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Il Journal de l'Empire135 constata la debolezza della vita letteraria dei primi anni dell'Ottocento. I

prodotti culturali non suscitano più lo stesso entusiasmo di un tempo nel pubblico. Secondo il suo punto di vista, lo stato di incertezza della letteratura francese nasce dall'incapacità degli artisti di attualizzare i testi classici. I vecchi soggetti della tradizione vengono infatti riproposti con poca convinzione e, di conseguenza, perdono la loro funzione educativa. Come aveva fatto la Décade, anche il Journal de l'Empire attribuisce importanza alla letteratura della tradizione: essa è la sola in grado di risvegliare nell'uomo le virtù adatte alla costituzione di una società perfetta. Purtroppo gli individui del XIX secolo sembrano non essere più consapevoli dei nobili scopi della letteratura

134Ibidem, p. 42-43.

135Si è già parlato della storia di questo giornale nella nota n°119. Aggiungiamo alcune informazioni. Dopo la riunione dei primi Stati Generali il Journal de l'Empire fu acquistato da Baudouin, lo stampatore dell'Assemblea Nazionale. Successivamente diventò proprietà di Louis-François Bertin, il quale lo diresse per circa quaranta anni. L'abbonamento prevedeva il pagamento di 15 franchi per tre mesi; 29 franchi per sei mesi; 56 franchi per un anno. Ai lettori il giornale offriva alcuni articoli di politica interna, una sezione dedicata alle notizie estere, un trafiletto riservato alla borsa. Nel feuilleton di questo quotidiano erano presenti recensioni di opere teatrali, di libri e di traduzioni. Erano diffusi anche degli articoli concernenti la musica, i viaggi e la moda.

classica. Boileau raccomandava agli autori di imparare a pensare prima che di scrivere: il fondamento dell'arte della scrittura è infatti il pensiero. Eppure la letteratura contemporanea dimostra che questo precetto è fortemente trascurato. Si dà poca importanza agli elementi che formano il giudizio e che coltivano la ragione; la tradizione viene messa da parte; i giovani studiano presso intellettuali ciarlatani e sofisti che sacrificano tutto in nome dell'apparenza e del successo. Agli occhi di questo giornale, il teatro è forse l'ambito in cui è più visibile la condizione di decadenza della letteratura attuale. Ecco quanto viene sostenuto a tale riguardo:

L'un de nos principaux théâtres est fermé, l'autre est presque désert; et ce ne sont pas les chaleurs de l'été qu'il faut accuser de cette solitude, c'est la maladie des premiers sujets. La tragédie et la comédie sont également frappée par cette calamité: la comédie sur-tout est presque désespérée, et même les drames sont sans effet. Mlle Contat, abandonnée de son premier ministre Fleury, ne tient plus que d'une main faible chancelante le sceptre de Thalie.136

Contro questa desolazione, “pour rappeler la chaleur et la vie”137, il teatro francese dovrebbe

rispolverare le opere dei grandi autori classici: Horace, Phèdre, Cinna, Iphigénie, Polyeucte. Esse non hanno eguali, poiché superano di gran lunga tutti i testi contemporanei per le capacità espressive, per la bellezza dello stile e per l'equilibrio della struttura. La grandezza delle immagini e la gloria dei nomi dei personaggi antichi commuovono e colpiscono la mente degli spettatori. Corneille e Racine sono i veri padri della letteratura francese, poiché sono dei geni creatori capaci di riportare in vita le più nobili e valorose personalità del mondo classico. Gli scrittori moderni si illudono di poter raggiungere la stessa perfezione artistica dei maestri classici senza seguire i modelli della tradizione. Tuttavia l'ostinazione a ricercare altre fonti di ispirazione non produce gli esiti sperati, in quanto le opere prodotte non sono degne di un confronto con la celebre letteratura classica. Tale giudizio può essere colto in una pagina di critica letteraria che il giornale dedica ai

Templiers di François Raynouard:

Horace et Cinna peuvent consoler de l'absence des Templiers. (…) L'auteur des Templiers a méconnu le génie du père de notre théâtre, s'il s'est flatté de marcher

sur ses traces en nous offrant un héros passif qui, dans toute une tragédie, ne sait que mourir et prêcher aux autres la mort. Dépouillez ce personnage de l'intérêt factive dont l'esprit de confrérie l'a quelque temps environné, son éloquence funèbre et sa belle passion de mourir ne produiront qu'un ennui mortel. (…) 136 Journal de l'Empire, 16 luglio 1805, p. 2.

Quelle différence d'ailleurs entre les héros de Corneille, et des héros enfroqués, des guerriers en capuchon, tels que les Templiers. Il faut le dire, des moines n'ont ni la dignité, ni l'éclat, ni l'importance nécessaires aux personnages tragiques; des gens qui ont fait voeu de pauvreté, de chasteté et d'obéissance, figurent très mal sur la scène française: toute cette fraternité, toute cette moinerie, tout cet héroïsme de couvent choque l'esprit de notre théâtre, et il faut renvoyer les frères Templiers avec les hermites des mélodrames.138

Il secolo di Louis XIV ha offerto alla Francia un genio elevato, un'eloquenza nobile e imponente, una poetica perfetta e meravigliosa. Grazie al Classicismo i Francesi hanno conosciuto lo spirito umano in tutto il suo splendore. Gli autori del presente mancano invece del tratto distintivo del genio, dato che non sono in grado di “choisir un plan sage et régulier, dont toutes les parties soient bien d'accord entr'elles, concourent au même but, et complète une action unique”139. Distaccandosi

dalla tradizione, la letteratura mette a rischio il buon gusto e danneggia gli individui perché genera in loro frivolezza e inettitudine. A proposito di un possibile rinnovamento letterario, la valutazione del Journal de l'Empire è molto severa. Questo atteggiamento rigido deve comunque essere compreso prendendo anche in considerazione l'orientamento politico del giornale. Come si è affermato in precedenza, nell'epoca del Primo Impero l'esaltazione delle opere classiche si sposa perfettamente con i piani propagandistici di Napoleone. La gloria del passato letterario serve a legittimare il successo del presente politico. Uno splendore politico che rischia di essere rovinato dalle spinte di rinnovamento che stanno emergendo in ambito letterario. Le fazioni politiche che cercano di opporsi all'Impero possono rappresentare “le plus grand fléau de la société”140 perché

sono il nemico del buon senso: esse fanno degenerare l'arte della scrittura in arte dell'inganno. Il Seicento viene visto come un secolo fortunato che, per mezzo della sua lingua armoniosa, ha permesso la formazione di un genio artistico nobile ed elevato. Per il giornale, nell'Ottocento “les hommes véritablement éloquents sont à-peu-près aussi rares que les grands poètes”141. La letteratura

moderna assiste passivamente alla morte dei grandi eroi classici; il pubblico comincia a subire il fascino della cultura inglese. Ecco quanto sostengono con tono triste i giornalisti del Journal de

l'Empire:

Le grand Pompée n'attire pas autant de monde que Robinson Crusoé. Le roman de Robinson est bien plus à l'usage du peuple que l'Histoire romaine. La tragédie

138Ibidem, pp. 2-3.

139Ibidem, 22 luglio 1805, p. 1. 140Ibidem, 24 luglio 1805, p. 1. 141Ibidem, 1 gennaio 1806, p. 1.

de Pompée n'est pas un simple amusement, c'est une leçon d'histoire. Encore faut-il avoir étudié cette leçon dans son cabinet si l'on veut en profiter au théâtre. César et Pompée sont les hommes les plus célèbres de l'antiquité; mais peu de gens les connoissent aujourd'hui, très-peu desirent faire leur connoissance.142

Gli spettatori francesi sono ormai diventati troppo schiavi delle passioni e dei pregiudizi del momento per poter essere in grado di apprezzare la nobile semplicità e l'austera grandezza degli autori classici. Questa tendenza è riscontrata dal quotidiano anche nelle scuole. Gli alunni non riconoscono il giusto valore agli autori della tradizione. Incoraggiati da educatori ciarlatani, essi si considerano dei geni capaci di superare le abilità di Racine soltanto perché percepiscono nel proprio animo l' “ardeur de rimer”143. Dato che non seguono il modello della tradizione classica, i giovani

finiscono per rovinare il loro talento. Perciò il giornale si augura che l'insegnamento sia affidato a persone competenti, le quali sappiano risvegliare nei giovani l'interesse per i testi classici. Il

Journal de l'Empire non giudica positivamente la nascente sensibilità romantica, poiché essa vuole

far credere di conoscere l'essere umano meglio degli autori classici. Le passioni e i sentimenti rappresentati da coloro che sono stati i perfetti conoscitori del cuore umano e i più fedeli pittori della realtà sono considerati adesso da certi intellettuali come semplici manifestazioni di uomini ordinari. I moderni letterati ricercano passioni fantasmagoriche e sentimenti chimerici ma, così facendo, si allontanano dal verosimile e dal buon senso. Il giornale non comprende i personaggi delle opere che esprimono un nuovo gusto estetico, poiché essi sono sempre “environnés de vague, de rêves, de mystères, d'idées mystérieuses dans l'esprit, de sentimens mysterieux dans le coeur, d'une destinée mystérieuse”144. Inoltre non è apprezzato il loro atteggiamento malinconico perché la

malinconia è la malattia di una società oziosa e pigra. È inevitabile che le critiche dei giornalisti si abbattano sul potere immaginativo di Madame de Staël, la quale è ritenuta più capace a sconvolgere il pubblico che a sedurlo. La sua scrittura è talvolta descritta come inintelligibile. È logico a questo punto come vengano analizzati dalla critica letteraria le conversazioni e i pensieri dei personaggi dell'opera Corinne:

Il est souvent impossible de mieux dire ce qu'ils disent, mais ce qu'ils disent se trouvant trop fréquemment hors de la sphère des idées vraies et des sentimens naturels, il est impossible que leur langage ait ce naturel et cette vérité qui plaît aux bons esprit, et qui assure un succès durable aux ouvrages. Leurs conversations sont donc un mélange fatigant d'idées, les unes vraies, les autres 142Ibidem, 2 gennaio 1806, p. 1.

143Ibidem, 12 luglio 1806, p. 3. 144Ibidem, 7 maggio 1807, p. 2.

fausses; quelques-unes grandes, la plupart gigantesques; celles ci véritablement belles, mais alors même peu convenablement placées; enfin, s'ils sont presque toujours éloquens, presque toujours aussi leur éloquence s'excerce sur des chimères.145

Madame de Staël crede di poter arricchire la produzione letteraria francese, ma le sue opere non sono valide perché “ce qui les caractérise, c'est une sorte d'exaltation qui va jusqu'à l'oubli des bienséances”146. L'autrice ha il difetto di essere troppo filosofa e troppo “romanesque”147. Anche se è

convinta di avere un talento distinto, qualunque recensione che lodasse le sue opere sarebbe parziale. Secondo l'opinione del Journal de l'Empire, se si desidera continuare a produrre una letteratura di qualità, bisogna portare rispetto alla tradizione. Nell'edizione del 5 giugno 1807 viene lanciato un chiaro monito. Il miglior modo di onorare i grandi maestri del Classicismo è studiare i modelli che essi hanno lasciato ai posteri. Occorre sforzarsi di seguire il loro esempio: è inutile negarlo, la loro grandezza domina tutta l'arte moderna. Se l'uomo è troppo debole da non riuscire a raggiungere la loro altezza, allora deve almeno meditare sulle loro opere immortali e coltivare i principii che hanno guidato la loro gloriosa carriera.