programma, ripreso da quello di Mornese e riadattato da don Bonetti, accompagnandolo con una breve circolare, in cui precisava lo scopo dell’Istituto coi termini consueti: “Allevare nella religione e moralità le fanciulle cristiane”169. Vi si impegnava anche il Bollettino Salesiano, che nel
161Lett. alla co. G. Corsi, 26 settembre 1877, E III 219.
162E III 306-307.
163A don M. Rua, E III 324.
164E III 343.
165Lett. del 23 agosto 1878, E III 381.
166 Dell’impostazione dell’educandato è documento significativo una lettera della direttrice a don Cagliero del 30 settembre: cfr. P. CAVAGLIÀe A. COSTA(a cura di), Orme di vita..., pp. 257-259.
167Cfr. P. CAVAGLIÀ e A. COSTA(a cura di), Orme di vita..., pp. 281-283.
168Cfr. la citata lettera al co. C. Balbo del 23 agosto 1878, E III 381.
169 Cfr. lettera e programma in P. CAVAGLIÀ e A. COSTA (a cura di), Orme di vita..., pp.
245-249. Il programma fu stampato, in redazione modificata, l’anno seguente: Programma. Isti-tuto femminile sotto la protezione della Madonna delle Grazie in Nizza Monferrato. Torino, Tipo-grafia Salesiana 1879, in P. CAVAGLIÀe A. COSTA(a cura di), Orme di vita..., pp. 289-292.
mese di settembre dedicava ampio spazio all’Istituto femminile sotto la protezio-ne della Madonna delle Grazie in Nizza Monferrato e di S. Teresa in Chieri170. Su richiesta del 28 settembre, inviata all’ispettore scolastico di Acqui, il Consiglio scolastico provinciale di Alessandria il 3 gennaio 1879 concedeva il “Nulla osta” per l’apertura della scuola elementare femminile attivata nel convitto,
“colla espressa condizione” che v’insegnassero “le Maestre Roncallo Elisa e Daghero Rosa, e che alla prima” fosse “affidata la Direzione”171. Il 22 ottobre don Bosco poteva annunciare alla sua “Buona e Car.ma Mamma”, contessa Gabriella Corsi, che domenica 27 ottobre sarebbe stata benedetta la chiesa del-la Madonna delle Grazie. Aggiungeva: “Mi fu detto che il Sig. Conte [Cesare Balbo] costituì un Comitato per promuovere una questua in sollievo delle nostre spese. Lo ringrazi tanto da parte mia. Questo è da vero Cooperatore Salesiano”172. La casa generalizia e l’educandato delle Figlie di Maria Ausiliatri-ce iniziavano una storia lunga e densa di eventi e di risultati173.
Su Una speranza non delusa ossia L’Oratorio di S. Teresa in Chieri intratteneva i lettori del Bollettino Salesiano174 il redattore-direttore don Giovanni Bonetti, cappellano dell’opera, che proprio nel mese di gennaio 1879 stava andando incontro a gravi disavventure175. Il numero successivo accoglieva un elevato artico-lo-cronaca sulla partenza per l’America di altre dieci Figlie di Maria Ausiliatrice176.
L’azione di don Bosco per l’Istituto di Maria Ausiliatrice si protraeva negli anni successivi, fino alla morte177.