di Andrea Biagiott
4. Osservazioni conclusive
La ricerca condotta ha indagato le politiche e le trasformazioni produttive legate alle misure di Industria 4.0 concentrandosi, secondo una logica di stu- dio di caso, su una realtà che presenta in maniera accentuata alcune tendenze istruttive per comprenderne le possibili implicazioni in termini di sviluppo territoriale. Ci siamo così rivolti ad una entità produttiva che nei risultati eco- nomici e finanziari presenta una traiettoria di recupero particolarmente de- cisa e lo fa muovendosi in un contesto locale in cui strumenti e politiche industriali hanno svolto, nelle loro diverse forme e variando nel corso del tempo, un ruolo importante. Intorno allo strumento di politica industriale adottato, il contratto di sviluppo, è maturata in questa realtà un’esperienza di particolare rilievo, che ha visto seguire all’adesione alle prime misure il suc- cessivo ricorso a quelle di rilevanza strategica e, infine, la selezione come componente esemplare del «Cluster della Fabbrica Intelligente». Il territorio
coinvolto presenta i tratti di una realtà particolarmente svantaggiata nella quale è interessante ricostruire il ruolo svolto da questa esperienza produt- tiva.
Le prime due dimensioni, il riaggiustamento industriale del gruppo e l’adesione alle soluzioni tecniche e alle misure di politica industriale di In- dustria 4.0, si sono rivelati strettamente interconnessi, ma – è emerso – è la strategia imprenditoriale che precede e predispone in maniera determinante il ricorso allo strumento. Abbiamo cercato di ricostruire il complesso di eventi da cui questa strategia emerge, stratificando una sequenza di svolte che prima arrestano il declino, poi permettono il consolidamento e infine abi- litano all’espansione del gruppo. Il ruolo delle tecnologie orientate a Indu- stria 4.0 appare importante soprattutto nel conseguire un posizionamento strategico in cui l’efficienza produttiva si combina con livelli elevati di affi- dabilità dei prodotti, che divengono sempre più complessi, sofisticati e di- versificati. In questo registriamo un cambiamento rispetto all’introduzione di tecnologie tradizionalmente orientate a contenere il ricorso alla manodo- pera, ridurne la discrezionalità ed espandere la produzione in termini preva- lentemente quantitativi. È piuttosto un’introduzione che abilita la capacità di muoversi sui mercati presidiando le aree di maggior criticità del prodotto. La congruenza tra orientamento tecnologico e strategia competitiva determina del resto una crescita che contiene gli effetti potenzialmente negativi dei pro- cessi in atto: l’aumento dei volumi comporta espansione occupazionale negli stabilimenti e saturazione della capacità produttiva della filiera. Così la tra- sformazione qualitativa si diffonde sottotraccia rispetto ad un assetto che in termini quantitativi appare immutato o in espansione. I cambiamenti previsti a seguito dei finanziamenti di Industria 4.0 si inseriscono in questo quadro come risorsa accessoria che può sostenere un progetto industriale complesso e che si definisce in coincidenza con l’implementazione delle nuove politi- che. Qui la dimensione dello studio di caso registra un allineamento tra i due momenti (dell’azienda e delle politiche) che non può essere generalizzato. Tuttavia, proprio da questa sincronia scaturisce un’evoluzione che è oppor- tuno segnalare, per cui dall’iniziale, formalissima presentazione dell’istrut- toria, avvenuta tramite l’asettica interfaccia digitale a seguito di un’indagine esplorativa della neonata Hitachi Rail, passando attraverso una seconda più robusta applicazione dello strumento, si arriva all’individuazione dell’azien- da come caso esemplare della strategia di Industria 4.0 suscettibile di agevo- lare con la propria esperienza la diffusione di queste trasformazioni nel tes- suto produttivo.
Dal punto di vista del territorio emergono implicazioni interessanti anche se, più che all’affermazione di un quadro definitivo, assistiamo all’attiva- zione di tensioni che possono sostenere dinamiche di cambiamento. L’area
su cui si è concentrata la ricerca presenta degli elementi di debolezza che, come nota Coco (2011, p. 91), evidenziano «sia l’incapacità di sviluppo industriale endogeno sia il fallimento del tentativo di industrializzazione esogena» (sul contesto regionale anche De Rose, 1997 e Vittorio, 2005). La debolezza dei processi di industrializzazione nell’area si intreccia con il consolidamento di un contesto sociale e istituzionale che rende particolarmente problematica l’in- trapresa economica, anche come conseguenza di un pervasivo inquinamento di natura criminale. Quella che Mete richiama in quanto «generale difficoltà a operare sul mercato senza imbattersi in imprese in qualche modo legate alle mafie» e che determina una problematica tale da affliggere «i meccanismi stessi della regolazione sociale, economica e politica» (2013, p. 208; anche Mete, 2017). In questo contesto l’esperienza produttiva che abbiamo indagato fornisce alcuni risultati interessanti. Dobbiamo preliminarmente richiamare come alla vigilia della cessione anche lo stabilimento di Reggio fosse afflitto dai seri problemi di redditività del gruppo Ansaldo Breda. Successivamente non solo è investito di una specializzazione focale rispetto alla distribuzione delle attività tra le articolazioni produttive di Hitachi ma, riferiscono fonti sin- dacali, ha anche conseguito risultati di eccellenza in termini di conseguimento degli obbiettivi produttivi all’interno del gruppo. Questa esperienza si svi- luppa, come abbiamo visto, non recidendo le relazioni col contesto territoriale ma piuttosto sfruttando la propria posizione dominante per conseguire una sorta di radicamento selettivo, che sembra sostenere lo spostamento dei sog- getti coinvolti nella rete locale di relazioni verso assetti più dinamici. Una cor- nice di relazioni incorporate in dispositivi formali maggiormente definiti abi- lita la costruzione di rapporti preservando l’implementazione delle strategie di crescita dalle interferenze potenzialmente provenienti dal contesto. Una traiet- toria che troviamo esemplificata nella tensione esercitata sul piano tecnico nei rapporti con la subfornitura – indotta a confrontarsi e adeguarsi a standard tec- nologici sempre più avanzati e ad aprirsi al mercato –, ma anche, sul piano normativo, nella decisione di applicare, come sancito nel protocollo d’intesa del 2018 con Prefettura e Unindustria Calabria, particolari strumenti di pre- venzione e contrasto dell’infiltrazione e del condizionamento mafioso sulle at- tività della Società nell’economia locale.
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