Dopo la fine dell'Impero napoleonico la Chiesa cerca di ripristinare la sua influenza sull'istruzione: numerose sono le congregazioni religiose che forniscono gli istitutori alle scuole. Tuttavia i primi anni della Restaurazione sono caratterizzati dallo sviluppo di un ampio dibattito pedagogico. Penetra infatti in Francia l'idea di un metodo di insegnamento mutuale, già messo a punto in
417François Mayeur, De la Révolution à l'école républicaine (1789-1930) in Histoire générale de l'enseignement et de
l'éducation en France, Paris, Nouvelle Librairie de France, 1981, pp. 297-305; François Furet, Jacques Ozouf, Lire et écrire, l'alphabétisation des Français de Calvin à Jules Ferry, Paris, Les éditions de minuit, 1977, vol. I, pp. 113-
175; René Grevet, L’avènement de l’école contemporaine en France (1789-1835), Laïcisation et
confessionnalisation de la culture scolaire, Villeneuve-d’Ascq, Presses Universitaires du Septentrion, 2001, pp. 49-
81; Michel Leroy, La littérature dans les instructions officielles au XIXe siècle, “Revue d'histoire littéraire de la
Inghilterra da Alexander Bell e Joseph Lancaster. Questo sistema educativo viene interpretato come una lotta efficace alla miseria della gran parte della popolazione francese, poiché facilita l'estensione dell'istruzione elementare. Il metodo mutuale prevede che i bambini più capaci, sotto l'attento controllo del maestro, diventino istitutori di quelli più in difficoltà. Il maestro della scuola deve perciò occuparsi solo dell'educazione degli alunni più abili. Nel giugno 1815 è fondata la Société pour l'amélioration de l'enseignement élémentaire, il cui scopo è proprio quello di favorire tra il popolo la diffusione di tante scuole elementari che pratichino il metodo mutuale. L'educazione offerta da tali strutture deve servire tanto alla moralizzazione dei più poveri quanto alla loro integrazione sociale. Il governo di Louis XVIII appoggia questi progetti e, il 29 febbraio 1816, emana un ordinamento in cui si sollecitano i comuni a fondare una scuola e a garantire ai bambini più bisognosi un'istruzione gratuita. Così, per la prima volta, lo Stato francese si sforza di organizzare l'istruzione primaria, la quale fino a questo momento era stata invece trascurata dalle varie riforme educative. Tuttavia l'ordinamento di Louis XVIII non prevede multe per quei comuni che lo violano. Esso è come un'obbligazione morale. Questo aspetto ha per conseguenza l'indebolimento dell'impegno a promuovere l'educazione mutuale, già minato in parte dalle scarse risorse finanziarie messe a disposizione dallo Stato. A partire dal 1820 si aggiungono anche le lamentele della Chiesa che preferisce il metodo di insegnamento simultaneo. Se durante la Restaurazione l'istruzione primaria è oggetto di molteplici discussioni, gli altri livelli di educazione non subiscono cambiamenti considerevoli. L'università conserva il monopolio dell'insegnamento: è essa che ha pieni poteri sulla figura dell'istitutore. I licei creati nell'Impero diventano collegi reali. La cultura classica svolge sempre un ruolo dominante nella formazione dei giovani, poiché la tradizione antica è sinonimo di vero e di universale. Gli autori greci e latini, insieme alle personalità più celebri del Seicento, sono ritenuti il modello assoluto del pensiero e della scrittura. I programmi ufficiali delle scuole attestano una scarsa evoluzione di ciò che si legge e si studia: l'istruzione sembra essere imprigionata nell'immobilismo dell'estetica classica. L'università tende però ad approvare la composizione di manuali che mettano più in risalto la letteratura francese. Questi testi contengono alcuni estratti di autori fino ad ora non presi in considerazione per l'educazione scolastica, quali Jean-Jacques Rousseau e Chateaubriand. Nell'epoca della Restaurazione comincia infatti a manifestarsi un divario tra la letteratura insegnata, di carattere fondamentalmente classico, e la nuova letteratura romantica che anima i centri culturali della Francia. La Restaurazione vede la pubblicazione delle prime raccolte poetiche di Lamartine, Vigny e Hugo. Inoltre la letteratura francese comincia ad essere valutata secondo una prospettiva storica. Nel 1819 Marie-Joseph Chénier pubblica il suo Tableau historique de l'État et des progrès de la littérature française depuis
Cinquecento. A partire dal 1827, presso la Sorbona, Villemain tiene delle lezioni sulla letteratura francese del Settecento. Il maggiore interesse per le opere francesi e per la lingua nazionale è però determinato soprattutto dalla necessità di preparare i giovani francesi alle esigenze della società moderna post-rivoluzionaria. Da qui il bisogno di portare avanti il processo di unificazione dell'insegnamento, di organizzare un valido esame di stato, di riaprire i concorsi per l'assunzione di educatori preparati. Questa necessità diventa più pressante dopo lo scoppio delle insurrezioni del 1830. Alla Monarchia di Luglio servono dei programmi scolastici un po' più moderni, che diano forza all'insegnamento della lingua francese. La svolta è richiesta dai disegni politici ed economici del re Louis Philippe. Per tornare ad essere una solida potenza politica ed economica in Europa, la Francia deve infatti ritrovare lo spirito nazionale, costituire nuovi gruppi sociali, fornire ai cittadini le competenze indispensabili a realizzare la rivoluzione industriale. Tutte le personalità politiche che, nel corso della Monarchia di Luglio, lavorano per il Ministero dell'Istruzione pubblica sono consapevoli di tale problematica e cercano di individuare il metodo migliore per modernizzare il processo educativo. I ministri cercano di trovare soluzioni anche guardando ai modelli di insegnamento praticati all'estero. Victor Cousin ad esempio analizza l'istruzione tedesca, la quale concede molte ore all'apprendimento della storia, delle lingue e delle letterature moderne. Di conseguenza, anche se la cultura classica domina sempre i piani di studio francesi, cominciano a trovare più spazio le opere storiche e perfino i testi critici. Questi ultimi sono del resto utili per insegnare l'arte del discorso. Una maggiore presenza della lingua e della letteratura francese nella formazione dei giovani si registra comunque a partire dal 1840, quando Victor Cousin studia una riforma per l'organizzazione dell'esame di Stato, il baccalauréat. Cousin pensa a un'istruzione moderna capace di rispondere alle esigenze della società, dove le stesse attenzioni rivolte allo studio delle lingue antiche sono prestate anche alla lingua del proprio paese. Le menti degli allievi non devono più esercitarsi soltanto con l'oratoria di Quintiliano e Aristotele. Si devono istituire dei corsi di letteratura generale in cui la retorica antica non sovrasti gli altri generi letterari. In breve, la retorica classica deve diventare una parte della storia della letteratura. Gli studenti devono imparare, durante il loro percorso educativo, le opere retoriche e i testi greci, latini, francesi secondo un principio cronologico. Nella prova orale dell'esame di Stato occorre perciò inserire l'analisi letteraria e grammaticale di alcuni classici francesi, sia in prosa che in versi. Uno studente che deve dimostrare di saper spiegare un testo a livello letterario e filologico può così imbattersi nel Cid di Corneille, nell'Athalie di Racine, nel Misanthrope di Molière, nel Philémon et Baucis di La Fontaine, nell'Art poétique di Boileau, nei Dialogues sur l'éloquence di Fénelon, nel Siècle de Louis
XIV di Voltaire... I capolavori greci e latini devono essere esaminati con la stessa serietà di quelli
francese nelle scuole del tempo, ma soprattutto è fondamentale per accrescere la sua venerazione. Come le lingue classiche, il francese deve godere di un grande rispetto perché esso è il linguaggio che concretizza ogni pensiero giusto e vero e che rifiuta di esprimere concetti falsi e sentimenti esagerati. Cousin tenta di equilibrare lo studio della cultura classica con quella moderna. Le sue misure non prevedono infatti la cancellazione della vecchia retorica, ma solo un suo aggiornamento. Da una parte, la nuova classe dirigente della Monarchia di Luglio ha bisogno di conoscere quei precetti dell'antichità che ancora sono validi per l' eloquenza. Dall'altra parte, i giovani francesi non possono formarsi esclusivamente studiando gli oratori classici: la storia si è evoluta; la società deve sapere le regole moderne del parlare e dello scrivere. Tuttavia Cousin non dà all'esame del baccalauréat il potere di stabilire i contenuti dei programmi di studio e gli insegnanti delle scuole tendono a privilegiare lo studio latino e greco. La sua riforma non riesce dunque a migliorare di molto le competenze degli alunni nel francese. Nel 1845 gli studenti non riescono ancora a padroneggiare pienamente la lingua nazionale, poiché commettono molti errori. È il nuovo ministero di Salvandy a presentare un nuovo progetto volto ad introdurre nelle scuole corsi di letteratura e di lingua francese che prevedano anche momenti di composizione. L'avvento della Rivoluzione del febbraio 1848 blocca però l'attuazione di questa proposta. La questione dei piani di studio non è la sola ad agitare gli anni della Monarchia di Luglio. Il regno di Louis Philippe assiste alla lotta tra i sostenitori del monopolio dell'università e i difensori della libertà di insegnamento; agli sforzi per migliorare l'istruzione primaria; ai tentativi di allontanare la Chiesa cattolica dalla formazione morale e intellettuale dei giovani. Il 28 giugno 1833 il ministro dell'Istruzione pubblica Guizot emana una legge che chiede ai comuni di aprire almeno una scuola primaria elementare con un maestro, a cui spetteranno un'abitazione e una retribuzione garantita. Quei comuni che possiedono più di sei mila abitanti devono istituire anche una scuola primaria superiore: essa deve migliorare l'istruzione dei ragazzi che non hanno la possibilità di frequentare i collegi. I dipartimenti devono organizzare una Scuola Normale per la preparazione degli istitutori. Questa legge permette la formazione di scuole sia pubbliche che private, ma non sancisce né l'obbligatorietà né la gratuità dell'educazione. I ragazzi appartenenti a famiglie povere possono però essere ammessi nelle scuole senza pagare alcuna spesa. Nel 1836 viene inoltre regolamentata l'istruzione per gli adulti attraverso una riorganizzazione dei corsi speciali. Tali corsi, che non prevedono l'insegnamento del latino, hanno il compito di avviare i cittadini francesi alle attività professionali del commercio e dell'industria418.
418François Mayeur, De la Révolution à l'école républicaine (1789-1930) in Histoire générale de l'enseignement et de
l'éducation en France, Paris, Nouvelle Librairie de France, 1981, pp. 306-451; Willem Frijhoff, L'Offre d'école. Éléments pour une histoire comparée des politiques éducatives au XIXe siècle, Paris, Publications de la Sorbonne,
Institut National de Recherche Pédagogique, 1983, pp. 233-243; René Grevet, L’avènement de l’école