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Gli effetti di ritorno delle migrazioni precedenti

“Sono andato in Italia, prima che andare in Italia diventasse una malattia”. “È come un virus”.

Le due frasi appartengono a due differenti tipi di migranti. La prima mi è stata riferita da un “vecchio” migrante definitivamente tornato in Sri Lanka. Una lunga permanenza in Italia a partire dalle fasi iniziali dello stesso flusso migratorio, più di una ventina di anni fa, gli ha permesso di tornare a casa e di aprire un’attività economica che sta andando piuttosto bene. Da qui deriva anche il suo attaccamento all’Italia e agli anni lì trascorsi, una grande fetta della sua vita, che descrive in maniera estremamente positiva. La sua migrazione è declinata al passato. La seconda frase in apertura appartiene, invece, ad un giovane migrante, da cinque anni in Italia, che ho incontrato a Wennapuwa durante un suo ritorno temporaneo, una vacanza a casa. La sua migrazione è dunque ancora in corso. Entrambi descrivono la situazione di Wennapuwa come soggetta a qualcosa di contagioso che si è diffusa e si sta ancora diffondendo tra la popolazione, e la descrivono con termini negativi, malattia e virus, che solo delle persone nella loro situazione potrebbero utilizzare, la posizione di chi sta fuori dal “folle gioco” di tentare in ogni modo e spesso al di là di enormi rischi di andare in Italia. Aver raggiunto la meta, o aver compiuto un passo decisivo verso la meta, cioè aver raggiunto quello che è possibile descrivere come l’obiettivo della partenza o dell’arrivo fa dimenticare loro di essere parte del gioco e della sua riproduzione, gioco che rende l’Italia l’oggetto di un desiderio ardente, una malattia, un virus.

sviluppo, (secondo l’accezione positiva che usano i suoi abitanti), e i migranti in persone che sembrano avere mille possibilità e dunque in persone da invidiare e imitare. “Prima del ’95 c’erano solo case piccole qui a Wennapuwa”, mi dice il proprietario della piccola-media impresa tessile iniziata con i soldi guadagnati in Italia che sono impressi anche nel nome italiano della fabbrica, “un modo per ringraziare l’Italia”. “Tutti i soldi che girano qui vengono dall’Italia”, è questo il pensiero comune a Wennapuwa. Qua e là in città è possibile trovare molte tracce dell’Italia, segni che indubbiamente hanno consolidato questo pensiero. Molti terreni in vendita hanno nomi italiani, Milano Dream, Little Rome, Visa for Italy land. Il proprietario di una delle numerose compagnie che a Wennapuwa vendono terreni e costruiscono case sostiene che circa il 70% dei suoi clienti ogni anno, siano persone che lavorano in Italia. Solitamente questi comprano il terreno, ma poi molti di loro costruiscono casa in un secondo momento. Costruiscono le diversi parti della casa in relazione ai tempi dei guadagni fluttuanti del lavoro in Italia. Al di la delle modalità della costruzione, le pubblicità di questa compagnia sono esplicitamente dirette ai “migranti italiani”. In un volantino distribuito al mercato di Wennapuwa, questi vengono addirittura chiamati Italian Citizens, cittadini italiani4. Il proprietario spiega che i suoi progetti e le sue pubblicità sono fatte in tempo per le vacanze, periodi nei quali i migranti tornano a casa. Comprarsi un terreno e una casa come quelli pubblicizzati dall’agenzia, con gli stipendi srilankesi, diventa per la maggioranza della popolazione un’impresa fuori portata, per questo motivo il target delle agenzie è esplicitamente il migrante.

I segni dell’Italia sono impressi anche nei nomi di molte attività. Per esempio Verona dà il nome ad una fabbrica tessile ed a un hotel della zona. Inoltre molti nuovi negozi o attività economiche sono direttamente legate ai guadagni italiani e questo è un fatto ben conosciuto a Wennapuwa. Il denaro che proviene dall’Italia ha un impatto diretto, come nel caso delle attività aperte da migranti, e un impatto indiretto sull’economia locale. La nuova ricchezza supporta investimenti e offre nuove possibilità di lavoro. Non sono solo i migranti ad investire. A Wennapuwa è possibile trovare banche, nuovi ospedali privati, scuole private, negozi di tutti i tipi. Molte multinazionali soprattutto della comunicazione mobile hanno i loro negozi in questa città.

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In riferimento alle tracce dell’Italia a Wennapuwa e nelle città vicine (terreni con nomi di città italiane, pubblicità dirette ai migranti, attività economiche con nomi italiani, ecc.) vedi figura 5, posta al termine del Capitolo 1.

Il simbolo maggiore del benessere è probabilmente quello delle numerose Italian houses5, case italiane, che riempiono le vie della città. Queste case, costruite soprattutto da migranti, sono ben riconosciute e riconoscibili, poiché sono lussuose ed hanno uno stile architettonico comune, che solitamente è definito come stile italiano, (termine di per sé problematico), poiché presenta alcune caratteristiche che i migranti hanno importato dall’Italia. Alcuni abitanti di Wennapuwa sostengono che questo stile viene addirittura copiato in altre città e che molti vengono a vedere le case di Wennapuwa. È possibile sentire anche commenti sarcastici su questo stile da parte di coloro che abitano in altre città. Entrambe le prospettive suggeriscono comunque una differenza legata alla migrazione e all’Italia. Parlando con persone di altre città, mi è stato detto che le case di Wennapuwa sono in effetti differenti e particolari. Soprattutto il tetto sporgente, che il clima italiano rende necessario, appare una particolarità di queste case, una particolarità che, a dire dei “critici” mal si addice al clima e al sole dello Sri Lanka, dove tetti piatti sarebbero preferibili. Al di là delle caratteristiche architettoniche, molte differenze tra queste case e le altre balzano agli occhi anche dei non esperti. Le Italian houses hanno solitamente due o più piani, mentre le case comuni, quelle costruite senza i soldi dell’emigrazione e soprattutto prima che questa specifica migrazione si sviluppasse e raggiungesse le attuali dimensioni, hanno quasi sempre solo un piano. Le Italian

houses hanno splendidi cancelli sempre chiusi, mentre nelle altre case il movimento dentro-

fuori dei vicini è molto più facile. Nella casa dove ho abitato durante i mesi di ricerca le visite di parenti o vicini erano frequenti e informali. Anche le mucche dei vicini entravano quotidianamente in giardino per mangiarsi l’erba senza che questo provocasse problemi. I giardini dell’Italian houses sono ben tenuti, mentre in molte altre case il giardino diventa il luogo in cui si raccolgono e si bruciano i rifiuti. Le Italian houses presentano un arredamento lussuoso. Molti pezzi vengono comprati direttamente in Italia e trasportati con i numerosi container che collegano le due sponde della migrazione. I salotti sono curati, differenziandosi nettamente da quelli delle case comuni in cui l’arredamento è molto più spartano. In molte case manca un vero e proprio tavolo dove consumare i pasti perché si è soliti mangiare seduti tenendo il piatto in mano. La sala da pranzo diventa, al contrario, nelle Italian houses una parte importante della casa. L’arredamento quindi distingue nettamente queste case dalle altre. Un migrante tornato a casa dopo un lungo periodo di Italia, guardando un vecchio divano pieno di buchi, scoraggiato si lascia scappare, “questa non è casa mia”. Le cucine dell’Italian

houses hanno tutte le comodità: fornelli, gas, lavastoviglie, ecc. L’arredamento delle cucine

nelle altre case è molto più scarno, talvolta è possibile trovare fornelli, ma molte donne preferiscono cucinare sul fuoco. Preferiscono inoltre preparare da mangiare con attrezzi “tradizionali”, tagliando e preparando i cibi sedute per terra, piuttosto che sul tavolo da cucina (per altro spesso assente). La preparazione dei cibi non a caso avviene spesso fuori di casa, sull’uscio. I bagni sono un altro luogo della casa che fa la differenza tra i due modelli. Le

italian houses hanno bagni interni, con tutti i servizi igienici che si possono trovare in ogni

casa italiana. In molte altre case il bagno è esterno. Toilette e doccia hanno luoghi separati, un rubinetto e un secchio d’acqua sostituiscono il bidè a fianco della turca e nelle docce l’acqua raramente è riscaldata. Questa serie di differenze viene solitamente condensata nell’espressione “modern house” termine con cui le Italian houses vengono definite. “Moderno” è un aggettivo sovrautilizzato nelle pubblicità dei negozi che vendono mobili o servizi per la casa e che a Wennapuwa sono piuttosto numerosi.

Un grande numero delle Italian houses che si vedono ovunque a Wennapuwa è ancora in costruzione e molte, anche tra quelle finite, sono vuote. I loro proprietari sono per lo più in Italia. Durante un giro in motorino con un giovane di Wennapuwa, questi indicando case, spiegava: “this is an Italian house, that is another one, that is also an Italian house”. E alla fine il suo commento è stato: “in some years Wennapuwa will be like the Sahara desert. No people, everybody in Italy”, immagine appropriata della sostituzione degli uomini con le cose in un contesto sociale ad alto tasso di emigrazione.

Questo “sviluppo” di Wennapuwa, questa crescita costante della città può essere vista anche da un’altra prospettiva. Gli abitanti ripetono che con lo sviluppo è in costante crescita anche il costo della vita. Per esempio il prezzo del terreno a Wennapuwa ha raggiunto un picco proprio in conseguenza dello sviluppo economico della città. Inoltre, le nuove possibilità che la città offre significano anche maggiori possibilità di spendere, fatto che ha un suo peso nella percezione che gli stipendi srilankesi non siano sufficienti. Girando per la città è possibile vedere una gran quantità di negozi di elettronica, di elettrodomestici, di gioielli i cui prezzi in vetrina sono superiori a quelli della grande maggioranza degli stipendi della gente. Per una televisione un mese di lavoro può anche non bastare. La gente si sente presa all’interno di un vortice di cambiamenti, “Wennapuwa cambia non ogni anno, ma ogni mese, ogni giorno”, nel quale le possibilità offerte e il costo della vita crescono assieme. Gli abitanti vedono l’Italia come il motore del cambiamento e come la risposta adeguata al cambiamento, per giocare in modo opportuno all’interno di un contesto sociale estremamente mobile.

I migranti sono diventati coloro che possono realizzare ciò che gli altri non possono. Colpiscono l’immaginazione con le loro case, i loro veicoli, il loro oro sempre in bella mostra.

L’oro nello specifico contesto sociale ha un alto valore simbolico e commerciale. Gamburd (2000) vede nell’oro un intelligente investimento dei migranti srilankesi, in quanto l’oro si svaluterebbe meno delle rupie. Un migrante mi ha spiegato, in linea con questa interpretazione, che l’oro non si vende mai, poiché nei momenti di crisi (personali) è sempre possibile darlo in pegno (e sempre ben accettato da banche e privati) per ottenere dei prestiti. Dunque i migranti, circondati da tutti i segni del successo, talvolta reale e spesso apparente, durante i periodi del ritorno a casa, cioè durante le dispendiose vacanze diventano esempi da imitare e invidiare. Durante le vacanza numerosi migranti si lasciano andare a spese talvolta folli e inutili. Questi comportamenti diventano comprensibili se si pensa alla dura realtà dell’essere immigrato e allo stacco e al riscatto che si cerca durante la vacanza. Gli amici che tornano a casa con una macchina nuova, con un nuovo impianto stereo, con nuovi vestiti e che iniziano a costruirsi una casa sono persone fortunate che di certo hanno migliorato la propria vita. Persone che sono da imitare specie se prima della partenza si trovavano nelle stesse condizioni di chi, bloccato dai confini, li ha visti partire e ora li vede di tanto in tanto tornare.

Has your friend’s life improved after going to Italy? Yes. He got a vehicle and earns some

money. Both of us, we try together. We put the sponsor letter. He got, I rejected… I was rejected. […] He has earned much money. I think he is very good now. Now he has a good target… to build up a new house. Now he can. Now he can start but after doing this job, after two or three years he will build up a new house. (Intervista a Malindu, Wennapuwa, 11.08)

Molti degli altri migranti, esclusi gli amici, sono visti sotto un’altra luce, molto più negativa. Sono persone che per dirla con le parole dei giovani del Malindu’s Bhavana “show their colours”, che si vantano della propria ricchezza, che si sentono superiori, che salutano di rado e che aiutano ancor meno. Su questi i commenti sono sarcastici e velenosi, propensi a mettere in luce il doppio volto della migrazione, che è anche il doppio volto del migrante, “they are just servants in Italy, but in Sri Lanka they want to be gentlemen”. I commenti diventano estremamente negativi su quelle persone a cui la migrazione ha fatto compiere un salto in avanti decisivo all’interno dello scacchiere sociale.

Have people changed their behaviour after going to Italy? There are some persons they

have changed after going to Italy. So it… means they try to show their colours. Sometimes before going to Italy they were fishermen. Not many fishermen go to Italy, I think… O… if there are hundred persons in Italy more than eighty are fishermen. I told you there was a boat- system to go to Italy. No ten, five or six years ago. They went to Italy. However, they can’t speak English, they can’t speak Italian, they can only speak Sinhalese. They don’t have good behaviour, but after… after going to Italy they behave like educated persons. They try to

education, they are… it means they don’t have good knowledge (Intervista a Malindu, Wennapuwa, 11.08)

Qui è utile una breve spiegazione sulle modalità di andare in Italia, che verrà poi ripresa e ampliata successivamente. La migrazione è un processo che presenta fasi differenti e cambiamenti anche nei modi del viaggio. Quando la via del mare (cioè della migrazione clandestina) era aperta molti pescatori sono riusciti ad andare in Italia dove hanno di molte migliorato le loro condizioni economiche mostrando così al ritorno di aver raggiunto migliori posizioni rispetto alla media della popolazione. Ora che la via del mare, della migrazione clandestina è chiusa, molte delle persone che vengono definite “not-educated” (che non hanno studiato) possono raggiungere l’Italia attraverso contatti personali, attraverso le relazioni con i migranti. Così sia in passato che al momento attuale, la migrazione può cambiare le gerarchie sociali. Ciò nonostante, quando la migrazione diventa una strategia diffusa e altamente desiderabile il suo prezzo si alza e le condizioni socio-economiche assumono un ruolo determinante nella selezione dei migranti successivi. Attualmente, per esempio, molti pescatori sono tagliati fuori, non hanno possibilità di poter partire perché non hanno abbastanza denaro per sostenere le spese della migrazione. Comunque l’improvvisa fortuna dei molti, soprattutto in passato, ha diffuso sia il desiderio di andare in Italia, sia la speranza di poterci riuscire. Alle persone in relative buone condizioni economiche, la migrazione ha mostrato un modo per guadagnare di più, alle persone deboli economicamente, le migrazioni precedenti hanno mostrato che chiunque potrebbe avere una chance per andare e per aver successo.

Col passare del tempo, l’Italia ha dunque assunto un ruolo importante nell’immaginario di Wennapuwa. Un ragazzo, il fratello di Malindu, circa venticinque anni, sostiene che molte “not-educated persons” di Wennapuwa pensano che per essere una persona di valore bisogna, per forza di cose, andare in Italia. Il giovane si definisce soddisfatto della propria vita, dice di avere ottimi titoli scolastici (ha preso un diploma internazionale dopo il diploma di A/L), dice che la sua famiglia ha un importante business, dice di avere molte opportunità di lavoro in Sri Lanka, ma ciò nonostante la famiglia della sua fidanzata, attualmente in Italia, preferisce per lei un ragazzo che vive in Italia, il cui unico merito, la cui unica credenziale è appunto quella di aver raggiunto l’Italia. Questo è probabilmente un’esagerazione. Il ragazzo nella spiegazione della sua difficile situazione riduce tutto al potere simbolico dell’Italia e dimentica altre ragioni, quali ad esempio quella della volontà della famiglia di tenere vicina a sé la figlia. Comunque, l’Italia, nel corso degli anni, con le parole di un altro giovane, è

diventata una dream land. Quindi migrazione e migranti, a Wennapuwa e dintorni, hanno assunto un grande valore simbolico. Andare in Italia è qualcosa che distingue gli uni dagli altri, è qualcosa che cambia il futuro in meglio.