Durante l'epoca della Seconda Repubblica non sono prodotte riforme sostanziali. L'unica legge da rimarcare è quella varata il 15 marzo 1850 dal ministro Falloux che, attraverso delle disposizioni sulla libertà di insegnamento, lascia spazio a quello confessionale. Gli anni del Secondo Impero sono fortemente influenzati dalla filosofia positivista di Saint-Simon, la quale sostiene che la società francese ha bisogno di una profonda riorganizzazione educativa, al fine di essere preparata alla realizzazione della futura civiltà industriale. Egli ritiene l'istruzione un diritto di tutti i cittadini: il sapere permette infatti il progresso, il miglioramento della vita comunitaria. Di conseguenza i ministri dell'Istruzione pubblica di questo periodo cercano di riformare l'insegnamento concedendo spazio alla tecnica, alla scienza, alle lingue straniere e al francese. Tale tipo di educazione tecnico- scientifica deve rappresentare un'opzione rispetto a quella delle lettere classiche. Nel 1852 il ministro Fortoul ristruttura l'insegnamento secondario secondo il principio della “biforcazione”: gli studi letterari e quelli scientifici ottengono così la medesima considerazione. In precedenza il baccalauréat scientifico poteva essere conseguito soltanto dopo aver già ottenuto quello letterario. Adesso invece il primo tipo di esame di stato è la prova finale che spetta a chi intraprende gli studi scientifici mentre il secondo tipo è destinato al percorso delle lettere. Lo studio delle scienze deve essere intrapreso, con semplicità, fin dall'educazione primaria. Le scuole elementari hanno il compito di fornire ai bambini i primi strumenti fondamentali per lo sviluppo della loro intelligenza. Ciò significa che è indispensabile avvicinare il bambino ad ogni utilità pratica. Le decisioni di Fortoul testimoniano le ambizioni di Napoleone III, il quale vuole rendere la Francia una protagonista della Rivoluzione Industriale. Il regime imperiale mira a far conoscere il suo prestigio in tutto il mondo e necessita che il passato glorioso della sua storia sia celebrato. I programmi ufficiali delle scuole tendono perciò a dare importanza all'insegnamento della lingua francese e a far conoscere nuovi periodi della letteratura nazionale. Le politiche educative del ministero Fortoul pongono ad esempio fine all'antico disprezzo nei confronti della letteratura prodotta prima del XVII secolo. Si sollecita la creazione di un manuale che contenga le composizioni degli antichi poeti francesi, con lo scopo di mostrare tanto la superiorità quanto la precocità del genio nazionale. Esso è giudicato dall'Impero come quel modello che ha ispirato la letteratura degli altri paesi europei e che, in Francia, ha dato origine ai più noti capolavori. Con un intervento del 1854, Fortoul si sforza di rendere l'insegnamento della lingua francese più uniforme e più moderno. I livelli di studio del
d’Ascq, Presses Universitaires du Septentrion, 2001, pp. 99-109; Michel Leroy, La littérature dans les instructions
francese vengono fissati in tutti i gradi del sistema educativo e si dispone che molto tempo sia dedicato alla spiegazione degli autori nazionali. Questo è di certo un passo in avanti, poiché nel 1852 i piani di studio destinavano solo dieci minuti ai testi francesi: le opere classiche avevano invece a disposizione tre quarti d'ora. Sotto il regime imperiale la letteratura deve avere una funzione più politica che estetica. Le lettere sono prima di tutto l'orgoglio della Francia. Esse hanno la capacità di infondere armonia, civiltà e virtù, di far attecchire sentimenti patriottici, di dar vigore a ciò che è vero, bello e buono. I testi francesi non sono rivali di quelli greci e latini, poiché anche essi offrono modelli di eroismo e continuano a svolgere gli stessi compiti civilizzatori. Secondo tale prospettiva acquistano maggior risalto le personalità che si sono rese testimoni di eroismo o attraverso le loro opere o attraverso le loro azioni, come Corneille e Napoleone Bonaparte. Le misure per la modernizzazione dell'insegnamento letterario prevedono inoltre l'inclusione di opere scientifiche: gli scritti di un geometra o di un naturalista sono sempre un'espressione del genio francese. Questa ultima novità tenta di allontanare dall'insegnamento della letteratura gli sterili esercizi di composizione retorica. Anche i metodi di insegnamento prendono tale direzione. Il Ministero dell'Istruzione pubblica suggerisce ai professori di spiegare i testi letterari, non solo applicando le regole della retorica, ma mostrando anche il genio insito in ogni autore. Tuttavia le riforme di Fortoul non riguardano l'università, che rimane fedele all'estetica classica, alle tradizioni e alla retorica. Il corpus di testi classici non subisce perciò un ampliamento notevole nell'epoca del Secondo Impero. Punti fermi del corpus restano Racine, Corneille, Molière, La Fontaine, Boileau, La Bruyère, Montesquieu, Voltaire, Buffon e Bossuet. Continuano dunque ad essere presenti in modo particolare i capolavori del Seicento e alcune opere del Settecento. Di fatto, i tentativi di affermare un'educazione più moderna incontrano ostilità anche da parte dei licei. In essi lo studio delle lingue classiche rimane predominante e i testi francesi richiesti all'esame di stato vengono rigidamente controllati dal regime. Si ricorda il caso del Siècle di Louis XIV di Voltaire, a cui vengono censurate tutte le parti capaci di sollevare conflitti nella società del tempo. Il ministero di Rouland insiste con le riforme volte a indirizzare l'educazione dei giovani francesi verso i processi di industrializzazione in atto nella Francia di quegli anni. Per quanto riguarda la pedagogia delle scuole primarie, Rouland chiede l'introduzione di un sapere principalmente pratico e utile. Le scuole elementari devono cioè fare a meno di insegnamenti troppo teorici, dal contenuto vago e astratto. Nel 1862 il ministro dà anche disposizioni per l'apertura delle biblioteche scolastiche. Esse dovranno contenere i libri utilizzati nelle classi ma anche testi di lettura in grado di fornire lezioni morali e di rafforzare l'identità nazionale. Il certificato degli studi primari da far conseguire agli alunni è però imposto dal ministero di Duruy. Il nuovo ministro si occupa soprattutto dell'istruzione primaria. Egli si batte per la costruzione di scuole elementari nei luoghi in cui risultano assenti, per
la ristrutturazione dei vecchi edifici scolastici, per il miglioramento dei metodi educativi, per la garanzia del benessere e della dignità degli istitutori, per l'istituzione del carattere obbligatorio e gratuito dell'istruzione. Le sue ambizioni devono però confrontarsi con lo scetticismo di buona parte della classe politica e con la diffidenza di molte famiglie. Con la promulgazione della legge del 10 aprile 1867, Duruy è costretto a ridimensionare i suoi progetti. Egli riesce comunque ad autorizzare la gratuità della scuola per tutti i comuni che sono disposti volontariamente a finanziare l'educazione. Per favorire la frequentazione delle scuole la legge permette la creazione delle caisses des écoles, i cui soldi sono devoluti ai più volenterosi e agli indigenti. Con la legge del 21 giugno 1865 Duruy interviene anche nell'istruzione secondaria. Egli istituisce un insegnamento speciale, di carattere professionale e di durata più breve, che ha l'obiettivo di formare i giovani alle pratiche dell'agricoltura, del commercio e dell'industria. Esso si basa sullo studio delle scienze applicate, della storia, della morale e della letteratura. L'insegnamento secondario speciale non è uniforme come quello classico: esso si adatta ai bisogni delle varie località della Francia poiché deve garantire conoscenze immediatamente utilizzabili. È proprio in questa tipologia di insegnamento che la lingua francese trova una forte valorizzazione. Non è previsto l'apprendimento né del greco né del latino. Le lingue e le letterature insegnate sono francesi o straniere. Lo studente deve avvicinarsi alla lingua e alla letteratura del paese per gradi: dai testi più semplici a quelli più complessi. L'insegnamento secondario speciale offre dunque agli alunni un corso di storia della letteratura francese abbastanza ampio e dettagliato. Le lezioni di questo corso partono dall'origine della lingua francese, dalla composizione delle prime forme poetiche e prosastiche per arrivare fino alla citazione dei poeti e dei prosatori successivi al 1815. C'è spazio anche per trattare le personalità più illustri della letteratura straniera, quali ad esempio Dante e Shakespeare. Tuttavia il Seicento è il secolo più rappresentato nei programmi dell'istruzione secondaria speciale: gli insegnanti sono tenuti a dedicare più tempo alla spiegazione dei testi di Corneille, Racine, Molière, Boileau, La Fontaine, Descartes, Pascal, Bossuet, Madame de Sévigné, La Bruyère e Fénelon. Il Settecento è invece studiato con Voltaire, Montesquieu, Rousseau, Buffon e Bernardin de Saint-Pierre. Le epoche della Rivoluzione e del Primo Impero sono affrontate con Mirabeau, André Chénier, Napoleone, Chateaubriand e Madame de Staël. Il Romanticismo è presente, ma non viene trattata la sua vera essenza. Vengono proposti autori romantici che, in alcune opere, contribuiscono all'edificazione morale, religiosa e politica: Lamartine, Hugo, Musset. Gli studenti devono conoscere anche la prosa storica di Thiers, Guizot, Thierry, Jouffroy. Gli estratti delle opere selezionate servono a perfezionare le capacità di lettura, di scrittura, di analisi e di dissertazione dei giovani francesi. I passi scelti non devono essere perciò i più rappresentativi di un determinato autore, ma quelli che possono aiutare maggiormente lo sviluppo delle abilità discorsive degli
studenti: orazioni, proclamazioni, declamazioni, racconti, descrizioni, scritti critici e filosofici. I generi del romanzo e della poesia lirica non trovano posto; la commedia gode di una piccola considerazione. Di conseguenza il corso di storia della letteratura francese, tenuto nelle scuole secondarie speciali, non consente un'analisi approfondita degli autori e delle loro produzioni. I professori devono illustrare la biografia e i principali testi di un autore, mettendo in risalto i suoi metodi di scrittura e lo stile; gli alunni devono leggere ad alta voce l'estratto di un'opera ed analizzare a livello critico tutte le sue caratteristiche. La struttura del corso è però più cronologica che storica. Poiché gli studi danno priorità alle abilità retoriche, non si parla ancora né di movimenti letterari né di correnti estetiche. Non esistono precetti stabiliti che permettono la classificazione dei testi secondo un vero approccio storico. L'intento precipuo della scuola di Napoleone III è quello di formare lo spirito nazionale attraverso la promozione delle opere letterarie francesi ritenute più eccellenti419.