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Impatto macroeconomico delle politiche: la variazione degli in vestimenti e degli occupati delle imprese finanziate dai contratti d

di Marina Albanese

5. Impatto macroeconomico delle politiche: la variazione degli in vestimenti e degli occupati delle imprese finanziate dai contratti d

sviluppo

L’analisi dell’impatto occupazionale ed in termini di investimenti delle politiche che hanno utilizzato i contratti di sviluppo come strumento di age- volazione è stata effettuata, anche in questo caso, partendo dai dati di bilan- cio e di occupazione riferiti alle imprese finanziate e desumibili dalla banca

8 Ciò potrebbe anche derivare dal fatto che è il settore che ha beneficiato della maggiore

dati AIDA. In particolare, è stato rilevato il valore delle immobilizzazioni totali delle imprese ed il dato occupazionale l’anno prima del finanziamento e nell’anno 2018, anche al fine di stimare, nel caso di contratti di sviluppo sottoscritti in anni meno recenti, la sostenibilità occupazionale e degli inve- stimenti nel tempo o, nel caso di investimenti più recenti, per misurare l’im- patto immediato delle facilitazioni concesse, tenendo presente che per alcune di esse probabilmente non si è ancora esaurito il ciclo di investimenti.

Nella tabella 4 si evidenziano le variazioni degli investimenti a medio e lungo termine (immobilizzazioni totali) in termini assoluti e percentuali delle imprese finanziate dai contratti di sviluppo ed i relativi effetti occupazionali.

Tab. 4 – Variazione degli investimenti e dei livelli di occupazione nelle imprese finanziate dai contratti di sviluppo nella regione Campania

Settore Immob.

Finali Immob. Iniziali Var. Im-mob. Var. % Immob. Occupati iniziali Occupati finali Var. Oc-cupati

Aerospaziale 241.926 150.565 91.361 61% 5.007 5.496 489 Agroalimentare 1.105.295 913.757 191.538 21% 7.457 6.675 -782 Automotive 19.559 16.685 2.874 17% 2.917 2.916 -1 Carta e cartone 156.747 138.134 18.613 13% 1.009 1.284 275 Commercio, meccanica, elet- trodomestici e gomma 503.520 398.874 104.646 26% 4.669 4.412 -257 Sanità 72.535 62.050 10.485 17% 591 626 35 Turismo 15.889 1.002 14.887 1486% 11 19 8 Valori totali e var. media perc. Immob.

2.115.471 1.681.067 434.404 234% 21.661 21.428 -233

Fonte: ns elaborazione dati AIDA

Con riferimento agli investimenti, tutti i settori hanno fatto registrare un notevole incremento delle immobilizzazioni con un valore massimo del 61% nel settore aerospaziale ed un valore minimo del 13% nella carta, cartone, commercio e meccanica. Il turismo risente ancora una volta del condiziona- mento, nel calcolo dei valori medi, di una sola impresa che fa registrare un risultato troppo elevato di incremento e rende il dato non significativo. Il valore medio totale della variazione degli investimenti al netto di tale dato è comunque positivo ed è pari al 26%. L’analisi dei dati indica una buona per- formance in termini di investimenti delle imprese, come era naturale che ac- cadesse, e, considerato che non tutti gli investimenti previsti sono stati com- pletamente effettuati, si aprono prospettive incoraggianti in cui le imprese finanziate si auspica possano fungere da traino per innovazione e competiti- vità. Dal punto di vista dell’impatto occupazionale, si è scelto di rilevare so- lamente il valore della variazione dell’occupazione e non l’occupazione sal- vaguardata, non desumibile dai dati AIDA. Dalla sola analisi dei valori oc- cupazionali rilevabili dai bilanci presenti nella banca dati AIDA, il saldo netto degli occupati è negativo ed è pari a una perdita di 233 unità.

Tab. 5 – Variazione dell’occupazione nelle imprese finanziate dai contratti di sviluppo nella regione Campania al netto delle perdite occupazionali concentrate in poche grandi imprese

Settore N. im- prese Occupati iniziali Occupati finali Var. Oc- cupati to- tale Var. Oc- cupati grandi imprese Var. Oc- cupati al netto del calo Var. % Occupati al netto del calo Aerospaziale 5.007 5.496 489 489 10% Agroalimentare 3 7.457 6.675 -782 -1256 474 6% Automotive 2.917 2.916 -1 -1 0% Carta e cartone 1.009 1.284 275 275 27% Commercio, meccanica, elettrodome- stici e gomma 1 4.669 4.412 -257 -404 147 3% Sanità 591 626 35 35 6% Turismo 11 19 8 8 73% Valori totali e variazione me- dia perc. 4 21.661 21.428 -233 -1.660 1.427 7%

Fonte: ns elaborazione dati AIDA

In realtà tale dato è fortemente condizionato dalla riduzione dell’occupa- zione in due settori: agroalimentare (-782 unità) e commercio, meccanica, elettrodomestici e gomma (-257 unità).

A ben guardare, inoltre, il dato fortemente negativo è attribuibile sola- mente a quattro grandi imprese (tre nell’agroalimentare e una nel commercio ecc.) e, al fine di poter valutare correttamente l’impatto occupazionale dei contratti di sviluppo, è apparso necessario ricalcolare il dato al netto di tali valori.

In tabella 5 sono riportati i dati occupazionali desunti dalla tabella 4 ed è stato ricalcolato il dato occupazionale escludendo i soli valori riferiti alle quattro imprese appartenenti a grandi gruppi con forte saldo negativo e la- sciando immutati gli altri valori. In questo caso, il saldo nuovi occupati passa da -233 a +1427 con una crescita dell’occupazione totale pari al 7%.

Di conseguenza, le quattro imprese appartenenti a grandi gruppi indu- striali non hanno, come probabilmente si auspicava, costituito una spinta all’innovazione e all’occupazione, ma piuttosto hanno penalizzato il secondo aspetto.

6. Conclusioni

L’indagine effettuata ci consegna un risultato in cui le imprese finanziate dai contratti di sviluppo sono, tranne un caso per ogni settore, sostanzial- mente in grado di generare una buona redditività e probabilmente sarebbero state in grado di ottenere finanziamenti alternativi, seppure probabilmente in

misura minore rispetto a quelli derivanti dai contratti di sviluppo. In partico- lare, nel settore agroalimentare, automotive e carta e cartone si rileva un va- lore elevato dell’indebitamento bancario rispetto al fatturato, seppure non patologico, e molto probabilmente ciò non avrebbe consentito una variazione degli investimenti pari, rispettivamente a 506 milioni di euro, 119 milioni di euro e 181 milioni di euro (Tab.1). Ciò è riscontrabile, seppur in misura mi- nore, nel settore turistico e nella sanità. L’incremento delle immobilizzazioni delle imprese analizzate è stato in media del 26% nel 2018, escludendo il settore turistico che, a causa di un’impresa che ha incrementato fortemente il proprio valore delle immobilizzazioni decuplicandolo, modificherebbe in maniera significativa la media.

Per quanto riguarda il dato occupazionale, l’aumento del numero di unità di lavoro è stato maggiormente consistente nel settore aerospaziale (489 uni- tà con un incremento del 10%), sebbene il settore che in termini percentuali abbia fatto registrare una maggiore crescita occupazionale sia stato quello della carta e del cartone con una variazione del 27%. Il saldo netto degli oc- cupati è tuttavia negativo ed è pari a una perdita di 233 unità di lavoro, ma, come evidenziato, tale dato è fortemente condizionato dalla perdita di oltre milleseicento posti di lavoro concentrati in quattro imprese, tre nel settore agroalimentare e una nel settore elettrodomestici, appartenenti a grandi grup- pi industriali. Al netto di tali dati l’occupazione è cresciuta in totale del 7% con un saldo positivo di nuovi occupati pari a 1.427 unità.

In sintesi, dall’analisi dei dati elaborati, emerge che il contratto di svi- luppo è uno strumento efficace nel supporto alle imprese nella fase degli in- vestimenti, soprattutto quando essi sono di importo rilevante. Le imprese fi- nanziate probabilmente, tranne qualche eccezione, avrebbero avuto accesso alle risorse necessarie a realizzare nuovi investimenti, anche se in misura più contenuta. In particolare, nel settore agroalimentare, dell’automotive e della carta, vista la sfavorevole condizione finanziaria di partenza, il ruolo giocato dai contratti di sviluppo è stato fondamentale. Il settore maggiormente per- formante in termini di investimenti e nuovi occupati è stato quello aerospa- ziale, seguito da quello agroalimentare (al netto delle perdite in termini di occupati derivanti da solo tre aziende su venti). I grandi gruppi industriali non hanno, invece, come probabilmente si auspicava, costituito una spinta all’innovazione e all’occupazione, ma piuttosto hanno fatto registrare un calo degli occupati. Per quanto la variabile occupazionale sia solo uno degli ele- menti di ammissibilità del progetto e non possa costituire elemento discrimi- nante nella valutazione dei progetti finanziati, è innegabile il suo impatto so- cioeconomico e la sua importanza sui territori oggetto delle politiche.

Bibliografia

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Sitografia

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