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Le richieste di rinnovamento formulate da Madame de Staël e da Guizot non trovano subito una pronta risposta. L'ostilità ad un piano di eventuali riforme del canone letterario è ben radicata nel mondo intellettuale francese, per il quale la letteratura prodotta nel Grand Siècle è degna di essere considerata una forma di memoria nazionale proprio perché essa è conforme agli ideali della perfezione civica. Le caratteristiche del canone del Classicismo hanno un'evidente funzione pedagogica dato che esse possono influenzare positivamente la struttura sociale. Vige l'imperativo di usare i testi classici nelle forme di intrattenimento per il popolo e nell'educazione dei giovani. Molto diffuse sono le rappresentazioni teatrali delle opere classiche che cercano di esaltare le vite esemplari degli stessi autori. È interesse della propaganda imperiale creare un'istruzione nazionale. Ciò che conta è enfatizzare le atmosfere morali ed eroiche. Gli elementi storici non hanno alcuna importanza. Le virtù che vengono messe in risalto sono quelle semplici: la famiglia, l'amore per la patria, l'azione eroica e il sacrificio. La politica di Napoleone cerca di nazionalizzare le opere di Corneille poiché esse sembrano contenere perfettamente i valori eroici richiesti dall'Impero adatti a costruire la Francia del futuro. Le opere di Racine non sono troppo stimate dato che portano in scena dei personaggi con passioni travolgenti. La figura di Rotrou è giudicata un perfetto modello educativo più per la sua morte nobile che per le sue qualità letterarie72. La resistenza degli

intellettuali al cambiamento e la strenua difesa del modello classico è dovuta anche ad alcune trasformazioni culturali avvenute nella società francese dopo lo scoppio della Rivoluzione. Negli anni successivi a questo evento si assiste infatti ad un progresso della scienza. Le cosiddette scienze esatte registrano un'evoluzione e si cominciano a promulgare quelle riforme che porteranno alla nascita della medicina clinica73. Gli sviluppi delle scienze esatte producono un influsso notevole nel

modo di pensare e di giudicare degli individui. Si crede che l'occhio dell'uomo di scienza sia il più adatto a cogliere certi particolari della natura umana: è svelto ad individuare i segni ed è abile ad interpretare i casi. Inoltre si è sempre più convinti che sia possibile ridurre qualsiasi fenomeno

71 Agénor Bardoux, Les Grands Écrivains Français. Guizot, Paris, Hacette, 1894, pp. 115-163, 193-212; Jacques de Crozals, Guizot, Paris, Société française d'imprimerie et de librairie, 1901, pp. 7-80, 170-232.

72 Jean de Rotrou (1609-1650) è stato uno scrittore e un drammaturgo. La propaganda dell'Impero enfatizzò la sua morte. Si racconta che, durante un'epidemia di peste a Dreux, Rotrou preferì restare a fianco dei suoi concittadini e si rifiutò di trovare rifugio a Parigi.

73 Per uno studio più approfondito si può consultare l'opera di Michel Foucault Naissance de la clinique: une

umano a leggi organiche e materialiste. Non è un caso che nella sua opera medico-filosofica

Rapports du physique et du moral de l'homme Cabanis sostenga la preponderanza dell'elemento

fisico sull'aspetto morale. Si crea inevitabilmente una contrapposizione tra le scienze umanistiche e le nuove scienze esatte. La scienza è criticata per il suo carattere empio, utilitaristico, materialistico e per la sua presunzione di conoscenza assoluta. In nome dei vecchi principii, gli insegnamenti dei testi e degli autori classici vengono contrapposti ai nuovi metodi scientifici. Un autore classico molto valorizzato in questo clima di scontro è La Bruyère. Per i difensori della tradizione, le sue opere contengono infatti una scienza morale obiettiva e infallibile, capace di offrire all'uomo delle vere e proprie lezioni. Anche Bossuet è tenuto in grande considerazione e la sua produzione letteraria viene perfino semplificata per renderla accessibile ai più giovani. Tra Impero e Restaurazione si assiste ad una rivalutazione dell'orazione religiosa rispetto all'eloquenza di carattere laico. Il successo della religione cattolica in letteratura è dovuto proprio ad una reazione nei confronti di un potenziale dominio scientifico. Mentre la scienza cerca di ridurre l'umano a pura materia, la letteratura si comporta come una scienza morale rispettosa dei giusti precetti. È la paura del materialismo che spinge gli intellettuali ad elevare questo tipo di letteratura come parte integrante della tradizione. Sono un buon modello i testi moralistici della seconda metà del XVII secolo; le opere filosofiche del XVIII secolo sono invece troppo vicine al pensiero scientifico a causa del loro carattere arido e analitico. Questo legame tra letteratura e religione è significativo perché attribuisce un carattere di sacralità alla tradizione classica, ormai intesa come un patrimonio nazionale. Nonostante la penetrazione delle nuove filosofie romantiche, la presenza del sentimento religioso continua a farsi sentire nei giudizi di alcuni autori francesi sulla letteratura precedente al XIX secolo. Nel suo Génie du Christianisme Chateaubriand afferma di vedere nell'incredulità il principale motivo della decadenza del gusto e del genio. Si capisce dunque che il tentativo di rinnovamento da parte degli intellettuali romantici richiede molto tempo. Non si tratta infatti di una pura e semplice questione del valore letterario dei testi classici. Più che l'aspetto estetico è la portata politica e filosofica di queste opere che è difficile da archiviare, poiché esse hanno foggiato una certa immagine della cultura nazionale. Valutando positivamente il periodo del Medioevo e del Rinascimento, il Romanticismo denuncia la dipendenza del concetto di tradizione rispetto all'esclusività dell'ideologia classica. È giusto cercare di esaminare il Classicismo da un punto di vista letterario obiettivo ed è opportuno liberarsi delle sue sovrastrutture filosofiche e politiche. Sainte-Beuve sottolinea esattamente questa problematica. Un rapporto immediato con i testi classici che non tenga conto di una giusta distanza temporale non può portare ad un'analisi appropriata. Bisogna cercare di capire un testo classico nella sua profondità; soltanto successivamente si possono elaborare dei giudizi. Alla luce della critica di Sainte-Beuve nei confronti dei continui

tentativi di appropriazione e di manipolazione dei classici, si deve riconoscere che l'affermazione del pensiero e della sensibilità romantici in Francia non può essere considerata come una banale opposizione al Classicismo. Certo, il Romanticismo non si concilia con l'estetica classica. Tuttavia esso può essere valutato non come una pratica denigratoria, ma come una forma di differente approccio alla tradizione.