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2. I presupposti dell’azione

2.1. L’arricchimento

Il fatto che l’art. 2497, 2 co., ultima parte, c.c., contempli quale elemento costitutivo della propria fattispecie il beneficio dei legittimati passivi all’esperimento dell’azione costituisce un’ulteriore conferma dell’affinita` sostanziale di quest’ultima con il rimedio ex art. 2041 c.c. L’azione in esame non e` finalizzata, come quelle risarcitorie, a rimuo- vere la perdita che l’illecito abbia cagionato nel patrimonio altrui, ma ha la funzione di restituire proprio cio` che il responsabile ha ricavato dalla sfera giuridico-patrimoniale del soggetto tutelato. Il suo oggetto e` costituito, cioe`, non dal danno di chi lo esercita, ma dall’arricchimento di chi ne subisce l’esercizio (17).

stronovo, La nuova responsabilita`, 161, che ritiene che la disposizione in esame san- zioni anch’essa una modalita` di concorso, in quanto ‘‘anche un soggetto che non ponga in essere la condotta di impoverimento del patrimonio della controllata, quando consa- pevolmente ne tragga beneficio, non e` altro che partecipe del fatto che genera il danno’’; Giovannini, La responsabilita`, cit., 126; Valzer, La responsabilita`, cit., 185 ss., che propone una ricostruzione peculiare della disposizione tramite un parallelo con le norme in materia di scissione.

(16) Mori-Checcucci, L’arricchimento senza causa, Firenze, 1943, 16; Bianca, La responsabilita`, cit., 813; da ultimo, Gallo, Arricchimento senza causa e quasi con- tratti (i rimedi restitutori), in Tratt. Dir. civ., diretto da Sacco, Torino, 1996, 26; in giurisprudenza da ultimo Cass., SS. UU., 11 settembre 2008, n. 23385, cit.

(17) V. per l’art. 2041 c.c., Cass., SS.UU., 11 settembre 2008, n. 23385, cit. Nell’ottica del diritto comparato, il rimedio ex art. 2497, 2 co., ult. parte, cc., puo` essere accostato: i) nell’ordinamento tedesco alla fattispecie del veranlassenden Nutzniesser prevista dal § 117, Abs. 3, AktG. L’applicazione di tale fattispecie presuppone che vi sia un soggetto che ha indotto dolosamente l’influenza del responsabile ai sensi dell’Abs. 1 (Einflussnehmer) e che ha ottenuto da quest’ultima un vantaggio concreto (v. Voigt, Haftung, cit., 252 ss.; Hommelhoff-Witt, sub § 117, in Schmidt u. Lutter (a cura di), Aktiengesetz Kommentar, Berlin, 2008, 1261) — la differenza rispetto all’art. 2487, 2 co., ult. parte, c.c. sta nel fatto che lı` rispetto alla fattispecie tedesca non e` richiesto un

Ai sensi dell’art. 2041 c.c. l’arricchimento consiste in qualunque vantaggio suscettibile di valutazione economica. Quest’ultimo (18) puo`

essere rappresentato da un incremento patrimoniale, da un mancato detrimento risultante dall’aver evitato la perdita di un bene o da un risparmio di spesa (19). Cosı` deve essere ricostruito anche il presuppo-

sto del rimedio in esame (id est il beneficio) (20).

Inoltre, deve certamente ritenersi coerente con la previsione di cui all’art. 2497, 2 co., ult. parte, c.c. una concezione ‘‘patrimoniale’’ dell’arricchimento: si ha riguardo, cioe`, alla variazione del valore com- plessivo del patrimonio, in conseguenza dell’utilita` ricevuta senza causa (21).

contributo causale del beneficiario alla realizzazione dell’evento da cui scaturisce il van- taggio; ii) nell’ordinamento UK la c. di preference liability, in cui puo` incorrere il terzo che, entro un ‘‘relevant time’’ stabilito dalla legge, ottenga un arricchimento ingiusto a danno di altri creditori — l’applicazione di tale responsabilita` e` subordinata al ricorrere di un requisito soggettivo (come nell’art. 2497, 2 co., ult. parte, c.c.) riferito pero` non al terzo avvantaggiato, ma alla societa` che lo eroga c.c. di desire to prefer — v. Insolvency Act, 1986, s. 239 - 241 e perampi approfondimenti e riferimenti Benedetti, Le anoma- lie, cit., 494 ss.

(18) Occorre rilevare, tuttavia, come nei rapporti infragruppo l’accertamento del presupposto dell’arricchimento (e di quello corrispondente, del pregiudizio) risulta com- plicato dalla necessita` di verificare se ricorrano o meno i vantaggi compensativi, espres- samente riconosciuti previsti dall’art. 2497, I co., c.c., ult. parte. Le eventuali condizioni di favore di un negozio per una societa` del gruppo, infatti, potrebbe trovare contropartita in altre operazioni nelle quali il vantaggio e` in direzione inversa (si pensi ad es. alla societa` controllante che riceve un finanziamento a tasso di favore dalla controllata, ma assume una responsabilita` — con fideiussioni o con lettere di patronage — per debiti della controllata; oppure alla controllante che acquista semilavorati dalla controllata a prezzo inferiore a quello di mercato, ma le fornisce, gratuitamente o a condizioni di favore, know-how o servizi amministrativi, contabili, finanziari...). In tutti questi casi lo ‘‘squilibrio economico dell’operazione isolatamente considerata non comporta necessaria- mente squilibrio nel complesso dei rapporti tra controllante e controllata’’ (Colombo, Informazione societaria e gruppi di societa`, in L’informazione societaria, Milano, 1981, 681). Trovera`, pertanto, applicazione il 1 co., ult. parte, del 2497 c.c., precludendo l’esperibilita` di qualunque rimedio giudiziale.

(19) Sulla possibile rilevanza, nel contesto di gruppo, di un vantaggio indebito avente la forma di risparmio di spesa, causato da un’iniqua ripartizione di spese comuni, cfr. Pavone la Rosa, La responsabilita`, cit., 435; Abbadessa, I gruppi, cit., 243; Miola, Le garanzie infragruppo, Torino, 1993, 196 n. 21, il quale nota anche come il vantaggio sotto forma di risparmio di spesa rappresenti l’ipotesi ordinaria nell’ambito dei negozi infragruppo, in quanto realizzati a condizioni piu` favorevoli di quelle di mercato; Lange, Verdeckte Gewinnausschu¨ttungen, Berlin, 1987, 46 ss.; Dollerer, Verdeckte Gewin- nausschu¨ttungen und verdeckte Einlage bei Kapitalgesellschaften, Heidelberg, 1990, 21. (20) L’esistenza del contesto di gruppo, non vale ad escludere che determinate operazioni infragruppo vengano concluse a seguito di un’effettiva contrattazione, come se le parti fossero societa` indipendenti, e quindi a condizioni di mercato. Simili operazioni, tuttavia, non rilevano ai fini dell’indagine che stiamo svolgendo.

(21) In merito all’arricchimento rilevante per l’esercizio dell’azione di cui all’art. 2041 c.c., deve distinguersi una concezione ‘‘reale’’, per la quale l’arricchimento deve avere ad oggetto una cosa determinata, cosicche´ l’azione guarda alla cosa ricevuta; ed una concezione ‘‘patrimoniale’’, la quale fa, al contrario, riferimento all’intero patrimonio e alle ripercussioni che su di esso ha avuto il fatto produttivo dell’arricchimento. V. per questa distinzione Trimarchi, L’arricchimento senza causa, Milano, 1962, 118. A favore

La fattispecie in esame, infatti, tipizza un danno meramente pa- trimoniale (22), rilevante proprio come modificazione negativa del pa-

trimonio della societa` eterodiretta, che lede, indirettamente, anche il patrimonio dei soci minoritari e dei creditori sociali (23). Una simile

ricostruzione del pregiudizio rilevante ai sensi della disciplina in esame influenza, conseguentemente, la concezione del corrispondente arricchi- mento.

L’applicazione di un questo rimedio restitutorio risulta partico- larmente utile nel contesto dei rapporti infragruppo. Infatti, l’esistenza di una ‘‘rete diffusa di relazioni tra le societa`...incide sulle modalita` dei trasferimenti patrimoniali, al punto che il contenuto del negozio...subi- sce modificazioni in virtu` di esigenze poste dal gruppo’’ (24). Pertanto

tali scambi possono essere, talora, strutturati a condizioni dise- guali (25), in modo che uno dei contraenti subisca una perdita a fronte

del vantaggio dell’altro (26).

della seconda concezione v. A. Di Majo, La Tutela civile, cit., 317-318; Albanese, Ingiustizia, cit., 293.

(22) Cfr. il cap. I.

(23) Si vuole affermare che, ai fini del pregiudizio oggetto dalla fattispecie di responsabilita` in esame, rileva non gia` la fuoriuscita dal patrimonio dei danneggiati di beni nella loro individualita`, bensı` il saldo algebrico negativo rispetto al patrimonio stesso, determinato dall’operazione infragruppo. Affermano che il principio dell’arricchi- mento ingiustificato guarda ‘‘alla ripercussione patrimoniale dell’indebita prestazione nella sfera dell’accipiens piu` che al singolo bene o prestazione ottenuti’’, A. Di Majo, La Tutela civile, cit., 317-318; Albanese, Ingiustizia, cit., 293.

(24) A. Miola, Le garanzie infragruppo, Torino, 1993, 186 ss., il quale a pag. 218 nota anche come tale evenienza risulti particolarmente probabile in occasione di situazioni di crisi, in cui si tenta di accollare l’esposizione debitoria complessiva alla societa` insolvente, mentre le attivita` di questa vengono trasferite alle imprese sane di gruppo. Per il fenomeno inverso, che conduce anch’esso a configurare un’ipotesi in cui e` possibile attivare il rimedio in esame, v. Bonfatti, La promozione, cit., 39, il quale nota che ‘‘una gestione integrata’’ delle societa` del gruppo — possibile anche al di fuori delle situazioni di crisi — diviene inevitabile nei casi di difficolta` economiche: in tali frangenti, la situazione di difficolta` nella quale versa(no) una singola (o piu`) societa` del gruppo, puo` essere superata ricorrendo alle risorse economiche, finanziarie e patrimoniali proprie delle altre societa`. Nel tentativo di salvare realta` imprenditoriali che, se non fossero state inserite nel gruppo, sarebbero state destinate al fallimento, per insufficienza delle ‘‘loro forze individuali a cavarle dalle situazioni di crisi’’.

(25) Puo` pensarsi a tutti i negozi con i quali si compia un’attribuzione patrimo- niale senza adeguato corrispettivo. In generale un tipico esempio di negozi che realizzano un vantaggio a favore di una societa` del gruppo a discapito di un’altra e` costituito da fideiussioni, ipoteche o avalli gratuiti, o pagamenti per debiti altrui. Naturalmente ci si riferisce all’ipotesi di garanzia o pagamento effettuati dalla controllata a favore della controllante o di altra societa` sorella: la garanzia (o il pagamento) in questi casi non e` rilasciata (o effettuato) nell’interesse della garante (o del solvens), quanto della debitrice principale, divenendo strumento per attuare un trasferimento di ricchezza all’interno del gruppo. Per un’ampia esemplificazione delle operazioni infragruppo, espressione di una attivita` di direzione e coordinamento abusiva, cfr. Abbadessa, I gruppi, cit., 140; Bo- nelli, Conflitto di interesse nei gruppi di societa`, in Giur. comm., I, 1992, 219 ss.; Miola, Trasferimenti patrimoniali infragruppo: profili interni e transnazionali in Gruppi di societa`, Milano, 1996, 1589; Ambrosini, La revocatoria fallimentare delle garanzie, Milano, 2000, 77. Per la giurisprudenza cfr. v. Trib. Milano, 19 gennaio 1974, in Giur.

Cio` e` conseguenza del fatto che, sebbene gli scambi infragruppo abbiano luogo fra soggetti formalmente distinti (due societa` sorelle o la capogruppo e la dominata), nella sostanza un medesimo capitale di comando (la holding) assume, contemporaneamente, la veste di com- pratore e di venditore, di finanziatore e di finanziato, cosicche´ i va- lori dello scambio possono rivelarsi puramente nominali e volti ad attuare trasferimenti di utili o di perdite da una societa` all’altra del gruppo (27).