La Minerve littéraire193 condanna senza appello le sperimentazioni dei nuovi scrittori romantici. In 191Ibidem, vol. 1, n° 9, 1° aprile 1820, p. 355.
192Ibidem, vol. 2, n° 17, 22 luglio 1820, p. 272.
193La Minerve littéraire è una rivista fondata nel 1820 e diretta dalla poetessa, traduttrice e pittrice Adélaïde Dufrenoy. Le sue pubblicazioni durarono fino al 1821. Molti dei suoi collaboratori erano importanti letterati e membri delle
modo particolare, si mostra critica nei confronti della ricerca di una immaginazione libera e spontanea. Dal suo punto di vista, i giovani autori sprecano il loro tempo a produrre opere che tentano di sedurre il pubblico grazie ad una viva successione di impressioni e di sensazioni. Questo tipo di letteratura influisce negativamente sulle attività culturali del paese, perché l'assenza di regole genera forme artistiche dal carattere triviale ed equivoco. L'imperfezione e il disordine di tali prodotti è dovuto alla mancanza di solide fondamenta e al rifiuto dei precetti del canone classico. È la sola ragione infatti ad avere il potere di abbellire e di curare tutti i dettagli di un'opera d'arte. Non si può vedere nelle regole un limite dell'espressione artistica. La misura e l'equilibrio non conferiscono all'arte né freddezza né severità, ma soltanto grazia e bellezza. Fedele alle virtù della ragione e ai principii ereditati dalla filosofia dei Lumi, La Minerve littéraire non può che sostenere i valori della tradizione. I giornalisti che partecipano alla sua realizzazione sono quasi tutti dei classicisti convinti. Molti di questi ritengono insuperabile il modello dei grandi maestri classici, poiché ormai esso è entrato a far parte del patrimonio culturale francese. Corneille, Racine, Molière e Boileau sono un simbolo della storia della Francia e hanno esercitato un enorme prestigio nello scenario letterario dell'intera Europa. Calpestare la tradizione significherebbe quindi mancare di rispetto a coloro che hanno contribuito a rendere i Francesi un popolo civile e raffinato. Tuttavia “rien n'est stable sur cette terre: ni la pompe de la royauté, ni les dons de la richesse, ni les grâces de la beauté ne peuvent arrêter le vol rapide du Temps”194. La rivista riconosce con obiettività che,
dopo gli sconvolgimenti storici avvenuti tra fine Settecento e inizio Ottocento, non esiste più alcuna certezza. La diffusione della nuova sensibilità romantica e la moda delle letterature straniere stanno portando la tradizione verso un cammino di decadenza e desolazione. Gli interessi letterari si confondono con quelli personali e politici. I giudizi espressi da certi critici letterari sono falsi e disonesti. Nello stato di confusione generale gli scontri tra fazioni avverse imperversano. La mente si annebbia a tal punto da eleggere Racine e Boileau come maestri di cattivo gusto. Il Romanticismo sembra avere la forza di sommergere la tradizione classica. In breve, tutto è visto come sottoposto al movimento e all'instabilità:
À voir les jugemens des hommes sur les écrivains de leur siècle, on serait tenté d'établir en principe qu'il n'y a point de règles fixes en littérature; que les beautés d'un poëme sont purement de convention et de caprice; que le plaisir qu'on y
Accademie. Ogni suo numero conteneva un'analisi dello sviluppo della letteratura e delle arti in Francia e in Europa; recensioni e articoli di critica letterari; informazioni sulla moda e sulle edizioni di nuove opere. Erano presenti anche argomentazioni di carattere più vario, come quelle destinate al clima, alla geografia, alle scienze e alla storia. Questa rivista veniva letta da menti liberali e anticlericali. L'abbonamento prevedeva il costo di 13 franchi per un volume, 24 franchi per due volumi, 45 franchi per tre volumi. Ciascun volume poteva contenere dodici o tredici numeri della rivista. Un singolo numero costava 1,50 franchi.
éprouve, tient plus à l'imagination du lecteur qu'au talent du poëte, et que le goût est une impression passagère, changeante, fugitive comme la mode.195
Di fronte a queste constatazioni, La Minerve littéraire cerca di assumere un atteggiamento serio e razionale. La rivista non vuole infatti che la gente metta in dubbio l'onestà intellettuale contenuta nelle sue pagine e, tanto meno, la reputazione del suo nome. Per un momento, essa sembra voler abbandonare la verve polemica iniziale contro il Romanticismo. È Viennet a scrivere un primo articolo dal tono calmo e pacato. Le sue riflessioni nascono da alcune osservazioni logiche: se è vero che il dibattito letterario versa in un terribile stato di incertezza e se è vero che i giudizi di molti critici sono inaffidabili, allora forse non è possibile realizzare un giusto confronto tra Classicismo e Romanticismo. Per spiegare meglio le sue interpretazioni, Viennet paragona la situazione letteraria francese a quella che ha vissuto in passato l'Italia. I critici italiani hanno spesso modificato le loro valutazioni sulle opere letterarie a seconda delle epoche storiche o a seconda della volontà di uomini potenti. Gli accademici della Crusca196 ad esempio hanno attaccato
fortemente la Gerusalemme liberata del Tasso perché, ai loro occhi, essa appariva come un'opera spenta e faticosa da leggere, piena di barbarismi e di termini pedanti. La posterità ha invece riabilitato il suo valore. Lo stesso trattamento è stato riservato all'attività letteraria del Petrarca. I critici italiani hanno alternato grande entusiasmo e ammirazione a giudizi aspri e denigratori. Nei confronti del Romanticismo, i letterati francesi stanno manifestando un'attitudine simile a quella italiana. Il rischio però è ben più grave, dato che la mancanza di obiettività è spesso determinata da questioni politiche. Ciò inasprisce sempre di più gli animi degli intellettuali e la violenza del dibattito letterario può provocare la divisione del paese. Il tono di Viennet diventa severo e concitato quando affronta tale problematica:
Que dire de ces jugemens littéraires, quand l'esprit de parti les prononcent, quand les idées d'un écrivain attaquent des préjugés devenus des principes, ou des principes défendus par de grands intérêts; lorsqu'enfin, dans cette lutte de l'ancien et du nouveau monde, deux opinions rivales, inconciliables, s'établissent au sein d'une nation désunie? Ce ne sont plus les hommes qui jugent, mais les passions qui les animent, mais les intérêts qui les divisent. Pour affaiblir la puissance morale du parti contraire, on va jusqu'à nier le mérite le plus évident, le talent le plus incontestable dans les écrivains de ce parti, tandis que les éloges
195Ibidem, vol. I, n° 2, 1820, p. 9.
196L'Accademia della Crusca è un' antica istituzione italiana formata da studiosi di linguistica e di filologia. Il suo prestigio è riconosciuto in tutto il mondo. Inizialmente nacque a Firenze come informale gruppo di amici, per volontà dell'umanista Leonardo Salviati. Fu costituita ufficialmente nel 1585. Le sue attività miravano sempre a conservare la purezza della lingua italiana.
les plus insolemment outrés sont prodigués aux pygmées littéraire qui marchent sous la bannière politique de celui qui les juge. On en vient à ce point, qu'il n'existe plus ni pudeur, ni conscience; il s'élève une multitude bruyante d'aristarques sans foi, qui, s'attachant au seul nom d'un auteur, cherchent avec un soin jaloux, avec une malveillance minutieuse, les défauts inévitables d'une grande composition, ou les partis faibles d'un recueil de poésies; rassemblent avec tout l'art de la haine ces passages épars, ces taches souvent imperceptibles aux yeux d'une critique impartiale; et, négligeant tout ce qui les rachète, déguisant tout ce qui les efface, les présentent au public indifférent, comme l'échantillon ridicule du livre qu'ils veulent perdre, du mérite qu'ils veulent obscurcir.197
Per il bene della letteratura, Viennet chiede ai suoi colleghi di esercitare la professione di giornalista e di critico in modo imparziale. Di conseguenza è opportuno condurre il dibattito letterario sulla tradizione senza pregiudizi, utilizzando un comune metro di giudizio. Il valore dei classici resta inconfutabile ma, forse, la valutazione della letteratura romantica va lasciata alle generazioni future. Nelle edizioni successive della Minerve littéraire è però lo stesso Viennet ad interrompere i tentativi di dialogo tra Classicismo e Romanticismo. In occasione della presentazione di alcune poesie di Lord Byron, Walter Scott e Thomas Moore, egli non risparmia ai lettori una spietata valutazione della letteratura romantica. I suoi toni accesi dichiarano apertamente battaglia:
Je vais soulever contre moi toute la nation des romantiques; et les progrès de cette secte sont si effrayans, l'ardeur de ses missionnaires , le zèle de ses proselytes est tellement irascible, qu'il y a presque du courage à se déclarer ouvertement le champion de l'ancien régime littéraire. Je ne tiens absolument qu'à celui-là; mais je suis tellement attaché à mes vieilles admirations, je suis si fortement encroûté d'Aristotélisme; tranchons le mot, je suis un ultra si déterminé en littérature, que la moindre innovation dans les lois du Pinde me semble le présage d'une épouventable anarchié.198
Le innovazioni portate dalla sensibilità romantica sono delle assurdità indefinibili, le quali abbassano il livello dell'arte. Nessuno è capace né di spiegare il significato della parola Romanticismo né di fare chiarezza sul concetto di genere romantico. Viennet non riesce a capire come i poeti romantici possano provare un grande entusiasmo per “ce qui n'est ni naturel ni
197 Ibidem, pp. 10-11.
raisonnable”199. I sostenitori del rinnovamento letterario dichiarano che la loro arte è vera e che il
successo del Romanticismo comporterà il trionfo del gusto e della ragione. Bisogna rispondere a questa provocazione; non si devono trascurare le accuse di chi vede nella tradizione classica una natura artificiale e una verità arbitraria. La letteratura romantica è ineffabile e stravagante. Ecco le parole di Viennet a proposito di ciò che lascia una lettura romantica:
Je vois de très-belles pages, des peintures animées, des sentimens bien développés; mais je voyais tout cela dans les prédécesseurs des écrivains romantiques; et tout ce qui leur appartient en propre ne m'offre que du bizarre et de l'absurde. Ce qui plaît surtout à nos jolies femmes à vapeurs et à migraines, c'est le vague dans lequel cette race de poëtes laisse égarer leur imagination fantastique; c'est cette atmosphere nébouleuse où vagabondent leurs pensées mélancoliques. Encouragé par le plaisir qu'elles y trouvaient, j'ai voulu me le donner à mon tour. Je n'ai vu que des idées sans ordre, je n'ai réçu que des impressions fugitives. Le coeur est ému de quelque chose qu'il ne conçoit pas; ses émotions sont uniformément prolongées par une chaîne d'images qu'on ne peut définir; mais le charme cesse avec la lecture, parce que l'esprit ne s'est attaché à rien; on est tout surpris d'avoir été ému; on s'en demande la cause; on cherche à se rendre compte de ce qu'on a éprouvé, à ressaisir par la mémoire ce qui vient de passer sous les yeux. Peine perdue! La bulle de savon s'est dissipée dans les airs.200
Nonostante i molti difetti, la letteratura romantica va di gran moda. Essa è come una malattia contagiosa. Viennet descrive con sdegno l'atteggiamento del pubblico e di alcuni letterati verso le opere romantiche: “on demande à grands cris du Byron, du Walter Scott et du Schiller. On le paye même d'avance; on l'achète sur parole; et les traducteurs s'arrachent les conceptions de ces grands génies”201. Il critico della Minerve littéraire non desidera soffermarsi sull'intento morale dei testi
romantici. Da una parte, egli riconosce il talento dei nuovi autori emergenti ma, dall'altra, ribadisce che essi susciterebbero un maggiore interesse se sottoponessero la loro libera immaginazione a salde regole. La Minerve littéraire e Viennet rimangono comunque fermi nella posizione classicista:
Si, pour être romantique, il faut cacher la moitié de ce que le lecteur aurait du plaisir à savoir, si on peut négliger les transitions, isoler un fait de tous les antécédens, faire sortir de dessous terre des personnages de fantasmagories, et
199Ibidem, p. 296. 200Ibidem. 201Ibidem, p. 297.
bâtir des palais dans les nuages; je le répète, le romantique est une absurdité.202
Tale è infatti il comportamento che si aspetterebbero tutti gli uomini di buon senso, ancora leali alle regole della tradizione. La Minerve littéraire si affida alle Muse dell'antichità e dichiara di voler riportare la letteratura francese allo splendore del secolo di Louis XIV. A chi le domanda se, in pieno dibattito, assumerà in modo chiaro una posizione classica, la rivista risponde così: “ C'est notre projet: ne doit-on pas toujours en revenir aux modèles?”203.