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Le migrazioni femminili latinoamericane

Grafico 5: Stima dei nati stranieri per comunità di riferimento e totale dei non comunitari Serie storica 2010 – 2016.

2.5 Le famiglie transnazional

Numerosi approcci al fenomeno delle migrazioni contemporanee mettono in luce la necessità di adottare una prospettiva transnazionale “in cui il migrante è visto come un attore che si colloca simultaneamente fra due o più campi sociali, quelli rispettivamente della società di origine e di destino. Relazioni economiche, politiche, culturali e sociali si intrecciano tra i due versanti, grazie ai legami che i migranti mantengono” (Ambrosini, 2012, pag.7). La condizione di bi-focalità dei migranti si manifesta in donazioni, investimenti e oggetti che uniscono paese di provenienza e di accoglienza (Vertovec, 2004) e si compone dalle rappresentazioni dei migranti stessi rispetto al mondo e alla propria identità. Negli studi sulla mobilità internazionale delle donne, da più parti si sottolinea la necessità di applicare un approccio transnazionale che estende l’analisi oltre i confini dello stato-nazione rivolgendosi alle interconnessioni fra contesto di origine e di arrivo per evidenziare l’impatto prodotto nelle vite delle migranti (Baldassar, Gabaccia, 2011; Hondagneu- Sotelo, Avila, 1997; Hondagneu- Sotelo, 2001).

A partire dagli anni ’80, un nuovo filone di ricerche si concentra sul ruolo delle donne negli spazi domestici e comunitari con l’idea che la posizione femminile si possa considerare non solo in

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relazione alla situazione economica ma riguardi aspetti relativi al prestigio, al potere e all’autonomia. Tali ricerche propongono un’analisi dei contesti di vita facendo attenzione all’articolarsi fra le reti di relazioni e i circuiti sociali che comprendono la sfera familiare, la parentela e la comunità, tra paesi di provenienza e di destinazione in cui si veicolano risorse materiali e simboliche. Gli studi di Glick Schiller, Basch e Szanton Blanc (1992, 1994) sostengono che, per comprendere le pratiche transnazionali, sia necessario focalizzarsi sulla vita della famiglia transnazionale in cui la dispersione spaziale può produrre dinamiche di riorganizzazione della cura e può favorire dei cambiamenti nelle relazioni e nei ruoli di genere. Secondo Glick Schiller il nuovo paradigma del transnazionalismo “ha il potenziale di rendere visibili i processi storici e politici precedentemente oscurati” e di facilitare “l’analisi delle strutture di potere che legittimano l’ineguaglianza sociale” (2007: 449). Come rileva Pinelli (2019), questa prospettiva consente per la prima volta di evidenziare il punto di vista dei migranti portando alla luce i significati sociali attribuiti alle esperienze vissute, alle forme di esclusione e di partecipazione alla vita politica. Il filone di studi sulle famiglie transnazionali mette in luce il tema della “sfera privata diasporica” (Baldassar, Gabaccia, 2011) che riguarda il processo di rinegoziazione delle relazioni di genere, dell’affettiva, dell’intimità e della sessualità tra i confini. La cornice transnazionale ha il merito di porre attenzione al ruolo attivo delle donne in qualità di protagoniste che sperimentano una ridefinizione dell’identità di genere e sociale, dei modelli di riproduzione familiare e sociale. Secondo Decimo “Si tratta di un movimento «creativo» che diversamente, sulla scorta delle peculiari esperienze, degli svariati vincoli e delle differenti risorse materiali e immateriali con cui gli individui si confrontano, può delineare opposti scenari, di pressione normativa come di solidarietà sociale, di chiusura comunitaria come di effervescenza culturale. Dunque, con tale chiave interpretativa andremo a leggere le vicende delle donne migranti, […] cercando, in questa luce, di spiegare dinamiche di esclusione e assoggettamento, come di riconoscimento e affermazione femminile” (Decimo, 2005, pag. 25). In questa prospettiva, il percorso migratorio non produce solo disgregazione familiare ma nuove forme di famiglia e inedite pratiche sociali, nuovi modelli culturali, identità e ruoli di genere. La migrazione riflette e rafforza una riarticolazione delle sfere produttive e riproduttive del gruppo familiare che, in alcuni casi, implica un potenziamento delle risorse materiali, sociali e di valore. In questo quadro, l’evento migratorio femminile si costruisce di relazioni sociali e di appartenenze che orientano, sostengono in modo efficacie e vincolante le traiettorie esistenziali: nel percorso migratorio si realizzano strategie familiari che riattivano e ridisegnano gli originari circuiti dello scambio affettivo e sociale all’interno di un contesto globale (Bryceson, Vuorela, 2002, Ambrosini, Boccagni, 2007; Boccagni, 2009).

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A partire dal 2010, in Italia e Spagna diversi ricercatori si occupano di indagare il processo migratorio latinoamericano in relazione alle trasformazioni prodotte nei legami familiari (Herrera, 2003; Pagnotta, 2010; Ambrosini e Abbatecola, 2010; Lagomarsino, 2010; Boccagni, 2009a, 2009b; Bonizzoni, 2009). La decisione di migrare prende forma all’interno del nucleo familiare in cui il soggetto è inserito. Tale scelta riflette e produce trasformazioni sociali ed economiche che interessano la famiglia, sia nel contesto sociale di origine che di accoglienza (Sørensen, 2008; Gil Araujo, Pedone, 2013; Merla, Baldassar, 2016; Alba, Foner, 2015; Foner, Dreby, 2011). La famiglia transnazionale assume una dimensione collettiva tramite il superamento della distanza fisica mediante contatti continui tra i due contesti: scambi, viaggi e rimesse (Boccagni, Ambrosini, 2007; Boccagni, Lagomarsino, 2011).

Dalle ricerche etnografiche condotte nei contesti transnazionali (Pedone, 2013; Lagomarsino, 2007), nel rapporto fra famiglie transnazionali e Stato emerge un processo di culturizzazione delle disuguaglianze sociali che induce a considerare le famiglie migranti come appartenenti ad un'unica e omogenea classe sociale, in quanto rappresentanti di una cultura altra. L’appartenenza di classe è resa invisibile da un processo di costruzione sociale dell’alterità fondato sulla nozione di essenzialismo culturale. In questo senso, le famiglie migranti appaiono come problematiche, inferiori per posizione economica e classe sociale, all’interno di una dinamica di occultamento delle disuguaglianze sociali.

Nel rapporto fra migrazioni e famiglia occorre considerare due elementi che condizionano il percorso migratorio: la struttura e il funzionamento della famiglia all’interno della società di origine; il ruolo del soggetto nel nucleo famigliare in relazione alle sue caratteristiche specifiche. In questo senso, il progetto migratorio risulta condizionato dal contesto culturale in cui si inserisce il nucleo famigliare in relazione alle norme culturali dominanti sul matrimonio e sulla riproduzione, al sistema economico, alla posizione di status e di potere assunta dal soggetto migrante all’interno del nucleo familiare (Lagomarsino, 2005, 2010; Lagomarsino, Boccagni 2011).

Nel caso delle famiglie migranti latinoamericane la permanenza nel contesto di accoglienza segna un cambiamento radicale nelle modalità di relazione interpersonali e nei significati attribuiti alla migrazione. Secondo Lagomarsino (2006, 2010) la permanenza significa lo spostamento di valori simbolici affettivi e materiali verso il presente, il “qui e ora”. I ricongiungimenti, le nascite, i nuovi legami rappresentano un fattore che modifica il significato della migrazione: il migrante non è più un lavoratore in transito ma diventa una presenza stabile e riconosciuta socialmente in base all’acquisizione di altri ruoli sociali.

In questo caso, la famiglia non è un’unità statica ma in migrazione subisce un processo di alterazione che conduce alla riorganizzazione delle sue caratteristiche in funzione dell’interconnessione fra

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società di origine e di destinazione. Confermando tale l’interpretazione, Esparagozza (2003) sostiene la possibilità di considerare “tre età” della famiglia in relazione al progetto migratorio: la prima comprende i genitori e la famiglia allargata che partecipa al processo decisionale; la seconda, è una forma transitoria che comprende i parenti a cui vengono affidati i figli; la terza, consiste nel nucleo creato nella società di accoglienza, ricomposto e integrato da nuove presenze.

2.6 La maternità transnazionale: essere madre a distanza fra famiglia allargata e

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