di Antonio Russo
4. La rete Calabria di gusto
A partire da questa analisi dei dati è stato selezionato come studio di caso un contratto di rete (Calabria di gusto) scelto in base ai seguenti criteri: a) la presenza di aziende agroalimentari leader e b) il carattere monoregionale della rete. Tale contratto assume particolare rilievo, sotto il profilo analitico, non solo per l’importanza delle aziende coinvolte – tra l’altro operanti in un comparto dell’economia calabrese (quello agroalimentare) decisamente di- namico – ma anche per la peculiare storia imprenditoriale delle stesse, di cui si discuterà diffusamente.
Il contratto Calabria di gusto è stato sottoscritto in data 11 maggio 2015, coinvolgendo un partenariato di sedici aziende localizzate in prevalenza in Provincia di Vibo Valentia, per il resto distribuite sull’intero territorio regio- nale (Fig. 6). Si tratta di marchi storici che hanno acquisito – in molteplici casi – una posizione di leadership a livello nazionale, talvolta anche sui mer- cati esteri.
Fig. 6 – Distribuzione territoriale (a) e settoriale (b) delle aziende di Calabria di gusto
a) b) Fonte: ns elaborazione
Calabria di gusto rappresenta, per via di tali caratteristiche, il primo e più
rilevante contratto di rete stipulato in Calabria. Tale network include la se- guente compagine imprenditoriale:
Nome azienda aderente al
Contratto di rete Segmento di mercato
Arbitel srl Produzione fichi secchi e confetture biologiche Attina & Forti srl Conserve Vegetali - Sottoli e sottaceti Calabria Food srl Passata di pomodoro e conserve vegetali Callipo Gelateria srl Gelati da asporto, torte gelate e gelati tipici Colacchio Food srl Prodotti da forno e Pasta secca e fresca Distilleria F.lli Caffo srl Amaro e Liquori Dolciaria Monardo srl Uova di Pasqua e prodotti di cioccolato, biscotti
tipici G.Callipo Cons. Alim. spa Corserve di Tonno
Guglielmo spa Caffè L’Artigiano della ‘Nduja sas Nduja e salumi
Mediolat srl Formaggi freschi e stagionati Oleificio Gabbro srl Olio biologico
Pernopasta srl Pasta Fresca e Secca Sap Salumificio F.lli Pugliese sas Salumi
Statti srl Vino ed Olio Wild Orange srl Caramelle di Liquirizia - Birra artigianale
Arbitel – profondamente modernizzata dalla fine degli anni Ottanta, la proprietà ha trasformato la tradizione contadina della famiglia in un’azienda di successo, coniugando la coltivazione con la trasformazione del prodotto finito. Attualmente ha diverse linee di produzione per sott’oli, creme e paté, e commercializza la cipolla rossa di Tropea IGP;
Attinà e Forti – localizzata a Villa S. Giovanni, ha una storia che risale ai primi del Novecento. Dal 1931 opera nel settore delle conserve ali- mentari. Dal secondo dopoguerra l’attività di famiglia iniziò a proiettarsi ol- tre i ristretti confini regionali e, progressivamente, oltre quelli nazionali. Oggi, attraverso impianti tecnologicamente avanzati, effettua la lavorazione e il confezionamento di prodotti vegetali;
Caffè Guglielmo – operativa dal 1943, costituisce una delle più im- portanti realtà agroalimentari della Calabria. Oltre ad essere presente in nu- merosi mercati europei, l’azienda si è recentemente estesa sui mercati asia- tici, ha aperto diversi store in Italia e caffetterie a marchio in Corea del Sud. Nel 2017 ha fatturato 13 milioni di € e registrato un utile di 209.250 €;
Caffo – fondato a fine Ottocento, ha diversi stabilimenti produttivi in Italia e sedi in Europa e Stati Uniti. Gestisce marchi noti come Amaro del
Capo, San Marzano Borsci, Liquorice. Di recente ha avviato sinergie anche
con la rete di caffetterie statunitensi Starbucks e acquisito il marchio olan- dese Petrus Boonekamp. Da locale, si è trasformata di recente in un’azienda multinazionale;
Calabria Food – nata negli anni Cinquanta, produce salse di pomo- doro;
Callipo – fondata nel 1913, ha sede a Pizzo Calabro. L’azienda è stata tra le prime in Calabria e in Italia ad operare nel settore della trasfor- mazione e commercializzazione del tonno. Oggi, a oltre un secolo dalla fon- dazione, è un marchio leader del settore, ed è presente sui mercati esteri an- che con la produzione di gelati. Il principale artefice del successo dell’azienda è Filippo Callipo, attuale presidente del gruppo;
Dolciaria Monardo – la fondazione risale agli inizi del Novecento. Attualmente esporta i suoi prodotti (cioccolata, biscotti e mandorlato) in tutta Europa, negli Stati Uniti, Giappone, Australia e Israele;
Gabro – oleificio fondato nel 1909 a Cassano Ionio (Provincia di Cosenza). Da più di venti anni si è specializzato nella produzione di olio bio al 100%, divenendo un pioniere nel settore. Oggi l’azienda, dotata di im- pianti automatizzati e molteplici certificazioni di qualità, esporta in tutto il mondo, dal Nord America al Sud-Est asiatico, e ha un fatturato superiore ai 2 milioni di €;
è tra le pioniere della commercializzazione di questo tipico prodotto cala- brese;
Statti – azienda di famiglia che produce vini dal Settecento. Attual- mente è anche fornitrice ufficiale Alitalia.
Al momento della sottoscrizione del contratto le imprese della rete con- tavano complessivamente quattrocento dipendenti circa e un fatturato di 140 milioni di euro. Entrambi gli indicatori sono aumentati considerevolmente negli anni successivi. Nel 2017 Caffo e Callipo – le due maggiori aziende del network – hanno fatturato rispettivamente 57,9 e 51,4 milioni di euro, con un utile di 9,9 e 3,5 milioni di euro. Anche le altre partner hanno seguito analoghi trend espansivi. Tali performance risultano ancora più rilevanti con- siderando che sono state conseguite entro un ecosistema produttivo regionale nel quale, nell’ultimo ventennio, si è registrata una sistematica contrazione degli investimenti lordi industriali e della dimensione di scala delle aziende, con una contestuale riduzione degli addetti (Osservatorio Banche-Impresa, 2019; SRM, 2018). Le imprese del network, dunque, si sono mosse in dire- zione decisamente anticiclica, superando i rilevanti problemi strutturali che connotano il contesto territoriale entro cui si collocano, e dimostrando non comuni capacità competitive.
Aziende incluse in Calabria di gusto hanno successivamente sottoscritto altri contratti di rete (Fig. 7). Tra queste figurano il gruppo Callipo (inserito nel contratto di rete Gradita, in sinergia con altre aziende leader dell’agroin- dustria italiana), Gabro (aderente a una rete-soggetto Gli ori di Sibari, isti- tuita nel 2017, sottoscritta da aziende riconducibili a diversi membri della stessa famiglia, si veda la Fig. 7), Caffo, Colacchio e Monardo. Gli ultimi tre hanno sviluppato un’altra rete-soggetto nel 2017, e un consorzio per l’inter- nazionalizzazione denominato Calabria International Taste (di seguito Cit) finanziato con fondi europei, al quale aderiscono anche altre tre contrattiste di Calabria di gusto (Fig. 7).
Il contratto è stato promosso dalla Camera di Commercio di Vibo e da Confindustria Vibo, e supportato dall’azione di imprenditori come Colacchio (poi Presidente di Calabria di gusto e di Confindustria Vibo) e Caffo (suc- cessivamente Presidente della Camera di Commercio di Vibo). Tra gli altri imprenditori del network che hanno assunto posizioni di spicco nelle asso- ciazioni di categoria vanno annoverati anche Alberto Statti, attuale Presi- dente di Confagricoltura Calabria, e Domenico Monardo, Presidente della sezione agroalimentare di Confindustria Calabria (Fig. 7).
Fig. 7 – Attori principali e relazioni di rete
Fonte: ns elaborazione
Caffo e Colacchio, in particolare, hanno conferito un apporto decisivo alla strutturazione del partenariato, coinvolgendo nel network imprenditori con i quali intrattenevano rapporti pregressi di conoscenza diretta, talvolta di stretta amicizia pluridecennale. Appare dunque evidente il ruolo determi- nante espletato dal capitale sociale accumulato nel tempo da questi impren- ditori nell’articolazione di tale network. Le relazioni sociali pregresse hanno attivato relazioni di carattere economico: una dinamica che sottolinea il ca- rattere marcatamente embedded dell’attività imprenditoriale, e la stretta con- nessione osmotica tra struttura sociale e mercato. Tale interdipendenza, be- ninteso, risulta inevitabilmente accresciuta entro il contesto regionale in que- stione, connotato da un modello di capitalismo politico (Trigilia, 2012) e da un assetto microcapitalistico (Fantozzi, 1997). Su questi aspetti si tornerà in seguito. Le aziende coinvolte, dunque, operano nella produzione e commer- cializzazione di prodotti tipici regionali, e ne offrono un paniere piuttosto variegato.
Il contratto di rete espressamente poneva tra le sue finalità, enunciate nell’ambito dell’articolo 4 dello stesso, «accrescere la competitività delle singole imprese sul mercato nazionale e internazionale», caratterizzando «i prodotti per l’elevato livello qualitativo e lo stretto legame con il territorio di origine».
Per dare concreta attuazione a tali linee di indirizzo strategico, l’articolo 5 dell’atto costitutivo elencava molteplici quanto ambiziosi obiettivi perse- guiti dalla rete, spaziando dalla gestione congiunta di progetti di ricerca e sviluppo alla progettazione e realizzazione di iniziative comuni in campo
commerciale, finanziario e tecnologico; dalla promozione di marchi collet- tivi all’integrazione dell’offerta per potenziarne la capacità di penetrazione sui mercati esterni. E ancora: il rispetto di determinati standard qualitativi di produzione e l’ottenimento di certificazioni di qualità; il miglioramento dei risultati di gestione attraverso l’acquisto congiunto di beni e servizi di inte- resse comune; l’efficientamento della gestione logistica attraverso l’utilizzo di piattaforme congiunte; l’implementazione di portali telematici per la pro- mozione e la vendita dei prodotti; l’apertura di punti vendita sotto lo stesso marchio di rete. Concretamente, ben poche di queste attività comuni sono state realmente avviate, ancora meno sono state realizzate. Afferma a ri- guardo un aderente al contratto di rete:
All’inizio ci siamo mossi, ora siamo fermi. Abbiamo fatto qualche manifesta- zione comune, ma nient’altro (Intervista n. 4, imprenditore).